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Autore: suzako    26/06/2007    15 recensioni
'Quanto sei stupido! E di un cuore, adesso, secondo te cosa dovrei farmene?'
Genere: Romantico, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Heartless

Era passato davvero troppo tempo.
Gli anni scivolavano via, ma le vie di Konoha erano sempre uguali, sempre le stesse. Le avevano percorse talmente tante volte da imparare a memoria la disposizione di quei sassi e di quelle vecchie querce, immutabili nella loro inviolabilità. Tutto era inevitabile, un testo già scritto che non lasciava possibilità di scampo. Anche la strada che  adesso stava percorrendo, quella per l’uscita est del villaggio, era rimasta identica.
<< Sasuke? >>, aveva esclamato lei, scorgendolo, e s'era fernata di botto.
La sua voce non l’aveva sorpreso, perché quella volta lui l’aspettava: la sacca appoggiata a terra, segno che si trovava lì da diversi minuti. Era in piedi, con la schiena appoggiata a un tronco umido e le braccia incrociate sul petto. Teneva il capo reclinato e gli occhi semichiusi, in un atteggiamento facilmente equivocabile fra il pensoso e il dormiente. Ma appena sentì la sua voce, aprì gli occhi di scatto, puntandoli diritti nei suoi. Sakura lo fissava con malcelata sorpresa, ricambiando lo sguardo fisso e insistente di lui.
<< Tu, qui, cosa… Tu stai… >>, balbettò incerta, mentre si portava una mano alla bocca, le sopracciglia aggrottate sopra gli occhi spalancati d’apprensione.
Ben presto la consapevolezza prese posto alla confusione, mentre un unico, limpido pensiero si faceva spazio nella sua mente, e le affiorava sulle labbra. Strinse la bocca in una piega severa, e i suoi occhi verdi e opachi si colmarono di disprezzo.
<< Di nuovo – mormorò con studiata lentezza – Dio mio, sta succedendo di nuovo… >>, la sua non era una domanda.
<< Sì. >>, rispose lui.
Sakura serrò i pugni. Lo guardò, accigliata, per lunghi secondi. La rabbia del suo sguardo affogò nell’apatia di quegli occhi neri. Prese un respiro profondo, annuendo distrattamente. Per un attimo sembrò volesse dire qualcos’altro. Poi, semplicemente, riprese a camminare, superandolo: i suoi risuonavano appena sul selciato, mentre se ne andava, senza voltarsi.
Uno, due, tre, quattro passi.
Sasuke non distolse un attimo gli occhi dalla sua schiena che s’allontanava sempre di più. Aveva raccolto la sacca da terra, ma stava immobile, congelato dov’era.
Cinque, sei e sette.
<< Sakura. >>, la sua voce era roca ma chiara, perfettamente udibile.
Otto, nove e…
Lei si fermò.
Rimasero così qualche secondo. Di spalle, senza potersi vedere.
E poi, le spalle della kunoichi incominciarono a tremare, prima impercettibilmente, poi sempre più forte, a scatti. Il tremore s’accompagnava a forti sussulti e singhiozzi soffocati.
Sasuke, impulsivamente, si trovò a tendere la mano in avanti, verso di lei, in uno scatto goffo e indeciso. Ma immediatamente la, consapevole che ormai erano troppo lontani per toccarsi.
Sakura continuava a tremare, sommessamente. Singhiozzava. La lacrime bagnavano il selciato, e…
Sasuke se ne accorse solo in quel momento.
Sentì un improvviso vuoto allo stomaco, la familiare sensazione che lo coglieva quando veniva preso di sorpresa da qualcosa di orribile. Sbatté gli occhi più volte, e un sorriso storto e incredulo gli deformò il volto, e per un attimo ebbe voglia di voltarsi e scappare il più lontano possibile, o nascondere il volto dalla vergogna. Questo, perché non c’erano lacrime sul selciato, e Sakura non stava affatto piangendo.
Lei rideva.
Rimase così, pietrificato, la smorfia sul volto paralizzato in un grottesco stupore. Due volte aprì la bocca per parlare, e altrettante volte non uscì alcun suono. Alla fine, fu lei a rompere il silenzio.
<< Oh, scusami, Sasuke! Davvero, non voglio prendermi gioco di te. E’ che tutto è così assurdo, dico davvero! >>, la sua voce era alta e squillante, allegra.
Lui si limitò a continuare a fissarla, con occhi vacui, e lei, finalmente si voltò: il lungo riso silenzioso aveva lasciato evidenti tracce sul suo volto. Le guance erano arrossate, mentre le labbra bianche erano dischiuse in un sorriso beffardo e sfrontato. Sugli occhi che scintillavano di una luce maliziosa ricadevano disordinate ciocche di capelli rosa pallido, che le incorniciavano il volto e le ricadevano in una massa densa sulle spalle nude.
Sasuke, in quel momento, non poté far a meno di pensare che non fosse mai stata così bella.
<< Non te ne sei accorto, vero? – riprese subito lei con voce cristallina, incurante della sua sorpresa – Ma dopotutto, a te non è mai importato di nulla, cosa dico mai! Sasuke, proprio non vedi come tutto si stia ripetendo? Esattamente qui, solo cinque anni fa, te ne andasti via: ora rammenti un poco, non è vero? Io ricordo ogni particolare, ogni dettaglio. Tu stavi camminando su questa stessa strada, venivi verso di me, io ti vedevo arrivare, ed ero esattamente dove ti trovi tu adesso, ti aspettavo con un’ansia tale che sarei potuta morirne! E quando alla fine tu giungesti, mi passasti davanti così, senza uno sguardo o una parola, e io ti chiamai tanto, pur di farti fermare un secondo solo, pur di non lasciarti fuggire via così! Ricordo chiaramente, piansi e pregai, non è vero? Ero patetica, non è vero? Avrei strisciato per terra, purché tu mi guardassi, Sasuke! L’avrei fatto! Dio mio, ti rendi conto? Piansi per te! Oh Dio, per te! – ripeté queste parola con aria divertita, soffocando a stento le risate – Ma a te non importava, figuriamoci, non t’è mai importato. Mi ringraziasti, è vero, ma un solo grazie non basta, quando t’avevo praticamente regalato il mio cuore, implorandoti di prenderlo, senza la minima dignità: e tu lo prendesti, come no… Oh, Sasuke, non fare quella faccia, è sconveniente. Comunque, dicevo che tu lo prendesti, ma solo per tenerlo in mano un secondo, e poi lasciarlo cadere al suolo, come il più inutile degli oggetto: lo distruggesti senza pietà, lasciando che si rompesse in mille pezzi! E adesso, proprio come allora, te ne stai andando via, ma è tutto il contrario, tutto il contrario! Sto ancora ridendo, come mi sento sciocca. Dopotutto me l’hai sempre detto che sono stupida e, cos’altro era, fastidiosa no? Ma perlomeno mi parlavi, Sasuke, tu mi parlavi! Qualsiasi cosa mi dicevii andava bene, non m'importava quanto crudele potessi essere... Ma adesso, mi viene in mente, stavi per fare qualcosa non è così? T'ho interrotto, scusami! >>
La foga oratoria si interuppe di botto, il volto era luminoso, le labbra ora lucide s'erano piegate in un sorriso ampio, che metteva in mostra una dentatura bianca e regolare.
<< E dov'é adesso, il tuo cuore? >>, ribatté lui cupamente, dopo un'attimo di indecisione.
<< Non saprei. Probabilmente ancora qui, da qualche parte - strascicò i piedi per terra, come a voler frugare tra la sabbia, alla ricerca d'un piccolo oggetto che fosse caduto - perchè io non lo raccolsi. Quel cuore, lo lasciai a marcire lì dov'era. >>
Sasuke si voltò bruscamente, senza però azzardare ancora un passo. Sakura lo guardava, le mani intrecciate dietro la schiena, un'espressione di genuina curiosità sul volto fresco.
<< Spero tu possa essere felice, Sakura. >>, borbottò con voce secca.
<< Non lo sarò. >>, replicò lei con un'alzata di spalle.
<< Come fai ad esserne certa? >>
<< E' perché non ho più quel cuore. >>
<< Lo rivorresti? >>
<< Assolutamente no! >>, sbottò con una smorfia di forzato disgusto sui lineamenti delicati.
<< Allora, posso prenderlo io? >>, la sua voce era esitante.
<< Non lo troverai. >>, ribatté con sufficienza.
Sasuke non rispose, e dopo qualche secondo di prolungato silenzio, Sakura stava per andarsene, quando lo vide fare un gesto strano: alzò la mano destra verso il cielo coloro inchiostro, sul quale brillavano con chiarezza, poche e luminose, le stelle. Lui distese il palmo contro quel cielo, tendendo le dita ossute, per poi richiederle con forza, e portarsi il pugno al petto.
<< Lo prendo, allora. >>, mormorò a voce bassissima.
<< Perché, Sasuke? >>
<< Quella volta - incominciò lentamente - il tuo cuore lo presi perché avrei voluto che fosse il mio. Ma appena l'ebbi tenuto in mano un momento, mi accorsi che sarebbe mai potuto essere così: non m'apparteneva. Allora pensai di rendertelo, perché era giusto che tu vivessi. Ma probabilmente fui così maldestro da lasciarlo cadere. >>
<< E adesso dici di rivolerlo, così! Come se niente fosse! >>, la sua voce s'era fatta stridula e tremante d'indignazione.
<< Sì. Così. >>, si voltò a guardarla, l'ombra di un sorriso sulle labbra.
<< Sei sleale! Lo sei sempre stato! Ridammelo, dannazione! Rendimi ciò che  mi hai preso, e m'appartiene di diritto! Lo rivoglio, lo rivoglio poiché è mio, mio soltanto! >>, era rossa in volto, gridava senza posa, pattendo i piedi per terra come una bambina piccola.
<< Hai appena detto di non volerlo più. >>, rispose Sasuke con voce suadente.
<< Mentivo! >>, sibilò.
<< Perché? >>
<< Perché tanto non riuscirai a trovarlo! Mai e poi mai! E' andato distrutto, e non c'é possibilità che ritorni! >>
<< Io tornai. >>, constatò lui con voce piatta.
<< Tu ti eri solamente perduto. >>, sbuffò innervosita, roteando gli occhi.
<< Troverò un'altro cuore, per te. >>
<< No! Io rivoglio il mio, quello soltanto desidero! Ah, per quanto sia impossibile, io ancora desidero...! Ancora... Sì, lo rivoglio, per quanto so che non l'avrò mai. >>
<< Lo troverò, giurò che lo troverò, Sakura! >>, si mise anche a lui a parlare con tono accorato, rapito, avvicinandosi a lei con passi impazienti.
<< Questo è impossibile. >>, rispose freddamente la ragazza, scuotendo la testa con severità.
<< No, io... >>
<< Non posso più riavere il mio cuore indietro - lo interruppe - quindi, dammi il tuo, Sasuke! Dammelo! >>, i suoi occhi si dilatarono, e si slanciò su di lui, le mani protese verso il suo petto. Sasuke la afferrò per i polsi, cercando lo sguardo di quegli occhi spalancati e folli.
<< Io non ce l'ho. >>
Il volto di Sakura, a quelle semplici parole, si fece carica della disperazione più profonda e sincera. Incominciò a torturarsi le mani, e agitarsi, mormorando incessantemente.
<< No, no... No, io non ti credo! Non è vero! >>, tentò nuovamente di liberarsi dalla sua stretta.
<< E' così, lo giuro. E' così. >>, lui la tratteneva senza sforzo, e continuò a farlo finché non si fu calmata, prostrata dal tanto urlare e tormentarsi. Tremava. Sasuke la reggeva per le spalle, non volendo vederla cadere di nuovo.
<< Non riesco neanche a piangere, lo sai? >>
<< Io non ne sono mai stato capace. >>, mentì lui.
<< E' colpa tua. E' solo colpa tua. >>
<< Sì, lo è. >>
Restarono qualche minuto così, appoggiati l'uno contro l'altro, reggendosi vicendevolmente in un equilibrio precario. Erano vicini, eppure si toccavano a malapena, rigidi nella goffaggine di quell'abbraccio fasullo. Sasuke teneva gli occhi fissi per terra, mentre Sakura li aveva coperti dai capelli stopposi. Avevano il respiro irregolare, e non si muovevano.
<< Perché sei ancora qui, Sasuke? >>, la sua voce gracchiante lo fece sussultare.
Si staccò immediatamente da lei, senza fretta e senza sforzo, quasi con dolcezza: un passo indietro, e rivide quegli occhi verdi e opachi e arrabbiati che lo fissavano. E lui si sentì bruciare da quello sguardo.
<< Vieni con me. >>, udì la sua propria voce pronunciare le tre semplici parole.
<< Mai. Mai e poi mai. >>, quello di lei era un rantolo fioco e nervoso.
<< Insieme, potremmo cercare... >>
<< Non dire cose stupide! >>, tagliò corto, con un urlo.
<< Potremmo trovarne uno nuovo, capisci? Noi due. >>
<< No, no! Io non ti sento tanto, non sento niente! Parla pure, non sento, non sento nulla! >>, esclamò scuotendo la testa a scatti, mentre si schiacciava i palmi delle mani sulle orecchie,
<< Ma perché non vuoi ascoltarmi? >>, sbottò lui, al limite dell'esasperazione.
<< Non ti sento, non ti sento! Sei stupido Sasuke, troppo stupido! Solo uno stupido stupido stupido! E io non ascolto le cose stupide, non le ascolto. Quindi parla ma io non ti ascolto, non ti sento! >>, Sasuke tentò di allentare la presa delle mani sul cranio, senza risultati. Continuava a muoversi convulsamente, ripetendo un ossessivo 'no, no', finché non si rannicchiò per terra e rimase così, ferma e in silenzio per alcuni minuti, tentando di calmare il suo respiro erratico.
<< Vattene via, Sasuke. >>, piagnucolò con voce improvvisamente debole, un sibilo appena udibile.
Alzò il volto per guardarlo, e i suoi occhi verdi erano bui e ricolmi di cattiveria.
<< Sì. Me ne vado. >>, rispose con un'alzata di spalle, mentre già si stava camminando verso l'uscita del villaggio.
<< Ma ricorda, ricordati la promessa! >>, parlò improvvisamente Sakura, con voce bassissima, poco più di un sussurro confuso nella notte. Sasuke l'aveva udita perfettamente. Si fermò di nuovo.
<< Cosa? >>, domandò senza celare l'incredulità nella voce.
<< La promessa, Sasuke, la promessa! - la sua voce era concitata e febbrile, ossessiva - Hai detto che avresti ritrovato il mio cuore, l'hai giurato. E se non lo farai...! >>
<< Mi stai minacciando, Sakura? >>
<< Sì. >>, rispose lei guardandolo senza batter ciglio, con un sorriso beffardo.
Sasuke ricambiò quello sguardo per un istante, una breve frazione di tempo. Poi, un ghigno sfrontato si allargò sulle sue labbra sottili, scoprendo un numero impressionante di denti.
<< Lo farò, e tornerò solo quando l'avrò trovato, per restituirtelo. Ma non solo: ne troverò uno anche per me. >>
"E poi, li distruggeremo insieme. Li faremo a pezzi tutti e due, in modo che si mischino e si confondano tra loro, e tu non possa trovare il tuo mai, mai più. Resterai incatenata a me per sempre, perché se il tuo cuore non posso averlo io, nessun altro dovrà."
I suoi passi si fecero via via più distanti, confusi nel vento gelido che s'era alzato, e  che ora soffiava. Il rumore risuonò ancora un istante, fino a che non si estinse del tutto.
Sakura rimase lì a guardare, fino a che la sua figura non si dissolse completamente alle prime luci dell'alba. Pensò che lei, un cuore, forse s'era solo illusa di possederlo, sperando così di poterne rubare uno più bello, più limpido del suo, che trovata ricolmo solo di cose deplorevoli. Quello di Sasuke l'aveva affascinata per ragioni da lungo tempo dimenticate. Non le era importato, neanche quando aveva capito che lui in realtà neanche l'aveva. Era stata ingenua. E così, quando lui aveva tentato di restituirle quel cuore debole e corrotto, lei semplicemente aveva lasciato che cadesse: e questo s'era dissolto, era svanito ancor prima di toccare il suolo.
Sasuke si sarebbe consumato nell'attesa e nelle speranze, esattamente come aveva fatto lei. Quel cuore non l'avrebbe trovato, semplicemente perché non esisteva. Non che avesse importanza.
Ormai, non importava più nulla.
Fu solo in quel momento, mentre percorreva la strada verso casa (il sole si stava alzando nel cielo bianco) che s'accorse di un buffo particolare: non si erano neanche detti addio, al contrario di quell'altra notte. Non un saluto, neanche il più insignificante. Avrebbe voluto far notare quel contrasto assurdo a Sasuke, ma lui non c'era più. Eppure era una cosa così divertente.
Questa volta, però, Sakura non rise.



Owari

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Non chiedetemi cosa significa, perché non lo so. Non era questo che volevo scrivere, come al solito.
La dedico a Ross perché sì (se ci può essere un motivo lei lo sa XD)
Uhn, nient'altro da dire.
A parte che, ovviamente, è nonsense.

Ja Ne,

suzako

 

 

 

  
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