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Autore: OttoNoveTre    09/12/2012    13 recensioni
Hulk spakka ma Jade di più.
E il vibranio protegge anche senza andare a wakanda.
Genere: Azione, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth, Bruce Banner/Hulk, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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camper

Squillo di trombe e rullo di tamburi, è arrivato il compleanno di Vannagio!
Per festeggiare, cenone di 12 portate con dolce gentilmente offerto dal betsubara, botti offerti dalla premiata ditta "Storie con cose che esplodono",
un abbraccio gigante e hulkesko e valanga di cuori come non ci fosse un domani.
Spero ti piaccia!



She Hulk

tragicommedia on the road in quattro atti





Atto I: Il camper di Big Jim

Jo girò la targhetta della porta sul “chiuso”.
Sentì una scossetta elettrica quando il rettangolino di plastica si appoggiò sul vetro, doveva essere lo scudo protettivo di cui le aveva parlato Carter, quello che allontanava alieni, organizzazioni criminali e piazzisti.
Appoggiò il borsone con i suoi bagagli sul marciapiede, in attesa del passaggio che Fury le aveva garantito quando avevano concordato le sue due settimane di ferie, dopo “un’ultima missione facile facile”.
Montagne, sci, neve, Steve e una valanga di film.
- Mi vuoi dire che non hai mai visto “Cantando sotto la pioggia”?
- No, Josephine.
- E nemmeno “A qualcuno piace caldo”!
- No, nemmeno quello.
- Per non parlare di “Rocky Horror Picture Show”, c’è Brad che è te sputato!
Il caffè bollente che si era casualmente rovesciato sulla mano di Tony Simpaticissimo Stark aveva interrotto la conversazione, ma Jo si era prefissata di porre rimedio alla verginità cinematografica del suo fidanzato (“Porre rimedio anche a quella.” “Signor Stark la prego di uscire dalla mia testa”).
Dal traffico emerse strombazzando un camper gigantesco, che si fermò esattamente di fronte a lei. Il finestrino del passeggerò si abbassò con un zzzzzzzzz, e ne emersero faccia e voce dell’agente McCallan.
- Fidanzatina d’America, i suoi baldi accompagnatori sono arrivati per scortarla da Capitan Derrière Extraordinaire!
- In camper? – ribattè Jo, rendendosi conto un attimo dopo che il mezzo di trasporto era la cosa meno strana di tutta la scenetta.
- Che bel gioiellino, eh? L’ho scelto assieme alla mia Barbie, è super accessoriato.
Da dietro la faccia di Bree, era spuntata quella dell’agente Carter, più professionale che mai anche con l’improbabile maglione con alci che indossava in quel momento.
Bree nel frattempo era uscito ad aprire la porta posteriore, che portava nella cucina da camper più attrezzata che Jo avesse mai visto: quattro fornelli, una pila di pentole e padelle, friggitrice, gelatiera, bollitore per l’acqua, un sifone per la panna, frullatori di due dimensioni e un frigorifero con dispenser per il ghiaccio. C’era anche una macchinetta per fare l’espresso. Il tocco di Barbie, Jo ci avrebbe scommesso, era il ricorrente colore rosa di tutte le attrezzature.
Seduta al tavolo della detta cucina, c’erano Jade da una parte e lo scudo di capitan America dall’altra.
- Oh, hanno arruolato anche te per la missione SHIELD livello B?
- Livello B?
- In realtà è una missione livello – Jade guardò un foglietto dall’aria ufficiale appiccicato allo scudo - F2, ma se le emergenze tipo “stanno per radere al suolo New York” sono classificate come missioni AA Avengers Assembled credo che la nostra si potrebbe chiamare missione B come Barzelletta: ci sono un cuoco, una checca, una cameriera e una lavandaia su un camper…
- Una checca bellissima e dal cuore d’oro! – cinguettò Bree dall’abitacolo di fronte a loro. – Che per inciso non vi ha ancora minacciato di morte, anche se gli avete rubato due dei suoi cinque sogni erotici.
- Aspetta, quindi la missione consiste nell’essere su questo camper? – Jo guardò anche lei il foglietto sullo scudo.
- Trasferimento di armamentari tornati dalla manutenzione straordinaria presso la Stark Tower alla sede operativa in New Mexico. – Carter snocciolò l’obiettivo senza distogliere l’attenzione dalla strada di fronte a lui. – E non vedo perché dobbiamo viaggiare scomodi, quando il mio camper è più corazzato di un furgone dello SHIELD. Con la differenza che nei furgoni SHIELD non c’è musica e non c’è la possibilità di prepararsi uno smoothie banana, datteri e cannella. Con tre cucchiaini di zucchero, agente March.
Gli occhi di Carter la stavano guardando dallo specchietto retrovisore, poi si spostarono sul frullatore più piccolo.
- Quindi sono stata arruolata come cuoca ufficiale di bordo?
- Vice cuoca, prego, mentre lo chef è alla guida.
- Se hai mutande da lavare, invece, chiedi a me. – aggiunse Jade con un sorriso sarcastico. – E non scherzo del tutto, questo coso ha anche una lavatrice.
Carter non si curò dell’interruzione e continuò: - Troverà tutti gli ingredienti per lo smoothie di buon viaggio nel frigorifero. Fino al New Mexico è lungo, ma per la strada vi farò provare due o tre posticini che superano Sardi’s una decina di volte.

Jade provò a drizzare la schiena contro l’imbottitura del sedile, ma il dolorino alla spalla non migliorò di una virgola. Si massaggiò la stupida contrattura con una foga sufficiente a strappare lo stupido muscolo e tutto quello che c’era attaccato. Jo, che aveva notato il suo contorcersi come un serpente a sonagli, smise di scrivere appunti su un quadernino nero e la guardò, apprensiva.
- Tutto bene?
- Da quando quella baldracca di Sandy ha colpito New York, ho una spalla che non mi lascia tranquilla un attimo. Caricare lavatrici decisamente non aiuta, e non posso nemmeno vantarmi a casa di come lavorare per un’agenzia supersegreta sia difficile e pieno di insidie.
- Le famose amichevoli pacche di Hulk. Ops, pessima, dimentica quello che ho detto.
- Ma no, è un’idea magnifica! Anzi, dovresti farti una t-shirt, Jade: “Mi sbatto Hulk e non ho che una contrattura alla spalla.” Non suona infinitamente meglio così? – Bree completò il doppio senso che Jo aveva fatto in tempo a fermare. Jade si girò di scatto, pronta a rispondere per le rime, ma la spalla sforzata mandò una fitta che le concedette solo un mugolio. Nel sentire il lamento, Jo smise di nuovo di scrivere.
- Vuoi che ti prepari una borsa d’acqua calda? Devo avere anche qualche antidolorifico con me… - la ragazza aveva acquistato il suo piglio da mammina premurosa e si mise a frugare nei cassetti del camper, prima che le arrivassero le istruzioni di Carter (“Secondo dal basso, a destra.”) e piazzasse sul tavolo una borsa dell’acqua calda rosa shocking, a forma di cuore.  Jade trovò di nuovo una posizione in cui la contrazione non le facesse troppo male e si limitò a guardare i traffici di Jo attorno al bollitore e alla borsa. Le cadde l’occhio sul quadernetto nero che la ragazza aveva abbandonato sul tavolo, con una penna che segnava l’ultima pagina scritta: lo avvicinò con la mano libera e si mise a leggiucchiare: erano appunti confusi di titoli di libri, canzoni e citazioni sparse. La pagina si chiudeva su “Bruce Springsteen” sottolineato tre o quattro volte. Jade trasalì quando sulla spalla si diffuse il calore della borsa con l’acqua. Jo le prese una mano e la appoggiò a reggere la borsa, poi tornò a sedersi di fronte a lei.
- Sono tutte le cose che vorrei Steve recuperasse. Se Fury si preoccupa di erudirlo sulla storia, io faccio il resto.
- Il resto, esatto. – ammiccò Bree alle spalle di Jade. Jo roteò gli occhi e chiuse di scatto il quadernino.
- Scusate, ma era un caso così disperato? Perché altrimenti non mi spiego tutti gli agenti mai visti prima che sono venuti a mangiare al diner dopo – Jo si bloccò un nanosecondo - …Sandy, che mi guardavano come se avessi rispedito indietro Loki a calci fino ad Asgard.
Jade si finse interessatissima all’autostrada che scorreva fuori dal finestrino, per paura che Jo scoprisse dalla sua espressione quanto in lavanderia non avesse sentito parlare d’altro per settimane. Tanto ci pensò Bree.
- Il ghiacciolo scongelato, l’aquilotto che ha preso il volo, e c’era anche un altro nome che in questo momento mi sfugge… Comunque, era ufficiosamente catalogata come missione AA. Credo che Stark gestisse anche un giro di scommesse, o almeno l’ha fatto fino a quando non hanno cominciato a quotare un sacco la Stony. Di sicuro aveva messo “Steve’s Virginity” all’asta su Ebay, c’era pure una certa America che aveva proposto una cifra esagerata!
 Nel camper calò il silenzio: Jade tentava di non mettersi a ridere, Jo giocherellava con il suo anello, prima di rendersi conto che era quell’anello e diventare ancora più rossa. Carter si limitava a guidare.
- Ecco! “L’espugnazione dello scudo” era così semplice. – Bree sorrise soddisfatto. – Figuratevi le scene quando hanno davvero dovuto portare lo scudo alla Stark Tower per riallineare le molecole in seguito a un indebolimento del vibranio. È per questo che adesso lo abbiamo noi qui. Certo, la versione ufficiale non aiuta molto, dato che lo scudo è stato danneggiato dall’impatto col grosso martello di Thor… Ah, come mi farei riallineare le molecole da mon capitaine!


Atto II: Billy Joe’s mushroom soup

Il camper si fermò nella piazzola di un diner sperduto in mezzo al deserto.
- Il trucco è tutto nella miscela di spezie che aggiunge dopo aver passato i funghi al setaccio. E fatto tutto a mano! Il frullatore elettrico farebbe perdere molto dell’odore delizioso del fungo, che invece al setaccio si sprigiona in tutta la sua forza. - Carter aveva cominciato a lodare la zuppa di funghi del suo amico Billy Joe da una decina di chilometri prima. Arrivati alla porta di ingresso, era finalmente arrivato a: - …e tra poco capirete di persona di cosa sto parlando.
Entrarono in una squallida sala da pranzo, quasi più squallida dell’Apollo prima del restauro SHIELD. Una cameriera in ciabatte stava spazzando il pavimento con una scopa che aveva conosciuto tempi migliori, forse quando Jimmy Carter (il presidente, non l’agente) aveva battuto Gerald Ford alle elezioni presidenziali.
Carter (l’agente, non il presidente) fece gli onori di casa al posto della cameriera, che li aveva degnati di una breve occhiata prima di tornare a spargere altra polvere sul pavimento.
- Prego, prego, questo è il mio tavolo preferito, con vista sull’insegna al neon. Signorina!
La cameriera mollò la scopa in mezzo alla sala e si avvicinò al tavolo strascicando le ciabatte.
- Seh? – intravidero tra i denti gialli una grossa gomma da masticare rosa; la cameriera se la tolse di bocca e la appiccicò al retro del blocchetto per le comande. Jo trattenne uno sbuffo di disappunto per la poca professionalità della collega, Jade e Bree avevano la faccia di chi avrebbe preferito mangiare i churros del banchetto vicino alla metro, quelli fritti dalla grossa signora ispanica in olio da trattore.
- Quattro porzioni della “Billy Joe’s mushroom soup”, ben calda e con una spolveratina di cayenna per cortesia. Non badate all’apparenza, - Carter aveva tolto di tasca uno spruzzino rosa shocking e stava passando il piano del tavolo col prodotto e una spugnetta, - la confezione è un pochino spartana.
Quando la cameriera riapparve sciabattando dalla cucina, dieci minuti dopo, Jo dovette ammettere che il profumo della zuppa ai funghi era appetitoso. Prese il cucchiaio e lo affondò nel piatto. Stava per assaggiare il primo sorso, quando Carter le bloccò la mano e fece cenno agli altri due di fare altrettanto.
- Signorina, non è che ci porterebbe dei crostini di accompagnamento?
La cameriera grugnì qualcosa e tornò in cucina. Carter aspettò che la porta si richiudesse e porse a tutti una pillolina nera. Bree doveva conoscerla, perché scambiò un’occhiata molto preoccupata con il collega.
- Buttatele giù in fretta, e non con quello che avete nel piatto.
- Adesso non mi dica che la zuppa è buonissima solo se prima ti sei vaccinato contro la lebbra. – Jade guardò la pillola nel suo palmo con un’espressione scettica. Carter scosse la testa.
- Sentite bene l’odore, per fare questa zuppa sono stati usati funghi in scatola. Billy Joe si farebbe amputare una mano prima di… giù quelle cose subito! – bisbigliò in fretta le ultime parole, mentre la cameriera tornava con un cartoccio di dadini di pane neri e bisunti: glielo lanciò sul tavolo e riprese in mano la scopa monumento storico.
Jo deglutì a secco la pillola e riprese a mangiare la zuppa. Carter sorbì la sua con una faccia pensierosa, posò sul tavolo i soldi del conto e li fece tornare in tutta fretta verso il camper.
Il solito pennino rilevatore proiettò la sua luce azzurrina sopra tutte le serrature.
- Lo sapevo, tentativi multipli di manomissione. A cui si aggiunge il tentato avvelenamento, e presumibilmente l’eliminazione di Billy Joe. Ci mancherai, Billy. – Carter inforcò gli occhiali da sole. - Agente McCallan, se lei mi dà l’autorizzazione, promuovo ufficialmente questa missione a livello D1.
- Autorizzato e affondato, Carter.
- Livello D1? Una missione facile invece che facile facile?
Bree per una volta non allentò la tensione con qualcuna delle sue battute, ma entrò nel camper e prese dalla tasca interna della giacca quello che sembrava un telecomando per cancelli.
Sotto il lavabo della super cucina da camper c’era una cassetta di sicurezza grigia: il telecomando aprì la serratura e svelò un piccolo arsenale di armi futuristiche, percorse di luce azzurra. Bree mise in mano a Jo una pistola e a Jade un’altra. La ragazza guardò l’arma con gli occhi sgranati.
- Sono davvero per noi?
- Una missione di livello D1 prevede l’armamento di tutti gli agenti coinvolti.
- E potrebbe esserci da sparare sul serio?
- Se le mie supposizioni sono esatte, c’è una probabilità del 53% di finire coinvolti in uno scontro a fuoco. Ora però rimettiamoci in viaggio.

Jade accarezzava la sua pistola e scrutava la strada alle loro spalle dal lunotto posteriore: solo sabbia, cactus e i rarissimi lampioni sulla carreggiata. Se non fosse stato per l’insolito silenzio di Bree, che era seduto al tavolo in allerta, avrebbe confessato che la prospettiva di sparare la esaltava.
- Sai che Peggy lo scorso week-end si è lanciata col parapendio assieme a Gregory? Lui è un istruttore di paracadutismo, un bravissimo ragazzo. E tu cosa hai fatto, sentiamo Jade.
- Oh, io ho difeso una scorta di armamenti segreti da un’organizzazione criminale. La contrattura alla spalla? Una sciocchezzuola, è stato quando ho dovuto usare d’urgenza l’armatura di Iron Man per sollevare un carro armato…
Evocata, la contrattura le mandò una fitta. Stava per imprecare, quando si accorse che tutto il camper era stato scosso da un impatto. Guardò verso il lunotto e fu accecata da una luce bianchissima.
- Arrivano! 20 veicoli accodati, passaggio a missione livello C2. Dobbiamo riadeguare gli armamenti. – Bree era scattato in piedi e guardava anche lui fuori dal finestrino.
- Sotto il tavolo, nel pavimento, sopra la credenza. – disse Carter da davanti.
Jade si guardò in giro, mentre Bree apriva gli altri scomparti segreti. Le cadde l’occhio su una serie di bidoncini grigi sopra il lavello.
- Dobbiamo guardare anche nelle latte?
- No, quella è vernice per il mio steccato. Io e Barbie abbiamo pensato di rimodernare un po’ la casa al mare.
Jade prese il telecomando nero e aprì lo scomparto del tavolo: le armi erano dello stesso design futuristico della sua pistola. Senza stare troppo a pensarci, prese quella più grossa di tutte.
Quando una Jade col fucile incontra uno stronzone con la pistola…
Si resse al piano del lavabo e raggiunse il finestrino dietro, dove già si era piazzato Bree con un altro fucile.
- Jade, non so se il rinculo di quel coso farà bene alla tua spalla.
- Forse è proprio la cosa che ci vuole per rimetterla a posto!
Jade sporse la canna del fucile dal finestrino e mirò verso la prima jeep dietro di loro: il colpo aprì una voragine sull’asfalto, ma il fucile non spostò Jade di un centimetro. Il livello di energia si ricaricò in pochi secondi, e Jade lo imbracciò di nuovo, quando l’abitacolo si riempì col suono di una sirena.  


Atto III: She Hulk

- E adesso questo cos’è?
- L’allarme missile.
- L’allarme COSA?
Carter, occhi fissi sulla strada, le indicò un puntino luminoso sul radar del cruscotto, che si avvicinava sempre di più al camper.
- Bene, la protezione corazzata è antimissile?
- Dipende. Al mondo esistono diversi tipi di missile, e non sono in grado di identificare quello che si sta dirigendo contro di noi. Armo la contraerea.
Dai fari posteriori uscirono dei razzetti: sullo schermo apparve uno stormo di puntini che si diresse verso quello più grande. I puntini scomparvero uno per volta ma il radar continuò, impietoso, a mostrare quello intermittente in avvicinamento.
- Posso cominciare a preoccuparmi?
- Ha la mia autorizzazione, agente March.
- Bene.
Bree stava tenendo a bada le jeep che si erano accodate al camper. Jade aveva preso ormai padronanza con il fucile: quando un colpo esplose sulla ruota della jeep subito dietro di loro e la fece finire fuori strada, rise in modo quasi maniacale. I bip-bip erano sempre più frequenti, il puntino sempre più intermittente. Era tutto nelle mani del loro scudo forse-antimissile.
Un attimo…
 Su quel camper loro lo avevano, uno scudo di sicuro-antimissile.
Afferrò il braccio di Carter.
- Dove colpirà?
- Esattamente sopra il tettuccio, l’ha individuato come punto debole della struttura.
- Benissimo.
Carter si rese conto un secondo troppo tardi di quello che aveva in mente, e non riuscì a fermarla.
- Agente March!
Jo afferrò lo scudo di Steve dal sedile e se lo mise al braccio. Con sollievo sentì che era molto leggero e che non aveva difficoltà a portarlo. Aprì il tettuccio a pugni e si arrampicò sopra, scalciando via la mano di Bree che tentava di riportarla dentro il camper.
- Jo, se stai per fare quello che penso…
- Spero che Stark le abbia riallineate bene, le molecole!
Jo si accucciò sul tetto del camper. Le arrivò addosso una raffica di proiettili, ma dietro lo scudo sembrarono goccioline di pioggia.
- Trenta secondi all’impatto!
La voce di Carter suonò come una condanna. Jo intravide un altro colpo di Jade che incrinò i finestrini della jeep più vicina.
- Dieci! Scenda di lì!
Un rombo assordante coprì la voce di Carter e le fece stringere le mani sullo scudo come se potesse ficcarle dentro il vibranio.
Tre.
Due.
Uno.
Aiutami, Steve.
L’impatto le risuonò nel corpo fino al midollo delle ossa.
Non aveva più il camper sotto i piedi, esistevano solo il rimbombo che non si spegnava nelle orecchie e le mani ancora serrate sull’impugnatura dello scudo.
Sentì la gravità che la attirava verso terra, pronta per le ruote delle jeep o i sassi del deserto. In ogni caso, per morire molto male.
L’impatto col suolo fu improvviso, ma non così doloroso come Jo si era immaginata nella manciata di secondi precedenti. Poi il suolo sfidò la gravità e la riportò in aria. Jo provò ad aprire gli occhi.
 - S-Stark?
- Dopo che ho trovato qualcuno che riesce a fare le ciambelle come piacciono a me, non lo lascio certo spiaccicare al suolo. Bel volo, Josephine.
Ed ecco, scenderanno i cori degli angeli dal cielo e suoneranno gli AC/DC.

Jade aveva dimenticato l’esistenza dei suoi polmoni quando il camion era stato scosso dall’impatto e per tutta la durata del volo di Jo. Quando vide Iron Man posarla abbastanza intera nelle braccia di Steve, Jade si concesse un sospirone grosso come Hulk (che, per inciso, si stava liberando a manate della jeep in coda alla carovana).
Durò poco, perché nei secondi in cui non aveva tenuto a bada i loro inseguitori una sventagliata aveva bucato la ruota sotto di lei. Il camper era ancora sulla strada solo grazie all’abilità di Carter alla guida, però sbandava come un dannato. Jade sbatté contro la parete, perse il fucile e finì a terra. La spalla protestò con una fitta terribile. Non fece in tempo a urlare di dolore che sentì un impatto metallico contro la sua testa e qualcosa di liquido che le colava addosso.
- Vaffanculo!
Si ripulì gli occhi dal liquido e si trovò le mani completamente coperte di vernice verde.
- Carter, tu e il tuo cazzo di steccato…
Uno scossone molto più violento degli altri annullò i suoi sforzi per rialzarsi in piedi e la sbatté sulla parete di fondo, travolta dal barattolo caduto e da pentolame vario. Pochi metri e il camper si fermò del tutto.
- Abbandonare il veicolo! Jade… - Bree scostò lo scolapasta che le era finito in testa e le porse una mano. Lei la tirò via con uno schiaffo, si alzò da sola e frugò nel mucchio di pentole fino a trovare quello che stava cercando.
- Sai cosa succede adesso, Bree?
L’agente la guardava tra l’incuriosito e l’inquietato.
- Jade spakka.
Aprì il portello con un calcio, il fucile spianato in mano, e sparò una serie di raffiche e gambe larghe a una jeep che puntava dritta verso di lei. Il quinto colpo prese il radiatore, il sesto le ruote: la jeep deviò a pochi metri da Jade, andò a finire contro una formazione rocciosa ed esplose. Jade diede le spalle alle fiamme e caricò di nuovo il fucile.
- Adoro l’odore di benzina bruciata la mattina presto!
La seconda volta ci vollero solo due colpi per spedire un’altra jeep contro la sua gemella.
Stava per sparare anche contro la terza, ma una massa verde gigante la precedette: sollevò la jeep e la scosse come fosse stata un giocattolino, gettando a terra gli occupanti. La jeep finì scagliata lontano, tra le sabbie del deserto.
Jade avanzò verso la montagna verde. Uno degli uomini caduti in terra si era ripreso e stava per andarle contro, ma Jade lo stordì col calcio del fucile. Al secondo passò direttamente sopra, dopo avergli dato un pestone nello stomaco.
Arrivò di fronte a Hulk, tra loro una differenza di tre-quattro metri: si piantò a gambe larghe, gettò a terra il fucile e si mise i pugni stretti sui fianchi.
- SI PUO’ SAPERE PERCHE’ CI AVETE MESSO TANTO?
E il gigante tentò in modo ridicolo di farsi piccolo piccolo, si strinse nelle enormi spalle e mormorò: - Hulk dispiace…


Atto IV: Epilogo

Le vacanze non sarebbero andate proprio secondo le previsioni iniziali. Almeno, considerò Jo con un’alzata di spalle, il tempo per guardare i film era aumentato a dismisura. Si chinò sull’armadio della cucina in cerca del wok.
- Per l’amor del cielo, Steve, ho un braccio rotto, non il cancro! – sbottò intercettando lo sguardo atterrito del suo fidanzato nel vederla in piedi e non a letto perfettamente e assolutamente immobile.
- Il dottore ti ha detto di stare a riposo.
- Allora ti giuro che non mi darò all’arresto di missili con scudo finché non mi toglieranno il gesso.
Steve si fece ancora più serio.
- Josephine, non dovresti scherzare su queste cose. Avresti potuto…
- …morire? Se stai iniziando uno di quei discorsi che si conclude con “sono un pericolo per te, è meglio che non ci vediamo più” esco da quella porta e trovo il più vicino circolo di bunjee jumping. Poi mi vesto di rosso e vado a Pamplona per la corsa dei tori.
Steve sbuffò, con la stessa faccia di sua nonna quando era tornata a casa con la moto per la prima volta (Jo si chiese entro quanto tempo avrebbe chiamato per sbaglio Steve “nonna”, o viceversa).
- Almeno stai sul divano. Anzi, non avevi una valanga di film da farmi vedere?
- Non possiamo metterci a fare una maratona cinematografica senza un po’ di cibo.
- Non sei nelle condizioni di cucinare. Potremmo… ordinare qualcosa?
Jo cercò di far prevalere il suo lato brava ragazza, ma l’occasione era stata servita su un piatto d’argento. Sorrise con innocenza e gettò a Steve un grembiule.
- Credo che sia il momento di una piccola lezione di cucina. Tira fuori il wok, è la padella con la stessa forma del tuo scudo…

SHE HULK!
Il titolo a caratteri cubitali sovrastava una foto sgranatissima, in cui una ragazza completamente coperta di verde stava dando il fucile in testa a un uomo ai suoi piedi.
L’articolo della versione online del New York Times rimandava anche al link di un filmato amatoriale: un video mosso e sgranato di un cellulare, in cui la donna verde emergeva dal fumo di un incendio, sparava una raffica di colpi blu fosforescenti e si liberava di tre uomini che tentavano di buttarla a terra.
- “Giusto un’occhiata alle ultime notizie scientifiche”, eh?
Jade era apparsa alle spalle di Bruce più silenziosa di un gatto. Ora lo fissava dall’alto in basso, con i soliti pugni sui fianchi e uno sguardo omicida. Bruce avrebbe voluto abbracciarla e chiederle scusa, ma si ritrovò ad ascoltare la sua voce che diceva: - Lavati meglio la faccia, la tinta verde non è ancora andata via del tutto. – e poi si mise una mano davanti alla bocca perché gli era venuto di nuovo da ridere.
- Senti, è stato vagamente divertente quando ho trovato questo sulla porta della lavanderia, – Jade gli sventolò sotto il naso un foglio A4 con stampata la sua faccia appiccicata sul corpo di un culturista (tutto in verde) e il fumetto “Bucato: MERCOLEDI!” – ma quando ne ho strappati altri dieci dagli oblò delle lavatrici, avevo già voglia di centrifugare il primo malcapitato che fosse entrato dalla porta.
Bruce squadrò il foglio e glielo restituì.
- Sai, non sei venuta male. Sicura di non aver mai mangiato una merendina ai raggi gamma, da piccola?
- DOTTOR BANNER E ANCHE L’ALTRO, SE NON LA SMETTETE SUBITO…
- …She-Hulk spakka?
Il colorito di Jade era diventato davvero verde, e Bruce avrebbe giurato che le vene del collo si erano ingrossate. La mano che aveva messo davanti alla bocca non riuscì più a trattenere le risate.
- NON C’È NIENTE DA RIDERE!
- Ehi, calma calma, forse ho ancora qualche bustina di tisana rilassante di quelle che mi avevi portato. Ma ti prego non trasformarti qui, Fury ci sgriderebbe moltissimo se gli sfasciamo di nuovo l’eliveli… - e di nuovo Bruce non riuscì a completare la frase, perché Jade aveva cominciato a colpirlo con la prima cosa che le era capitata sottomano (un libro sulla teoria delle stringhe applicate alla percezione della materia). Almeno le botte riuscirono a interrompere le risate: Bruce si asciugò gli occhi e riuscì a riprendere fiato. Fermò le mani di Jade e si riprese il suo libro.
- Attenta, non credo che la trasformazione faccia bene alla tua povera contrattura.
Jade si fermò, la faccia stupita. Provò a girare il braccio e sgranchirsi la schiena, e dalla bocca non le sfuggì nessun mugolio di dolore.
- Ora che me lo fai notare, da dopo lo scontro non mi fa più mal… e non ricominciare adesso!
La risata fu interrotta prima che diventasse di nuovo irrefrenabile. Jade sospirò.
- Lo sai vero che quando tornerò in lavanderia ci saranno di nuovo immagini fotoshoppate della mia faccia in verde?
Bruce si appuntò mentalmente di cancellare il prototipo che Stark gli aveva spedito non più tardi di quella mattina (una faccia di Jade arrabbiata, incollata sul corpo di Hulk, che cavalcava un T-Rex sparando raffiche di mitra) e abbracciò la ragazza.
- Sai che cosa mi piace un sacco della mia She-Hulk?
- Mh…
- Che resta con pochissimi vestiti, passata l’arrabbiatura.







La tana di Otto

E di nuovo tantissimi auguri a Vannagio per il suo compleanno!
Spero che l'avventurina dell'allegra combriccola ti sia gradita, e di aver trattato bene la tua splendida Jane.
Invece, Tony Stark conferma che è un po' l'Aro della situazione perché entra anche se non c'entra. Lo perdoniamo solo perché l'armatura ha lo stesso colore del vestito di Babbo Natale.
Grazie grazie grazie a Dragana per idea iniziale e betaggio della storiella. Perché arrivare a una trama coerente partendo da "ehi, esiste il camper di Big Jim! Secondo me ce l'ha davverto e ci va in giro" non è da tutti. E' da menti malate.

Noticine:
- Sardi è un ristorante molto rinomato di New York.
- Josephine Elizabeth March detta Jo è la cameriera bionda che compare nel film Avengers, e nel mio fanon è pure la felice fidanzata di Cap.
- se ancora non conoscete le origini di Jade, fate un salto in lavanderia
- Quella baldracca di Sandy è l'uragano Sandy, che ha colpito New York a fine ottobre
- She-Hulk in realtà esiste sul serio, è uno dei tanti personaggi creati dalla Marvel quando le idee geniali erano finite.

E infine grazie davvero a chi è passato per questi luoghi. Dato il periodo, giro di cioccolata calda o vin brulè per tutti!











   
 
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