NUMB
N.d.A. Come vedete, questa è una songfic.
Una songfic sul libro 'Io uccido'
di Giorgio Faletti. Avete letto il libro? Cos'avete provato scoprendo l'identità dell'assassino? Se avete intenzione di leggere il libro o non siete arrivati
alla fine, non vi consiglio di procedere nella lettura: questo perché la fic in questione contiene spoiler riguardo all'identita dell'assassino e al suo passato. Sarei comunque felice se qualcuno la commentasse! Basata
sull'omonima canzone dei Linkin Park.
:::Numb:::
I'm tired of being
what you want me to be
feeling so faithless
lost under the surface
I don't know what
you're expecting of me
put under the pressure
of walking in your
shoes
L'uomo si siede sullo scomodo letto di metallo, simile a quello
di un carcere. Lo sguardo dell'uomo è vitreo.
Sta pensando al suo passato, pare assorto
in ricordi che solo lui conosce. I suoi occhi si spostano sul lettore CD,
mentre le note di quella canzone a lui nota come molte
altre riempiono la stanza e la sua mente. Lui ha sentito molte canzoni durante
la sua vita. Lui è uno e nessuno. E i cani che lo
cercano lo sanno. Lo sanno ma non riusciranno a trovarlo, anche se prima o poi tutto quello avrà una fine.
Ma lui non deve farsi prendere, ha
promesso e deve mantenere.
I suoi occhi si colmano d'affetto, muovendosi amorosamente
lungo una teca di vetro fiocamente illuminata, in cui giace il corpo
incartapecorito di un ragazzo dal volto deturpato che, come una maschera,
indossa la pelle scuoiata del viso dell'ultima vittima di
Nessuno.
Paso...
Un sorriso percorre le labbra dell'uomo, mentre le sue mani
corrono ad asciugare una lacrima sfuggita per sbaglio al controllo dei suoi
sensi.
Piega la testa di lato, sta
ricordando...
Ricorda suo padre.
Ricorda il signore.
Non c'era stata mai una volta in cui Vibo
e Paso avessero chiamato 'padre' quella persona che
pretendeva di esserlo.
Una persona malata che aveva contagiato anche loro col suo
morbo perverso.
Ricordi di un'infanzia che non avrebbe mai voluto vivere.
L'uomo è stanco.
E' stanco ma non può smettere.
Come in un flash rivede quel suo gemello dal volto deforme,
rivede il suo corpo giovane e forte immobilizzare quello più lento e pesante
del padre, vede le sue mani puntargli
una pistola alla testa.
Il padre non ha paura.
Il padre è solo vagamente sorpreso, e scocciato.
'Cosa fai, Daniel?'
'Io faccio ciò che lei mi ha insegnato, io uccido, signore!'
Il rumore secco dello sparo.
Il corpo del signore a terra, mentre una
pozza di sangue inizia a spandersi da lui.
[caught in the
undertow / just caught in the undertow]
every step that I take
is another mistake to you
Un nuovo ricordo, un nuovo ricordo confuso.
Lui e il padre fanno visita ad un cimitero. C'è il custode
vicino a loro.
Il nome inciso sulla lapide è quello della loro madre, della
madre sua e di Lucien.
Ma lui, Daniel, è l'unico ad essere
nato. Lucien è deforme, è un abominio, Lucien deve restare nascosto, nessuno sa
della sua nascita. Ma Lucien
soffre, e Daniel non può ignorare questo suo dolore.
Nemmeno lui esce quasi mai da casa. E'
ancora un bambino, non sa come fare.
Ci sono dei ragazzi che giocano a pallacanestro vicino al
cimitero.
Lui non ha mai visto altri della sua età tranne Lucien.
I suoi occhi tristi di fanciullo li
osservano divertirsi. Vuole andare anche lui. Vuole davvero farlo, vedere com'è
vivere...
Fa un passo in avanti.
Forse può.
Forse può riuscirci.
La voce di suo padre.
Pazzo.
Malato.
Un urlo, un urlo fortissimo ed inumano.
'DANIEL!!'
Occhi da pazzo.
Occhi dall'espressione vuota, eppure così profondamente
irata.
Iniettati di sangue, occhi di demonio!
Daniel ha paura.
Tanta, tanta paura.
Ha già avuto paura così.
Molte, molte volte.
Lo vede avvicinarsi e trema, terrorizzato.
Continua a tremare, non sente
nemmeno la sua urina bagnargli i pantaloni.
Ha paura.
Paura.
I've
become so numb
I can't feel you there
I've become so tired
so much more aware
I'm becoming this
all I want to do
is be more like me
and be less like you
Ancora un ricordo lo assale di
nuovo.
Sì. Ogni tanto gli capita di
sognare quella ed altre migliaia di scene simili.
Anni di sevizie.
Ricorda la catena al collo e alle gambe.
Ricorda lui e il fratello abbracciati, tremanti, prede del
freddo di quella buca di terriccio in cui erano
rinchiusi.
Pioggia. La pioggia cade violenta e inesorabile dal buco,
allagando la terra già umida.
Li costringe a sguazzare nel fango, i loro piccoli corpi
seminudi legati con catene per impedire la fuga. Li tratta come cani, o peggio.
Fa patire loro la fame, la solitudine, il freddo, la
stanchezza.
Non hanno altro, se non loro stessi.
E la musica.
La loro sola consolazione.
Il loro signore è un collezionista di musica, e permette
loro di ascoltarla quando fanno qualcosa di buono.
Peccato che succeda di rado, specie a Lucien.
L'abominevole, il brutto mostro dal volto deforme.
Quelli sono gli epiteti migliori che il loro padre dà a Lucien.
E Lucien
sopporta tutto, incapace di difendersi, sopporta anche le maggiori bestialità.
Ma lui no.
Daniel deve proteggere Lucien, la vittima, il
bersaglio di quel genitore malato.
Daniel è il solo che può farlo.
Daniel che alla nascita ha rubato a Lucien
la bellezza del volto, se non quella del corpo.
Un volto dai lineamenti ben disegnati e
regolari, dalle labbra fini e il naso delicato, la pelle scura così come i suoi
capelli e occhi verdi e luminosi come smeraldi.
Daniel deve salvare Lucien.
A tutti i costi.
can't you see that
you're smothering me
holding too tightly
afraid to lose control
cause everything that
you thought I would be
has fallen apart right
in front of you
Poi un giorno tutto cambia.
All'improvviso.
Daniel si accorge di una cosa.
Si accorge di non essere più il bambino, lo schiavo succube
del terrore.
E' diventato un giovane uomo, dal corpo muscoloso, agile e
forte, forgiato dagli allenamenti voluti da suo padre.
E si accorge che il suo schiavista
non è più ciò che era.
E' invecchiato, lento.
Non gli fa più paura. Lo può distruggere.
Regalerà un nuovo volto a Lucien.
Lo salverà nell'unico modo che conosce, perché nessuno gli
ha insegnato altro.
Io uccido...
Non vuole farlo soffrire.
Lo prende alle spalle e gli spacca il cuore con una
pugnalata vibrata dall'alto in basso.
Suo fratello Lucien è morto, ora.
Ma no, non è morto... lui lo
riporterà in vita, a modo suo.
Vibo e Paso... nomignoli d'infanzia, creati per scappare dalle loro esistenze...
Guarda con amore il corpo di suo fratello steso a terra, e
si accinge per la prima volta a fare ciò che lo renderà noto in tutto il mondo
col nome di Nessuno.
Scuoia la testa di suo fratello, privandola totalmente di
quel volto deforme e bitorzoluto.
Un rumore.
La loro governante lo vede mentre compie quella macabra
opera.
Lui non può lasciarla in vita.
La uccide allo stesso modo di Lucien,
con una pugnalata al cuore.
Poi tocca a suo padre.
Poi il fuoco avviluppa la tenuta della Patience,
la loro casa.
E ogni
prova sparisce.
[caught in the
undertow / just caught in the undertow]
every step that I take
is another mistake to you
[caught in the
undertow / just caught in the undertow]
and every second I
waste is more than I can take
Non c'è tempo da perdere.
Per il mondo, ignaro della presenza di Lucien,
Daniel Legrand è morto.
Ma Daniel è ancora vivo, ed è
fuggito.
Non c'è tempo da perdere.
Paso ha bisogno di lui.
Paso lo attende.
Vibo deve donargli un nuovo viso,
come gli ha promesso.
Vibo si reca al cimitero, e
riesuma il cadavere.
Sa cosa deve fare.
La sua intelligenza è molto superiore alla norma.
Il signore l'ha istruito in ogni campo del sapere,
rendendolo una macchina di morte perfetta, com'era stato lui un tempo.
Daniel chiude il cadavere in una teca di vetro.
Lo porterà con sé a Montecarlo.
Osserva con impazienza le lapidi accanto a quelle della
famiglia che lui stesso ha sterminato.
Vuole un nuovo nome.
and I know
I may end up failing
too
but I know
you were just like me
with someone disappointed
in you
L'uomo ora è a Montecarlo, al
sicuro nella prigione di acciaio e musica che si è
costruito con le sue mani.
Vive in una grande casa che ha
ricevuto per pura fortuna, salvando il cane di una anziana riccona. Ha trovato
per mero caso il bunker antiatomico situato proprio sotto la sua abitazione, ed
è stata una fortuna. L'ha dotato di ogni possibile
impianto tecnologico per assicurarsi la sopravvivenza e contemporaneamente
tenere sott'occhio il mondo esterno. Può resistere ed aspettare per più di un
anno.
Guarda con amore il corpo di Paso, nella sua teca di vetro.
Deve uscire per cercargli un nuovo volto.
I cani lo troveranno, lo sa.
Riesce a leggere la parola 'fine' quando la vede scritta.
Non è uno stupido.
Ma deve mantenere la promessa, e lo
farà.
Lui è uno e nessuno.
Daniel Legrand è morto, ma l'uomo
ha un nuovo nome.
Il nome di un ragazzo morto affogato molti
e molti anni prima, nome che ha letto su una lapide del cimitero del suo
paese natale.
Jean-loup Verdier.
Per il mondo lui è l'assassino senza nome e senza volto, ma
ciò è una bugia.
Lui ha un nome e un volto.
E un giorno tutti lo scopriranno.
FINE
N.d.A. Che cosa vi è sembrato di questa mia songfic?
Come avrete capito, è dedicata al mio personaggio preferito
e cioè... l'assassino!
Non sono riuscita a rimanergli indifferente.
Sembrerà strano, ma è così. Jean-loup, Nessuno, Daniel o come lo volete chiamare, non è
affatto una persona cattiva. O almeno così la penso
io.
Tutto ciò che ha fatto lo ha fatto per amore.
Cresciuto isolato dal mondo, sotto la frusta di un pazzo, ha
cercato di salvare suo fratello nell'unico modo che conosceva. Uccidendo.
E' un pazzo, sì... ma è anche una persona dotata di grande sensibilità e ciò viene dimostrato in più punti del
libro. Nel salvataggio iniziale del cane e in quello finale di Pierrot;
nell'uccisione del ballerino (scusate, non mi viene il nome), in cui trapela
tutto il suo rispetto per la vittima, e in quella crudele e sanguinaria di Alleen Yoshida,
in cui lo ripaga con la sua stessa moneta; nei suoi sentimenti verso il
fratello Lucien, che lo spingono spesso alle lacrime
e che vengono sovente accentuati; nei
ricordi di Pierrot e della loro amicizia; nel suo, meraviglioso, immaginare la
musica.
Forse sbaglio, ma è così che la penso.
Dedicata a Jean-loup Verdier.
Spero che l'abbiate gradita!
Vitani