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Autore: Melardhoniel    09/12/2012    0 recensioni
Semplicemente una raccolta di storie sui Beatles. Tutto ciò che mi passa per la mente :)
"Se c’è stata una svolta nella loro carriera, una data precisa in cui sarebbe cambiato il loro futuro, fu il giorno in cui atterrarono al Kennedy International a New York, con un benvenuto che non ha quasi precedenti nella storia". Brian Epstein.
CAPITOLO QUATTORDICI:
-Johnny?-
-Eh?-
-Perché il cielo è blu??-
-PERCHE’ NON E’ ROSSO, MACCA, DORMI!!-
-Uffaaaaa-
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Let it Born, Let it BEatles;'
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Scarafaggi nel bagno!



L’America, patria dei sogni;
il 1964, l’anno dei Beatles;
New York, la città tentacolare;
un hotel prestigioso, il bagno di una suite;
quattro ragazzi: «scusate, permesso! Ehi, voi! Maledetti scarafaggi! Fate passare una donna incinta.»
«Ma quale donna incinta, Lennon!» sbottò George, rannicchiato sul davanzale della finestra.
«Quella al massimo è ciccia…» intervenne una voce dalla mensola del lavandino. «Ciccia?» John strabuzzò gli occhi. «Ciccia?!? Ma pensa per te, che con quel naso pesi più di noi quattro riuniti tutti sulla tua batteria!»
«Ehi, la mia Betty non si tocca!»
«Shh, ma che diamine! Volete che ci scoprano?» li ammonì Paul da dentro la vasca. John si avvicinò ai rubinetti con un sorriso sadico. «E se io ora facessi scorrere l’acqua, McCartney?»
«Non oseresti.» Paul cercò di sembrare più spavaldo possibile, ma la sua voce tremava visibilmente.
«Ora basta!» li interruppe George accendendosi una sigaretta, proprio nel momento in cui John aveva iniziato a girare il pomello dell’acqua fredda sghignazzando “oh, sì che oserei!!”. Paul sospirò di sollievo.
George socchiuse piano la finestra per far uscire il fumo dalla stanza e subito quello che pareva essere il ronzio di mille api inferocite si tramutò in urla e strilli acuti di donne. Ringo si portò una mano alle orecchie, spaventato, Paul si appiattì sul marmo della vasca tentando di nascondersi dietro il bordo e John entrò nell’armadietto sotto il lavabo, dopo averlo opportunamente svuotato di tutti gli asciugamani.
George spiò circospetto la strada sottostante: «non ci hanno visto, potete uscire.» John si lanciò fuori imprecando contro Ringo – colpevole di aver tirato delle pedate al mobiletto dove lui era nascosto – e si sedette pensieroso sul gabinetto, lamentandosi a gran voce.
«Quanto credete dovremmo restare nascosti qui dentro?» pigolò Paul. «Ho idea per un bel po’…» George aspirò una grande boccata di fumo e la soffiò nella piccola apertura della finestra. «Là fuori è un pandemonio.» aggiunse.
«Io volevo andare a girare New York! Avevo in mente di scattare tante foto a Central Park!» Ringo strinse a sé la sua Canon, rischiando oltretutto di scivolare dentro il lavandino. John assunse un’espressione furbetta e tirò fuori dalla tasca un giornale, tutto trionfante: «Guardate! Eh, che ne dite? L’ho preso alla reception…»
«È un giornale di quiz.»
«Però, McCartney, che occhio! Non ti sfugge nulla, vero? È per passare il tempo! Dai, su, giochiamo… “animale dal grande naso”: RINGO!»
«Dubito sia giusto, John.» sorrise il diretto interessato. John borbottò qualcosa riguardo alla “versione rivista e corretta dal grande John Lennonniano”. Capendo che il suo nuovo gioco non aveva riscosso il successo desiderato decise di lasciar perdere, non prima di aver criticato gli amici per scarso umorismo.
«Non appena Brian tornerà dal colloquio con Ed Sullivan gliene dirò quattro.» brontolò Paul, tentando inutilmente di alzarsi.
«Andiamo, Paul! Fino ad un anno fa la sola parola “America” ci sembrava un sogno irrealizzabile.» spegnendo la sigaretta sul davanzale George accostò piano la finestra attutendo il rumore sottostante.
«Sì, ha ragione! Guardate dove siamo adesso!» Ringo rincarò la voce. Paul alzò scettico un sopracciglio: «…chiusi in un bagno d’albergo?»
«Ebbene sì, Macca, ma che bagno! Una suite intera solo per noi quattro, pazzesco, eh?» John si guardò intorno estasiato. «Già solo questo spettacolo vale il prezzo del biglietto.»
«Ma…un bagno?!?» esclamò esasperato Paul: John tuttavia aveva perso ogni interesse per il discorso e fissava una pagina della rivista con aria allupata.
«E adesso cos’ha? Cosa c’è di tanto interessante in un giornale di quiz?» Ringo alzò gli occhi al cielo.
«Johnny? Joooohnny?? Stai sbavando senza ritegno.» George rise divertito sventolando un piede davanti all’amico mentre Paul, dal bordo della vasca, gettò uno sguardo a quella che sembrava una foto pubblicitaria: una bionda e prosperosa Jayne Mansfield campeggiava sullo sfondo nero, accostata ad una più piccola (ma sempre di grande impatto) foto di Marilyn Monroe.
«Beh, alla Mansfield ed alla Monroe non si può mai dire di no.» alzò poi le spalle.
«John, ti ricordo che sei sposato e che Cynthia alloggia nella suite accanto a questa.» lo ammonì Ringo. «Esatto!» puntualizzò George. «quindi la foto viene con me!» nel pronunciare queste parole saltò dal davanzale ed urtò inavvertitamente il pacchetto di sigarette, che precipitò in mezzo alla folla scatenando il pandemonio.
«ECCOLI, SONO LASSU’! RICONOSCO I CASCHETTI!» dalla finestra ormai spalancata le grida delle ragazze risultavano udibilissime. Mentre le transenne attorno all’albergo venivano scavalcate ed i passi rimbombavano già nella hall i quattro Beatles, scendendo dalla scala antincendio con un complicato passaggio attraverso porte riservate al personale addetto e montacarichi, riuscirono per un soffio a saltare nella limousine preparata per ogni evenienza.
«Beh, ragazzi, se non altro ora potremmo vedere New York!» John piegò soddisfatto la foto di Jayne Mansfield e se la infilò nella tasca.
 
           
 
It’s getting better!
 

Ragazzi, è troppo che non aggiorno questa storia D: in generale, è troppo che non scrivo, punto. È solo che quest’anno sono super - impegnata e ci vorrà del bello e del buono per non arrivare a Giugno sclerata modello Ofelia. Gaaah, aiuto.
Ad ogni modo, questo capitoletto vuole illustrare ciò che la mia mente malata ha prodotto quando ha provato a soffermarsi sulla vita che avranno di sicuro condotto i quattro scarafaggi nel loro primo tour Americano – e il film “Allarme a New York, arrivano i Beatles!” mi ha di sicuro aiutato.
Non so perché, ma riesco quasi a vederli bene chiusi nel bagno della loro suite.
Pace, Amore & Rock’n’Roll

Melardhoniel
  
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