Omicidio in bianco
Capitolo quarto – Baby it's cold outside
La pista della ex si dimostrò un buco nell'acqua. Ryan ed Esposito vennero spediti ad interrogare Doyle, e la detective e lo scrittore tornarono al Distretto.
Rick stava smanettando con il suo iPhone, Kate fissava la lavagna in cerca di qualcosa di nuovo. Ad un tratto lui si lasciò sfuggire un'imprecazione:
-Porca palett-
-Castle!- sbottò lei.
-Scusa, Beckett.
-Cosa ti ha comunicato il tuo supercellualare?- domandò, sarcastica.
-Che ci sono -2° qui dentro- rispose lui.
-Porca palett-
-Beckett!- ripeté lui.
-Alla faccia!- si corresse lei.
-Puoi dirlo forte-.
Sedette tranquillo su una scrivania per qualche minuto, fissando un po' la lavagna e un po' la detective, poi guardò l'orologio e si alzò, infilandosi le mani in tasca.
-Te ne vai già?- domandò lei, corrucciandosi.
-Mi dispiace, porto Hailey a cena fuori e devo prepararmi- rispose, imbarazzato.
Kate cercò di nascondere l'irritazione per ciò che lui aveva detto con del sano sarcasmo:
-E mi lasci qua da sola al freddo?
-Se vuoi provo a riparare la stufetta!- esclamò lui, illuminandosi per il desiderio di rendersi utile.
-No, grazie, Castle- rispose lei, gelida quasi più dell'ambiente circostante.
-Woh, fa già abbastanza freddo senza il tuo gelo! Qualcuno qui è geloso... - ridacchiò lui.
Lei lo fulminò con lo sguardo e tornò a concentrarsi sulla lavagna.
-Buona serata- replicò con sufficienza, senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
Lui le lanciò uno sguardo un po' deluso, poi rincorse un pensiero e gli spuntò un sorriso sornione.
-Buona serata a te- ripeté.
Castle era uscito solo da dieci minuti e Beckett già aveva il morale a terra.
Come aveva potuto pensare che lui sarebbe rimasto lì con lei quando una delle sue sventole lo aspettava in un ristorante con un vestito da urlo?
Scosse la testa e cercò di concentrarsi sul caso, ma un rumore molesto glielo impedì.
Come di qualcosa che scivola sul pavimento.
Si chinò e vide la stufetta elettrica di Castle che andava verso di lei. Sopra una macchinina telecomandata. Scoppiò a ridere e si accucciò di fianco allo strambo espediente dello scrittore di esserle vicino. In quel momento, uno scalpiccio di passi si udì vicino all'ascensore. Si rialzò in piedi, cercando di darsi un contegno.
Castle stava lì, con il telecomando della macchinina in una mano, un sacchetto del take-away nell'altra e un'espressione colpevole sul viso.
-Perdonato?- domandò. Lei scoppiò a ridere.
-Tu sei pazzo, Castle-.
-Perdonato?- ripeté lui.
-Perdonato- confermò lei con un sorriso divertito.
Anche lui si lasciò andare in un sorriso soddisfatto.
-Menomale. Temevo che avessi il cuore di ghiaccio- sospirò con fare melodrammatico.
-E Hailey?
-Al diavolo Hailey! Lei ha il riscaldamento, per lo meno- sorrise Castle.
-Il mio turno è finito- gli fece notare lei un'ora e mezza dopo.
Avevano passato una bella serata, tenendo sotto controllo il tecnico della caldaia finalmente arrivato, e ora che se n'era andato, nessuno dei due aveva voglia di lasciare il tanto atteso calduccio dell'ufficio per avventurarsi nell'aria fredda di New York.
-Dannazione! Mi toccherà cantarti Baby it's cold outside- scherzò lui.
-Non sei stanco?- rise lei.
-Certo che no! La neve mi mette un'energia addosso che nemmeno ti immagini!
-Oh, immagino, immagino! Basta vederti ora: sei euforico come un bambino!
-Ma io sono un bambino- replicò lui. -Lo dici sempre anche tu!
-Allora sei giustificato?
-Certo che sì!-.
Risero a lungo. La neve fuori continuava a cadere, imperterrita, senza curarsi della Grande Mela che veniva paralizzata.
-Ti accompagno a casa, allora?- domandò infine Castle.
-Finalmente un'affermazione sensata- fece Beckett in risposta.
-But baby it's cold outside... - canticchiò lui.
-Con me non attacca- replicò lei, divertita.
{Sproloqui di fine capitolo della pazza autrice
Gente, quanto mi diverto a inserire battute idiote e senza senso sul freddo ahahah u.u
Ebbene sì, chi non muore si rivede... e a quanto pare il freddo non muore mai!
(Ecco, l'ho fatto di nuovo! È più forte di me, salvatemi!)