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Autore: Artemis Black    10/12/2012    2 recensioni
[SERIE FURIA ROSSA][SEGUITO DI EACH WORD GET LOST IN THE ECHO]
“Basta con questa farsa.” Dissi stanca. I miei occhi cambiarono colore e la donna si spaventò tanto che mi puntò l’arma contro. Con una sfera d’energia bloccai una pallottola che mi aveva sparato e con una sfera di fuoco gli tolsi l’arma dalle mani. Solo che l’arma colpì l’agente ad un polpaccio e la mia sfera si schiantò sulla parete piena di liquori e alcool. La donna corse via dal locale gridando, mentre io sbuffai.
“Ci mancava anche questa.” Dissi. Presi al volo l’agente e lo portai fuori dal negozio prima che si incendiasse del tutto. Era una struttura vecchia e marcia, con una fiammella di fuoco cedette ed esplose.
Atterrai con i piedi sul cofano dell’altro agente che mi guardò sorpreso. Lasciai il suo compare sopra l’auto e gli puntai un dito.
“Dì a Fury che mi deve lasciare in pace.” Gli ringhiai contro.
Nel frattempo il locale alle mie spalle era una pira di fuoco e fumo nero.
(dal primo capitolo)
ALICE E' TORNATA... PIU' INCAZZATA CHE MAI ED E' PRONTA A DARE LA VITA PER SALVARE LOKI.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Furia Rossa'
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Chapter 1: Iniziamo bene.
 

Il bar puzzava di sudore e piscio, come i clienti che lo frequentavano.
Purtroppo era l’unico ristoro che avevo trovato dopo ore di viaggio, perciò non mi misi a fare la schizzinosa, avevo visto di peggio. Mi avvicinai al bancone, mentre mi toglievo i miei ray-ban neri e mi sedevo su uno sgabello usurato dagli anni.
“Cosa le porto?” mi chiese la barista masticando la gomma.
“Un panino e una birra.” Risposi.
Lei sparì dietro le cucine, mentre io mi giravo per dare un’occhiata al posto: era un locale abbastanza grande, con molti tavolini e un palco dove un signore sulla cinquantina con i capelli lunghi e grigi e un paio di baffi del medesimo colore stava strimpellando la sua chitarra.
C’era anche un’ala più appartata, dove alcuni signori stavano giocando a biliardo ed altri a carte.
La cameriera riapparve e mi diede il mio panino con la mia bibita. Mangiai in silenzio, cercando di respirare il meno possibile quell’aria viziata e mi concentrai sulla molteplice collezione di liquori e altri alcoolici esposti dietro il bancone.
-Perché qualcosa mi dice che non ci siamo fermati per il tuo appetito- disse Furia.
Era apparsa placida allo sgabello successivo al mio e mi stava guardando con quei suoi occhi rosso scarlatto.
“Ci seguono.” Dissi sottovoce senza dare nell’occhio.
-Lo immaginavo. S.H.I.E.L.D?- chiese mentre appoggiava i gomiti sul bancone e scrutava la gente nel locale.
“Probabile.” Dissi.
“Un’altra birra!” chiesi alla cameriera alzando la mano.
Quella arrivò sbuffando e mi porse la bibita fredda, ne buttai giù un lungo sorso.
-Vacci piano, signorina.- mi disse scherzando la Furia.
“Non farmi la predica proprio tu.” Le risposi.
-Trovato un sospetto.- disse.
“Descrivi.” Dissi mentre continuavo a sorseggiare la mia birra.
-Non molto alto, capelli scuri come la notte e occhi verdi. Indossa un giacchetto di pelle nera e una maglia grigia sotto, un pio di jeans scuri e degli anfibi. È chiaramente in borghese ed ha una cimice nell’orecchio. Probabile complice. Ti guarda esattamente ogni 30 secondi.- disse.
“Controlla se c’è il complice.” Dissi finendo la birra.
La Furia scomparve per un attimo e riapparve un momento dopo in piedi di fronte a me.
“È seduto al posto del guidatore in una berlina grigia.” Disse.
Poggiai la bottiglia ormai vuota e sospirai. Presi una banconota da dieci dollari e la lasciai sul bancone.
-Si sta avvicinando.- disse.
“Apriamo le danze allora.” Dissi.
Mi alzai dallo sgabello e mi stirai le braccia. Il tizio descritto si era avvicinato ed ora faceva finta di sedersi ad un tavolo. Mi diressi verso di lui con nonchalance.
Feci come per andarmene, poi mi fermai ed indietreggiai.
Poggiai le mani sul tavolo e lo feci sussultare.
“Non ci siamo già conosciuti?” dissi ironicamente.
Quello mi guardò sbalordito e non spiccicò parola.
“No, non credo.” Disse infine.
“Invece si.” Dissi gli aprii il giacchetto e ne estrassi il portafoglio. Lo aprii e gli feci vedere il documento S.H.I.E.L.D che aveva.
Nel frattempo quello non mosse un muscolo, finchè non gli sorrisi sfacciatamente ed allora scattò in avanti. Bloccai la mano che si dirigeva alla mia faccia e gliela torsi, fino a farlo cadere a terra.
“Sei lento.” Dissi.
L’agente si rialzò e tentò invano di riprendersi il portafoglio. Fu così che ingaggiammo una lotta corpo a corpo.
“Pensavo che Nick scegliesse meglio i suoi agenti da pedinamento.” Dissi scherzosamente mentre schivavo un suo calcio laterale.
Nel frattempo dentro la sala si era creato il panico e le persone spingevano per uscire dal locale. Quando ormai era rimasta solo la cameriera, il tizio era chiaramente in svantaggio.
“F-f-fe-fermi voi du-due!” urlò la cameriera puntandoci un fucile.
“Seriamente? Andiamo, lo avevo quasi stracciato!” dissi sbuffando mentre alzavo le mani in aria.
L’agente si rimise in piedi e lentamente alzò le mani anche lui.
“Signora è tutto ok, non deve preoccuparsi. Ci sto pensando io, sono della polizia.” Disse tentando di convincerla.
“Giura?” mi rivolsi a lui con un sopracciglio alzato.
“Andatevene!” disse e sparò un colpo che lisciò l’agente.
“Basta con questa farsa.” Dissi stanca.
I miei occhi cambiarono colore e la donna si spaventò tanto che mi puntò l’arma contro. Con una sfera d’energia bloccai una pallottola che mi aveva sparato e con una sfera di fuoco gli tolsi l’arma dalle mani. Solo che l’arma colpì l’agente ad un polpaccio e la mia sfera si schiantò sulla parete piena di liquori e alcool. La donna corse via dal locale gridando, mentre io sbuffai.
“Ci mancava anche questa.” Dissi.
Presi al volo l’agente e lo portai fuori dal negozio prima che si incendiasse del tutto. Era una struttura vecchia e marcia, con una fiammella di fuoco cedette ed esplose.
Atterrai con i piedi sul cofano dell’altro agente che mi guardò sorpreso. Lasciai il suo compare sopra l’auto e gli puntai un dito.
“Dì a Fury che mi deve lasciare in pace.” Gli ringhiai contro.
Quello annuii meccanicamente.
Nel frattempo il locale alle mie spalle era una pira di fuoco e fumo nero.
Scesi dal cofano e mi diressi alla mia macchina. Premetti l’acceleratore e sfrecciai via sulla strada statale poco battuta.
-Beh, ottimo lavoro.- disse la Furia.
“E’ stato uno scherzo da ragazzi.” Le risposi.
Quella si mise a ridere e poco dopo sparì.
Guidai per almeno altre tre ore, prima di ritrovarmi il cartello di benvenuto nel New Mexico.
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Buonasera, come promesso ecco il seguito! :D
Questo è un breve capitolo introduttivo, niente di che insomma, ma era per chiarire la situazione da cui parte Alice e sopratutto è da notare il suo atteggiamento/comportamento che è evoluto. Sarà l'ultimo viaggio per Alice per trovare la felicità, ci riuscirà?
Per scoprirlo dovrete leggere ;)
Fatemi sapere com'è questa partenza con una recensione!
See you soon, Artemis Black
  
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