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Autore: Daughter of the Lake    10/12/2012    3 recensioni
James e Lily sopravvivono, ma Harry è sempre il Bambino Sopravvissuto; il come e il perchè, nella storia. Ora, è il 1995, Lord Voldemort è tornato, tempi oscuri e difficili stanno per arrivare, e la coppia deve affrontare il fatto che il loro figlio è il Prescelto, e tutto quello che ne deriva. Ci saranno molte decisioni da prendere, battaglie da combattere, difficoltà da affrontare e in tutto questo, come fa una famiglia a rimanere unita, dove finiscono i sentimenti fra due persone? Nessuno è al sicuro e nessuno rimane illeso, perchè quel che è certo, è che la vita non è mai facile, soprattutto in tempo di guerra.
Dal Capitolo 2:
"E invece è successo!" ora il tono di James era solo furente "Ci hai fatto preoccupare, Harry, spaventare a morte, e non posso credere che tu..." Padre e figlio si fissarono negli occhi da sopra la testa del ragazzo sconosciuto, e Harry deglutì. "C'era un motivo per cui dovevi restare in casa," continuò il più anziano "sei in pericolo, in grave pericolo, e lo sai! C'è chi ti vuole morto da una parte, chi ti vuole male dall'altra, e guarda! Dissennatori a Winterbourne Stoke! Roba da pazzi! E tu, avresti potuto finire peggio che ucciso..."
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Prologo

La città era silenziosa, buia, quasi tetra. Il cielo aveva raggiunto il massimo della sua oscurità, con nuvole nere a nascondere tutte le stelle. Si prevedeva pioggia.

La campana di una chiesa distante cominciò a rintoccare, e i due uomini, seduti nel salotto della loro casa, seppero immediatamente che si era fatta mezzanotte. Non se ne curarono.

Loro stavano bevendo, parlando di ogni tipo di sciocchezza che passava loro in mente, e ridendo, alla luce e al tepore del fuoco del camino. Che cosa importava se era tardi?

All'inizio, tuttavia, quando si erano seduti – erano passate molte ore, da allora, ormai – avevano iniziato a discutere di tutt'altro genere di cose, di cose che li preoccupavano, li spaventavano, e solo dopo, quando tutto erano diventato troppo da sopportare, avevano tirato fuori l'ultima bottiglia di firewisky dalla credenza e avevano cominciato a bere. Le cose erano sfuggite di mano, da allora in poi. Ma non se ne erano pentiti, affatto, perchè era molto più facile in questo modo.

Era da tanto, troppo tempo che non si divertivano così.

Un'altro scoppio di risate, tuttavia, fu stroncato da un colpo alla loro porta, che li fece sobbalzare e voltare in quella direzione.

Immediatamente, ritornarono lucidi.

Estraendo le loro bacchette magiche – perchè, sì, quei due uomini erano maghi, e tempi oscuri stavano arrivando – e alzandosi in modo piuttosto malfermo, si avvicinarono cautamente all'ingresso.

"Chi è là?" chiese bruscamente uno dei due – quello più alto, dai capelli neri.

La voce proveniente dall'altro lato della porta arrivò debole e secca: "James," fu la semplice risposta.

La porta fu aperta di scatto.

"Prongs, che è successo?" chiese ancora il primo uomo.

James, detto Prongs, era appoggiato con una mano allo stipite, con i capelli neri scarmigliati ancora più disordinati del solito e un espressione impassibile in volto. I suoi occhi, tuttavia, apparivano singolarmente rossi.

La domanda era sorta spontanea.

"Posso entrare?" fu tutto quello che disse James, ignorando le parole dell'amico.

"Certo," replicò l'altro.

Il terzo uomo – dai capelli castani e gli occhi grigi, e con molte cicatrici che gli attraversavano il volto – era rimasto fino a quel momento in silenzio.

"Prongs, che è successo?" ripetè quindi lui la domanda, nel mentre che chiudevano la porta e ritornavano nella sala da dove i primi due erano appena usciti.

Il nuovo arrivato non rispose neanche stavolta; si limitò a sedersi su una poltrona e a fissare intensamente il fuoco. I suoi due amici si scambiarono un'occhiata tra il perplesso e il preoccupato. Iniziarono poi a fargli altre domande, chiedendogli se c'era qualcosa che non andava con i suoi figli, con sua moglie e così via, ma James rimaneva in silenzio, così loro si decisero ad aspettare, alla fine.

"Posso rimanere qui?" domandò James dopo un pò, sempre non incontrando i loro sguardi.

Gli altri due si lanciarono ancora un'occhiata.

"Cosa, il tuo divano non andava bene?" cercò di fare dello spirito il primo uomo, il cui nome era Sirius, "Se tu e Lily avete litigato..."

"Sirius..." lo avvertì Remus, il terzo.

James fece finta di non aver sentito, o almeno questo è quello che rilevarono i suoi amici.

Ricadde il silenzio ancora una volta, un silenzio teso e scomodo, durante il quale Sirius e Remus fissarono James, sempre più impazienti, e James continuò a fissare il fuoco.

Ma poi, alla fine, dopo quella che sembrò un'eternità, il loro amico si spiegò, con voce atona, morta:

"Li – Lily mi ha cacciato di casa. Tra noi è finita."

Nè Sirius, nè Remus si era aspetto una cosa del genere.
















Note dell'autrice

Mi imbarco ora in questa storia, la mia prima su HP, e sono piuttosto entusiasta! Nasce dal fatto che mi sono sempre domandata cosa sarebbe successo se James e Lily fossero sopravvissuti, e la mia mente ha partorito tante idee nel corso degli anni(se buone o no, ouch, non saprei, dovrete dirlo voi – e poi, ora che ci penso, magari molte persone avranno già scritto qualcosa del genere, ma ehi, che posso farci, uno ci prova a esprimere il proprio punto di vista), che alla fine dovevano emergere in qualche modo, isomma.

Beh, che posso dire ancora; con questa mazzata iniziale spero che non vi scoraggerete, perchè è, appunto, solo l'inizio.

Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo prologo non proprio allegro, e se volete che continui,

Baci, :)

Daughter of the Lake

   
 
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