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Autore: _Euphoria_    10/12/2012    1 recensioni
Era stanca di essere forte, stanca di fingere di essere forte. Avrebbe voluto abbandonarsi sul proprio letto e restare lì per morire in pace, di fame magari, non dissanguata. Perché continuava a resistere?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Treat my emptiness


Si sentiva debole, mortalmente debole dopo la giornata passata. Era stanca di dover combattere ogni giorno più arduamente per la sopravvivenza quando ogni sera nella penombra piena di fallimenti della sua stanza si ritrovava a ricercare una ragione per continuare a lottare chiedendosi se veramente ne valesse la pena. Cercava di trattenere le lacrime e a stento ci riusciva.

Era stanca di essere forte, stanca di fingere di essere forte. Avrebbe voluto abbandonarsi sul proprio letto e restare lì per morire in pace, di fame magari, non dissanguata. Perché continuava a resistere? Non trovava vie d’uscita. Era di fronte allo specchio, guardava ciò che esso rifletteva e non le piaceva. Odiava il suo aspetto e in quel momento non riusciva a fare altro che compatirsi. Stava lì a disprezzarsi quando sentì un fruscio appena udibile.

Sapeva che qualcuno era entrato ma non le importava, sicuramente era qualcuno che voleva ucciderla, sfamarsi o comunque farle del male. Intravide la figura sbiadita dietro il proprio riflesso allo specchio e riconobbe il corpo imponente di Damon. Come previsto: qualcosa di pericoloso. Probabilmente lui si accorse di quanto si stava compatendo, a lui non si poteva nascondere niente, la prese per i fianchi, la fece voltare verso sé e le sollevò il mento per poterla osservare bene in volto. Era devastata.

La guardò con occhi penetranti, indagatori e attenti a captare ogni sua emozione, tentando di non mostrare egli stesso la compassione e il dispiacere che provava nel vederla in quello stato. Compassione. Un sentimento che aveva creduto di non poter provare mai più, l’aveva semplicemente cancellato come la pietà, l’umiltà e l’altruismo. La generosità, la debolezza e il rispetto per gli altri. Aveva cancellato tutto restando sospeso nella sua non-morte solo grazie ad una contrapposizione confusa di Odio e Amore. Non distingueva più l’uno dall’altro, andava avanti per inerzia, seguendo l’impulso della sete e della vendetta. Poi era arrivata lei. Nel suo arido percorso composto da secoli oscuri e indistinti uno sprazzo di luce l’aveva illuminato e riportato alla sua umanità. E ora lei si sentiva sola e vuota come lui si era sentito e ciò non doveva accadere. Lei non doveva sentirsi così.

La abbracciò. Semplicemente la prese fra le proprie braccia e la strinse come lei aveva fatto tante volte con lui quando era sul punto di sprofondare di nuovo nell’abisso. La abbracciò e le parve tanto piccola e indifesa, un fiore fragile che doveva essere protetto ad ogni costo. Un abbraccio che durò un’eternità. Lei chiuse gli occhi e affondò nel petto tanto accogliente e rassicurante, desiderava sparire, fondersi con quel corpo. Mille emozioni a coprire il vuoto e il vuoto a riempire le emozioni.

Damon era un uragano, un vulcano, un terremoto. Una catastrofe naturale, incontrollabile e capace di spazzare via ogni cosa, la sofferenza compresa. Quando l’abbraccio si sciolse la ragazza si affrettò a tornare allo specchio e rimase delusa. Forse sperava di trovare qualcosa di diverso ad aspettarla ma niente, era sempre la stessa odiosa immagine.

Damon le avvolse dolcemente le braccia intorno alla vita portando le labbra vicino al suo orecchio «Vuoi restare sola?» la sua voce era perfetta, un tono che non esprimeva nessun desiderio, solo pura curiosità, un timbro profondo e cristallino che sembrava riecheggiare nella stanza silenziosa. La ragazza non disse nulla, prese una sua mano e lo guidò dolcemente verso il letto, si coricò e fece segno al vampiro di stendersi al suo fianco. Lui si adagiò sul materasso accogliendola fra le proprie braccia. La strinse intrecciando le gambe con le sue. Lasciò che lei sprofondasse la testa nell’incavo del suo collo ed entrambi si inebriarono l’uno del profumo dell’altra. «Stai qui. Voglio solo stare qui con te.» Damon sentì il calore delle lacrime sulla pelle e strinse ancora più forte il corpo della ragazza. Sarebbe stato lì con lei finché lei lo avesse voluto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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Buongiorno stelle nel cielo!  (?)
Eccomi qui con una nuova storia nonsense e depressiva! Credo sia ambientata all’inizio della terza stagione, quando Elena non ha Stefan, probabilmente dopo la 3x03 (una delle puntate migliori di sempre) e solo Damon riesce a capirla.
Non so perché ho paragonato questo Damon con quello della prima serie, probabilmente quando l’ho scritto aveva un senso :)
Il mio pc dice che ho iniziato a scriverla nel marzo del 2011, come è possibile?  L’ho ritrovata ed era praticamente completa così ho pensato di postarla.
Ditemi, è abbastanza straziante o potevo fare peggio?! Grazie di aver letto e vi prego, lasciatemi un commentino!
Un bacione, Giulia
 
 
 
  
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