Alle morti!
In stati larvali in uffici chiusi
ore squallide prese a cuore
giornate grigie fotocopiate,
votate tutte ad un ventisette,
re d'ogni mese, rate e bilancio
sa per voi come sorgente divina,
di rancio, spese e rette vostre
anima supina in crisalide,
qui trovi il tuo senso bieco
la tana che poco t'accoglie
il nulla davanti all'infinito
senza scudo a doglie o fine
ti mostri cosė alla resa
portando vita mai vissuta.
Alle morti dunque!
E tu nuovo donchisciotte ,
vecchio ragazzo cieco
per settantasette volte
hai spiccato finti voli,
e per altri settantotto
sei stato nostro Icaro,
figlio di fronde e rami,
contro gli avi per gli avi,
coltellate al vento sparse,
come semi nell'oceano,
arti e glorie ti piacquero
ad esse la tua anima,
il tuo fuoco di vita,
ad esse i sigilli dell'eterno.
Alle morti dunque!
Come il torbido e il pulito,
portati lungo una corrente,
acque diverse, stessa foce.