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Autore: Mary West    11/12/2012    6 recensioni
Lo fece stendere appena sul sedile e poggiò la guancia sul suo petto, un palmo aperto sul suo cuore; le loro dita si intrecciarono e Blair sentì il respiro di Chuck tornare normale.
{Chuck/Blair ~ post 6x09, 'The Revengers' ~ SPOILER!}
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Jack Bass, Nate Archibald | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
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SPOILER IN STORIA E ANCHE NELLE NOTE D'AUTRICE. 
 

What a Waldorf girl wants 


Era notte fonda, la luna era una fioca sfera di luce opaca coperta da una coltre spessa di nuvole grigie e New York traboccava di vita. 
Le strade intasate erano state bloccate accanto all’entrata di un maestoso edificio dove si era appena conclusa una delle solite feste dell’élite di Manhattan e la polizia aveva accerchiato lo spazio in cui il corpo di Bart Bass giaceva esanime, lo sguardo ceruleo vitreo e privo di vita a fissare il cielo oscuro che non poteva vedere.
Blair aveva smesso di respirare. I suoi occhi, vitrei quanto quelli di un cadavere e colmi di lacrime, le tremavano incontrollati e non sapeva cosa fare. Una folata di vento particolarmente violenta le frustò il volto e lei riprese a respirare regolarmente; improvvisamente, ogni cosa le fu chiara e capì che doveva agire. Spostò lo sguardo su Chuck, stravolto e incredulo, incapace di muoversi o parlare, e gli afferrò la mano, trascinandolo verso le scale d’emergenza.
“Dobbiamo andarcene” sussurrò e lo spinse all’uscita. Chuck si lasciava condurre, troppo sconvolto per fare qualsiasi cosa, e Blair seppe che doveva essere lei ad aiutarlo, a rimanere lucida e fargli fare la cosa giusta. Chuck aveva bisogno di lei e lei non si sarebbe mai tirata indietro.
Lo trascinò per tre rampe di scale e finalmente raggiunsero il parcheggio sul retro. I suoi occhi ben allenati individuarono ciò che stava cercando e lei e Chuck entrarono nell’abitacolo della limousine. Arthur mise subito in moto.
“Blair…”
Blair alzò lo sguardo e percepì un carico prepotente pesarle nello stomaco svuotato. Chuck aveva gli occhi cerchiati di rosso, per le lacrime di terrore che non riusciva a versare, e un’ombra di travolgente paura gli oscurava il volto dai tratti perfetti.
“Sta’ tranquillo” lo incoraggiò cercando di trattenere quel tremolio nella voce, sperando di suonare rassicurante e confortevole. “Andrà tutto bene.”
Lo fece stendere appena sul sedile e poggiò la guancia sul suo petto, un palmo aperto sul suo cuore; le loro dita si intrecciarono e Blair sentì il respiro di Chuck tornare normale.
Rimasero così per un’infinità di tempo fino a quando l’auto non si fermò e allora Chuck parve essersi ripreso. Scese per primo e aiutò Blair a reggersi sulle gambe che non smettevano di tremare incontrollate e fu allora che Blair si guardò intorno.
Erano circondati.
C’erano poliziotti, agente del FBI, ambulanze, civili e, fra tutta quella gente, spiccava, freddo, calcolatore e più vivo che mai lo sguardo ghiacciato di Bart Bass.
“NO!”
 
“Blair!”
Blair si svegliò di soprassalto e respirò profondamente, portandosi una mano sul petto affannato. Era stato solo un incubo.
Si poggiò contro il cuscino piacevolmente fresco a contatto con la pelle accaldata e sudata e chiuse di nuovo gli occhi, per riaprirli dopo qualche istante. Chuck, preoccupato e completamente sveglio, la fissava dall’alto.
“Che succede?” incalzò e le portò una mano a sfiorarle una tempia bollente. “Stai bene?”
“Sì” disse Blair risollevandosi seduta sul materasso. “Sto bene. Ho solo… fatto un brutto sogno.”
Chuck annuì rassicurato e si sporse per baciarla delicatamente sulle labbra.
“Tu hai dormito bene?” gli chiese poi e sorrise debolmente, poggiando la schiena contro la tastiera del letto. Chuck rispose al sorriso.
“Sì” replicò cominciando a camminare per la stanza alla ricerca di vestiti. Ripescò una camicia bianca da un armadio polveroso e la squadrò attentamente prima di indossarla.
“Comunque è ancora presto” aggiunse infilando nelle asole gli ultimi bottoni e passando ai pantaloni. “Riposa ancora un po’.”
Blair scosse la testa decisa, ma non si alzò dal letto e si coprì le gambe appena infreddolite con il lenzuolo bianco tutto attorcigliato su se stesso ai piedi del letto.
“Dobbiamo fuggire, vero?” sussurrò dopo qualche altro minuto di silenzio. “Dove andremo?”
Chuck esitò, poi tirò un lungo sospiro e rispose.
“Tu non andrai da nessuna parte” rispose infine e le si sedette a fianco. “Io partirò oggi. Forse è meglio che non ti dica dove andrò… per non crearti problemi, potresti essere-…”
“No” lo interruppe Blair e si fece più vicina a lui, con un cipiglio fiero e determinato sul volto elegante e aristocratico. Non aveva bisogno di una corona per essere la Regina. “Io verrò con te.”
“Blair, non è possibile” ribadì lui pesantemente. “Non puoi e non discuteremo di questo.”
“Hai ragione” disse lei dopo qualche istante. “Non discuteremo. Vengo e basta.”
“No che non vieni” insistette ancora lui e sembrava intransigentissimo su questo punto. “Sarò irremovibile.”
“Anch’io” replicò lei a sua volta, con le guance accese dal fervore. “Mi hai chiesto di combattere al tuo fianco e lo farò. Non te ne andrai senza di me.”
Si morse il labbro inferiore e sperò con tutta se stessa che dalla sua voce non trapelasse il tremolio che, in quel momento, percepiva al cuore. Come avesse freddo, così triste e solo, all’idea di essere abbandonato ancora dal suo gemello, quel gemello di cui non aveva né avrebbe mai potuto fare a meno.
Chuck, però, lo sentì. Avvertì quel tremore, sentendolo come affine, e le si fece tanto vicino che poteva quasi prenderla in braccio. Le sue mani si poggiarono sul viso di Blair, accarezzandole delicatamente gli zigomi, e fissò i propri occhi nei suoi, così dolci e spaventati.
“Non lasciarmi” gli sussurrò ancora lei e sembrava distruggersi solo al pensiero. “Ti prego, ti prego, Chuck. Portami con te.”
Chuck sorrise debolmente e scosse la testa, con aria incredula. Poi si sporse e la baciò; con soavità, decisione, disperazione, attaccamento, entusiasmo, adorazione, come prima di lasciarla all’aeroporto. Eppure, non voleva lasciarla adesso. Non di nuovo.
Le loro labbra si separarono e rimasero con le fronti vicine e i respiri confusi.
“Non lasciarmi” ripeté Blair e lui alla fine cedette.
“Blair” disse senza allentare la presa su di lei, “perché vuoi che ti rovini la vita? Tua madre, i tuoi amici, la tua città, il tuo lavoro... tutta la tua vita è qui” continuò angosciato. “E tu… vorresti che io ti permettessi di gettarla all’aria, solo per il mio egoismo, la mia voglia totale di averti sempre al mio fianco?”
Io voglio stare al tuo fianco” replicò lei desolata. “Non m’interessa altro. La mia vita è dove sei tu. Senza di te, non ha valore né significato né motivo per continuare ad esistere.”
Si guardarono ancora e Chuck scosse ancora il capo, incredulo.
“Ti amo” le confessò senza riserve. “Come puoi chiedermi di fare una cosa del genere alla persona che amo di più al mondo?”
“Anch’io ti amo” bisbigliò lei con un sorriso radioso fra le lacrime che le rigavano il viso di porcellana. “Per questo voglio stare con te. È il regalo più bello che tu possa farmi.”
“Distruggerti la vita?”
“Tenermi con te” rispose lei con semplicità. “Non voglio altro.”
Chuck rise e la baciò di nuovo.
“Tu pensi che io non ti voglia?” le sussurrò fra le risate e le lacrime che si mescolavano. “Certo che ti voglio… più di qualsiasi altra cosa al mondo… ti amo e ti voglio… sempre...”
“Bene” concluse Blair e ora sorrideva sulle labbra di Chuck. “Allora, verrò con te.”
“Sei incredibile, Waldorf” asserì lui, allontanandosi un po’ per risistemarsi il colletto della camicia. “Mi convinceresti a fare di tutto.”
Blair sorrise maliziosa e lui fu felice di vederla radiosa e quella sua gioia aumentò quando pensò che era per lui. Stava per aggiungere qualcosa quando la porta si spalancò di colpo e qualcuno entrò nella stanza.
“Buongiorno!”
Entrambi trasalirono e Chuck raggiunse la soglia con un sorriso divertito sul viso e le imprecazioni di Blair nelle orecchie.
“Ciao zio Jack.”
“Nipote mio, ti ho portato libagioni” asserì quello con fare solenne, brandendo un vassoio colmo di cibi e bevande con aria entusiasta. “Dato che la tua donna non si muove, sono costretto a fare tutto io.”
Blair, che stava cercando di ignorare la presenza di quell’individuo a pochi passi da lei, alzò il viso di scatto e lanciò a Jack un’occhiata di fuoco.
“Ti conviene tacere o potrei spezzarti in due” lo minacciò arricciando il naso con aria di sufficienza.
Jack aprì la bocca per rispondere per le rime, ma Nate entrò alle sue spalle e lo fermò.
“Non è il momento” disse serafico. “Dobbiamo muoverci” aggiunse rivolto a Chuck.
Chuck annuì e Nate e Jack lasciarono la camera, mentre Jack continuava a borbottare di parenti acquisiti insopportabili e intrattabili.
Blair si alzò dal letto e raggiunse il centro della stanza, sistemandosi i capelli allo specchio. Non era in gran forma, ma non poteva preoccuparsene proprio in quel momento; ci avrebbe pensato più tardi. Si voltò e fece per raggiungere la porta, ma qualcosa – qualcuno – attirò la sua attenzione.
Chuck era davanti a lei, in ginocchio, con l’Harry Winston in una mano e uno scintillio ammaliante nelle iridi adoranti. Blair trattenne il fiato e le lacrime presero ad oscurarle la vista.
Lui si schiarì la voce e quella suonò più dolce, soave ed emozionata che mai.
“Mi vuoi sposare?”
Blair serrò lo sguardo e le lacrime cedettero. Cadde anche lei sul pavimento e gettò le braccia al collo di Chuck e lui la strinse con forza, mentre le loro labbra riprendevano a baciarsi, instancabili.
“Sì, sì, sì” esclamò in preda alla gioia. “Assolutamente sì. Non c’è niente che voglio più al mondo.”
Si sorrisero a lungo, poi Blair avvertì un peso leggiadro all’anulare. Abbassò lo sguardo sulla sua mano e i suoi occhi si bearono di quel diamante – per sempre – che finalmente aveva trovato il suo posto nel mondo.
























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Buongiorno Upper East Siders 
Dovrei essere a studiare linguistica, lo so, ma cavolo, avete visto la puntata di stanotte? Santo Cielo, io sono senza parole. Ecco, stavo aspettando un espisodio del genere dall'inizio della season e finalmente è arrivato.
C'era tutto: intrighi, vendette, suspence, amore, amicizia, dolore, entusiasmo, adrenalina... Queen B con le sue bitches è stata una diva incredibile e la scena in aeroporto è sicuramente da inserire fra le più belle scene Chair di tutta la serie sin dal Pilot. Vogliamo poi parlare del Capitano? Quasi mi cadeva la mascella per la sorpresa, quando è entrato in scena. Ah, e non dimentichiamoci il sogno: Blair versione Audrey è fra le cose più belle di GG e rivederla è stato un piacere; e vogliamo parlare del "Mrs Bass"? 

Per non parlare del promo. Se non l'avete visto, correte perché è spet-ta-co-la-re. Insomma, anche lì c'è tutto e spero davvero che questa series final non ci deluda perché il promo la presenta divinamente: inseguimenti, colazioni a letto - io amo Jack Bass -, fughe, altri intighi e (SPOILER ALERT!) quel "will you marry me?" con l'HW e le lacrime agli occhi di B e Bass in ginocchio *______________________* 
Okay, basta la smetto. Parliamo della storia, va'.
Dunque, questa storiella insensata e inconcludente parte dal finale dell'episodio di ieri sera e racconta un po' un momento che, se devo essere onesta, non ci sarà nemmeno, ma l'idea mi piaceva e ho voluto metterla in atto. Dunque, vediamo. C'è qualcosina da dire: 

[1]: il titolo è ispirato ad un film, "What a girl wants" - in italiano, "Una ragazza e il suo sogno";
[2]: la parte iniziale - il sogno - è l'immediato continuo della fina dell'episodio; il resto è la mattina dopo; 
[3]: l'allusione di Blair alla richiesta di Chuck di combattere al suo fianco è in riferimento alla 6x08. La richiesta di matrimonio e la presenza di Jack in versione Dorota sono ispirati al promo della 6x10. 

Il resto è pura invenzione. Dunque, spero che qualcuno passi a perdere anche poco tempo su quest'assurdità e la trovi almeno decente. Io personalmente speravo in qualcosa di meglio. Mah. Sarà per la dolcezza, forse è eccessiva; ma i Chair lo sono stati e basti pensare al momento per dire che un po' ci sta, suvvia. 
Un bacio a tutti e forza Chair per il gran finale. 

Mary. 
   
 
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