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Autore: Nenelafolle    11/12/2012    1 recensioni
{ OT5 }
La trama di ognuna segue le vite di uno dei nostri ragazzi e gira intorno ad un'altra. Ogni one-shot ha un prompt diverso.
cit./ "Scherzi? Come farei a stancarmi quando sono a divertirmi con voi?"
ENJOY ! ☆
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Daesung, G-Dragon, Seungri, T.O.P., Taeyang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Daesung fissava il soffitto da così tanto tempo che non ricordava neppure quando aveva cominciato o come era arrivato lì, ricordava solo gli ultimi istanti di una serata tremenda, e le lacrime, le ricordava perché le sentiva come pugnalate, si erano seccate sulle sue guance e ora non riusciva più a sbattere gli occhi senza che una sensazione fastidiosa lo scuotesse.
 Cercò con una mano l'orologio sul suo comodino, e lo portò dinnanzi ai suoi occhi.
 I numeri ci misero un po' a mettersi a fuoco, ma quando si stabilizzarono segnavano le 5:23. Daesung quasi non ci credeva. Era passata solo un'ora.
 Chiuse gli occhi e lasciò cadere l'orologio sul suo petto. Le lacrime cominciarono involontarie a cadere sul materasso, mentre ripensava agli istanti precedenti.
 Era successo tutto in un lampo. La giornata non era nemmeno stata terribilmente dura, l'allenamento si era concluso nei tempi determinati e le registrazioni erano andate bene.. prima che uscisse dall'edificio della YG.
 Non ci era voluto nulla, il tempo di prendere l'auto ed entrare in autostrada. Cadere in stato di rem in macchina era stato semplice, anni di allenamento gli avevano ricordato che spesso non esiste il sonno per un idol coreano, quindi le fasi di rem erano diventate il suo pane quotidiano. Ma non aveva fatto in tempo a cominciare a sognare qualcosa che l'impatto lo aveva scaraventato contro il sedile davanti al suo.
 Un lampo, il rumore nelle sue orecchie gliele aveva lasciate a fischiare finché non era riuscito a mettere in chiaro le parole del suo autista, che gli chiedeva come stava.
 Ma non aveva risposto.
 Era uscito barcollante, e tutto era stato ancora più veloce. Gli occhi non avevano visto nulla, finché l'autista non aveva preso il cellulare, chiamato il Presidente Yang e spiegato la situazione.
 Il cadavere era uno scherzo, l'intero incidente lo era. La moto in frantumi, il cofano della macchina scoperchiato, l'autista che perdeva copiosamente sangue dalla tempia, persino il doloro che lui stesso sentiva agli arti, di lividi che si andavano formando.. tutto era uno scherzo.
 Grazie al cielo arrivò prima la macchina di sicurezza che i giornalisti, ma in dieci minuti l'area fu completamente insormontabile. Schermi, microfoni, telecamere e persone ovunque, e nessuno che si preoccupasse realmente per lo stato fisico di Daesung, o del suo autista, o dell'identità del ragazzo.
 Ci erano voluti venti minuti buoni prima che qualcuno cominciasse a visitare i feriti e desse un'identità all'uomo.
 Daesung fu caricato di peso in un'auto appena fu dato l'ok fisico, e portato al dormitorio scortato da altre due macchine piene di persone. La strada la fece coperto dal cappuccio della felpa, come se dovesse nascondersi, come se non vedesse i flash e non sentisse quello che dicevano. Quella parola, come se non arrivasse alle sue orecchie..
 Era entrato nel dormitorio di corsa, le lacrime avevano cominciato a scendere da un pezzo ma non ci aveva fatto caso. Si era chiuso in camera e ora era lì, sul letto, a non fare nulla.
 Quante volte avevano bussato, aveva perso il conto, quante gli avevano parlato, si ricordava solo la voce del Presidente Yang che richiamava gli altri BIGBANG per parlare con loro.
 Aveva sentito una televisione accesa, con il passare del tempo, e avevano detto ancora quella parola.. e infine si era arreso, e l'aveva sussurrata fra sé e sé, se l'era tenuta stretta nelle labbra per un secondo prima di lasciarla andare. Il cuore gli si era spezzato, era caduto, sepolto, incenerito, tutto quello che sentiva si era perso per quella parola.
"Assassino", l'avevano chiamato.
 Riprese il suo orologio dal petto e nuovamente lo mise a fuoco. Stavolta sbarrò gli occhi di fronte all'immensità di tempo che aveva passato senza muoversi. Erano passati quasi due giorni!
 La fame era passata da molto tempo, la sete invece era stata resa una tortura dalle lacrime che scendevano incessanti. L'orologio segnava le due di pomeriggio, tutti dovevano essere in studio. Non gli avrebbe fatto male mettere un po' di liquidi nella gola secca.
 Cercare di alzarsi fu una delle cose più difficili che mai avesse fatto. Nemmeno giorni di seguito di strenuanti allenamenti gli avevano mai lasciato il corpo così stremato e bloccato alla posizione di partenza.
 Gli arti scoordinati cercarono di piegarsi e in qualche modo fu in piedi. Si avvicinò alla porta e fece per aprirla, ma qualcosa lo bloccò.
 Sentiva una voce dall'altro lato della porta, il che era strano vista l'ora. Si inginocchiò a fatica e appoggiò l'orecchio al legno freddo.
 Dall'altro lato della porta, la voce forte e allo stesso dolce di Youngbae stava parlando, ripetendo una cantilena incessante di parole come se.. come se pregasse.
 Le parole erano indistinte, a tratti si capiva quello che diceva "perdona il figlio che non ha peccato" a tratti mancava qualcosa, come se lo hyung stesse piangendo, la voce scossa dai singhiozzi.
Sentì un tonfo sordo, come se Youngbae fosse svenuto, poi la cantilena riprese, stavolta a voce più alta, con nuovo vigore "Perdona perché non ha peccato, perdona e sarai perdonato" un singhiozzo più grosso lo scosse, la voce si fermò per deglutire con saliva che non aveva.
 Daesung si sentì uno stupido. Un incoscente, incorente, coglione, sfigato, un assassino, si sentì così male che quel cuore diventato cenere dentro di lui era stato eliminato completamente, non restava nemmeno il mino granello dell'essenza di Daesung.
 Poi un colpo lo fece sobbalzare.
 Youngbae aveva sbattuto il pugno contro la porta, e ora aveva il tono di voce di chi non ammette obiezioni "riportami il suo sorriso, riporta l'angelo in terra, perdonalo..." un altro pugno "perdonati perché non hai sbagliato!"
 Daesung lo sentì alzarsi ed allontanarsi. Sentì la porta di casa sbattere con forza.
 Uscì lentamente dalla porta, quasi avesse paura di incontrarlo, e si fermò lì, guardando il dormitorio come se fosse nuovo.
Si accasciò a terra, e sentì che il pavimento era caldo come se fosse rimasto in ginocchio lì per tutti i due giorni.

 Daesung non disse nulla quando JiYong lo abbracciò piangendo, o quando Seungri cominciò a tremare e singhiozzare per lui. Non disse nulla nemmeno quando SeungHyun si alzò, visibilmente pallido, per assentarsi e andare a piangere le sue lacrime lontano dagli occhi degli altri. Restò zitto anche quando YoungBae pianse.
 Nel suo cassetto, un foglio con scritte le parole che quel giorno gli erano uscite.
"Non sono una persona esemplare,
Molte cose desidererei non aver mai fatto,
Ma continuo ad imparare.
Non avrei mai voluto farti questo.
E quindi devo dirti prima di andare via
Che voglio solo che tu sappia che...

Ho trovato una ragione per me,
Per cambiare tutto quello che ero solito essere.
Una ragione per ricominciare di nuovo,
La ragione sei tu."
   
 
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