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Autore: Tinkerbell92    11/12/2012    1 recensioni
Freya, Dea dell'Amore e della Magia, è stata cresciuta alla corte di Asgard dai suoi genitori adottivi, Odino e Frigga, in seguito alla promessa fatta dal re degli dèi al padre di lei, il quale perse la vita, insieme alla moglie, durante la battaglia di Jotunheim.
Tutto procede per il meglio, fino a quando Odino non decide di unire in matrimonio Freya ed il Principe Odhr.
Nonostante il promesso sposo sia una persona buona e gentile, Freya non riesce a sentirsi felice per la futura unione, anche perchè, ormai da molti anni, prova segretamente qualcosa di molto profondo per uno dei suoi fratellastri...
NB: STORIA IN REVISIONE (devo assolutamente ricorreggere i vari capitoli)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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 ProloPrJ Jotunheim, 965 A.D.

La battaglia infuriava impetuosa.
Il sangue copriva il terreno gelato della terra di Jotunheim, mentre i corpi dei soldati caduti completavano il macabro scenario di uno dei massacri più grandi della storia.
Odino, il Re degli Dei, estrasse la propria lama dal corpo di un Gigante di Ghiaccio e si diresse a grandi passi verso il castello di Re Laufey, il malvagio sovrano di Jotunheim che aveva tentato l'invasione dei Nove Regni dell'Universo.
C'era un vantaggio a giocare in trasferta: il re nemico non sarebbe uscito dal proprio castello.
Odino voltò a guardare il proprio luogotenente e lo chiamò: "Njoror!"
Quello alzò lo sguardo, facendo roteare il tridente sopra la propria testa
"Al castello!"
Njoror annuì, gli occhi colore del cielo accesi in un impeto battagliero. Fece un cenno ad alcuni dei suoi e si mise a correre dietro al re verso la Fortezza di Jotunheim.
Dei soldati si pararono davanti al castello, facendo partire delle frecce: alcuni soldati di Odino caddero, ma molti di loro si rialzarono.
Il Re degli Dèi menò un fendente, uccidendo il primo avversario, mentre Syr, la moglie di Njoror, ne uccise un altro con una delle sue stelle d'acciaio, proprio mentre questo si lanciava verso il Re di Asgard. Odino si voltò a guardarla con un sorriso di gratitudine.
Era bella e fiera, con  quell'armatura d'oro e quei lunghi capelli biondi che fluttuavano al vento. I suoi occhi color acquamarina saettarono famelici, il suo sguardo di guerriera era sempre acceso, quando si trovava in battaglia.
Con i soldati rimasti, uccisero le sentinelle e si  diressero al portone del castello.
Con un solo gesto, Odino lo sfondò, ed entrarono.
Oltre a Njoror e Syr, al suo fianco combattevano Màni, dio della Luna dai lineamenti asiatici; Freyr, dio della Fertilità; Alti, dea guerriera dai capelli neri; Tyr, il più giovane del gruppo, che aveva lo stesso nome del Dio della Guerra; Bil, dio del Bosco; Hodras, dio cieco dell'Oscurità ed, infine, Ullr, dio arciere di dimensioni colossali.
Odino strinse forte nelle mani la sua lunga lancia e si aggirò guardingo per i corridoi del castello.
Statue di ghiaccio dalle forme spettrali erano disposte lungo i muri rocciosi del palazzo di Laufey. Il silenzio tombale che regnava aveva un che di opprimente.
Ma nessuno di loro voleva arrendersi. Dovevano combattere per il loro Regno, per la pace nell'Universo e per chi avevano di più caro al mondo.
Odino ripensò con apprensione alla moglie, Frigga, sola a casa con i suoi adorati figli.
Non poteva sostenere il pensiero di perderli, se Re Laufey avesse vinto la battaglia.
Anche i suoi amici avevano qualcuno a cui pensare: Njoror e Syr avevano una bambina, nata da poco, Freya.
Màni aveva un figlio di nome Hogun, una moglie ed una sorella gemella, tenuta in ostaggio dai nemici.
Freyr era padre di un robusto bimbo, che aveva chiamato Odhr e che sarebbe diventato, a detta sua, un grandissimo guerriero come lui.
Alti aveva due figli: Heimdall, il maschio, ed una bambina, Sif, che le assomigliava in tutto e per tutto. In più, il suo adorato marito combatteva fuori dal castello, nelle retrovie, e non aveva sue notizie da parecchie ore.  
Tyr aveva un figlio, anch'egli nato da poco, di nome Fandral, ed una giovanissima moglie, che aveva sposato pochi mesi prima dell’inizio della guerra.
Anche Bil aveva un figlio maschio, Volstagg, e Hodras, seppur vedovo, era padre di tre bambine, conosciute come “Le Norne”, tutte dotate di eccezionali poteri.
Infine Ullr, sebbene non avesse figli, si era appena sposato con una Ninfa dei Boschi.
Giunsero alla sala del trono, chiusa da una pesante porta, che, stranamente, non era protetta da alcun catenaccio, tanto che sarebbe bastato spingerla per entrare. Alti la guardò con sospetto: "E' strano" borbottò ad alta voce "Come mai Laufey non si è sigillato dentro? Forse sarà una trappola..."
"Non lo escludo, Alti" rispose Odino "Ma non possiamo tirarci indietro proprio adesso."
Spinse la pesante porta di ghiaccio ed entrarono lentamente nella sala. Laufey li guardava sogghignando dall'alto del suo trono: "E così siete arrivati..."
Odino avanzò con passo deciso verso di lui: "Arrenditi, Laufey! Il castello è circondato e tu sei senza difese!" "E chi l'ha detto?" replicò calmo il gigante.
Un boato scosse la sala del trono e, in pochi secondi, gli dèi Asgardiani si ritrovarono circondati da venti Giganti di Ghiaccio armati fino ai denti.
"Lo dicevo che era una trappola" borbottò Alti, ma Odino strinse i denti: "Questo non ci fermerà. All'attacco!"
Una grandissima confusione si impadronì della sala. Gli dèi combatterono con tutte le loro forze, seppur con molta fatica e provati dalle precedenti battaglie.
Laufey si allontanò dal suo trono e si diresse verso uno strano scrigno, posto su un piedistallo dietro al trono, e si parò là davanti per proteggerlo.
"Lo Scrigno degli Antichi Inverni!" gridò Odino, evitando un colpo di lancia diretto al proprio volto
Anche Njoror alzò lo sguardo, mentre una freccia gli faceva cadere l'elmo dalla testa, scoprendo una bella massa di ricci castani.
Fece roteare il tridente, uccidendo l'arciere, e mandò  un cenno d'intesa al proprio re.
I guerrieri asgardiani avevano appena fatto in tempo a sconfiggere una parte degli aggressori, che uno di essi, preso da un impeto di rabbia e disperazione, si avventò contro Ullr, colpendogli con violenza una mano. Quello respinse l'attacco, ma il punto in cui era stato toccato iniziò a diventare sempre più freddo, quasi di ghiaccio. Ullr guardò con un misto di sorpresa e orrore la pelle che iniziava a diventare blu.
Sentì un grido alle proprie spalle e vide Alti venir gettata via contro una parete.
Il Gigante di Ghiaccio che l'aveva attaccata fece per menare il colpo di grazia, ma Ullr, non potendo colpirlo con una delle sue frecce, lo afferrò da dietro e gli ruppe il collo.
Gli dèi iniziavano a trovarsi in seria difficoltà. Ma non potevano arrendersi.
Odino iniziava a sentirsi sicuro della battaglia: prendere lo Scrigno degli Antichi Inverni sarebbe bastato a vincere, poichè il potere di Re Laufey si sarebbe esaurito. Ma quando stava per chiamare Njoror , sentì un grido maschile soffocato: "Nooo!"
Con apprensione, il Re degli Dèi, guardò la scena raccapricciante che gli si parava davanti: Njoror stringeva tra le braccia, piangendo, il corpo di Syr, innaturalmente pallida e con gli occhi sbarrati.
Il colpo di mazza di un Gigante di Ghiaccio l'aveva sbattuta con violenza contro una parete e adesso lei stava ferma immobile, con i lunghi capelli biondi che cadevano tristemente al suolo e un rivolo di sangue che colava dalla testa.
Odino si sentì montare la collera in petto e, con un colpo di lancia, tagliò di netto la testa al gigante che l'aveva uccisa.
Njoror lo guardò con un cenno di gratitudine, ma non riuscì a staccarsi dal corpo della moglie.
Hodras, Bil e Freyr contennero il loro dolore, continuando a combattere fino allo stremo delle forze. Ullr, per una qualche misteriosa ragione, non scagliava più le sue frecce, ma si parò comunque davanti a Njoror e Syr con il suo enorme scudo di metallo argentato, pronto a difenderli da qualunque attacco di nemici.
Alti aveva le lacrime che scendevano lungo le guance, e ansimava, ma neanche lei voleva fermarsi, forse ancora più motivata a causa della triste sorte toccata all’amica.  
Odino si girò a chiamare Freyr, poichè Njoror non pareva più in grado di aiutarlo a rubare lo scrigno, e fecero entrambi per dirigersi verso di Laufey, ma, all'improvviso, Freyr gridò: "No, Tyr!"
Lo spadaccino si era infatti lanciato verso Laufey, con la spada sguainata e i capelli biondi mossi dal vento.
Il Re dei Giganti di Ghiaccio sogghignò e impugnò una lunga asta di ghiaccio. Aspettò che Tyr fosse abbastanza vicino e si mise in posizione di combattimento.
Sembrava che volesse combattere un normale duello, ma, all'improvviso, Tyr venne colpito alle spalle da una freccia lanciata da un arciere nascosto. Il ragazzo boccheggiò e cadde a terra, con la freccia piantata nella schiena, vicino al cuore.
Un fiotto di sangue.
"Tyr!" gridò Freyr, e subito fece per correre in suo aiuto. Ma il biondino, inaspettatamente, si alzò e arrancò di nuovo verso il Re dei Giganti: "Io... devo vendicare... Syr!"
Laufey sogghignò beffardo, ma rise di meno quando la spada di Tyr lo ferì al braccio. Un flusso di sangue blu iniziò a scorrergli dal polso.
Freyr scagliò un giavellotto contro l'arciere che aveva colpito Tyr, che si stava preparando a scagliare un'altra freccia, e si lanciò per salvare l'amico. Ma, prima che potesse giungere, vide Laufey menare un fendente con la sua asta, facendo volare via Tyr, che atterrò più avanti con un lungo  squarcio sul petto.
Odino ruggì di rabbia e ordinò a Freyr: "Tu và a vedere come sta Tyr, a Laufey ci penso io!"
I due re si fronteggiarono con uno sguardo pieno di odio negli occhi.
"Tu, vuoi rubarmi anche questo, lurido ladro?" sibilò Laufey. Odino gli rispose secco: "Non so di cosa tu stia parlando, Laufey. Ma sappi che quando prenderò lo Scrigno degli Antichi Inverni, tu sarai costretto alla resa. Sempre che non ti uccida prima."  Laufey lo fissò velenoso: "Questo è da vedere."
Con un grido di rabbia, i due guerrieri si lanciarono l'uno contro l'altro, ingaggiando un combattimento mortale. Andarono avanti a combattere, senza riuscire a colpirsi, per parecchi minuti, poi, finalmente, Odino riuscì a ferire il re avversario ad un fianco.
Laufey cadde ed il sovrano degli dèi si avvicinò vittorioso allo scrigno. Ma, all’improvviso, udì un grido di rabbia dietro di sè e vide Laufey avanzare minaccioso. Riuscì a parare il colpo diretto al cuore, ma non riuscì ad evitare il secondo fendente.
Avvertì  un fortissimo dolore all'occhio destro e subito il mondo si fece a metà scuro.
Sentì il sangue colargli lungo la guancia e cadde in ginocchio. Laufey alzò il braccio per finirlo, ma fu fermato da un colpo di tridente diretto alla propria arma.
Odino alzò gli occhi, riuscendo a vedere, solo col sinistro, la figura imponente di Njoror che lo fissava sorridendo.
Il Dio del Mare scaraventò Laufey via con un pugno ed aiutò Odino ad alzarsi: "Stai bene?" "Sì" rispose Odino mettendosi in piedi "Adesso sì." Fecero per avvicinarsi di nuovo allo Scrigno.
La luce bluastra all'interno di esso brillò sinistramente.
Odino ci mise le mani sopra, pronto a rimuoverlo. Ma un grido di rabbia lo fece voltare: "Questo mai!"
Vide l'arma di Laufey volare verso di sé, con la coda dell'occhio, ma, fece appena in tempo appena a girarsi, che  Njoror corse tra lui e la lancia, mettendosi davanti.
"Nooo!" gridò il Re degli dèi.
Njoror gli cadde ai piedi e Odino si inginocchiò: "Njoror!" Quello gli sorrise, mentre il suo petto iniziava a diventare ghiacciato.
Odino guardò con rabbia Laufey e lo colpì alla gola con la propria lancia, senza però intaccare punti vitali.
Il re dei Giganti rantolò, mentre Odino, con le lacrime agli occhi, estraeva lo Scrigno degli Antichi Inverni dal suo altarino. Lo mostrò a Laufey, il quale sibilò rabbioso, ma non potè fare a meno  di tremare.
Odino lo fissò con rabbia: "Accetti la resa, Laufey?" Quello rantolò: "A-accetto." "Poni dunque fine alla guerra e giura di non rompere la pace mai più!" "L-lo giuro." sibilò Laufey a denti stretti.
 La sua pelle bluastra era contratta per la rabbia ed i suoi occhi cremisi trasudavano veleno.
Odino si eresse in tutta la propria statura: "Io, Odino, sovrano di Asgard, ti confisco la fonte del tuo potere e ti relego nella tua terra desolata. Non uscirne mai più."
Laufey ruggì di rabbia, ma non potè opporsi.
Si sentirono da fuori le grida di vittoria dei soldati di Asgard.
Odino alzò lo sguardo verso i propri compagni: Hodras, completamente illeso, puntò gli occhi bianchi sul suo re, con un'espressione tale che, chi non avesse saputo della sua cecità, avrebbe  giurato che riuscisse a vedere.
Màni, leggermente ferito alla schiena, fissò Odino con serietà, poichè, nonostante la vittoria, comprendeva bene le perdite subite.  Bil, che non sembrava ferito, fece lo stesso.
Ullr si alzò e, per la prima volta, Odino notò che  la sua mano sinistra non c'era più, avendola persa per proteggere la Dea della Guerra dall'attacco del nemico.
Alti avanzò lentamente verso il proprio re, anch'ella ferita e sanguinante da un fianco, e si fermò ad una certa distanza con le lacrime agli occhi.
Odino si voltò poi verso Freyr, la cui tempia era adornata da un livido violaceo, che sosteneva Tyr, immobile. Odino fece un passo verso di loro, ma Freyr scosse la testa con aria triste.
Il Re dgli Dèi cadde in ginocchio, coprendosi il volto con una mano, quando sentì una debole voce alle sue spalle: "M-mio re..."
Si voltò di scatto verso Njoror, che, incredibilmente ancora vivo, gli sorrideva trionfante.
Odino si inginocchiò accanto a lui, vedendo con la coda dell'occhio Laufey strisciare via.
"Njoror!" gridò "Amico mio, sei vivo, dunque!"
Lui scosse la testa: "Ancora per poco, amico." Indicò il giavellotto impiantato nel proprio petto.
Odino lo estrasse e, con somma sorpresa, vide che non uscì molto sangue. In compenso, la ferita era di un colore bluastro e si stava raffreddando.
Il colpo aveva ghiacciato gli organi interni di Njoror.
Odino iniziò a piangere dall'occhio buono: "Mi dispiace, amico mio. Se io non avessi insistito per venire qui..." "Non avremmo vinto la battaglia" sussurrò Njoror "Ora ascoltami, Odino." Il re degli dèi si chinò su di lui "Ti prego, lo so che hai già altri figli a cui pensare, ma non voglio che la mia Freya cresca da sola. Ti chiedo solo questo favore da amico: prendila con te."
Odino gli prese la mano e se la posò sul cuore: "Tu mi hai salvato la vita, Njoror, e sei stato il miglior compagno che io potessi mai desiderare. Io ti giuro che prenderò tua figlia, la amerò, la proteggerò e la crescerò come mia. Nessuno mai potrà farle del male, finchè io sarò in vita, nè mai permetterò in alcun modo che ella sia infelice."
Njoror sorrise benevolmente: "Grazie... anche per Syr..."
Sentì con piacere le grida di vittoria dei suoi compagni che combattevano all'esterno e si illuminò: "Che suono... soave."
I suoi occhi azzurri si accesero di gioia e poi, chiudendoli, posò, con un sospiro, la testa sulla spalla del proprio re.
 
***
 
Angolo dell’Autrice: Bene, ecco qua il prologo della mia storia.
Mi sono sempre immaginata come sia stata la Battaglia di Jotunheim tra Odino e Laufey, così, ho provato a buttare giù qualche riga, inserendo anche alcune divinità nordiche non nominate nel film.
Naturalmente, ho cambiato alcune cose e ho un po’ “romanzato” le vicende di questi dèi, perché mi piaceva di più così. Mi sono inventata alcune parentele, per ricollegarmi alle vicende che seguiranno.
Nel prossimo capitolo, la storia verrà narrata in prima persona dalla protagonista, Freya.
Beh, che dire?
Fatemi sapere cosa ne pensate e grazie per aver letto.
Un bacio,
Tinkerbell92
  
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