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Autore: DarkAeris    12/12/2012    2 recensioni
La notte di Ettore.
[La storia fa parte di una Saga]
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ettore osservò il corpo dell'amico, immobile nel suo riposo.
Davide si era addormentato quasi subito, sebbene avesse promesso di resistere in piedi tutta la notte, per fargli compagnia. In realtà, ciò era stato un sollievo per il batterista, che era stanco di trattenere il suo silenzio e il suo dolore, per non vedere quella luce triste negli occhi azzurri della persona alla quale voleva così bene.
Quante ore erano passate? Forse dodici.
Solo dodici ore prima indossava ancora gli abiti da sposo e nutriva la speranza che la donna della sua vita sarebbe stata finalmente sua.
Se tornerai non ti chiederò dove sei stata
né con chi
non starò lì ad annusare il tuo profumo diverso
e non guarderò nelle tue tasche.
Via, metto via l'orgoglio e la mia solita poesia.
Metto via tutto quello che non è servito...
a tenerti ancora qui con me.


Era mezzanotte passata, eppure Ettore non riusciva proprio a costringersi a distogliere lo sguardo dalla porta: magari avrebbe cambiato idea.
L'avrebbe perdonata subito, l'avrebbe stretta, avrebbe fatto l'idiota, lo stupido, avrebbe calpestato il proprio onore, per gettarsi ai suoi piedi e implorarla di non lasciarlo mai più.
Davide sarebbe rabbrividito nell'immaginare il suo amico, il suo forte e caparbio amico, nell'atto di annullare se stesso per una donna.
Ma era Aurora...
Una singola lacrima rigò il volto dell'uomo, silenziosa e calda, mentre lo stadio della tristezza più nera si trasformava in stupido senso di colpa.
Già, perché forse era a causa sua se la sua piccola era fuggita. Sì, doveva essere così.
Colpa sua, che non riusciva a smettere di essere paranoico nei confronti di Marco, costringendo Aurora a nascondergli le loro chiamate, a rendere tutto un segreto.
Sì, era colpa sua.

Come fai a non sentire il vuoto di quest'anima,
come fai a non dare un giorno al tuo ritorno? Tu, tu come...?

Diavolo, no!
Non era affatto colpa sua, ma di quell'infame di Marco.
Gliel'aveva portata via, sì, ma erano ancora ragazzi e il loro amore era appena nato! Lui ed Aurora stavano per sposarsi.
Come aveva osato presentarsi al matrimonio per rapirla, condurla con sé?
Chissà quale metodo infame aveva trovato per indurla a compiere un gesto così terribile.
Aurora non l'avrebbe mai fatto, non se ne sarebbe andata, lui senz'altro l'aveva convinta, forse con qualche bel ricordo del loro grande amore passato!
Ma l'avrebbe trovato, l'avrebbe ucciso, stringendogli il collo, fino a farlo soffocare, e poi avrebbe strappato alle sue braccia la donna che ormai era sua di diritto.
Di diritto...

Ma come fai a non chiamare nè a rispondere? Cos'è che ti dà
il potere di non farmi respirare? Cos'è
che comanda il senso di queste parole che voglio dire?

“Aurora, dimmi che hai cambiato idea. Vieni a casa, guardami negli occhi e dimmi che non mi ami. Torna da me.”
Un sms così poco gratificante, che la implorava di tornare.
Già, era patetico, ma non si sentiva poi così lontano da quello stato.
Era passata un'ora e non aveva ancora ricevuto risposta. Forse lei dormiva? Era tardi, in effetti, ma non riusciva a credere che, dopo averlo ferito in quel modo, Aurora stesse tranquillamente riposando.
Quando il cellulare vibrò, Ettore sentì il fiato mancargli e tremò nel premere l'invio, per leggerlo.
“Mi dispiace, Ettore. Non è colpa tua, ma ho dovuto farlo. La verità è che non ti ho mai amato... il mio cuore è sempre stato di Marco.”
Ettore si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno, nervosamente.
Davide era ancora steso sul divano e lui era ancora sulla poltrona davanti alla porta.
Prese il cellulare e cancellò il messaggio, che non aveva avuto il coraggio di mandare.
Si alzò in piedi e andò alla finestra, accendendo una sigaretta, finalmente vuoto.
Finalmente, sì.
Aurora non era un angelo, Aurora amava un altro. Forse adesso non stava nemmeno perdendo tempo a spendere un pensiero per lui.


- Mi dispiace per Ettore, – confessò Aurora, rabbuiandosi per un momento.*



*Sulle note di Cat Stevens
*Canzone di Biagio Antonacci
   
 
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