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Autore: LaDamaLuthien    29/06/2007    25 recensioni
Oddio. Da quando Emmett porta il pannolino?
Genere: Romantico, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ok, la scorsa notte non sapevo cosa sognare….e la divina provvidenza mi ha propinato questa cosa…

 

Se non vi piacciono le fic stupide non leggete, vi conviene.

 

Di solito non produco fic a così basso livello (a no? N.d.vocine) (zitte voi!! N.d.a.) ma mi è venuta così…

 

Comunque non dovrete patire a lungo, sono al massimo tre quattro capitoli. Un bacio!

 

 

 

 

*Baby Vampire – Mi si sono ristretti i vampiri*

 

CAPITOLO PRIMO:

 

-Perché Emmett porta il pannolino?-

(LaDamaLuthien)

 

 

 

-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!- Urlò Rosalie una volta seppellita dalle cavallette.

 

Mi trovavo a casa Cullen ed il pomeriggio trascorreva tranquillamente, a parte per le cavallette.

Infatti Forks sembrava essere stata colta da un’improvvisa piaga d’Egitto e milioni di cavallette invadevano i boschi, i prati, i campi.

 

Ma dico io, almeno ci fosse un clima adatto!

 

In effetti, le cavallette in questione sembravano veramente strane. Erano innaturalmente grandi, di un verde pisello cangiante e sembrava che adorassero i vampiri.

 

Forse adoravano il freddo, fatto sta che si appendevano come sanguisughe sulla pelle dei Cullen.

 

Edward scosse un braccio violentemente e dieci cavallette si spiaccicarono sul vetro del mio Pick Up.

 

-Ops, scusa tesoro.

 

-Fa niente.- Potevo forse prendermela con il mio angelo?

 

Intanto Emmett correva a salvare Rosalie.

 

-Aspetta tesoro, no, no non dimenarti così…aspe

 

Rosalie detestava le cavallette e si dimenava come sotto elettroshock mentre Emmett cercava di liberarla.

 

-Rasalie, amore, vuoi….stare…ferm…CRUNCH

 

 Quello strano rumore attirò l’attenzione di tutti.

 

Una cavalletta si era appena suicidata tra i denti di Emmett, infilandosi in bocca proprio mentre stava parlando.

 

-Che schifoooooooooo…….-piagnucolò Rosalie.

 

Emmett invece sgranocchiò pensieroso la cavalletta e la inghiottì.

 

-Non è male, il sangue è poco, ma è buono…

 

Rosalie rischiava lo svenimento, Alicie era perplessa, Jasper fece spallucce e ne assaggiò una, io stavo per vomitare.

 

-In effetti, CRONCH, SLURP, FFHHHHH, non è male sapete?

 

-Edward fece per prenderne una ma io lo fermai.

 

-Ti prego, no. Prima lascia che torni a casa poi fai quello che vuoi.

 

Edward sorrise e mi baciò.

 

-Va bene, aspetterò che tu te ne vada. Ci vediamo domani?

 

Annuii e lo baciai di nuovo prima di salutare i Cullen, alquanto interessati alla novità e tornarmene a casa.

 

 

 

Il giorno dopo c’era il sole, quindi non vidi Edward per tutto il giorno. Il pomeriggio la scuola fu chiusa per il problema delle cavallette.

 

Tutta Forks era bloccata in attesa della riuscita della disinfestazione, così non andai a lavoro.

 

Mentre tornavo a casa pregustai l’idea di una settimana senza scuola da passare solo con Edward e mi scoprii a canticchiare.

 

Ma quel pomeriggio Edward non arrivò.

 

E nemmeno la sera.

 

La mattina dopo telefonai, ma non rispose nessuno.

 

Per tutta la mattinata cercai di telefonare, ma non rispondeva mai nessuno e la segreteria non era nemmeno impostata.

 

Dopo pranzo decisi che avrei telefonato un’altra volta, poi sarei andata a casa Cullen.

 

Digitai il numero con una certa angoscia, ripetendomi che Edward aveva promesso di non lasciarmi mai più e che io gli credevo.

 

Uno, due, tre squilli.

 

Al quarto qualcuno alzò la cornetta.

 

-Ponto?

 

La voce di un bambino sui quattro anni mi prese in contropiede. Conoscevo il numero a memoria, non potevo aver sbagliato…

 

-Ehm, si, c-casa Cullen?

 

-Bohhh.

 

-Eh, c’è…c’è la mamma?

 

-Dov’è la mia mamma?

 

-Non lo so, l’ho chiesto a te.

 

-NO, no, dimi dov’è la mia mamma, butta befana!

 

Quel bambino iniziava a darmi sui nervi…

 

-Non so dove sia tua madre e non sono la befana!

 

-Dicono tutte cossì

 

-Scusa ho sbagliato numero.- risposi gelida ed abbassai la cornetta.

 

Ricomposi il numero.

 

Al secondo squillo qualcuno alzò la cornetta, ma ero talmente sicura che fosse giusto, che non persi tempo.

 

-Ciao, sono Bella….

 

-Anche io…

 

Rimasi spiazzata. Ok, questa volta la voce era quella di una bambina.

 

-No, dico…io sono Bella Swan, cerco…

 

-Non ti dare tate arie, sai? Sai che io sono bella!

 

Ok, calma.

 

-Allora ragazzi, se questo è uno scherzo non mi piace proprio. So che il numero è giusto…

 

Tu, tu, tu.

 

-Ma! Ha riattaccato!

 

Furibondda, presi la borsa e mi lanciai verso il Pick Up. Nel farlo calpestai una ventina di cavallette, ma non vi badai.

 

Almeno non finchè una mi beccò in un occhio.

 

-Oh! Ma porc

 

In dieci minuti ero davanti a casa Cullen.

 

Sbattei la portiera e mi precipitai a bussare alla porta.

 

Si, ok, “bussare”. Diciamo che stavo prendendo la porta a pugni e calci.

 

-Chi è?

 

La voce di un bambino risuonò soffocata da dietro la porta.

 

Allora era vero, stavano scherzando.

 

-Sono il lupo mangia frutta- dissi sarcastica -Apri immediatamente o Edward ne pagherà le conseguenze.- Urlai, in modo da farmi sentire.

 

-Che futta voi?

 

-VUOI APRIRE QUESTA CAVOLO DI PORTA?

 

Mentre la porta di casa si apriva mi ritrovai ad urlare isterica.

 

-SPARITE PER DUE GIORNI SENZA DIRMI NIENTE, NON RISPONDETE AL…ODDIO.

 

Davanti a lei c’era un bambino con i capelli neri che la guardava con l’indice in bocca, vestito di un solo pannolino.

 

-E tu chi sei?

 

-Tu chi tei?

 

-Ehm, io sono Bella.

 

-Io Emet

 

-C-come?

 

-E-m-e-t. Emet!!

 

Guardai i riccioli neri, la linea del mento e degli zigomi, gli occhi e le mani grandi.

 

Oddio. Da quando Emmett porta il pannolino?

 

  
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