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Autore: blackmiranda    12/12/2012    8 recensioni
Ryou Shirogane è ricco. Molto ricco. Ma come spende i suoi soldi? In modo utile, ovviamente.
La ragazza si alzò in piedi di scatto. “Tu!” esclamò, piantandosi di fronte al proprietario del locale.
Ryou sollevò un sopracciglio. “Sì?”
Ichigo prese un bel respiro. “Siamo stufe di essere sfruttate! Vogliamo un aumento!”
[...] “Oggi mi siete costate cinquecento milioni di yen. Non ho intenzione di spendere un altro centesimo.” replicò lui.
Genere: Comico, Demenziale, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Keiichiro Akasaka/Kyle, Purin Fon/Paddy, Ryo Shirogane/Ryan
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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How Shirogane-san spends his money How Shirogane-san spends his money



Hatoyama Nobu non era un uomo che si scomponeva facilmente. La sua cravatta era sempre perfettamente annodata, i suoi sottili baffi neri erano sempre perfettamente curati e i suoi capelli sempre perfettamente impomatati.

Era una questione di principio, per lui. In molti l'avevano definito pignolo, eccessivamente zelante e, in qualche caso, addirittura  nevrotico; ma chi se ne importava di quegli invidiosi! Lui aveva fatto carriera. Capo della National Police Agency, nientemeno. E se l'era meritato, quel posto. Mai un caso gli era sfuggito, mai aveva lasciato a metà un'investigazione, mai aveva permesso che l'ordine fosse turbato.

… Poi erano cominciati gli inconvenienti. Nulla di grave, all'inizio: dicerie, sciocchezze, leggende metropolitane.

Il guaio era che non si erano fermate. Ed ora si trovava una bella patata bollente tra le mani.

La stampa non gli dava tregua. Portavano testimoni, ma non c'erano le prove. Parlavano di mostri, ma nessuno poteva giurare che non si trattasse di allucinazioni collettive...

E poi lui l'aveva contattato. Shirogane Ryou. Nonostante la sua posizione, di quel ragazzino era riuscito a trovare poco o niente. Sapeva che era orfano di entrambi i genitori, ma le circostanze della loro morte erano avvolte nel mistero, per così dire. Di cosa si occupassero, anche questo era poco chiaro.

Tuttavia, una cosa era certa: la famiglia Shirogane era piena di soldi.

Si chiese quanto di quella immensa fortuna stesse fissando in quel preciso istante.

Probabilmente una piccola parte.

Sbatté le palpebre. Il denaro di fronte a sé parve palpitare lievemente.

Certo, era stanco. Il lavoro era pesante, gli orari massacranti. Non aveva certo bisogno di altri problemi, ne aveva già a sufficienza. E quelle leggende metropolitane... Quei piccoli segnali di inquietudine, come se la città stessa fosse viva e improvvisamente spaventata...

Non era sicuro di volersene occupare.

“Hatoyama-san?” gli fece un giovane uomo alto, dai lunghi capelli castano scuro, che si era presentato come Akasaka Keiichirou.

“Grazie.” rispose, laconico, prendendo la tazza di tè che Akasaka Keiichirou gli stava porgendo. Era una tazzina in porcellana, elegantemente decorata, che contrastava curiosamente con il resto della stanza in cui si trovavano: pareti spoglie, in cemento armato, un tavolo di metallo e un paio di sedie, anch'esse metalliche. Il tutto illuminato da una solitaria lampadina che pendeva dal soffitto come un morto impiccato.

E poi, ovviamente, c'era la valigetta.

“Cinquecento milioni di yen.” disse Shirogane, incrociando le braccia.

Il suo volto era imperscrutabile, il suo sguardo freddo e la sua decisione irremovibile, e questo Hatoyama Nobu lo sapeva.

“Che dovrei farci?” ribatté cercando di suonare disinteressato. “Lei mi sta proponendo di tradire l'istituzione per cui lavoro, e il mio stesso Paese. Crede davvero che mi lascerei corrompere per denaro?”

Shirogane lo fissò. “Il denaro non conta, Hatoyama-san. Quello che conta è che Lei abbia capito la gravità della situazione in cui ci troviamo.”

Oh, certo che l'aveva capito. Sapeva di non poter fronteggiare quello che stava per accadere.

Quello che non riusciva ad accettare era il fatto di dover lasciare tutto nelle mani di quei due ragazzini. Chi si credevano di essere?

“Chi mi può garantire che la situazione non sfugga di mano anche a voi?”

“Ha la mia parola. Più di questo, non ho nulla da offrirle. Ma posso assicurarle che, se noi falliremo, non ci sarà più nulla da fare.” rispose il ragazzo, socchiudendo gli occhi. “Per quanto riguarda il denaro, non La posso costringere ad accettarlo. Da parte mia, vuole essere una forma di ringraziamento. Prevedo che le cose si facciano più complicate, nei prossimi mesi. La stampa, ad esempio, potrebbe darci dei problemi. Ma anche le notizie hanno un prezzo.” aggiunse in tono eloquente.

Hatoyama scosse la testa. “Se questa faccenda è davvero così cruciale, perché non ci permettete di darvi il nostro aiuto? Qualcosa potremmo pur fare!”

“Mi creda, l'unico aiuto che potete fornire, in questo momento, è coprire la cosa. Restate sempre all'erta, ma negate sempre, di fronte ai media. Non vogliamo che si scateni il panico. E soprattutto, non mandate i vostri uomini. Sarebbe una carneficina. Lasciate fare a noi, e non metteteci i bastoni fra le ruote.”

Seguì un lungo, teso silenzio. Hatoyama distolse lo sguardo dal suo interlocutore, infastidito.

In realtà, non ne sapeva molto, di quella faccenda. Era più una sensazione, la sua. Una brutta sensazione, di quelle che strisciano lungo la schiena e si annidano nello stomaco.

“Posso almeno sapere chi è il responsabile?” chiese, sfregandosi gli occhi con la mano sinistra.

Shirogane non rispose. Akasaka, alle spalle di Shirogane, sembrava essersi tramutato in una statua, da quanto era immobile.

Hatoyama sospirò. Era stanco. Vecchio e stanco.

“D'accordo. Ma voglio avere la possibilità di rintracciarvi, se ce ne fosse bisogno.” disse infine, afflosciandosi un po' sulla sedia.

Shirogane si alzò in piedi. “Certo. Resteremo in contatto, Hatoyama-san. La Sua collaborazione è preziosa, per noi.”

Hatoyama si alzò a sua volta dalla sedia, maledicendo mentalmente quel ragazzino e la sua geniale eloquenza.

Allungò le mani sulla valigetta, che si chiuse senza fare alcun rumore.

Cinquecento milioni di yen. Aveva appena guadagnato cinquecento milioni di yen... e un processo per corruzione e alto tradimento.

Sempre che fossero riusciti a incriminarlo.

***
“Pover'uomo, l'abbiamo messo in una posizione difficile.” osservò Keiichirou una volta rimasti soli.

Ryou incrociò le braccia dietro la testa. “Se la caverà. E' un tipo scaltro.”

Keiichirou gli lanciò un'occhiata preoccupata. “Potremmo finire nei guai, per aver corrotto il capo dell'NPA.”

Ryou sorrise amaramente. “Sono rischi che dobbiamo correre. Il nostro compito è proteggerle.”

Keiichirou annuì.

***
Un'altra faticosa giornata di lavoro era finita. Sospirando, Ichigo si accasciò su uno dei graziosi tavolini del Caffé, seguita a ruota da Purin.

“Staaancaaa...” sbadigliò la ragazza, socchiudendo gli occhi.

“Sì, oggi è stata una giornata piuttosto intensa...” disse Retasu, appoggiandosi al muro.

Ichigo sbuffò. “Sapete che vi dico? Sono stufa di venire sfruttata in questo modo! Già è pesante dover combattere i Chimeri, figuriamoci se ho anche le forze per lavorare come cameriera! Con questo ritmo, poi!”

Minto si sedette, aggiustandosi il grembiulino bianco. “Stai sempre a lamentarti, Ichigo!” esclamò, irritata.

Ichigo le lanciò un'occhiataccia. In quel momento, Ryou e Keiichirou emersero dal seminterrato.

La ragazza si alzò in piedi di scatto. “Tu!” esclamò, piantandosi di fronte al proprietario del locale.

Ryou sollevò un sopracciglio. “Sì?”

Ichigo prese un bel respiro. “Siamo stufe di essere sfruttate! Vogliamo un aumento!”

Minto si schiarì la voce. “Parla per te. Io non ho bisogno di soldi.”

Ichigo scosse la testa con foga. “Va bene, allora io, Retasu e Purin vogliamo un aumento!”

Retasu arrossì. “Ehm, ma io, veramente...” balbettò, sventolando di fronte a sé le mani in segno di diniego.

... Va bene, allora io e Purin vogliamo un aumento!” sbottò Ichigo, afferrando Purin per una spalla e piazzandola di fronte a sé.

“Hmm... A Purin non dispiacerebbe un aumento!” trillò la bambina, sfoggiando uno dei suoi sorrisi più smaglianti.

Ryou guardò le due Mew Mew in silenzio, poi fece retrofront, diretto alle scale che portavano al primo piano.

“Ehi! Non puoi ignorarci così!” protestò lei.

“Oggi mi siete costate cinquecento milioni di yen. Non ho intenzione di spendere un altro centesimo.” replicò lui.

Minto si sporse dalla sedia, incuriosita. Retasu si staccò dal muro, perplessa.

“Come, scusa?” fece Ichigo, presa in contropiede.

“Cinquecento milioni di yen sono un sacco di soldi!” osservò Purin a bocca aperta.

Ryou sparì al piano di sopra, senza aggiungere altro.




Ciao a tutti! Grazie per essere arrivati fino a qui. xD Lasciate che spenda due parole su questa stupidissima storiella. ^^''
L'idea per questa one-shot sul demenziale andante mi è venuta riguardando alcuni episodi dell'anime. Mi sono chiesta: "Possibile che con tutti questi mostri che distruggono edifici, torri e alberi di Natale la polizia di Tokyo non faccia mai niente? E i servizi segreti? Non sarebbe compito loro investigare?" Così ho immaginato che Ryou e Kei si fossero messi d'accordo in anticipo con qualche pezzo grosso dei servizi segreti giapponesi (Hatoyama-san, in questo caso xD) affinché gli episodi in questione venissero in qualche modo insabbiati.

Ho deciso di ambientare questa one-shot dopo che Purin si unisce al gruppo, ma prima che vi si unisca Zakuro. La ragione? Mi serviva Purin per lo sketch finale, ma allo stesso tempo non volevo andare troppo in là con gli episodi (quella di Ryou è una mossa preventiva).

La NPA (almeno secondo Wikipedia) è l'organo che si occupa della sicurezza e della giustizia in Giappone, ed è suddivisa in vari bureau.
Cinquecento milioni di yen equivalgono più o meno a quattro milioni e mezzo di euro.

Detto questo, vi saluto! :3 Se vi va, ditemi se sono riuscita a strapparvi mezzo sorriso. ;) (probabilmente no xD).

   
 
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