Nightmare

Il cuore gli si fermò nel petto quando sentì l'urlo di avvertimento e poco dopo lo vide cadere a terra. Corse da lui, girandolo sulla schiena per poter verificare le sue condizioni; la freccia di Pitch lo aveva trapassato da parte a parte e non sembrava intenzionata a sfilarsi da quel corpo magro e pallido. Jack tremava incontrollato tra le sue braccia e Bunnymud non aveva idea di cosa fare per salvarlo, non conosceva rimedi ne incantesimi per curare quello che l'aveva colpito. Sentì la disperazione pizzicargli il naso, ma si fece forza e ricacciò indietro le lacrime che minacciavano di solcargli le guance pelose.

“ Tieni duro Jack, a breve arriverà North e vedrai che troverà una soluzione. Resisti!” Lo supplicò il coniglio, ricevendo in cambio dall'altro un sorriso tirato abbastanza fasullo.

“ Non preoccuparti per me coniglietto, non sono così debole.” Gli rispose, iniziando poi a tossire.

Bunnymud si morse le labbra a sangue a quella vista; quella maledetta freccia era destinata a lui, che aveva stupidamente dato le spalle al nemico, e quel moccioso si era messo in mezzo, prendendola in pieno al suo posto.

“ Non parlare, recupera le forze.”

“ Ti stai forse preoccupando per me, canguro pasquale?” Continuò Jack, non badando alla tosse che gli scuoteva il petto.

“ Smettila di fare lo sbruffone anche in questo momento, è una situazione seria.”

L'altro fece per replicare ancora; aprì la bocca per parlare, ma la tosse lo colse all'improvviso, sempre più violenta, facendogli sputare macchie nere.

La paura stava prendendo il controllo su di lui; lo stava infettando da dentro e lui non poteva fare nulla per fermarla! Il ragazzino gli sorrise ancora, cercando di fargli forza, quando chi al contrario ne aveva bisogno era proprio lui; per poi chiudere gli occhi.

“ Ehi.. non fare scherzi. Hai capito! Smettila di scherzare sempre.” Urlò in risposta Bunnymud, scuotendolo, non ricevendo però alcuna risposta dall'altro.

“ Ehi... Jack... Jack svegliati... Jack... Svegliati... Ti prego... Jack...” Lo chiamò ancora ed ancora, non riuscendo più a trattenere le lacrime, che ora gli bagnavano il pelo delle guance.

Ma l'altro non accennava a muoversi.