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Autore: Clahp    13/12/2012    3 recensioni
Ci si accorge dell’anno che passa quando ti trovi ad addobbare l’albero di Natale, e l’ultima volta che l’hai tolto sembra ieri.
Nero calendario dell'Avvento, giorno 12.
[ShikaTema, of course!]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shikamaru Nara, Temari | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Le fil rouge

Per l’iniziativa del forum The Black Parade;

tema: Natale, prompt: rosso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le fil rouge

 

 

 

 

“Sappiamo di una certa pratica, diffusa nella marina inglese. Tutto il sartiame della flotta reale è fabbricato in modo che vi sia sempre intrecciato un filo rosso:

non si può tirarlo fuori, altrimenti l’insieme non tiene più, e serve a indicare anche per i pezzi più piccoli, che appartengono alla corona.”

[J. Wolfgang Goethe, “Le affinità elettive” ]

 

 

 

 

 

 

0. Rabbia                                                                                                                                                                                                                                                                                                     (101 parole)

Ci si accorge dell’anno che passa quando ti trovi ad addobbare l’albero di Natale, e l’ultima volta che l’hai tolto sembra ieri, diceva sua madre. E in effetti, proprio perché Natale capita solo una volta l’anno, gli scatoloni e gli addobbi nel soppalco di casa Nara erano nell’angolo più scomodo, lontano, impolverato e remoto che ci fosse. Perciò, Shikamaru aveva dovuto interrompere la sua pennichella, abbarbicarsi sulla scala, contorcersi e riempirsi di polvere per far felici le sue due donne… il tutto non senza qualche irosa imprecazione (del tutto maschile) da parte sua o qualche risatina (del tutto femminile) da parte loro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

+1. Fatica                                                                                                                                                                                                                                                                                                     (101 parole)

Aveva montato quell’enorme coso, evitando di uccidersi fra piedistalli incerti e lucine scoperte; avevano pure messo come sottofondo allegre canzoncine natalizie; e ora, stavano riempiendo quel povero abete di nastri, palline e decorazioni varie.

Sua madre li aveva lasciati soli, sapendo che avrebbero fatto loro tutto il lavoro che annualmente toccava a lei (la bruttezza di vivere con pigri Nara, eh). Ci sarebbe voluto parecchio… l’albero era alto, i rami erano molti: sarebbe stato arduo continuare quel sonnellino… ma Temari era così (stranamente) vogliosa di continuare quel lavoro che lui neanche si lamentò; lei era rossa in viso per la fatica, osservò lui scrutandola fra un filo rosso e l’altro di un festone.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-1. Nastro                                                                                                                                                                                                                                                                                                        (105 parole)

A pensarci bene, molti fili rossi li avevano accomunati, nella loro vita.

Era rosso quel filo di tanti anni prima, quando si erano conosciuti scontrandosi sul campo di battaglia, e lui aveva vinto. Li separava e li univa un nastro, che sarebbe toccato al vincitore di quella corsa  perché poi il suo liceo avesse scelto proprio un dannato Nara per vincere una gara, questo lo sapevano solamente i giudici di quel torneo, a cui lui aveva ispirato così tanta fiducia. Al decimo giro, fra tutti i partecipanti in gara solo lei era rimasta a tenergli testa; ma lui aveva toccato quel nastro rosso per primo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-2. Porta                                                                                                                                                                                                                                                                                                        (107 parole)

Era rossa anche la porta che lei aveva appena aperto.

«Te ne vai già?» disse una voce, per poi sbadigliare.

Lei si girò, sorpresa; non si aspettava nessuno a quell’ora del mattino. Era venuta a Tokio per un solo giorno (doveva svolgere un noioso affare burocratico fra la sua piccola università e quella della capitale) e sarebbe andata via fra poco; la stazione era al di là della strada davanti a quella porta rossa.

«In che senso, già?» chiese lei, con la mano ancora fissa all’uscita.

Lui sbadigliò, di nuovo. Che diavolo era venuto a fare fino all’università se doveva sbadigliare continuamente?

«…Non vuoi neanche fare colazione?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-3. Linea                                                                                                                                                                                                                                                                                                       (110 parole)

Anni dopo, c’era una netta linea rossa che li separava innegabilmente. Shikamaru era andato nella città di lei giusto per il suo compleanno; adesso, Temari era dietro quel sottile confine, e lo guardava come probabilmente non aveva mai guardato nessun altro prima.

«Sono sei mesi che non ti vedevo» mormorò, avvicinandosi al finestrino del vagone. «Spero non debbano passarne altri.»

Si pregano gli accompagnatori di non oltrepassare la linea rossa per  tenersi lontano dai binari, ripeté l’altoparlante.

«Spero anche io, ma non puoi…?»

«I miei fratelli…»

Il capostazione fischiò nella sua direzione: Temari aveva oltrepassato troppo quella linea.

E il treno iniziò a muoversi.

«Io ti amo davvero, lo sai…?»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-4. Vergogna                                                                                                                                                                                                                                                                                               (110 parole)

Un’altra volta, invece, della seta rossa li aveva spezzati.

«E’ finita, perciò?» iniziò Choji, senza neanche salutarlo.

«Così pare.»

Non ce la faceva più a sopportare il continuo magone di non vederla, di non abbracciarla, di non… ma Choji non capiva. Leggeva nei suoi occhi la colpa, lo sbaglio, la vergogna… ripensò alle parole che sua madre aveva urlato quella mattina sull’abbandonare una ragazza orfana dopo tanti anni. Suo malgrado, Shikamaru Nara arrossì lievemente.

«Ho dovuto farlo, Cho.» borbottò.

«Non ti sto dicendo nulla.» replicò l’altro, tranquillo. «Ma tua madre mi ha detto che lei ha lasciato qui il suo ventaglio, quando se n’è andata.» Lo guardò. «Qualcuno dovrà ridarglielo.»

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-5. Banalità                                                                                                                                                                                                                                                                                                  (109 parole)

Temari Sabaku No non aveva mai amato i sentimentalismi, le smancerie, il romanticismo, né aveva mai sopportato minimamente le coppie appiccicose, i gesti infantili o le sdolcinatezze… ecco perché quando Shikamaru l’aveva lasciata era rimasta delusa, arrabbiata, amareggiata per un solo, unico giorno; l’indomani, con il motto “non sa quel che si perde”, era ritornata la solita scontrosa, scorbutica, irosa Temari.

Certo, lei non amava tutto questo, e d’altra parte dopo esattamente tre anni di relazione a distanza era rimasta male un solo giorno. Ma vedere al portone di casa uno Shikamaru sotto millesessantotto (tanti erano stati i giorni insieme) banalissime rose rosse, be’, la fece sentire stranamente potente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

+2. Calore                                                                                                                                                                                                                                                                                                    (108 parole)

Certo, sua madre aveva ragione; decorare l’albero di Natale dava molto l’idea del tempo che passava. Il Natale precedente non avrebbe mai immaginato, in effetti, che sarebbe stato lì con lei a inserire strane lucine rosse fra gli acuminati aghi del pino, né avrebbe mai pensato a tutti i possibili modi di impiccarsi con i festoni colorati mentre lei sghignazzava… eppure, lo stava facendo, mentre ogni tanto la spiava fra un dannato filo rosso che usciva da un festone e una lucina (lei non avrebbe mai accondisceso che lui la guardasse tanto spesso per capire se stava bene, no). Lei era ancora rossa in faccia, per il calore.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

+3. Rosso                                                                                                                                                                                                                                                                                                     (109 parole)

Finito, si distesero sul divano a contemplare il lavoro svolto. Lui sospirò come se avesse corso; quanto gli mancava il suo sonnellino…

«Sentilo, come ansima…» commentò lei. Sembrava soddisfatta.

Lui la guardò. Ora non era più tanto strano il suo trasporto per il Natale, l’albero, la famiglia

«… neanche stesse portando suo figlio in grembo.»

Shikamaru sorrise; sì, di tempo ne era passato davvero… si stese verso di lei, ad accarezzare il pancione sotto la maglietta rossa che lei indossava.

«Quello lo lascio fare a te, visto che sei così brava»

L’altra gli lanciò un sorriso malizioso… forse era meglio levare via anche quel filo rosso che li separava…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*************

 

Ok, non è bella, ma questa è XD maledetto Dicembre con i suoi 14144252 chili di roba da studiare -.- Ah, ho fatto un'AU perche' non credo che i ninja abbiano il Natale. Se vedete, alcuni pezzi sono proprio ripresi dal manga, trasportati nel mondo "reale".

Ah, sono talmente nerd da mettere i numeri anche nelle fanfic, sì! <3

 

E TANTI AUGURI MARMYYYYYYYYYYYY!! In tuo onore, niente rosa.<3

 

 

 

Buon Natale  a tutti, gente! ^^

 

 

Clahp

  
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