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Autore: Portos    13/12/2012    2 recensioni
La chiamavano L'Innocente, l'unica che fosse riuscita a fuggire da quella prigione infernale
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda.

La luna risplendeva beffarda sopra le teste dei prigionieri e il cielo offriva loro una volta di stelle come un rotolo di diamanti sparsi.

E due figure si profilavano nell'oscurità.

La prima se ne stava seduta con la schiena appoggiata alla parete di roccia e l'altra piccola rannicchiata in posizione fetale, profondamente addormentata che gli dormiva con la testa poggiata su braccio.

Gli immensi occhi verdi della piccola e innocente creatura erano chiusi e l'espressione del viso rilassata.

Il giovane Bane mosse la schiena contro la parete di roccia, per cercare di sistemarsi meglio, badando a non svegliarla.

Santo Cielo, sembrava così piccola rispetto alla sua età, pensò Bane, quando abbassò il capo per guardarla.

La Talia al Ghul portava i capelli cortissimi e indossava abiti di lino grezzo che sembravano troppo grandi per lei.

Bane conosceva molto bene la storia di Talia.

La madre di Talia, era una donna di nobili origini.

Un giorno la donna incontrò un mercenario, il suo nome dell'uomo era Ra's al Ghul e ben presto i due s'innamorarono.

Si sposarono in gran segreto e lei rimase incinta.

Ma quando il signore e padre della giovane venne a sapere di questo, fece imprigionare il mercenario in quel posto dimenticato da Dio.

La madre di Talia però si offrì di liberarlo e scelse lei di andare in carcere.

Alcuni mesi dopo, la moglie di Ra's diede alla luce Talia.

Passarono alcuni anni.

Talia crebbe nel carcere.

Madre e figlia cercavano di poter andare avanti come potevano, ma la vita là dentro era durissima, senza contare tutti i pericoli che correvano ma a proteggerle ci pensava il medico del carcere, sino al giorno della tragedia che sconvolse la vita di Talia, gettandola nella disperazione.

Il medico si dimenticò di chiudere la cella e alcuni detenuti uccisero la madre di Talia con inaudita violenza.

La povera bambina fu lasciata sola in balia degli altri detenuti e in mezzo ad una grande indifferenza.

E fu allora che un giovane detenuto di nome Bane decise di prenderla sotto la sua ala e non solo come amico e come tutore anche per proteggerla dagli altri.

Col passare del tempo, fra i due stabilì un legame fortissimo. Una piccola lama di luce che brillava in quell'oscurità.

Talia serrò le piccole dita sulla sua manica, come se volesse trattenerlo, lì, ma entrambi sapevano che non sarebbero andati via.

“Bane...” lo chiamò Talia nel sonno.

“Sono qui, non vado via” le disse per rassicurarla.

Purtroppo a distanza di tempo, Talia aveva ancora degli incubi sulla morte di sua madre e spesso si risvegliava urlando o piangendo.

“Bane...la mamma...”

“Stai tranquilla Talia, ci sono io”

Talia spalancò gli occhi all'improvviso, come un cervo abbagliato dai fari di un auto.

Alzò le braccia e cominciò ad annaspare.

Bane dovette trattenerla per le braccia senza usare molta forza, almeno per impedirle di fare del male a se stessa o di graffiargli il viso.

Talia urlò. Fu un straziante, lungo urlo. Prima che le lacrime cominciassero a scendere.

Il ragazzo abbracciò Talia.

“Mamma, mamma, mamma” ripeté Talia come una cantilena.

Bane passò una mano sulla fragile schiena della bambina.

“Basta piccolina, adesso dormi”

“Mamma...dove sei?”

Talia nascose il capo nell'incavo del collo del ragazzo e le lacrime della creatura gli bagnarono il collo, la tunica.

Pianse sommessamente per sua madre, per paura.

Bane chiuse i gelidi occhi azzurri, cominciando a dondolarsi avanti e indietro.

Rimanendo così per un po'.

Passò quasi un quarto d'ora che Talia si calmò, i singhiozzi pian piano cessarono.

“Bane?”
“Stai tranquilla, ora dormi. Lo so hai ancora avuto gli incubi”

Gli occhi verdi si persero in quelli azzurri, per istante.

“Adesso dormi Talia” le ordinò dolcemente il ragazzo.

Talia chiuse gli occhi, scivolando nel sonno.

Bane promise a se stesso che qualsiasi cosa sarebbe successa, lui l'avrebbe protetta.

 

Si seppe solo che durante un'epidemia, Bane venne brutalmente aggredito dagli altri prigionieri e quando i medici cercarono di salvarlo ne fecero scempio.

Talia riuscì a fuggire dalla prigione, ritrovò suo padre, Ra's e divenne un membro effettivo della Setta delle Ombre.

 

Bane venne tirato fuori di lì a poco.

E quando rivide Talia, scoprì di amarla. Un sentimento profondo e alquanto doloroso.

Purtroppo la giovane donna provava solamente un profondo affetto, come quell'antico legame che li aveva uniti.

 

Ra's decise di scacciare via Bane perché lo considerava un mostro, ferendo anche la figlia che incominciò ad odiare il padre.

 

Poi Ra's incontrò il giovane Bruce Wayne e lo istruì a diventare un assassino della Setta, ma anche lui lo tradì.

 

Bruce Wayne divenne Batman e lottò pur di salvare la sua amata città, quando Ra's decise di distruggerla. E Ra's morì.

 

Ra's lasciò l'eredità alla figlia Talia.

La ragazza provava un odio profondo per l'uomo che aveva ucciso suo padre e decise di portare a termine il volere del padre, insieme a Bane...

 

Per ora la nostra storia termina qui.

Lasciamo Bane e Talia ancora lì, inghiottiti ancora in quel posto senza uscita.

 

 

“Dicono che esista nella parte più antica del mondo, un pozzo, forse per meglio dire, una prigione dove lasciano gli uomini a marcire. Ma c'è stato un innocente a riuscire ad uscire da tale luogo”

 

Nota autore: ufffsssss....sono morta, ufficialmente! E va be' che ci vogliamo fare tanto male?

É la mia prima ff ufficiale su Batman, non uccidetela troppo ok?

 

Ciao Portos.  

  
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