So hold on
Farsi largo tra la
folla è seccante. Qualcuno gli concede una pacca sulla schiena o un sorriso di
condoglianze, mentre altri lo ignorano e corrono a festeggiare sul terreno
brullo e nella notte senza stelle.
Poco lontano da
Shikamaru c’è un Rock Lee che tiene il braccio intorno alle spalle di TenTen,
mentre Neji si cambia da solo le bende sporche di sangue e ha qualcosa di
simile ad un sorriso sul volto biancastro. Distante da lui, Hinata dorme con la
testa appoggiata alla spalla di Kiba, malridotto e con braccio e gamba rotti.
Ignora persino Naruto
e Sakura, che litigano ma non smettono di sorridere, e scavalca poi qualche
corpo sdraiato a terra. Ci sono i feriti che urlano, ma gli infermieri si
stanno prendendo cura di loro.
Va tutto bene.
Poi c’è Ino. Ino lo
vede, non gli sorride come fanno tutti, rimane a fissare i suoi occhi vitrei e
chiede mutamente che le si avvicini. Solo un po’, solo il necessario per
sentire nuovamente qualcosa riempirle le viscere: non importa che siano stupide
farfalle, le basta qualsiasi cosa.
«Ti
cercavo», dice Shikamaru e
prende uno sgabello che non ha più tre gambe ma due, si siede non sa come e Ino
abbassa le palpebre. È così bianca che gli zampillii rossi dei tagli risaltano
paurosamente: è ferita, sa che ha qualche costola incrinata, ma Ino non ha
voluto farsi curare. Non ancora, almeno.
La sua mano quando
stringe quella di Shikamaru è fredda, e lui si domanda se Ino sia stata fuori a
guardare il cielo da sola, nascondendosi dai suoi occhi e dalle premure di
Choji. Non ama piangere in pubblico Ino, è quasi convinto che nessun altro
eccetto lui l’abbia mai vista. Le sue lacrime sono rare, ma il dolore che legge
nei suoi occhi è tangibile ed estremo, vorrebbe stringerla.
«Volevo
stare un po‘ da sola, dovrò abituarmi».
Sospira Shikamaru, Ino
ora cerca di sorridere ma non ci riesce.
«Come
sta tua madre? Dovrei andare a farle le mie condoglianze», inizia un po’ indecisa, e
Shikamaru quando sente la sua sincerità prova una fitta di dolore. Nessuno lì
conosce Ino meglio di lui, nemmeno Choji o Sakura, e sa quanto la sua compagna
stia lottando contro il dolore dentro se stessa e quanto in realtà voglia
consolare lui, Yoshino e tutti gli altri.
Sa tutto di Ino, sa
così tanto di Ino che capisce cosa deve fare.
«Stai
con me, okay?»
Le afferra il capo con
la mano e lo porta a sbattere duramente contro la propria spalla. È sbilanciata
sulla sedia Ino, potrebbe cadere da un momento all’altro, e le dita di
Shikamaru le tirano i capelli.
Tuttavia, stringe il
giubbino e strizza le palpebre, pregando che non scendano altre lacrime. «Mi fai un po‘ male», gli dice perché è l’unica
cosa che le esce e che non assomigli ad un rantolo, quella, e Shikamaru stringe
ancora di più.
Sente le lacrime di
lui tra i capelli, ma Ino ancora non piange, non piange più. Lascia il giubbino
di Shikamaru e con le braccia gli circonda il collo, sollevando il viso.
«Papà
ti ucciderebbe, se ti vedesse ora».
Forse è per
sdrammatizzare, ma Shikamaru sorride sincero. Sono in una posizione
scomodissima, lui vuole baciarla e dirle che starà sempre con lei, ma Ino gli
tirerebbe sicuramente una sberla: odia le promesse più di qualsiasi altra cosa
al mondo.
«Mamma
ti chiederà di venire da noi per un po‘»,
l’avvisa tetro. Ino ha appoggiato le mani fredde sulle sue guance, gli occhi
umidi e i polpastrelli tastano la sua barba ispida.
«Non
sarei un disturbo?»
Contro il suo naso a
punta Shikamaru sorride, sfiorandole il collo niveo con una mano. «Lo sei sempre, Ino, ma puoi
migliorare».
La ragazza sorride,
normalmente avrebbero litigato, ma poi Ino lo bacia davvero. Forse quello non è
il momento giusto e forse non sarà il giorno più bello della loro vita, ma
Shikamaru la stringe forte e lei mugugna di dolore contro la sua bocca. È salata,
Ino, finalmente sta piangendo fidandosi di lui.
«Mi
ami, vero?»
Lui rotea gli occhi. «Lo sai da una vita, non
seccarmi».
La risata di Ino è un
po’ stridula, ma Shikamaru la trova carina ugualmente.
«Anche
papà lo sapeva e in fondo credo che tu fossi il suo preferito».
«Uhm», Shikamaru la guarda
indeciso, «forse dovrei dire
qualcosa alla ‘Mi prenderò cura di sua figlia‘?»
Nuovamente, Ino lo
stringe.
«Va
bene così».
Anche in mezzo a quel
sangue, Ino profuma di fiori e Shikamaru sospira: sono insieme.
N/a:
sono depressa per questa scelta, ma che ci posso fare? Si spera in scene
ShikaIno future. Non penso sia qualcosa di particolarmente emozionante questa
fic, ma ci tenevo a lasciare qualcosa. Grazie a chi leggerà e a chi commenterà.
Se non ci risentiamo più, buon Natale. ;)