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Autore: Pervinca_    30/06/2007    9 recensioni
Lacrime. Rabbia. Dolore. Astrid sbattè i pugni sul pavimento gelido,mentre il suo corpo magro era scosso da singhiozzi violenti. Era a terra,al centro della stanza sul pavimento polveroso. Le valigie sfatte , pile disordinate di vestiti e oggetti riempivano tutta la camera,le lenzuola erano a terra. Fuori dalla finestra la pioggia batteva insistente,e i fulmini illuminavano minacciosamente il cielo nebuloso. Il treno passò in quel momento facendo vibrare il pavimento. Schegge di legno vecchio le si erano conficcate nella mano e il sangue le colava lento per il braccio. Ma non le importava,non sentiva dolore tanto era anestetizzata dalla rabbia. Avrebbe voluto urlare,urlare fino a farsi bruciare i polmoni, fregandose dei maghi bigotti ed ottusi,così insignificanti, che dormivano al piano di sotto del "Paiolo magico". Avrebbe voluto squarciare quel senso di "ovattato",rompere quella nube di opprimente silenzio che la circondava,sfogare la sua rabbia. Ma non poteva,non poteva. Poteva soltanto restare a terra,a ferirsi le mani sul pavimento piangendo lacrime amare,che le facevano colare sulle guance troppo pallide il pesante trucco scuro,appicicandole al viso i capelli corvini e mossi. Poteva solo piangere gettata a terra,con i suoi vestiti da bambola gotica in perfetta armonia in quel contesto lugubre.
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lacrime.
Rabbia.
Dolore.
Astrid sbattè i pugni sul pavimento gelido,mentre il suo corpo magro era scosso da singhiozzi violenti.
Era a terra,al centro della stanza sul pavimento polveroso. Le valigie sfatte , pile disordinate di vestiti e oggetti riempivano tutta la camera ,le lenzuola erano a terra.
Fuori dalla finestra la pioggia batteva insistente e i fulmini illuminavano minacciosamente il cielo nebuloso.
Il treno passò in quel momento facendo vibrare il pavimento.
Schegge di legno vecchio le si erano conficcate nella mano e il sangue le colava lento per il braccio. Ma non le importava,non sentiva dolore tanto era anestetizzata dalla rabbia. Avrebbe voluto urlare,urlare fino a farsi bruciare i polmoni, fregandose dei maghi bigotti ed ottusi,così insignificanti, che dormivano al piano di sotto del "Paiolo magico". Avrebbe voluto squarciare quel senso di "ovattato",rompere quella nube di opprimente silenzio che la circondava,sfogare la sua rabbia.
Ma non poteva,non poteva.
Poteva soltanto restare a terra,a ferirsi le mani sul pavimento piangendo lacrime amare,che le facevano colare sulle guance troppo pallide il pesante trucco scuro,appicicandole al viso i capelli corvini e mossi. Poteva solo piangere gettata a terra,con i suoi vestiti da bambola gotica in perfetta armonia in quel contesto lugubre.
E così, piangendo e reprimendo l'istinto di urlare Astrid, infine ,svuotata si addormentò sul pavimento,illuminata di tanto in tanto dalla luce abbagliantedei lampi.

************************************************************************************++
Astrid si svegliò sul pavimento,indolenzita e tremante di freddo. Non era ancora l'alba,e fuori pioveva ancora.
Cazzo,ma non erano a Settembre? Tempo del cavolo.
Si tirò a sedere,osservando le gocce che battevano sulla finestra.
Ma perchè deve sempre piovere nei momenti peggiori? Doveva essere perseguitata da una maledizione,o avere il malocchio.In effetti,conosceva un sacco di persone che potevano avercela con lei.
Sì,sicuramente era qualcosa del genere.
O forse no. Poteva essere soltanto la normalità climatica tristemente conosciuta della Gran Bretagna. Ecco perchè i loro maledetti prati erano così orribilmente verdi.
Oh Cristo,quanto odiava Londra.
Astrid si costrinse ad alzarsi e a diregersi verso il bagno per farsi una doccia e per liberarsi dei rimasugli di trucco e sangue che aveva addosso.
Ora le mani le facevano male. Cavolo.
La doccia calda la rinvigorì e la fece sentire decisamente meglio. O almeno,le fece dimenticare per qualche minuto quello a cui stava ostentatamente provando a non pensare.
Calore...
Finita quella manna divina,Astrid acchiappò i resti del suo breve soggiorno a Diagon Alley e li appallottolò disordinatamente in una sacca , che buttò senza tanti complimenti accanto al vecchio baule che aspettava accanto alla porta.
Gettò un'occhiata distratta all'orologio da polso buttato sul letto sfatto. Le sei e dieci. Con un sospiro cercò qualcosa da fare,qualunque cosa,che le impedisse di stare ferma a pensare.
Nulla in vista.
Non le restava altra scelta. Tutto sarebbe stato meglio di quei pensieri che minacciavano di fare nuovamente capolino. A quanto pareva,la crisi isterica della sera precedente non li aveva ancora soddisfatti.
Fece il letto e rassettò la camera come non aveva mai fatto per tutto il soggiorno,tirando le lenzuola fino a strappare loro un gemito di dolore,spazzando il pavimento e buttando le cartacce sparse ovunque.
Pulire...solo questo...non pensare...
Ok,e ora? Erano ancora le sette meno venti... avrebbe dovuto aspettare almeno le otto per prendere il taxi.
Nonpensarenonpensarenonpensarenonpensare...
Graaaa....
Sbunf.
Ecco finalmente una distrazione decente. Che in effetti sarebbe stato un dovere se non se ne fosse dimenticata...
Flex e Mizar.
La pipistrella doveva essere rientrata qualche ora prima,ma avendo trovato la gabbia coperta da un panno chiusa ora girava sotto il letto facendo una gran confusione. E Mizar,il corvo,si doveva essere appena svegliato.
-Oh cavolo!- esclamò Astrid alzandosi velocemente. Aprì la gabbietta scura,piuttosto piccola ,e la posò a terra vicino al letto.Immediatamente una Flex decisamente seccata vi si precipitò dentro .
Astrid poi si arrampicò in cima all'armadio,a recuperare la gabbia più grande,fatta con uno strano metallo argentato e dall'aria piuttosto costosa,che conteneva un Mizar esasperato dalla prigionia. Appena la porticina si aprì,il corvo volò in giro per la stanza gracchiando in segno di protesta e sgranchendosi le ali.
- Non fate i permalosi, antipatici volatili. Mi ero solo scordata...-
i due non sembrarono interessati alle sue parole. Flex probabilmente già dormiva,mentre Mizar stava facendo la sua migliore espressione da stella offesa.Solo a quel corvaccio poteva riuscire una cosa del genere!
- Piantala Mizar.. Anche se porti il nome di una stella non significa che tu lo sia davvero! Smettila di darti tante arie.- sbuffò Astrid. Il volatile la ignorò deliberatamente e si posò sul lampadario a pulirsi le piume.
- Odioso pennuto.-
Guardò di nuovo l'ora,come so i quel misero lasso di tempo potesse aver preso a correre. In parte ci sperava.
Non fu così fortunata. Le sette precise.
Perchè il tempo non si dava una mossa e non la smetteva di scivolare lentamente avanti come un grosso viscido lumacone bagnato?
Lentamente,lentamente...
E i ricordi ,soprattutto quelli sgradevoli,spingevano sempre di più per rompere la porta che momentaneamente le relegava nel subconscio della ragazza.
Non pensare,non pensare...
Allora decise. Se fosse arrivata un po' in anticipo non sarebbe cambiato molto,no?Al massimo avrebbe fatto colazione da qualche parte alla stazione,aveva ancora un po' di soldi babbani. Sì,avrebbe fatto così. Non poteva più aspettare.
- Mizar! Vieni qua,stupido uccello,lasciamo questa topaia. Però se vuoi restare fa pure...sarebbe una liberazione.-
Il corvo però scese volteggiando in cerchio per andare a posarlesi sulla spalla, dove per dispetto le tirò il pircing ad anellino nella parte superiore dell'orecchio.
- A quanto pare non sono così fortunata.- rispose Astrid in tono acido,cercando di scacciarlo.
Ma Mizar non se la prese.In fondo conosceva bene la sua padrona,abbastanza da poter capire veramente quelle parole falsamente dure usate per coprire una fragilità nascosta. In fondo,il corvo assomigliava parecchio alla ragazza.

Pioveva ancora. Astrid seduta al riparo nel taxi osservava distratta le auto che sfrecdciavano tutt'intorno a quella scatoletta di ferro che era la macchina. Di tanto in tanto l'autista le gettava occhiate sospettose.Probabilmente in quel momento si stava ripromettendo di bloccarla non appena avesse accennato mosse strane.Lo sguardo dell'uomo aveva indugiato sulle mani ferite.Lei lo preoccupava.
Beh,non era di certo il primo,pensò amaramente Astrid.
Decise di togliere almeno un peso sia a sè stessa che all'autista.
Non poteva negare di avere con sè due strane gabbie,fre cui una con un corvo arrabbiato,non poteva cancellare il suo essere diversa,almeno non in quel momento, non poteva spiegargli che non si era ferita le mani picchiando qualcuno. Però poteva sollevare l'uomo dall'incombenza di sorvegliarla in caso "tentasse cose strane", e poteva concedersi qualche ora di oblio.
Astrid appoggiò la testa al sedile e crollò in una specie di lungo dormiveglia.

- Sveglia ragazzina,siamo arrivati.-
Astrid aprì pigramente gli occhi grgi e guardò l'autista per qualche istante.
- Grazie.-mormorò.
Fece per cercare i soldi,ma l'uomo la bloccò.
- Lasci stare signorina.La compagnia mi ha avvertito una ventina di minuti fa che suo padre ha già pagato per il suo trasporto...-
- E i suoi soldi?-
- Quando tornerò indietro mi pagheranno.- l'uomo sorrise in maniera molto tirata,forse cercava di farsi perdonare lo sguardo di gelida diffidenza che aveva riservato alla strana ragazzina che lo aveva bloccato in quella mattina uggiosa .
Astrid alzò le spalle.A quanto pare tutto era stato previsto.
Ingiustizia...
Scese sotto la pioggia e provò a caricare i suoi bagagli sul carrello,mentre cercava nuovamente di zittire la rabbia. L'effetto trenquillizzante dell'oblio era esaurito.
Respira Astrid,respira.Non pensare a niente. Concentrati sul caricare il baule su questo cavolo di carrello senza rovesciare Flex o distruggere la gabbia di Mizar. Puoi farcela.
Il taxista intanto continuava a guardarla senza muovere un dito. Alla sua occhiata disperata rispose facendo uno strano gesto con la mano.
Oddio,anche questo...
La credeva una strega malefica,una sciamana,uno spirito. Astrid conosceva il gesto,Vijei lo faceva sempre per prenderla in giro...
No,no,no. Non pensare,non pensare,non pensare...
L'autista continuò a gesticolare,mentre la osservava strizzare gli occhi e combattere con l'ombrello mezzo rotto.
Oh,bene... si sarebbe dovuta arrangiare.
Come sempre.
Era appena riuscita a sistemare tutto,quando due ragazzini la urtarono violentemente,facendola cadere a terra.L'ombrello rotolò via,pioggia e fango le inzupparono i vestiti.
Dovette ricorrere al suo autocontrollo per non tirare fuori la bacchetta da sotto la maglietta e lanciargli una qualche fattura. Oppure,ancora meglio,prenderli a pugni,per sfogare tutta la sua frustrazione.
Sta calma,Astrid. Sta calma.
Infine si ritrovò all'interno della stazione principale di Londra all'ora di punta,con un due gabbie piuttosto vistose (come se non bastasse già lei ad attirare l'attenzione),fradicia di pioggia e con un'anticipo di due ore e mezza. Fantastico.
Sospirando infilò una mano nel borsellino che teneva legato in vita. O almeno ci provò.
Le avevano rubato il borsellino, con una decina di sterline babbane e cinque galeoni. Maledetti ragazzini!Avrebbe dovuto davvero prenderli a pugni.Anzi,meglio una maledizione,visto che non era decisamente ciò che si definiva una campionessa di kung fu.
Sospirando ringraziò per aver chiuso nella sacca violacea la "Vera" borsa dei soldi.Però quelli babbani li aveva finiti.
- Allora Mizar,che si fa?-
Astrid era nervosa in mezzo a tuuta quella gente. Si sentiva braccata,rinchiusa,in gabbia.
Troppe facce anonime,troppe voci indistinte,troppa confusione. La ragzzina si strinse convulsamente addosso i vestiti fradici,rabbrividendo per il freddo e per il crescente senso di claustrofobia.
Scappare... voleva volare via da quella folla soffocante....lontano...
Infine si diresse verso il bagno,ignorando le regole ed entrando dentro con tutto il carrello. Non poteva permettersi di farsi rubare qualcos'altro.
Premette il pulsante dell'asciugatore per le mani ad aria calda e cominciò ad utilizzarlo per rendere i vestiti meno freddi e bagnati. Mentre era a metà dell'opera,si ricordò di avere con sè le valigie e di potersi cambiare.
Stupida.
In fretta frugò nel baule disordinato prendendo le prime cose che trovava,senza nemmeno farci caso.Si infilò in uno dei cubicoli per cambiarsi,sperando vivamente che non le rubassero il carrello. Sarebbe stato pericoloso.
Per i ladri,ovviamente.

Stava decisamente meglio con gli abiti nuovi addosso. Eppure,il freddo non si decideva ad abbandonarla.
Il freddo di chi si sente perduto...il freddo che solo una persona che si è trovata sola,in un paese sconosciuto,senza una casa,senza la sua famiglia può capire....
Forse se si fosse asciugata i capelli ancora umidi,quel ghiaccio l'avrebbe lasciata.
Illusa...
Mentre i il soffio violento del phon le arruffava i capelli intricati,Astrid non potè fare a meno di pensare a casa sua. In quel periodo,di solito, girava ancora scalza per casa, vestita in modo leggero mentre osservava il mare dal moletto diroccato. I capelli fradici le venivano asciugati dal vento leggero,lo stesso che animava le onde troppo vicine.
Casa...
Cercò istintivamente qualcosa di familiare,appartenente soltanto a lei...qualcosa che sapesse di casa...
Involontariamente si ritrovò a fissare lo specchio.
Astrid era alta per i suoi sedici anni,troppo magra e scarsa di seno,immancabilmente vestita di scuro. Bambola gotica, bambola spaventosa,fantasma. L'avevano chiamata in tanti modi per il suo modo di vestire. La gonna asciutta che si era messa era una sovrapposizione di tessuti viola e neri,gonfiata dal tulle della sottogonna. La maglia c'entrava poco (figuriamoci se ne prendeva una in tinta...) ma non le importava granchè. Maniche larghe e troppo lunghe,nastri rossi la attraversavano come ferite aperte.
Diversa...
I capelli corvini,mossi e scuri, che le scendevano ancora umidi sulle spalle contrastavano con la carnagione chiara del viso,coperto per buona parte dalla frangia troppo lunga e stranamente liscia.Le orecchie sbucavano chiare in quella foresta scura,con troppi buchi che ne percorrevano il contorno. Gli occhi di un grigio venato a tratti da pagliuzze di un colore indefinibile , a malapena visibili sotto la coltre della frangia,erano truccati di scuro,cerchiati da aureole nere di matita e eye-liner che miracolosamente non si erano sciolti nonostante tutta l'acqua che aveva preso. Le labbra esangui e carnose erano screpolate, per un gelo che era arrivato troppo presto.
Bambola gotica...
Come al solito teneva le spalle incurvate,come a volersi nascondere dentro sè stessa, stringendosi con la mano libera dal phon la spalla opposta.
Paura...
La sua posizione di difesa abituale.La sua difesa contro il mondo.
Gurdò di nuovo il suo volto,sentendo per un'attimo di comprendere il taxista. Faceva paura.
Eppure,era soltanto lei.Astrid Craw. Cupa,scura, timida,strana. Appassionata,forte,indomabile.
Ecco tutto ciò che le era rimasto di casa. Se stessa.
Una bambolina rotta e insignificante,persa in un mondo troppo grande.

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Questa è la mia prima fan's fiction su Harry Potter,perchè non amo particolarmente usare personaggi creati da altri. Questa storia è nata per esperimento,leggendo sul forum una discussione sulle Mary Sue nel mondo delle fiction su Hp. Ho provato a creare un personaggio diverso dai soliti originali,una ragazza difficile e confusa che non riesce ancora a capire il mondo in cui si trova. Ho evitato il più possibile i tratti della Mary Sue,se ne trovate evidenziateli,cercherò di provvedere.

Nota Bene : La storia è ambientata dopo il quinto libro, non dovrebbe presentare spoiler (almeno per il momento) e non tiene conto dei fatti avvenuti nel sesto.
Momentaneamente non sono ancora del tutto certa degli sviluppi della trama,perciò andando aventi ci potrebbero essere cambiamenti di rating (non oltre l' arancione però) e personaggi.


Altra cosa: questa storia è dedicata a _darkLily_,fantastica scrittrice e fan writer su Harry potter,nonchè mia carissima amica.


Per favore recensite,possibilmente in modo costruttivo,senza farvi scrupoli di alcun genere.Nel senso che,se la storia non vi piace,ditemi senza problemi di darmi all'ippica, spiegandomi però gli errori e le cose che non vi sono piaciute.Grazie tantissime!

Grazie per aver letto!^^





  
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