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Autore: _heyslimshady    13/12/2012    1 recensioni
'La ammiravano per la sua maturità e la sua scioltezza nelle decisioni. Lei credeva in sè. Credeva nei suoi sogni più di chiunque altro.'
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il giorno del diploma. Aspettava quel momento da ben 5 anni.
Era lì, ferma, dovevano ancora chiamarla.
Le batteva il cuore a mille solo a pensare che, passata l 'estate,sarebbe dovuta partire per Roma.
Roma era bella, si era bella, ma mai quanto la sua Napoli.
Per lei Napoli era sinonimo di passione e passione sinonimo di vita.
Ma di lei parliamone più dettagliatamente.
Gaia era una ragazza carina, appassionata, dolce, molto nazionalista e patriottica.
Aveva molti amici attorno ma non se ne rendeva conto. La ammiravano per la sua maturità e la sua scioltezza nelle decisioni.
Non si è mai affezionata a nessuno in particolare, tranne alla sua famiglia e a circa tre ragazzi che si sono susseguiti nel corso della sua adolescenza ma nulla di che.
Dopo di loro vi era un quarto ragazzo, anzi un quarto uomo per la precisione.
Lui no, non era un tipo qualsiasi. Non era il ragazzino che le piaceva nè tantomeno il cugino lontano. Lui era la lanterna che illuminava il suo cuore.
L'aveva aiutata a superare la sua adolescenza senza problemi, senza sottomettersi a nessuno, ma soprattutto senza farsi contagiare dalle mode e dai gusti degli altri, che la consideravano 'fuori moda', quindi poco degna di far parte alle loro ridicole crew.
Viveva di musica. Ma non pop, house o dance. Quella non era musica. Viveva di rock, rock n' roll, hip hop, blues, jazz e... Bruno. Si, Bruno.
Era come un genere a parte per lei. La sua musica non rientrava in nessun genere musicale. Era semplicemente MUSICA DI BRUNO. E continua ad esserlo.
Aveva i suoi dischi anche in vinile. Niente poster, di lui non le interessava la faccia.
Articoli di giornale sì però. Considerava saggio tutto ciò che diceva, perchè l'aveva aiutata ad andare avanti ed era stato solo grazie alle sue parole se ora in lei prevaleva la sua forte personalità.
Sto parlando di Peter, Peter Gene Hernandez.
Ma torniamo a noi. Era in piedi in mezzo a una folla di ragazzi della sua età.
Piangeva.
Era l'unica a piangere.
Piangeva, di felicità.
Si asciugò le lacrime. Paolo,un suo caro amico, le diede una pacca sulla spalla. Entrambi ridevano con i loro occhi lucidi. Lui aveva un sorriso incantevole, ma lei non se n'era mai innamorata. Oltretutto lui sarebbe rimasto a Napoli a frequentare l'università.
Sentì una voce rimbombare: era  il preside che stava distribuendo i diplomi.
'Gaia Scivales.'.
Un brivido le corse dietro la schiena.
Mise in mostra i suoi denti, si fece avanti e ricevette il diploma.
Il preside le accennò un sorriso:'Complimenti.'
Si leggeva bene il labiale di Gaia:'Grazie.'  
Paolo e gli altri suoi amici applaudivano. Lei raggiante, tornava alle sue postazioni.
Fissò l'orologio.
Oddio! Erano già le cinque!
Per le cinque e dieci doveva essere al suo corso di recitazione, non si era mai persa una lezione o aveva fatto un ritardo.
Amava il cinema.
Amava il teatro.
Amava recitare.
Il suo più grande sogno era di diventare un'attrice.
Per questo sarebbe andata a Roma. Per avere più possibilità.
Lo voleva con tutta sè stessa, ma finora si era sentito dire da persone che non l'avevano mai vista recitare cose del tipo: 'Ma è inutile che ci provi, nessuno ci riesce, tanto...' oppure 'povera illusa. Davvero credi di poter diventare un'attrice? Ma sai quanta prestazione e quanta fortuna ci vuole?'.
Si, certe cose la facevano andare in bestia.
E rinunciare era una di quelle.
Ma si era sentita dire tanti di quei no che mancava solo la goccia per far traboccare il vaso.
Fortunatamente, la goccia non era mai arrivata. Gaia si sentiva forte e piena di sè, nulla l'avrebbe fermata da quelli che sarebbero stati i suoi tentativi di costruirsi un proprio futuro.
Prese la sua borsa e andò a recitazione, per fortuna arrivò in tempo. Pensava a cosa sarebbe successo una volta partita.
A Roma la aspettavano un concerto del suo idolo,una casa tutta sua, un'università, una modesta compagnia teatrale e la sua amica a distanza, Gloria, che aveva aspettato con lei 6 anni quel momento.
Intanto però, mancavano ancora le vacanze estive da trascorrere. E perchè non trascorrerle in Sicilia con Sonia, un'altra amica a distanza?
Le amiche a distanza erano le uniche che era capace di definire amiche. Gaia era convinta che quelle con le quali aveva trascorso la sua vita quotidiana finora erano solo 'compagne di viaggio' talvolta false, talvolta noiose, spesso incapaci di capirla del tutto.
Ma loro no, non l'avevano mai tradita, discuteva tranquillamente senza doversi preoccupare che le sue idee fossero fraintese o non capite e soprattutto vi era un fortissimo elemento di legame: il loro idolo, Bruno.

  
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