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Autore: Giova85    01/07/2007    4 recensioni
Hermione torna dopo alcuni anni in America per studiare, e trova lavoro al Ministero. Ma c'è qualcosa di strano nelle feste di benvenuto per i nuovi assunti, ed Harry la mette in guardia...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenta alle feste, Mione

 

 

Attenta alle feste, Mione!

 

Hermione Granger era una strega molto brillante. Si era diplomata alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts con il massimo dei voti, la migliore in circa un secolo.

 

Era anche la migliore amica di Harry Potter, insieme a Ron Weasley. Ora, però, erano quattro anni dall’ultima volta che li aveva visti.

 

Era andata negli Stati Uniti dopo Hogwarts per frequentare l’Università Magica di Miami, e ora era finalmente tornata, essendosi diplomata anche lì.

 

Per prima cosa era andata a trovare i suoi vecchi amici, e non riusciva a credere quanto Harry fosse diventato bello. Uno dei motivi per cui era andata in America era per provare a dimenticare il suo amore per il ragazzo, ma si era trovata più volte a guardare le sue foto nei momenti liberi.

 

Ovviamente in quei quattro anni aveva avuto dei ragazzi, ma nessuno era anche lontanamente vicino ad Harry.

 

Ora, era diventato anche meglio.

 

Comunque, anche lei era migliorata molto, a sentire Harry. La cui opinione, comunque, era un po’ di parte, dato che era segretamente innamorato di lei. Ed ora che era tornata, glielo avrebbe detto.

 

Non subito, ovviamente. Ma dopo che fosse passato un po’ di tempo, e si fossero raccontati tutto dei quattro anni in cui non si erano visti, lo avrebbe fatto.

 

“Allora, Hermione. Cosa pensi di fare ora che sei tornata in Inghilterra?” lui le chiese mentre erano al Paiolo Magico aspettando che le loro ordinazioni arrivassero.

 

“Beh, spero di trovarmi un buon lavoro, qualcosa di cui essere orgogliosa, e poi magari farmi una famiglia” lei rispose. “Magari con te” aggiunse nella sua testa.

 

“Sono sicuro che qualche fortunato si innamorerà ben presto di te, e ti potrai fare con lui una bella famiglia” lui le disse, sorseggiando la Burrobirra che il cameriere gli aveva nel frattempo portato. “E spero di essere io quel fortunato” pensò.

 

Dopo, fecero una passeggiata ad Hyde Park, e infine lui le disse che era stata invitata a cena alla Tana.

 

Lei accettò caldamente, e così si Materializzarono lì.

 

“Hermione, cara!” Molly la accolse con uno dei suoi tipici abbracci.

 

“Mamma, deve respirare, sai” Ginny disse, entrando nella stanza. “E’ bello rivederti, Hermione” la ragazza aggiunse poi, andando lei stessa ad abbracciarla.

 

“Allora, come vanno le cose con Draco?” Hermione chiese. La giovane Weasley si era messa con il Serpeverde nell’ultimo anno del trio. Dopo che, il biondino ebbe provato da che parte stava veramente, uccidendo suo padre e Dolohov che stava di nuovo minacciando Hermione per finire quello che aveva iniziato due anni prima nel Dipartimento dei Misteri.

 

“Ci stiamo per sposare” Ginny disse, mostrando l’anello al dito.

 

“Oh, che bello! Sono contenta per te, Ginny!” Hermione disse, abbracciandola di nuovo.

 

“Beh, dovresti essere contenta anche per me, Granger”

 

Hermione si girò e vide Draco sulla soglia della porta, con una Burrobirra in mano.

 

Ma certo che lo sono, Draghetto” lei rispose, usando il nomignolo che Ginny gli dava nei loro momenti più privati.

 

Entrambi arrossirono moltissimo.

 

“Come fai a saperlo?” Draco chiese, quasi sputando la Burrobirra per la sorpresa.

 

“Non sono la strega più brillante del nostro tempo senza motivo, Draghetto” e con questo se ne andò lasciandoli soli e andando a prendere un po’ d’aria.

 

“Sei davvero splendida, sai” Harry disse arrivandole da dietro e offrendole una Burrobirra che lei accettò.

 

“Adulatore” lei disse arrossendo un pochino.

 

“No, davvero. Mi piace il colore che hanno preso i tuoi capelli, sembra oro antico. Deve essere stato il sole di Miami”

 

“Si, tende a schiarirli…” lei disse nervosamente mentre lui le accarezzava i capelli.

 

E sei anche abbronzata! Stai molto meglio così, sai?”

 

Hermione non ce la faceva più a sentirlo parlare in quel modo. Probabilmente non lo faceva apposta, ma la stava facendo impazzire.

 

Così si girò, gli sorrise e se ne andò.

 

Lui sospirò.

 

“Credo di aver esagerato. Dopotutto è tornata solo ieri. O magari proprio non apprezza che io flirti con lei perché non le piaccio”

 

“Stupidaggini”

 

Harry si girò in fretta, e si trovò faccia a faccia con Fleur.

 

“Ho visto come ti guarda, Harry. E siccome io stessa sono innamorata, e sono una donna, penso di saper capire se e quando un’altra donna è innamorata, tu che dici?”

 

“Non lo so, Fleur” lui disse passandosi una mano tra i capelli.

 

“Devi solo darle tempo. Dalle il tempo di riabituarsi a starti vicino, Harry” la strega francese disse, tornando dentro la casa.

 

E tempo lui le diede.

 

Ogni tanto le mandava un gufo, e si vedevano con Ron, Ginny e gli altri ad un pub, o magari solo loro tre andavano a vedere un film, o cose del genere.

 

Nel frattempo, lei cominciò a cercare un lavoro, e ne trovò uno che le piaceva al Ministero, quindi si iscrisse al concorso e con i suoi voti ottenne senza difficoltà il posto nel Dipartimento per le Relazioni con gli Altri Esseri Magici.

 

Avrebbe avuto la possibilità di migliorare i rapporti tra maghi e Goblin, Centauri, Elfi Domestici e perfino Lupi Mannari e Giganti. Questo era qualcosa che avrebbe voluto fare sin da quando aveva fondato il C.R.E.P.A. ad Hogwarts.

 

Dopo aver firmato il contratto, le fu dato un bigliettino con un indirizzo. 

 

“Questo è il club dove tra una settimana si terrà la solita festa per i nuovi assunti” l’uomo di fronte a lei le spiegò.

 

Annuendo, se ne andò per mandare un gufo ad Harry con la notizia.

 

Lui si congratulò con lei, poi il giorno successivo la sorprese. Le aveva mandato un gufo per invitarla a vedere un film con lui e Ron al suo appartamento, ma quando lei arrivò era tutto tranquillo, tutte le luci spente.

 

Prendendo la bacchetta, lei entrò con attenzione, pronta a difendersi, e accese la luce, trovandosi di fronte a tutti i suoi amici e professori più cari.

 

Uno striscione rosso e dorato aveva scritto “Complimenti Hermione” ed era appeso nel mezzo del salotto.

 

Per tutta la notte festeggiarono, e quando tutti furono andati via, lei lo ringraziò moltissimo per la sorpresa. Poi portarono Ron alla Tana visto che non era in condizioni di andarci da solo, ubriaco come era. Non sarebbe riuscito a fare nemmeno due passi uno dietro l’altro…

 

Lui la accompagnò a casa, e le augurò buonanotte baciandola giusto vicino alla bocca, rimanendo lì magari un attimo di troppo per un semplice amico. Subito dopo, si Materializzò nel suo appartamento.

 

Hermione rimase lì come stordita, toccandosi il punto dove lui la aveva baciata, poi entrò sorridendo ampiamente, e se ne andò a letto.

 

Alcuni giorni passarono, e la sera della festa del Ministero arrivò. Lei era un po’ nervosa, e non sapeva cosa mettersi, quando qualcuno suonò alla sua porta.

 

Lei aprì e si trovò di fronte Harry.

 

“Ehi, che ci fai qui?” lei gli chiese.

 

“Sono venuto ad augurarti buon divertimento” lui le sorrise.

 

Lei lo fece entrare, e lui la consigliò su come vestirsi. La decisione cadde su un vestito rosso che sottolineava perfettamente le sue curve, lasciando molta della schiena scoperta. Alcune ciocche di capelli ornavano il suo viso, e lei aggiunse giusto un tocco di trucco.

 

“Come sto?” lei chiese.

 

“Bellissima” lui rispose, incapace di guardare altrove. “Veramente meravigliosa”

 

Lei sorrise e arrossì un pochino, mentre lui la baciava sulla guancia.

 

“Divertiti, e stai attenta” lui le disse, improvvisamente serio.

 

“Oh, dai, Harry! E’ solo una festa del Ministero!” lei disse, sorridendogli e prendendo la borsa dove c’era l’indirizzo. Prese in mano il foglietto, che doveva essere una Passaporta.

 

Lui non disse nulla, rimase serio finchè lei non sparì pochi attimi dopo.

 

Poi sospirò.

 

“Speriamo che le voci su queste feste siano solo stupidaggini” si disse, andando a casa.

 

Nel frattempo, Hermione atterrò di fronte ad un locale elegante, e si avvicinò alla fila per entrare.

 

Mentre aspettava lesse il nome, “Il Rifugio di Merlino”

 

“Un nome simpatico” pensò tra se e se.

 

Poco dopo diede il biglietto alle guardie all’ingresso, che la fecero passare. Appena dentro, sentì una strana sensazione di calore passarle attraverso il corpo, ma non ci badò e andò subito a prendere qualcosa da bere.

 

Era molto assetata.

 

Quello che non sapeva è che lei, come ogni strega ancora vergine che era alla festa, era stata soggetto di un incantesimo, e ora una croce rossa visibile solo dagli uomini era sopra la sua testa. Beh, anche sopra quella di altre ragazze.

 

“Una Burrobirra” chiese al barista.

 

“Sul mio conto” una voce maschile disse da dietro di lei, e Hermione sentì una mano sfiorarle la schiena per un attimo, e cercò ancora il contatto.

 

“Allora, come ti chiami?” l’uomo che ora si era seduto accanto a lei le chiese.

 

“Hermione Granger. Sono appena stata assunta nel Dipartimento per le Relazioni con Altri Esseri Magici”

 

“Piacere di conoscerti, Hermione. Io sono Alexander Viklus, uno dei segretari del Ministro”

 

Lei lo guardò il più discretamente possibile, cominciando a sentirsi attratta da lui.

 

Era alto, con spalle larghe, giusto un accenno di barba che per lei era molto sexy, e poi aveva capelli castani e occhi blu.

 

Parlarono del più e del meno per un po’, e lei si sentiva sempre più attratta da lui, la strana sensazione che aveva sentito prima quando era entrata ora era tornata anche più forte.

 

“Ti va di prendere un po’ d’aria fresca?” lui le chiese, e lei accettò. Così lui la prese per mano, e la portò fuori sulla terrazza.

 

Appena fuori di vista, lui la baciò appassionatamente, e lei rispose altrettanto  focosamente, inserendo la lingua nella bocca dell’uomo, accarezzando la sua.

 

Lui cominciò a toccarla mentre la baciava, e lei rispose con un gemito delicato.

 

Lui sorrise contro le sue labbra. “Questa bellissima verginella è tutta mia ora” pensò, continuando a baciarla. Lei gemette ancora più forte, e lo baciò con più passione.

 

“Andiamo nel mio appartamento” lui le sussurrò all’orecchio, e lei annuì, così un attimo dopo sparirono.

 

Appena arrivarono lì lui cominciò a spogliarla, e stava quasi per toglierle gli slip quando la porta della camera da letto esplose.

 

Un mago furioso era lì sulla soglia, i suoi occhi verdi fiammeggianti.

 

L’altro uomo non ebbe neanche il tempo di prendere la bacchetta, si ritrovò attaccato al muro quando il nuovo arrivato semplicemente allungò il braccio. Poi entrò nella stanza, facendosi vedere, e Hermione trattenne il fiato dalla sorpresa.

 

Non aveva mai visto Harry Potter così arrabbiato, né aveva mai visto tale potenza venire da lui, neanche quando aveva ucciso Voldemort.

 

Le luci nella stanza continuavano ad accendersi e spegnersi, mentre solo tenendo il braccio allungato Harry schiacciava Alexander contro il muro, senza dare alcun segno di sforzo nel farlo.

 

“Vestiti, Hermione. Ti porto a casa” le disse freddamente.

 

Lei fece come lui diceva e poi uscì dalla stanza. Una volta che lei fu uscita, Harry camminò verso l’uomo.

 

“Prova un altro trucchetto come questo e farò in modo che la tua morte sia lenta e dolorosa. Sono sicuro che sai chi sono e cosa ho fatto. Lascia che ti dica che Voldemort non mi aveva fatto arrabbiare così tanto, e sai bene come è finito” lui disse minacciosamente.

 

Era ormai leggenda come il Signore Oscuro fosse scoppiato in pezzi dall’interno, la sua stessa anima spezzata in pezzettini, quando Harry aveva usato su di lui uno degli incantesimi più antichi, che nessuno era stato capace di utilizzare sin dai tempi di Merlino, dopo che Voldemort aveva usato la Maledizione Cruciatus su Hermione.

 

Poi Harry lasciò libero l’uomo, che cadde sul pavimento, la paura evidente sul suo volto.

 

Appena fuori dalla porta Harry trovò Hermione, a testa bassa dopo che lo shock al vedere Harry lì e così arrabbiato aveva rotto l’incantesimo posto su di lei, e dato che si ricordava tutto ciò che era accaduto quella sera, si vergognava di se stessa.

 

“Andiamo al tuo appartamento” lui le disse freddamente senza neanche guardarla, poi la portò fuori dall’appartamento, la cui porta d’ingresso era a pezzi, e Materializzò entrambi lì.

 

Una volta nel salotto, lei si sedette in silenzio, mentre lui andava avanti e indietro, nervoso.

 

All’improvviso lui parlò.

 

“Per Merlino, Hermione. Ti avevo avvertito di stare attenta, no?” lui gridò, arrabbiato.

 

Ma…”

 

“Niente ma, Hermione. E’ stata solo fortuna che io sia arrivato in tempo, ma stavi per perdere la tua verginità con un perfetto sconosciuto, sotto gli effetti di chissà quale incantesimo. Non ci avrebbe pensato due volte quell’animale. Era così che l’avevi programmata la tua prima volta?” lui disse, furioso, ora i suoi sentimenti erano messi da parte, visto che la necessità di proteggerla come migliore amico aveva preso il sopravvento.

 

“No” lei ammise. “Ma non avevo idea…voglio dire, ho sentito una sensazione strana appena entrata, ma non potevo pensare che una festa ufficiale del Ministero nascondesse una simile insidia…” lei disse, le lacrime che le correvano liberamente sul viso.

 

Lui si sedette vicino a lei, abbracciandola, mentre lei gli bagnava la maglietta con le sue lacrime, aggrappandosi a lui come a una roccia durante una tempesta.

 

“A proposito, come hai fatto a trovarmi?” lei chiese.

 

“Beh, avevo sentito voci su questo genere di comportamenti. Per questo sono venuto ad avvertirti. Più tardi, non riuscivo a stare tranquillo, così ho deciso di venire a controllare. Non sapevo bene il punto preciso dove era il pub, ma immagino che il motivo per cui non è conosciuto al pubblico è proprio per via di queste feste…”

 

Lei continuava a singhiozzare, così lui la accarezzò sui capelli, baciandole la fronte per calmarla.

 

“Poi ho incontrato una giovane strega in lacrime, e le ho chiesto cosa c’era che non andava. L’incantesimo su di lei era già finito, e quindi mi ha detto tutto. Sono corso al club, entrando di nascosto per evitare le due guardie, e poi lì dentro ti ho cercato ma non riuscivo a trovarti. Per fortuna un giovane mago mi ha preso da parte e mi ha detto che ti aveva visto andare via con quel tipo, e dove abitava, e di sbrigarmi se volevo aiutarti”.

 

Continuò ad abbracciarla e a cercare di calmarla come si fa con un bambino spaventato, e finalmente lei smise di piangere.

 

Hermione riuscì a sorridergli debolmente. “Grazie per avermi salvato ancora una volta, Harry” gli disse, trattenendosi dal baciarlo, anche se voleva farlo veramente tanto.

 

“Che ci stanno a fare gli amici?” lui le disse sorridendo ampiamente, e in quel momento la ferì più di quanto perdere la verginità con un estraneo avrebbe potuto. Lei voleva così tanto essere più che un’amica per lui…

 

La verità è che anche lui voleva, ma continuava a tenerlo segreto.

 

“Harry, posso chiederti un favore?”

 

“Certo”

 

“Non mi lasciare sola stanotte” lei disse, appoggiandosi ancora di più a lui.

 

“Non lo farò” lui disse.

 

Poco dopo decisero dia andare a letto, e così lei si cambiò nel bagno mentre lui si tolse le scarpe e si stese, chiedendosi come diavolo avrebbe fatto a passare la notte nello stesso letto di Hermione senza rivelarle i suoi sentimenti.

 

Qualche minuto dopo lei tornò, con la sua camicia da notte rosa, e Harry non riuscì ad evitare di pensare che sembrava un angelo caduto sulla Terra.

 

“Sei bellissima” le disse prima di riuscire a trattenersi.

 

Lei arrossì. “Non dire cose che non pensi” rispose senza guardarlo, la voce che le tremava giusto un pochino.

 

“Non lo sto facendo” lui disse seriamente, guardandola. Lei alzò lo sguardo incontrando il suo, i suoi occhi verdi scuri brillavano per qualcosa che non riusciva a riconoscere. Questo la fece sobbalzare un po’.

 

Entrò poi nel letto, e lui la strinse a se. Al diavolo la pazienza e il darle tempo.

 

Non riusciva a resistere, era troppo attratto da lei.

 

“Hermione, quando ho visto cosa ti stava per fare, io volevo davvero farlo a pezzi, anche più di Voldemort. Non riuscivo a sopportare che ti facesse ciò, vuoi sapere perché?”

 

Lei tremò ripensando al rischio corso, e a come lui aveva terminato la vita di Voldemort facendolo letteralmente esplodere dopo che lui l’aveva torturata.

 

Perché?” lei chiese, quasi piagnucolando.

 

Perché sono follemente innamorato di te, Hermione Granger” lui disse, accarezzandole la guancia.

 

Il cuore le si stoppò in gola, non riusciva a credere a cosa aveva sentito.

 

“Hai detto…?”

 

Che ti amo, si” lui ripeté, sicuro di essere respinto ma almeno non dovendo più nascondere i suoi sentimenti.

 

All’improvviso si sentì spingere sul letto, mentre lei gli saliva sopra e lo baciava con una passione immensa, la sua lingua che gli esplorava la bocca. Lui rispose con la stessa forza ed entusiasmo, e  rimasero così, esprimendo in quel bacio il loro amore, sentendosi come se molti fuochi d’artificio fossero scoppiati in loro.

 

Minuti, o ore, o erano giorni? più tardi si separarono.

 

Anche io ti amo, Harry” lei disse, accarezzandogli i capelli. “E’ per questo che sono partita, per cercare di dimenticarti, ero sicura che non mi avresti mai amata”

 

“Beh, ti sbagliavi di grosso, signorina” lui disse, baciandola di nuovo.

 

“Si, è vero” lei ammise quando si separarono.

 

“Questa è una cosa rarissima” lui la prese in giro.

 

Cosa?”

 

“Hai sbagliato e stai anche ridacchiando” lui le disse, ridendo dolcemente. “Due cose che di solito non si associano con Hermione Granger, la miglior strega ad Hogwarts in più o meno un secolo”

 

Lei ridacchiò ancora, guardandolo. Poi si fece seria. “Harry, ti prego, facciamo l’amore stanotte”

 

“Sei sicura? Dopo quello che è successo? Possiamo aspettare, non devi sentirti obbligata…”

 

“No, Harry. E’ dal settimo anno a Hogwarts che aspetto, non posso più”

 

E così si unirono per la prima volta, suggellando il loro amore da lì in poi eterno.

 

“Ti amo, Hermione Granger” lui le disse dopo, accarezzandole i capelli, con la sua testa che era appoggiata sul suo petto.

 

“Anche io ti amo, Harry” lei disse, e un attimo dopo entrambi si addormentarono.

 

  
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