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Autore: Lady Minorin Lovelace    14/12/2012    2 recensioni
“Non c’è nessuna missione,” ammise il biondo.
“Lo sospettavo,” rispose impassibile il moro.
“Ho chiesto io a Tsunade di farti uscire per oggi…” s’interruppe l’Uzumaki.
“Perché?” lo sollecitò l’Uchiha.
Naruto chinò il capo arrossendo d’imbarazzo. Non era da lui, ma Sasuke tacque per dargli il tempo necessario che gli ci voleva per dire quello che doveva comunicare.
“Ecco, vedi… Lo so che è un po’ presto. Manca più di una settimana, ma io volevo dartelo.”
Attenzione: il fluff qui regna sovrano...d'altronde non poteva non esserlo visto tutta la neve candida che c'è fuori dalla finestra ora e che ha ispirato questa one-shot! Ah...SasuNaru, ovviamente!
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Tsunade | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Fuori nevica...e sì, grazie alla neve mi è venuta voglia di scrivere questa shot pre-natalizia!
E' così fluff che più fluff non si può! Buona lettura! E perdonate gli eventuali errori. L'ho scritta di getto!

Lady Minorin Lovevace


Il permesso di Tsunade


“Quel Dobe è in ritardo…come al solito!” sbuffò il ragazzo moro, facendosi uscire del vapore caldo dalle labbra.

Era stancamente appoggiato a un albero e con le mani in tasca scrutava guardingo l’orizzonte della foresta che si estendeva fuori Konoha. Gli alberi erano coperti di neve e sopra di essi il cielo bianco continuava a fioccare, ricoprendo il villaggio con un manto di tranquillità e pace.

Tese le orecchie per cercare di captare il rumore di passi sulla neve, ma sembrava non esserci nessuno nei paraggi.

“Diamine, mi si stanno congelando le chiapp…” ma improvvisamente gli atterrò di fronte un uomo incappucciato. Il ninja doveva essere saltato da un tronco all’altro senza far rumore, aiutandosi con il controllo del chakra.

Sasuke si mise subito in allerta e in posizione di difesa. Nessuno era mai riuscito a coglierlo così di sorpresa.

Non riusciva a scrutare il volto dello sconosciuto poiché il mantello di un beige chiaro copriva la sua intera figura.

Il moro cominciò a preoccuparsi: aveva avuto il premesso di Tsunade di uscire da prigione. Gli avevano detto che doveva accompagnare Naruto in una missione della massima segretezza, ma gli venne il dubbio che quella fosse solo una trappola.

“Altro che missione. Era tutta una copertura per farmi fuori,” pensò, comprendendo di trovarsi fuori Konoha e che, se lo avessero eliminato proprio in quel momento, tutti avrebbero pensato che l’avevano ucciso durante un tentativo di fuga.

“Maledizione, mi vogliono incastrare!” non se lo sarebbe aspettato un colpo basso da Tsunade. Oltretutto Naruto si fidava ciecamente di lei, ma probabilmente a lui avrebbero raccontato una bugia, gli avrebbero fatto credere che il nukenin aveva ancora cercato di scappare e di abbandonarlo per la seconda volta.

Non l’avrebbe permesso. Non avrebbe lasciato che Naruto soffrisse ancora per lui.

Si mise in posizione d’attacco e attivò lo Sharingan. “Fatti sotto,” intimò allo sconosciuto.

L’uomo di fronte a lui chinò il capo in avanti e si posizionò meglio per rispondere alle sue tecniche.

Sasuke si fiondò contro l’incappucciato a mani nude perché a un prigioniero come lui non era permesso tenere armi.

“Se solo avessi Kusanagi,” si disse, ma non si scoraggiò.

Dopo aver sfoderato un paio di tecniche del fuoco, riuscì facilmente a trafiggere lo sconosciuto con un Chidori, ma, appena sentì la sua mano trapassare il petto del tizio, ne vide svanire il corpo in una nuvola di fumo.

“Un Kage Bunshin!” Sasuke si mise subito all’erta per captare la presenza dell’originale. I sensi erano sotto il loro massimo sforzo e con lo Sharingan osservava attento gli alberi che lo circondavano.

Improvvisamente sentì un rumore di passi che correvano sulla neve, comprimendola.

Sasuke si nascose sul ramo più alto di un albero e attese che l’originale arrivasse. Aveva già elaborato tre differenti piani di attacco.

L’uomo arrivò correndo, si fermò in mezzo alla piccola radura e si chinò sulle sue stesse ginocchia per riprendere fiato.

Poi si rimise dritto e, ancora ansimante, urlò: “Né, Sas’ke! Perché cavolo hai fatto fuori il mio Kage Bunshin?”

Il cappuccio del mantello cadde indietro e scoprì i ciuffi ribelli del suo biondo amico.

“Naruto,” il moro scese dall’albero con un balzo felino e gli atterrò accanto, “potevi almeno farmi capire che fossi tu!” si alterò cercando, però, di mantenere un’aria d’indifferenza.

“E chi altro ti aspettavi?”

“Pensavo…” iniziò senza finire.

“Che cosa?” lo incalzò il biondo.

“Pensavo che fosse una trappola per eliminarmi.” D’altronde non era una cosa così impossibile da immaginare visto quello che aveva fatto in passato.

“Che paranoico!” il biondo scoppiò a ridergli in faccia.

Il moro cercò di ignorare la cosa: “Comunque, perché mi avevi mandato una copia?”

“Per dirti che ero un po’ in ritardo.”

Sasuke sbuffò: “Sarebbe stato meglio farmi aspettare,” un attimo di silenzio, “in cosa consiste la missione?”

Naruto guardò altrove, poi gli disse di seguirlo.

Il moro lo fiancheggiò e si mise a camminare tranquillamente seguendo ogni movimento del biondo.

Naruto camminava con le braccia incrociate dietro la testa e questo gli fece capire che il ragazzo gli stava nascondendo qualcosa. Un dettaglio fondamentale.

“Non sarà coinvolto anche lui nella cospirazione?” sospettò ad un tratto, ma poi scosse la testa dicendosi che era impossibile. Era stato Naruto a riportarlo a Konoha e, dopo tutti gli sforzi che aveva fatto per lui, era impossibile che lo volesse fuori dalla circolazione.

Oltretutto era venuto a trovarlo ogni singolo giorno di prigionia e, anche quando andava in missione, gli lasciava sempre un Kage Bunshin a fargli compagnia.

Sasuke lo trovava un po’ eccessivo, ma almeno in quel modo era sicuro di poter sapere in tempo reale se quel Dobe si stava per far ammazzare o meno.

Durante quelle elucubrazioni i due erano arrivati a un ruscello, dove da piccoli solevano andare ad allenarsi insieme. Vide Naruto avvicinarsi all’acqua completamente ghiacciata, chinarsi e scorrere i polpastrelli su quella superficie liscia e fredda. Poi lo vide alzarsi e voltarsi per fronteggiarlo.

“Non c’è nessuna missione,” ammise il biondo.

“Lo sospettavo,” rispose impassibile il moro.

“Ho chiesto io a Tsunade di farti uscire per oggi…” s’interruppe l’Uzumaki.

“Perché?” lo sollecitò l’Uchiha.

Naruto chinò il capo arrossendo d’imbarazzo. Non era da lui, ma Sasuke tacque per dargli il tempo necessario che gli ci voleva per dire quello che doveva comunicare.

“Ecco, vedi… Lo so che è un po’ presto. Manca più di una settimana, ma io volevo dartelo.”

“Che cosa?” s’incuriosì Sasuke, stringendosi nelle spalle.

“Beh,” Naruto gli si avvicinò diventando ancora più rosso, “il tuo…regalo di Natale.”

Sasuke sbarrò gli occhi: “E tu avresti chiesto all’Hokage di farmi uscire di prigione solo per… darmi il tuo regalo?” Sasuke era perplesso, piacevolmente perplesso. “Non potevi darmelo dentro?”

Naruto gli voltò le spalle, tornando a guardare il ruscello immobile: “Non esattamente e comunque sarebbe stato…” fece una pausa, poi finì, “Brutto.”

Il moro sbuffò divertito. “Brutto?” Lo stuzzicò avvicinandoglisi da dietro.

“Poi stanotte ha nevicato. È così bello fuori quando c’è la neve.”

“Vero,” concordò il moro, abbracciando da dietro i fianchi del biondo. “E il mio regalo?” chiese con insistenza. A questo punto era curioso di sapere che cosa avrebbe ricevuto.

“Che impazienza, Teme!” si lamentò il biondo voltandosi tra le sue braccia per affrontarlo, ma non riusciva a sostenere lo sguardo per proseguire.

Sasuke strinse l’abbraccio per rassicurarlo: “Lo accetterò volentieri, anche se non mi piacesse.”

“Figurati se non ti piace, dattebayo!” sbuffò il biondo.

Sasuke rise di cuore, poi gli si avvicinò ancora di più: “Dai, di cosa si tratta.”

Naruto abbassò per l’ennesima volta il capo, ma poi lo rialzò e guardò il moro negli occhi scuri come quelli di un falco. Sollevò le braccia a cingergli le spalle solide e si alzò in punta di piedi.

Poi lo baciò con delicatezza su quelle labbra sottili che, benché fredde per l’inverno, divennero subito bollenti dopo quel primo contatto.

Sasuke rimase immobile, sorpreso e incredulo.

Poi qualcosa gli si risvegliò dentro e iniziò a rispondere delicatamente al biondo, restituendogli lievi fruscii e carezze mentre l’odore della sua pelle lo inebriava.

“Sasuke,” mormorò il biondo senza fiato.

Il moro si staccò per guardare l’altro negli occhi di un azzurro chiarissimo che rifletteva la neve come uno specchio. Poi gli sorrise a fior di labbra e lo ringraziò con gli occhi, abbracciandolo stretto a sé.

Il loro primo bacio.

Sasuke capì perché il biondo aveva chiesto a Tsunade di farlo uscire e ringraziò mentalmente la vecchia per quel gesto.

“Naruto,” iniziò il moro facendosi serio, “anch’io ho qualcosa per te.” Sciolse l’abbraccio.

Il biondo lo guardò curioso, mentre Sasuke infilava una mano in tasca e ne estraeva un rotolo di pergamena. Poi notò le gote del moro colorarsi leggermente di rosso.

“Questa è, ehm, una cosa che ho chiesto ieri sera all’Hokage quando è venuta a dirmi della missione.” Poi senza altre premesse di troppo gli porse l’oggetto, così che lo leggesse.

Il biondo lo aprì senza esitare e iniziò a leggere.

Era un permesso ed era già stato timbrato col sigillo del Fuoco.

Naruto alzò lo sguardo sul moro: “Ma questo…”

“Appena sarò libero, sappi che non mi aspetto un no di risposta.” Poi continuò: “Tsunade mi ha proposto anche una riduzione della pena, ma l’ho rifiutata. Voglio scontare tutti gli anni che mi hanno dato per i miei crimini. È giusto così.” Poi fece un attimo di pausa per raccogliere il coraggio e chiedere: “Mi aspetterai?”

Naruto gli restituì il rotolo, chiudendolo con cura e chinò il capo, nascondendolo alla vista dell’altro.

Rialzò lo sguardo. Alcune lacrime gli circondavano i lati degli occhi chiari avvolgendoli, ma rischiando di scivolare giù tra le guance scalfite dalle cicatrici.

“Sì,” poi aggiunse allargando le labbra in un sorriso accecante, “sempre.”

Sasuke lo strinse con forza tra le sue braccia e baciò con passione l’uomo che lo aveva salvato sempre e senza riserve.

“Grazie, Naruto.”

Il biondo gli restituì l’abbraccio colmo di gioia, poi gli chiese: “Senti, ma…come sei riuscito a ottenere da quella vecchietta il permesso per un matrimonio gay?”

Sasuke rise e un ghigno si aprì sul suo volto: “Gli Uchiha sanno essere molto persuasivi.”

Naruto preferì non approfondire l’argomento, pensando che fosse meglio non conoscere i lati scabrosi di quella vicenda.

Preferì, invece, afferrare per mano il suo compagno e godersi il resto di quella giornata di libertà.

Forse era arrivato il momento giusto di intraprendere una battaglia a palle di neve. Erano passati troppi anni dall’ultima volta che lo avevano fatto da bambini.

Bisognava rimediare.

   
 
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