Chi sono? Chi ero? Chi sarò? Tipiche domande che rimango lì, inesplorate, intoccabili, finché non arriva quel fatidico momento in cui sei costretta a fartele. Non c'è via di fuga. Devi chiedere a te stessa se sei contenta della persona che sei diventata, o se preferisci tornare indietro, in modo da poter dare una giusta impostazione alla persona che sarai, che sceglierai di essere.
Ma non ci si chiede "chi sei?" se non c'è il giusto motivo, pretesto, per farlo. E per lei, quel momento arrivò quando lui entrò a far parte della sua vita, in un batter d'occhio.
Catturò la sua attenzione nel momento perfetto, quasi come se l'avesse studiato da tempo, come se avesse calcolato tutto. Lei abboccò alle sue lusinghe, ai suoi complimenti, i quali erano differenti dai soliti complimenti che si fanno. Forse per questo non ci pensò due volte a cadere fra le sue braccia, completamente ipnotizzata dal suo sguardo accattivante, dalla sua bocca che si muoveva a ritmo.
Lei, totalmente innamorata di lui. Non le importava del resto del mondo, fondamentale era stare con l'uomo di cui era rimasta folgorata. Anni luce dal suo comportamento abituale, non si riconosceva più, nonostante lui non le prestasse molta attenzione, neanche nei suoi momenti più bui, lei continuava fedele nel loro rapporto, basato sulla sregolatezza. Ma ciò che più ferì lei, fu la sua stessa consapevolezza, fin dall'inizio, che lui era un grosso errore, un grosso sbaglio, un enorme guaio che avrebbe invaso e spezzato la sua vita. Ciò che poi fu.
Le fece conoscere luoghi e cose che erano fuori dalla sua portata, e che non avrebbe mai pensato di fare. Ora solo lei è l'unica a soffrire, l'unica a sentirsi in colpa per non essere stata scaltra, per aver ceduto alle stupide lusinghe di una persona che fu la più negativa, la peggiore mai incontrata nella sua intera esistenza. Quello che è certo per lei ora? E' che è stato tutto un miserabile sbaglio. Lui è stato uno sbaglio.
Neanche le sue ipocrite scuse servirono a farle cambiare idea, riguardo la decisione di abbandonarlo, di spezzare quella relazione così insana e nociva. Perché voleva stare con lei? Cosa c'era nella sua mente malata? La voleva solo per trofeo da mostrare alla gente? Così cieco da non capire neanche perché lei stava male, nonostante non mostrò mai le sue lacrime. Ma era cieco o fingeva di esserlo? Altrimenti gli sarebbe costato troppo sprecare del tempo per la povera, stupida ed illusa ragazza che aveva preso, ingannato, e torturato, fino a trasformarla nella sua bambola preferita. Quello era il suo scopo fin dall'inizio, niente di più, niente di meno. La colpa fu solo sua, cosciente di questo ora, di non essersi accorta che lui non cercava amore, affetto o altro. Era in cerca di una bella ragazza. Non l'ha mai amata, come non ha mai amato nessun'altra. Nel suo vocabolario non esiste la parola amore, non è mai esistita, e chi lo sa se mai esisterà?