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Autore: _Abbey    14/12/2012    3 recensioni
Le gemelle McGibben devo crearsi una nuova vita, ripartire da zero in una cittadina sperduta in Inghilterra.
Impareranno seriamente a conoscere l'amore, l'amicizia, la solitudine..
La vita è un campo di battaglia e questa battaglia si combatte da soli.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Pilot.

Carly scese di corsa le scale sentendo sua sorella gemella urlare dal piano di sotto. Si precipitò in cucina e vide suo padre poggiato al lavandino mentre beveva del caffè dalla tazza che gli aveva regalato qualche anno prima per il suo compleanno. Spostando lo sguardo riuscì a vedere semplicemente la porta chiudersi con uno schianto terribile.
“Cos’è successo?” chiese con la sua adorabile voce flebile.
“Tesoro mio” cominciò il signor McGibben sedendosi su uno sgabello. “Il periodo che sto affrontando a lavoro è abbastanza duro”. Poggiò la tazza avanti a sé. “Non possiamo permetterci più un tenore di vita come questo”.
La ragazza guardava suo padre con sguardo confuso chiedendosi dove volesse andare a parare con quel discorso. Dopo altre parole che le risultavano incomprensibili, Carly riuscì a cogliere la frase più importante:
“Ed è per questo che ci trasferiamo a Kingspot.”
Rimase immobile per qualche istante fissando suo padre come se fosse un alieno.
“Come, scusa?” chiese inclinando la testa verso destra, desiderando con tutto il cuore di non aver capito quello che le era stato appena detto.
“Andiamo a vivere a Kingspot, noi tre!” esclamò l’uomo sperando di riuscire a convincere almeno lei.
La ragazza deglutì con forza, piantò le braccia lungo i fianchi e strinse i pugni.
“Precisamente, papà” cominciò lei con voce falsamente calma “dove si trova Kingspot?”
Mark McGibben rimase spiazzato da quella domanda. Sua figlia Carly era la ragazza più intelligente di uno dei più prestigiosi istituti di Londra. Come non poteva conoscere Kingspot? In effetti, si disse, era alquanto sconosciuta ed era proprio per questo motivo che aveva scelto di andarci.
“Lo scoprirete domani, quando saremo arrivati” tagliò corto il chirurgo poggiando la tazza nel lavandino.
Carly guardava ogni suo singolo movimento a bocca aperta.
“Prepara le tue cose” disse poi una volta arrivato davanti alla porta della sua stanza. “E dillo anche a tua sorella.”
Mark e Jenny non erano mai andati d’accordo. Dopo la morte della signora McGibben il loro rapporto era andato sempre peggio, litigavano per qualsiasi cosa, anche per un toast bruciato. E per questo motivo la più grande –per un solo minuto- delle gemelle e il chirurgo cercavano di non parlare troppo spesso tra di loro. Lui gli lasciava cinquanta sterline sul tavolo del salotto ogni sera e lei, senza problemi, li prendeva e li spendeva a suo piacimento. Carly era quella che ci andava di mezzo. Quella che a Natale preparava il pranzo, si occupava delle decorazioni, comprava i regali e puntualmente vedeva tutto rovinarsi davanti ai suoi occhi perché Jenny e suo padre litigavano. Carly era quella che subiva, senza mai dire nulla. Quella che, anche se amava troppo suo padre, cercava di aiutare sua sorella a non farsi sorprendere mentre rincasava tardi. Carly era quella che andava bene a scuola, per avere delle lodi da parte di suo padre e che doveva sempre sentirsi chiedere perché anche quel giorno Jenny aveva fatto filone. Carly era quella buona, quella perfetta, ma a volte non è abbastanza.
 
Dopo aver sentito quel discorso sui motivi per cui dovevano andar via Jenny non riusciva più a sopportare la vista di suo padre. Urlò un vaffanculo e andò via, sbattendo la porta alle sue spalle. Controllò nella tasca dei jeans e trovò un pacchetto di sigarette. Arrivata al parco si sedette per terra. Alcuni ragazzi davanti a sé giocavano a calcio spintonandosi più volte, cadendo per terra. Uno di quelli si allontanò dal gruppo, poggiandosi a un albero. Lo vide accendersi una sigaretta e non esitò ad avvicinarcisi.
“Scusami” disse con la sua solita voce da dura. “Mi fai accendere?” chiese mostrando la sigaretta e guardandolo dritto negli occhi color nocciola.
“Certo” rispose quello prendendo l’accendino dalla tasca posteriore dei pantaloni.
“Grazie” disse lei dopo aver buttato fuori il fumo ed essersi leccata il labbro inferiore.
“Di niente..” il ragazzo assunse un’espressione interrogativa che non stava affatto male su quel viso perfetto, quasi da modello.
“Jenny” rispose lei alla domanda silenziosa.
“Jenny” ripeté. “Zayn, piacere.” Le porse la mano senza smettere di guardarla negli occhi.
“Non sei di Londra, vero, Zayn?” la ragazza si sedette sul prato, seguita da lui.
“Veramente no” il ragazzo spense la sigaretta per terra. “Sono di una cittadina sperduta.” Jenny annuì, alzando lo sguardo verso i –presunti- amici del tizio accanto a sé.
“Ti reclamano” gli disse facendo un cenno col capo verso di loro. Zayn ignorò quello che gli era appena stato detto.
“Non so perché,” cominciò “ma hai qualcosa negli occhi che mi attira.” avvicinò il viso a quello della ragazza.
Jenny continuava a guardarlo negli occhi, con espressione di sfida.
“Fai così con tutte?” chiese avvicinando pericolosamente le labbra alle sue.
Zayn rise maliziosamente.
“E funziona?” disse lei in un sospiro sempre più vicina a lui.
“Dimmelo tu: funziona?” Jenny scrollò le spalle ancora con le labbra a qualche millimetro le une dalle altre.
“A quanto pare no.” Disse secca alzandosi da terra. Cominciò ad allontanarsi.
“Vieni con noi?” sentì alle sue spalle. Si girò e vide Zayn sorriderle amichevolmente, senza alcun ghigno di malizia, come prima. “Ti offro da bere”.
Jenny raggiunse Zayn che le avvolse le spalle con un braccio e cominciarono a incamminarsi con gli altri ragazzi verso un pub.
 
Carly si rifugiò nella sua stanza: decise che quella sera non avrebbe preparato la cena come al suo solito, tanto suo padre era sempre silenzioso e Jenny non rincasava prima delle due del mattino seguente. Aprì la cabina armadio che era in perfetto ordine come sempre e cominciò a prendere tutti i suoi vestiti, piegandoli con estrema cura e riponendoli nelle valigie aperte sul letto a baldacchino con le coperte rosa. Suo padre aveva detto che non c’era bisogno di prendere altre cose all’infuori dei vestiti, ma non poteva rinunciare a non portare con sé la sua amata collezione di libri. Trovò degli scatoloni in cantina e li ripose tutti dentro, ad uno ad uno, facendo attenzione a non rovinarli.
 
Jenny si sedette sullo sgabello accanto a quello di Zayn. Gli prese il bicchiere dalle mani bevendo tutto d’un sorso il suo contenuto. Lo sguardo di Zayn era tra lo stupito e l’arrabbiato. Ne ordinò altri due. Bevettero tutto d’un sorso.
“Allora, Jenny.” Cominciò lui “raccontami qualcosa di te” disse guardandola negli occhi, poggiandosi al bancone.
“Non c’è niente da sapere che non sia il mio nome.” Prese il cellulare dalla tasca dei pantaloni: cinque chiamate perse. Sua sorella.
“Facciamo le dure, eh?” Jenny alzò le spalle, per poi bere un altro bicchiere di alcool offerto ancora da Zayn.
“Ascolta, non sono un tipo da relazioni. Non sono un tipo che vuole essere corteggiata. Se vuoi infilarmi la lingua in bocca fallo pure, ma evita di cercare di conoscermi e cose del genere.” Il ragazzo alzò un sopracciglio visibilmente sorpreso. Le prese la mano e la portò con sé in un vicolo stretto dietro il pub.
 
 
Era ormai mezzanotte quando Carly si sedette sul letto, le sue cose erano tutte perfettamente impacchettate e tra qualche ora sarebbe partita per una cittadina sperduta, lasciando la sua vita a Londra e cominciandone una nuova. Cominciò a fantasticare su quello che poteva succedere, a Kingspot. Magari lì avrebbe trovato un ragazzo, magari non sarebbe stata solo la ragazza più intelligente della scuola, magari lì il suo rapporto con Jenny sarebbe migliorato,  ed anche quello tra Jenny e loro padre..
Si addormentò in questo modo, con un sorriso sulle labbra e tante speranze nel cuore.
Carly si svegliò di soprassalto quando sentì delle voci provenire da fuori. Si affacciò alla finestra. Cercò di mettere a fuoco una delle due figure. Si, era proprio Jenny. Scese di corsa le scale aprendo la porta.
Jenny era retta a stento da un ragazzo, non l’aveva mai visto prima di allora.
Jenny continuava a dire cose senza senso: era ubriaca.
La vide cascare tra le braccia del ragazzo. Pensò che fosse svenuta.
“Tranquilla, si è addormentata” la rassicurò lui, vedendo lo sguardo preoccupato della ragazza.
“Puoi portarla dentro?” chiese Carly.
Il moro fece un cenno con la testa e seguì la ragazza su per le scale, fino un una camera con le pareti tinte di rosso e vestiti gettati da tutte le parti. La stese sul letto.
“Zayn” disse Jenny mentre dormiva “Mi dispiace non poterti vedere più” concluse mentre si girava per stare più comoda sul letto.
Il ragazzo sorrise, visibilmente in imbarazzo.
Guardò meglio l’altra ragazza.
“Siete gemelle?” chiese.
Lei annuì semplicemente torturandosi le mani.
“Non farti anche tu tatuaggi o i capelli rosa, mi raccomando!” disse poi scherzando, infine se ne andò salutandola con la mano.
Carly rimase imbambolata a guardare ancora la porta da cui era andato via quel ragazzo. Poi si sedette sul letto accanto a Jenny che dormiva tranquillamente.
Sospirò guardando l’ora: ancora quattro ore e sarebbero partiti.
“Jenny..” la chiamò sottovoce. Lei rispose con un grugnito. “Hai preparato le tue cose?”
Un silenzioso “no” arrivò dalla bocca della gemella. Così decise che l’avrebbe fatto lei, tanto non riusciva a dormire, visto che degli occhi color nocciola le comparivano sempre in mente.



 
Questo è il Trailer della Fanfiction qui sopra pubblicata. Spero vi interessi, è da tanto che non scrivo di conseguenza sono leggermente arrugginita! Se vi interessa potete tranquillamente lasciare una recensione, anche se mi dite che fa schifo, sappiate che l'apprezzo comunque!

Abbey

  

   
 
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