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Autore: lovealways    14/12/2012    2 recensioni
Era facile stare con lui. Era estremamente semplice amarlo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Candle Light


“Merda” sibilo tra i denti.
Mi guardo attorno spaesata mentre i miei occhi si abituano fin troppo piano al buio che si è impossessato improvvisamente dell’intero appartamento.  Non può essere!
Abbandono il portatile e così anche la possibilità di finire di rispondere a tutte le e-mail lasciate nella casella di posta per giorni e giorni.
                “Merda” ripeto, come se quell’imprecazione potesse in qualche modo far tornare la luce.
Sbuffo, mi alzo, e sbuffo ancora.
Odio il buio. Mi terrorizza, mi dà ansia.
Cerco qualche candela nei cassetti in cucina, ma poi dell’accendino nemmeno l’ombra. Credo mi stia per venire un attacco di panico, possibile?
Infilo lo stesso paio di Ugg che avevo lasciato con poca cura vicino alla porta, non appena ero entrata. Afferro le chiavi di casa, il telefono ed esco. Sul pianerottolo del quinto piano incredibilmente c’è ancora più buio.
Scendo le scale arrancando, mi tengo al passamano con forza con la paura quasi che lasciandolo possa accadermi chissà che cosa.
Mi fermo davanti alla porta. Fisso, per qualche attimo di troppo, il “4C” laccato in oro appeso su di essa. Socchiudo gli occhi e sospiro. Non dovrei eppure eccomi qui, per l’ennesima volta a bussare alla sua porta.
Quando la apre trovandosi davanti me non sembra esserne sorpreso.
                “È saltato tutto!” esclamo con la voce che assomiglia a quella di una bambina piagnucolona. “Non c’è luce e non trovo una cazzo di candela!”
Lui mi lascia parlare. Non mi interrompe, mantiene la sua solita calma. Mi guarda. E non posso fare a meno di notare il sorrisetto divertito che fa capolino sulle sue labbra.
                “Non ridere di me Liam, sai..”
                “Si, so quanto detesti il buio. Me lo ricordo bene” si fa da parte e mi fa cenno di entrare.
Mi mordo il labbro inferiore, indecisa sul da farsi. Poi mi arrendo e faccio come vuole lui.
Nonostante l’unica fonte di luce siano i lampioni sulla strada, riesco a orientarmi nella stanza con facilità impressionante. Mi lascio cadere sul divano, a peso morto.
Lo sento armeggiare in cucina fino a quando non riappare. Appoggia sul tavolino di fronte a noi un paio di candele e si siede accanto a me. Sorrido senza rendermene conto.
                “Dovresti ringraziarmi” mormoro sfilandomi gli stivali e rannicchiando le gambe al petto. Non serve che dica niente. Le sue espressioni le conosco a memoria, mio malgrado. Ma è così, no? Impari ogni singolo dettaglio, anche il più insignificante, che fa parte della persona con cui stai. “Quelle candele sono un  mio regalo”
Per un secondo, smette di guardarmi. Aggrotta la fronte e strizza gli occhi, cercando di ricordare.
Il suo viso si illumina nel momento in cui ritrova quel ricordo in qualche angolo della sua mente.
                “Hai detto che non le avresti mai usate, che non sarebbero state altre che un soprammobile impolverato”
                “Grazie El”
                “Nessuno mi chiama più così. Sono solo Rachel” mi guarda quasi dispiaciuto. Quel nomignolo era riservato a lui e a nessun’altro. Si avvicina, eliminando un po’ dello spazio che ci separa. Il suo profumo mi stordisce, riportando alla luce troppe cose in troppo poco tempo.
                “Rachel non mi piace, è serio e distaccato”
Il suo sguardo mi confonde. Non sono mai riuscita a dire no a quegli occhi scuri e profondi e grandi e inconfondibili. I suoi occhi sono sempre stati il mio punto debole.
                “Lo so, Liam..”
Sorride. E se non fossi stata seduta quel sorriso mi avrebbe fatto cedere le gambe. Vorrei non mi facesse questo effetto. Vorrei poterlo guardare e non sentire il cuore accelerare o un brivido corrermi lungo la schiena. Vorrei che la sua voce non mi ipnotizzasse, proprio come sta facendo ora.
                “Certe cose sono difficili da dimenticare, tutto qui” sussurra più a se stesso che a me. “Devo ancora farci l’abitudine”
                “A cosa?” domando ingenuamente.
                “A tutto.. svegliarmi senza il tuo profumo addosso, chiedermi che ore sono e cosa stai facendo quando sono dall’altra parte del mondo, sorridere mentre parliamo al telefono, aspettare con ansia il poterti riabbracciare, tornare a casa e sapere che ci sei tu, vedere che ti addormenti mentre gioco con i tuoi capelli, osservarti preparare un esame, prenderti in giro per le cose più stupide..” libera un sospiro frustrato e si avvicina ancora. “Mi manca tutto, mi manchi tu.”
Era facile stare con lui. Era estremamente semplice amarlo.
Poi gli impegni erano diventati troppi, la distanza iniziava a pesare, la privacy pian piano spariva.
C’era differenza tra lo stare assieme a Liam, il ragazzo del 4C, e a Liam Payne, il componente degli One Direction.
Gli sfioro la guancia ruvida per quel filo di barba che probabilmente è troppo pigro per radere. Sorriso appena, ma vorrei scoppiare a piangere.
                “Le cose sono cambiate, ma questo non significa che io non senta la tua mancanza Lì” dico piano sulle sue labbra. “Magari un giorno sarà il nostro momento..”
In un attimo un fascio di luce mi acceca. Le candele tornano alla loro inutilità.
Ritraggo a malincuore la mano dal suo volto. Indosso nuovamente gli stivali e mi avvio alla porta.
Mi afferra la mano e mi costringe a voltarmi.
                “Vorrei chiederti di rimanere” mi prende il viso tra le mani e si china verso di me appoggiando la fronte alla mia.
                “So che partirai di nuovo nei prossimi giorni” devio la conversazione. “Qual è la destinazione?”
                “New York” risponde senza entusiasmo.
                “Divertiti e saluta i ragazzi” dico mentre mi libero dalla sua presa e apro la porta. “Ciao Liam”
                “Ciao Rachel”
E quel breve e banale saluto sa di addio.
 
 
#cosa fare quando per quasi due ore manca la corrente in casa? Apri word e ti lasci ispirare, semplice.
Sono sorpresa di con che facilità mi sia uscita questo ammasso di parole, era da una vita che non scrivevo colpa un po’ della scuola, un po’ perché la mia immaginazione parte e se ne va lasciandomi nello sconforto.
Cosa dire? Beh non saprei nemmeno io. Ma rileggendo mi sono resa conto di quanto sia deprimente questa storia. Non volevo, giuro.
La scelta è ricaduta (di nuovo) su Liam, strano vero? Ma che ci posso fare, lui è.. tutto. è la mia musa ispiratrice.
Fa sempre piacere sapere cosa ne pensate.
With love, Valentina. 
   
 
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