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Autore: Federico    14/12/2012    2 recensioni
Salve! Questa è la mia prima fanfiction su "Bleach", un'AU di ambientazione storica e di genere militare.
1940; in una Londra devastata dai bombardamenti, con Hitler all'apice della sua potenza, il primo ministro inglese Winston Churchill convoca sette eroici soldati di diverse nazionalità, capeggiati dall'intrepido colonnello Isshin Kurosaki, e affida loro un incarico top secret: costituire un commando di militari d'elite, superaddestrati e forniti degli armamenti più moderni, da impiegare in pericolose missioni dietro le linee nemiche, nell'estremo tentativo di evitare che le potenze fasciste vincano la guerra.
I nostri vivranno avventure mozzafiato su tutti i fronti, dall'Africa al Pacifico, da Stalingardo alla Normandia, e vedranno in prima persona le miserie della guerra, scrivendo pagine tragiche della nostra storia: ma soprattutto, diventeranno amici e confidenti, un gruppo affiatato e scanzonato, unito nelle difficoltà e nella vittoria.
Spero che vi piaccia, e di non aver fatto i personaggi troppo OOC. In ogni caso mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate con le recensioni! Ciao a tutti!
Avvertenza: i capitoli saranno 14, e usciranno, salvo contrattempi, ogni due giorni.
Genere: Avventura, Guerra, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Churchill's heroes

 

Mr. Prime Minister

 

Cabinet War Rooms, Londra, 1 agosto 1940

Mentre nei cieli della capitale britannica infuriavano spericolati duelli fra gli apparecchi della Royal Air Force e gli aggressori della Luftwaffe, le bombe piovevano a tonnellate sugli edifici, riducendoli in cenere e e provocando un rumore assordante che si avvertiva distintamente fino in quel bunker sotterraneo, progettato appositamente per resistere a eventi di questo tipo.

Là, fra trasmissioni radio e luci elettriche che mai conoscevano pace, lavoravano senza posa, sette giorni su sette, ventiquattr'ore su ventiquattro, affaccendandosi di là e di qua e pregando di cuore, tutti coloro che contribuivano a progettare e dirigere lo sforzo bellico della Gran Bretagna e dei suoi alleati contro la Germania nazista pur in un momento così difficile, con la disfatta della Francia ancora fresca e bruciante e il panico di un'invasione che cominciava a a diffondersi anche nell'isola.

Seduto a capotavola e avvolto nell'immancabile completo da gentleman inglese, Winston Churchill si cavò dalla bocca uno dei mille sigari che aveva fumato quel giorno, sputando una nuvola di fumo acre e rigirandoselo nelle dita sudate, quindi lo schiacciò nel posacenere e volse con impazienza e nervosismo la faccia grassoccia prima sugli ospiti che erano convenuti al medesimo tavolo e poi sulla porta chiusa.

Diavolo d'un polacco!” sibilò irritato. “E' mezz'ora che ci fa aspettare, manco fosse il re!”.

Nemmeno lo avesse fatto apposta, ed ecco che la porta si spalancò con un boato, lasciando entrare un uomo enorme, vestito con un' uniforme sgualcita, con ispidi capelli a punta, una benda che gli copriva l'occhio destro e un inquietante sorriso da killer.

Costui, senza degnare del minimo sguardo nessuno dei presenti, commentò in un inglese dall'accento est-europeo: “Non ti danno mai un attimo di pace questi crucchi. Sempre bombe, tutto il giorno!”, per poi accomodarsi con malagrazia sull'unica sedia rimasta vuota.

Il primo ministro britannico, ora notevolmente più tranquillo, si alzò in piedi in tutta la propria persona ed esclamò: “Signori qui presenti, a prescindere dal vostro grado e dalla vostra nazionalità, vi saluto come amici e alleati, ma soprattutto come soldati. Vi ho oggi convocati in questo luogo per discutere con voi di questioni segrete e della massima importanza, e affinché possiate fare ognuno conoscenza dell'altro; quest'ultimo è un prerequisito necessario, in quanto per il compito che intendo affidarvi è vitale che formiate un gruppo compatto e ben affiatato”.

Dopo aver scrutato a lungo negli occhi ognuno dei sette ospiti, e aver letto negli sguardi sentimenti misti di curiosità, rispetto e impazienza, Churchill posò con un gesto teatrale una valigetta sul tavolo e ne tirò fuori un dossier composto da vari fogli.

Allora, vediamo un po' di fare l'appello...Colonnello Isshin Kurosaki del British Army, presente?”.

Presente, signor primo ministro!” rispose in tono orgoglioso un uomo robusto sulla quarantina, la barba rada e i capelli a spazzola, il petto costellato di medaglie.

A quanto risulta da questo dossier- aggiunse con ammirazione il premier- avete servito con coraggio e dedizione sul fronte francese e nelle Fiandre durante la Grande Guerra e poi in Egitto, Somalia e Birmania, distinguendovi sempre per ardimento e spirito di iniziativa e rimanendo ferito in parecchie occasioni. Almeno un paio di volte avete salvato il vostro reparto da un sicuro annientamento, esponendovi a gravissimi rischi per la vostra persona...Ichigo Kurosaki?”.

Presente, signor primo ministro!” replicò scattando in piedi e facendo il saluto militare un giovane, poco più che un ragazzo, con rossi capelli arruffati e un volto appuntito e determinato.

Riposo, figliolo, riposo, non sono il tuo superiore...Ora, non credere che io ti abbia convocato qua su raccomandazione di tuo padre. So riconoscere il valore quando lo vedo, e secondo quello che confermano varie fonti, anche se giovane ne possiedi da vendere. Arruolatoti volontario il giorno stesso della dichiarazione di guerra alla Germania, hai condiviso enormi pericoli assieme al colonnello Kurosaki durante la campagna in Belgio e in Francia, e per l'eroismo dimostrato nel frangente dell'evacuazione di Dunkuerque, sei stato decorato e promosso caporale”.

Ichigo, imbarazzato da quelle lodi che provenivano da un personaggio così importante e comunque rispondenti al vero, abbassò lo sguardo arrossendo e Churchill passò al nome successivo: “Signor Byakuya Kuchiki, siete presente?”.

Un giovane, di età compresa fra i venti e i trent'anni, pallido e dalla folta capigliatura nera, solo allora sciolse il suo muto cipiglio e rispose con un sussurro: “Lo confermo”.

Figlio di un politico antifascista costretto a rifugiarsi a Parigi da Torino, allo scoppio della guerra civile in Spagna vi siete recato là per entrare nelle Brigate internazionali, dove avete raggiunto il grado di ufficiale, distinguendovi anche negli scontri con le truppe inviate da Mussolini. Dopo essere stato uno degli ultimi difensori di Madrid, vi siete reso protagonista di un'avventurosa fuga a piedi fino in Francia, nel cui esercito vi siete arruolato al principio del presente conflitto, trovando rifugio qua in Inghilterra dopo la campagna dello scorso maggio”.

L'italiano squadrò i convitati con uno sguardo di ghiaccio e si limitò a sentenziare: “Combatto semplicemente per abbattere la dittatura nel mio paese e altrove. E' il mio dovere”.

Il politico britannico voltò pagina: “Maggiore Kenpachi Zaraki dell'Esercito polacco, presente?”.

L'uomo con la benda, come improvvisamente domato, assentì con un rispettoso saluto militare, dietro il quale si indovinava però un'energia battagliera impossibile da contenere.

Dopo aver combattuto sul fronte orientale nell'Esercito austro-ungarico, avete preso parte alla guerra polacco-sovietica nel 1920 e alla recente guerra con la Germania. Al termine della suddetta invasione, fuggendo attraverso i Balcani, siete riuscito ad arrivare in Occidente, dove, nelle file dell'Esercito polacco in esilio, avete lottato con coraggio in Norvegia e in Francia”.

Kenpachi non rispose, ma era facile intuire che teneva le braccia serrate e digrignava i denti pensando all'infelice destino del proprio paese, risorto al termine della Grande Guerra dopo lunghi secoli di dominazione straniera e cancellato di nuovo dalle mappe dopo appena vent'anni di vita.

Passando al prossimo...Tenente colonnello Jushiro Ukitake delle Forces françaises libres?”.

Oui, mounsier Churchill” replicò con un buffo accento francese un uomo ancora piuttosto giovane, con lunghi capelli precocemente imbiancati che gli cadevano sulle spalle, in apparenza gracile.

Troppo giovane per prendere parte alla Grande Guerra, secondo questo dossier vi siete rifatto con le campagne coloniali: Marocco, Senegal, Ciad e Indocina. Questa considerevole esperienza vi ha fruttato un gran numero di riconoscimenti e promozioni. Poi, una volta tornato in Europa, purtroppo...Mi dispiace molto per la sorte della Francia, ma confido che, con il nostro aiuto, il vostro generale De Gaulle saprà rimettere a posto le cose”.

Lo sguardo dell'ufficiale francese si fece carico di indignazione, la sua bocca si deformò in una smorfia di disprezzo: “Me lo auguro! La vigliaccheria di Petain non fa che disonorare la nostra nazione, e sarà una macchia che non svanirà tanto facilmente”.

Adesso tocca a...Colonnello Shunsui Kyoraku dell'Australian Army, ci siete?”.

Ci sono- confermò con aria sorniona un uomo maturo dalla barba corta e dai capelli raccolti a coda in un inglese australiano piuttosto marcato- ma starei meglio con una tazza di tè”.

Ridacchiando sommessamente per la battuta, Churchill proseguì: “Mi rincresce di avervi separato dal vostro reggimento proprio ora che stanno per scontrarsi con gli Italiani in Egitto, ma credo che le vostre abilità saranno più utili qui che in altre sedi. D'altronde, il servizio da voi prestato nella scorsa guerra nella Nuova Guinea tedesca e nelle Fiandre testimonia pienamente il vostro valore. Ed ora, il nostro ospite speciale...Maggiore Stark? Siete ancora lì?”.

Gli sguardi di tutti si concentrarono su un tale con i capelli lunghi color nocciola e un pizzetto che fino ad allora era rimasto in un angolo, muto e chiaramente scocciato dall'inconveniente.

Per gli amici è “Coyote” ”aggiunse laconico e leggermente irriverente.

Pregherei voi tutti di non divulgare il segreto riguardante il nostro ospite, ovvero che è un ufficiale dello US Army in missione presso di noi, in quanto l'America è ancora neutrale, sebbene amica. In caso di cattura è previsto che il maggiore indossi un'uniforme canadese e si spacci come tale. Le credenziali forniteci sul suo conto sono in ogni caso ottime”.

Scusatemi, signor primo ministro- intervenne il colonnello Kurosaki schiarendosi la voce-non vorrei essere indiscreto, ma...A quale fine siamo stati chiamati qui oggi? A cosa potrebbe mai servire un gruppo così eterogeneo di militari?”.

E' presto detto” soggiunse Churchill srotolando sul tavolo, cosicché la potessero vedere tutti, una carta geografica del mondo, dove erano contrassegnate con colori diversi le ubicazioni di armate e flotte britanniche, francesi, tedesche e italiane alla data del luglio 1940.

Come potete osservare, al momento le forze dell'Asse sono in netta prevalenza rispetto a noi.

Anche se male equipaggiati, gli Italiani hanno preso l'iniziativa sia in Egitto che in Africa Orientale, mentre i Tedeschi controllano ora un territorio che va dalla Polonia all'Atlantico, e mentre parliamo ci bombardano e progettano di invaderci. E dobbiamo ancora vedere come si muoveranno l'Unione Sovietica, il Giappone, la Spagna e la Francia di Vichy...Hitler e Mussolini pensano di aver già vinto la guerra, ma mostreremo loro che si sbagliano, e lo faremo in modo spettacolare. Siete tutti soldati espertissimi e coraggiosi, per cui propongo che costituiate un commando scelto, direttamente agli ordini della Corona e del Primo ministro, finalizzato all'esecuzione di missioni belliche estremamente pericolose e segrete oltre le linee nemiche o sui fronti dove sarà più urgente il vostro aiuto. Spesso un pugno di uomini risoluti può più di una grande armata, lenta da spostare e difficile da gestire. A capo di questa unità pensavo di porre il colonnello Kurosaki e il colonnello Kyoraku, come ufficiali di grado più elevato, ma chiaramente mi aspetto che tutti voi forniate il vostro contributo collaborando con la massima disciplina e armonia. E soprattutto, passatemi l'espressione, fateli neri!”.

Dopo che il primo ministro ebbe finito di parlare, tutti e sette i prescelti cominciarono a studiarsi attentamente: se fino ad allora non avevano fatto che fissarsi a lungo cercando di indovinare dalla fisionomia o dall'espressione del viso che tipo fosse ognuno, adesso che la sapevano più lunga sul conto di tutti potevano già cominciare a supporre quali affinità caratteriali o inimicizie sarebbero sorte all'interno del gruppo, con chi avrebbero voluto essere di pattuglia e di chi si sarebbero fidati durante una resistenza disperata; qualche mente particolarmente acuta e fertile iniziava già a inquadrare e suddividere gli uomini per i vari compiti, pianificando abbozzi di collaborazione e strategie comuni da applicare in qualsiasi situazione, mentre qualcun'altra, fantasiosa o nostalgica, immaginava campi di battaglia che si tendevano a perdita d'occhio, montagne da varcare e fortilizi da assaltare, ponti da minare, guerriglia nella giungla, interrogatori, esecuzione, nascondigli e fughe, dal Mare del Nord al Medio Oriente, dalle foreste ai ghiacci.

Il colonnello Shunsui, però, disincantato e realista, si rivolse a Churchill con un ombra di preoccupazione nella voce: “Perdonatemi, signor primo ministro, ma ho un dubbio. Noi siamo solo sette: per quanto abili e astuti, come potremo fronteggiare formazioni ben più nutrite senza farci ammazzare o prendere prigionieri, in territori che magari non conosciamo?”.

Non preoccupatevi colonnello, prima di ogni missione vi saranno sempre fornite indicazioni sull'obiettivo e mappe della regione il più dettagliate possibile. Anche se le vostre mansioni includeranno principalmente atti di guerriglia e sabotaggio in luoghi favorevoli a queste attività, cercheremo di coordinare i vostri sforzi con quelli delle truppe regolari, in modo che non siate mai veramente soli. Quanto all'equipaggiamento, è giusto che a un'unità d'élite come la vostra spetti il meglio delle armi e delle attrezzature. A tal fine dovrei presentarvi una certa persona...”.

Uscì un momento dalla stanza, e quando vi rientrò era accompagnato da un uomo dai folti capelli biondi, abbigliato con un camice da scienziato, nei cui occhi brillava un lampo astuto.

Vi presento il professor Kisuke Urahara di Pretoria, probabilmente uno dei migliori inventori in circolazione. Sarà lui a fornirvi i giocattolini più sofisticati sulla piazza”.

Il biondo cominciò a parlare con un forte accento sudafricano: “Sono lieto di conoscervi e onorato di servirvi. Ecco, questo è il primo gadget che vi regalo: sembra un normale telefono, con la differenza che non ha fili e funziona con pile a lunga durata. Ingegnoso, no? Lo potrete usare in caso di necessità e per contattarci a missione riuscita”.

Kenpachi prese in mano il congegno e lo fissò estasiato: “Ma davvero? Un telefono che funziona come un orologio? Geniale! Pensate che lo possa usare per chiamare Hitler? Pronto, Adolf?”.

Tutti scoppiarono a ridere, e Churchill e Urahara si osservarono appagati: condividere il riso è spesso il primo passo per un rapporto felice.

Isshin nello stesso tempo stava stringendo le mani ad ognuno, per cementare i rapporti, e ricevette strette sincere e vigorose; ma ciò che lo riempì maggiormente di gioia fu constatare che la stretta più forte e lo sguardo più fiero appartenevano a suo figlio Ichigo.

  
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