Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Shodaime    14/12/2012    5 recensioni
Una breve introduzione alla mia storia.
Diciamo che non mi è piaciuto per niente il modo in cui la Amano ha concluso reborn, in modo deludente e frettoloso, così ho deciso di continuare la storia e sistemare TUTTO quello che lei aveva lasciato in sospeso!
Dare una logica a Reborn non è assolutamente possibile, ma io voglio fare dal mio meglio.
Ho iniziato a pubblicare un capitolo ogni mercoledì dal mercoledì successivo alla fine, quindi aspettatevi un aggiornamento ogni mercoledì =)
Spero davvero che apprezzerete la mia storia e che vorrete lasciarmi un parere!
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti, Xanxus
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Prima di iniziare è necessaria una piccola spiegazione. Ho iniziato a pubblicare i capitoli, uno a settimana, dal mercoledì dopo la fine di Reborn, ma il primo capitolo originale è in versione manga.
Non avendo io assistenti mi era impossibile continuare così per tutti i capitoli, quindi gli altri sono scritti normalmente, o avranno delle illustrazioni, ma mi farebbe piacere che guardaste anche il capitolo originale!
Potete trovarlo qui http://shodaime-r.livejournal.com/657.html

Spero che apprezzerete, vi auguro buona lettura!

Ciao Ciao un paio di balle!

 

Il silenzio era sceso da un pezzo sulla placida Namimori, che nulla sospettava di quello che la aspettava non appena il sole fosse tornato a sorgere, il mattino dopo.
Perfino Gokudera, irremovibile da davanti la porta della camera del suo amato Boss, non aveva resistito al sonno, e ora dormiva beato, la schiena appoggiata alla porta e l’espressione imbronciata che aveva tenuto anche da sveglio.
Tutti dormivano, a casa Sawada. Tutti, eccetto l’un tempo Decimo, ora Neo Vongola Primo.
Disteso nel letto, Tsuna non riusciva a chiudere occhio, tra una riflessione e l’altra.
Il giorno dopo sarebbe stato il giorno della sua cerimonia. Sarebbe stato nominato Neo Vongola Primo davanti a tutta la famiglia Vongola e diversi esponenti delle famiglie alleate.
Sospirò per quella che doveva essere la millesima volta da quando era riuscito a mettersi a letto.
Davanti ai suoi occhi, il Gear risplendeva sulla sua mano nella pallida luce lunare.
“ Boss.” Sospirò, osservando ogni dettaglio dell’anello.
“ Non Boss.” Sospirò di nuovo, coprendo il Gear con la mano.
Un semplice ragazzo di sedici anni, come tanti lo erano nella sua scuola, nella sua città.
Eppure lui non era uno di loro. Non lo era più da tempo.
“ Boss.” Il Gear risplendeva di nuovo sotto i raggi della luna.
Reborn era stato chiarissimo al riguardo.
Non doveva accettare il ruolo di Neo Vongola Primo se non era ciò che davvero desiderava.
“ Ma se non accetterai, a loro lo dirai tu.” Le parole del Tutor, mentre indicava la foto che aveva fatto tempo prima coi suoi guardiani avevano preso possesso della sua mente dalla settimana precedente, e non erano ancora spariti.
E alla fine aveva accettato di prendere il titolo di Neo Vongola Primo.
“ Lo farò per loro. I miei amici.” Tsuna sentì l’armonia del cielo pervadere i suoi sensi “ La mia famiglia.”
 
 
 
Il mattino seguente, casa Sawada era più simile a uno zoo di quanto non lo fosse di solito.
Forse era la tensione. Forse era la notte insonne appena trascorsa, ma Tsuna si sentiva ancora più confuso del solito.
E Lambo che salvata dal letto alla scrivania e dalla scrivania alle sue spalle non aiutava minimamente a placare l’atmosfera febbrile.
“ LAMBO-SAN VUOLE LA FESTA!” Sentenziò il bambino a pieni polmoni, prima di venire agguantato provvidenzialmente da un Gokudera furibondo.
“ Datti una calmata, Scemucca! Stai disturbando il Boss!” Lo sgridò, prima di prostrarsi al suolo e costringere Lambo a fare la stessa cosa.
“ Non sono riuscito a fermarlo! Mi perdoni Dec- ehm, cioè... Primo!” Una risata nervosa lasciò le labbra del guardiano della tempesta, mentre implorava perdono per la sua autodeterminata inefficienza come braccio destro.
Tsuna sbagliò per la tredicesima volta a fare il nodo alla cravatta.
La porta di camera venne spalancata con tutta la noncuranza del mondo.
“ Yo Tsuna!”
“ Buongiorno Sawada!”
In un attimo Gokudera era in piedi, completamente dimentico di Lambo e sbraitava in faccia a Yamamoto, ridente come al solito, e Ryohei, estremo anche nel completo elegante.
Tsuna sospirò, e di questo passo non mancava molto all’embolia.
“ Smettetela di fare baccano. Non vorrete disturbare Nana!” Reborn piombò in mezzo ai ragazzi, portando con sé il panico di Tsuna e il silenzio.
“ Siamo estremamente in ritardo.” Notò Ryohei, ormai abituato al terrore che spandeva dal piccolo ma minaccioso corpo di Reborn.
“ La macchina ci aspetta da venti minuti, siete voi che state perdendo tempo.” Li freddò Reborn, scegliendo il suo posto preferito: la spalla di Yamamoto.
A Tsuna si bloccò l’ennesimo sospiro in gola.
“ Siete pronto?” Gokudera si girò raggiante, così come sorridevano Yamamoto e Ryohei.
Tsuna si costrinse ad annuire.
“ Andiamo.”
 
 
 
Il Parco di Namimori, quel giorno, appariva ai passanti come interamente circondato da un nastro bianco e rosso, a cui erano appesi a distanza regolare cartelli di pericolo.
C’era una fuga di gas in corso, dicevano.
Ma la realtà era tutt’altra.
Un lungo tappeto rosso partiva dall’ingresso e proseguiva fino a terminare davanti a un piccolo palco semplice e poco decorato, sul quale il Nono Boss dei Vongola attendeva in soddisfatto silenzio.
Il numeroso pubblico, dapprima annoiato, si affollò curioso intorno al tappeto nell’istante in cui Tsuna mise piede fuori dalla macchina, per iniziare a percorrere la strada che lo avrebbe portato al suo destino.
Il nervosismo gli pesava sulle spalle come se Lambo ci stesse ancora saltellando sopra, e la tentazione di alzare le mani verso il nodo della cravatta provvidenzialmente sistemato da Gokudera appena prima di scendere per avere qualcosa da stringere era forte, eppure il ragazzo si controllò, cercando di mostrarsi sicuro e determinato.
Lungo i suoi passi, scrutando tra la folla, scorse diversi volti familiari. Dai membri del CEDEF, ai membri della famiglia Cavallone, ai suoi stessi guardiani, ma fu solo quando Incrociò gli sguardi raggianti di Kyoko, Haru e Chrome, ferme in prima fila accanto al palco, riuscì a sentire un po’ del peso che aveva sullo stomaco sparire.
Peccato però, che tornò tutto non appena si trovò in piedi al fianco del Nono, pronto a prendere la parola.
Era quasi ridicolo pensare a come il leggero vento tra i capelli, il tepore del sole sulla faccia, il cinguettare degli uccellini, sembrassero unicamente elementi di un sogno.
Fu la voce del Nono a rompere quell’illusione.
“ È un piacere avervi tutti qui riuniti oggi per celebrare l’insediamento come Primo Boss della Neo Vongola famiglia, di Sawada Tsunayoshi” Iniziò, rivolgendosi al pubblico numeroso quanto attento. “ Nonché come mio successore e...”
 “ Shishishishishi. Che tremenda imprecisione.”
Nonostante la posizione rialzata del palco, e la lontananza dell’interlocutore, quella risata fu abbastanza per interrompere l’accoratissimo e lieto discorso del Nono.
Con una serie di sussurri tra il sorpreso e l’indignato, la folla si girò come un sol uomo verso un albero appena a sinistra del palco, al quale stava appoggiato un giovane con capelli biondi, coroncina in testa, e divisa dei Varia indosso.
Belphegor, assolutamente a suo agio in una situazione che metteva in mostra la sua regale persona, ignorò i bisbigli e gli sguardi irritati, per avanzare svogliatamente verso il palco.
“ Da quello che mi risulta siamo qui per festeggiare il Primo Boss della Neo Vongola famiglia.... non il Decimo Boss della famiglia Vongola.” Sorrise come suo solito, il Principe, nel salire sul palco con un salto e avvicinarsi a Tsuna, irridente come una maschera, le mani saldamente nascoste nelle tasche della divisa.
“ Che vorresti dire?” Indignato, il Nono si fece avanti, frapponendosi tra lui e Tsuna, in tutta la sua dignità.
Belphegor, dal canto suo, lo ignorò.
“ Semplicemente” Rispose “ che quel posto è rimasto vacante.”
All’ingresso del parco, mentre lui parlava, una certa agitazione smosse le ultime fila di invitati, che si affrettarono a spostarsi per far passare chiunque fosse la causa di tanto sussurrare.
“ Ed è già stato occupato” Concluse intanto Bel, noncurante.
Dall’ingresso del parco, un paio di occhi rossi si piazzarono addosso a Tsuna, e quel peso sullo stomaco che fino a poco fa era andato via via alleggerendosi, tornò sotto forma di macigno.

   
 
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