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Autore: Jo_The Ripper    15/12/2012    10 recensioni
[Terza classificata al contest: "Chi è il mostro?" Indetto da MisticSword]
La sua vita era sfumata, andando alla deriva ogni giorno di più.
La vita del bambino minuto e gracile nato nell’odio della guerra, che portava sulle spalle il peso dei torti della sua gente. Essere malvagio era ciò che tutti si aspettavano da lui. Doveva interpretare il ruolo del mostro dal quale i genitori mettevano in guardia i propri figli prima di andare a dormire...
Ma nell’arazzo del destino tessuto dalle Nornir, può un dio rinnegato, subdolo, falso doppiogiochista senza possibilità di redenzione, la cui mente è ottenebrata dalla ricerca di vendetta e riscatto, diventare vittima del suo stesso inganno?
“Skuld, non vorrai mica rivelargli il futuro?”
“Il futuro… certo che no! Ho guardato il suo, ed è proprio quello che mi aspettavo.”
“E allora cosa hai intenzione di fare?” chiese Urðr.
“Vedrete. Stavolta il nato Jötunn imparerà una grande lezione, e compirà il suo destino.”
Skuld sorrise. Lei aveva visto il futuro che attendeva il giovane principe di Asgard.
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Let's start over again
Why can't we start it over again
Just let us start it over again
And we'll be good
This time we'll get it, get it right
It's our last chance to forgive ourselves

Muse – Exogenesis Symphony Part.III Redemption
 
[Ricominciamo da capo/perché non possiamo ricominciare da capo?/diamoci la possibilità di ricominciare da capo/e staremo bene/ questa volta faremo le cose giuste/ è la nostra ultima possibilità di
perdonare noi stessi]

 
Quando riapro gli occhi mi trovo disteso su un soffice manto erboso, ai piedi di un albero dalla folta chioma. I rami mossi dal vento proiettano giochi di luce ed ombra sul mio viso.
Tutto è così calmo e tranquillo, avvolto da una coltre dalle sfumature iridescenti…
Sollevo il capo e realizzo dove sono, stupito.
Sono ai piedi di Yggdrasill.
“Finalmente ti sei svegliato” Urðr è in piedi vicino a me e mi tende una mano per aiutarmi ad alzarmi. La prendo tirandomi su, ancora confuso da ciò che sta succedendo.
“Io sono…”
“Sì, sei morto” conferma lei.
“Allora perché sono ancora qui?”
“Perché c’è un’ultima faccenda in sospeso che io e le mie sorelle dovevamo portare a termine. Ma ora vieni con me, c’è qualcuno che è veramente ansioso di vederti” mi risponde sibillina accennando un sorriso.
Seguo la donna dai capelli grigi fino ad un punto tra la fonte ed il loro arazzo.
Scorgo le figure di Verðandi e Skuld intente a tessere, ma c’è un’altra presenza con loro.
Capelli dorati che ricadono in una massa opulenta sulle spalle, il corpo flessuoso avvolto in una lunga veste bianca che le dona un’aria eterea e leggera, occhi azzurro ghiaccio che incontrano i miei. Le sue labbra si aprono in un sorriso radioso, Gil muove passi veloci verso di me, facendo un cenno di saluto con la mano.
“Ti stavo aspettando” dice fermandosi a pochi centimetri da me.
“Ti ho raggiunta”
Continua a sorridermi ma la domanda nasce spontanea sulle mie labbra.
“Ma come abbiamo fatto a rivederci, noi siamo…”
“Sì” mi interrompe “Siamo morti”
“Ragazzi vi prego avvicinatevi, mi innervosisce avervi alle spalle” si fa sentire Skuld.
Gil mi prende per mano e mi conduce dalle Nornir, facendomi sedere di fronte a loro su un tappeto di foglie cadute.
“Vi starete chiedendo perché siete qui e non siete già passati dall’altra parte” esordisce la dea del presente distogliendo un attimo i suoi occhi ambrati dalla tessitura.
“Ebbene, siamo qui per raccontarvi una storia, una storia che ha unito te, nato Jötunn, e te, Gillian di Midgard” continua la dea del futuro.
“E così, Skuld, il nostro non è stato un incontro casuale” sottolineo indicando prima me e poi Gil.
“No, è stato deciso dal Fato per riportare indietro la divinità perduta” replica lei.
 
Con un cenno del capo io e la dottoressa le sproniamo a cominciare il loro racconto.
 
“Dovete sapere che molti secoli fa, prima della vostra nascita, alla corte di Odino vi era una divinità chiamata Eir(*). Appartenente alla stirpe degli Æsir, Eir era nota tra le file delle valchirie per la sua abilità di "scegliere i morti" dal campo di battaglia e di risvegliarli. Potete ben immaginare come questo suo talento fosse ricercato da tutti, così Odino, per mettere al sicuro la giovane, la mandò su Midgard, rendendola umana, ma non privandola dei suoi poteri. Eir visse tranquilla in un villaggio della penisola scandinava per due decadi, si sposò e partorì due bambini, un maschio, ed una femmina alla quale trasmise i suoi poteri di guarigione. Purtroppo la dea fu accusata di stregoneria dalla gente del paese nel quale viveva e venne arsa sul rogo. Ma sua figlia riuscì a fuggire” racconta Urðr.
“Fu allora che venimmo a conoscenza della profezia” continua Verðandi “La profezia diceva che un figlio di Odino avrebbe riportato la divinità perduta alla sua dimora e lei avrebbe contribuito alla sua salvezza. All‘inizio pensammo che fosse stato prescelto Thor per questo compito e che la ragazza in questione fosse la midgardiana Jane”
“Ma c‘eravamo sbagliate. Il prescelto eri tu, Loki. E Gillian…tu devi avere dentro di te il maggior potenziale magico da generazioni. Vedete, il potere di Eir si trasmetteva soltanto alle discendenti donne e tu con la tua professione di medico hai coltivato il tuo dono. Sei la sua reincarnazione all’apice dello splendore”
“Ma io non ero capace di salvare tutti i miei pazienti, né tantomeno di resuscitare i morti…” replica lei al commento di Skuld.
“I tuoi poteri hanno cominciato ad attivarsi maggiormente quando hai incontrato Loki, stimolati dalla sua magia. Quella sensazione che ti spingeva verso di lui perché se l‘avessi conosciuto avresti scoperto qualcosa di importante, il fatto che tu sia riuscita a salvarlo dopo che gli avevano sparato, il fatto che da allora tu sia riuscita a guarire anche i pazienti più gravi…era questo. Loki aveva il compito di liberarti dal tuo involucro mortale e riportarti a casa”
Gil soppesa le parole e fa un cenno di conferma con il capo.
“È vero, da quando l‘ho incontrato e ci siamo cominciati a conoscere la mia percentuale di successi nelle operazioni è aumentata. Per non parlare del fatto che ero capace di scoprire una sua bugia ad un chilometro di distanza” mi da un leggero colpo con la spalla.
“Quindi ciò che state provando a spiegarci è che lei sarebbe dovuta ugualmente morire per poter tornare ad essere una dea? Che razza di destino è questo?” esclamo nervoso scattando in piedi. Mi sento pervaso da una frustrazione mista a rabbia che mi irrigidisce le membra. Mi costringo a calmarmi, anche se mi sento preso in giro. Comprendo che tutto questo non è stato altro che un piano nel piano: cercando di mettere Gil in salvo l’ ho invece condotta esattamente verso il suo destino. Ed è stato proprio a Skuld che avevo chiesto consiglio! Lei sapeva già tutto ma la cosa doveva apparire come una mia scelta disinteressata…ed è stato così.
“Lei doveva tornare tra noi e tu hai ottemperato al tuo compito, dio del caos” replica inacidita “Quante cose hai imparato durante il tuo soggiorno su Midgard? Puoi ancora considerarti la stessa persona di prima? Senti che qualcosa è cambiato in te, Loki? Lo sai che è così, altrimenti non mi avresti chiamata per chiedermi un consiglio, e non avresti scelto di tentare il tutto per tutto per salvarla. Per quanto tu possa sentirti raggirato pensa che in realtà hai compiuto un’azione degna di rispetto” mi rimbecca la dea del futuro. Gil inclina il capo verso di me, posando le mani sulle ginocchia e sorridendo.
“A questo proposito, adesso che abbiamo messo un punto a questa strana faccenda della divinità, alla quale mi riesce ancora così difficile credere, vorrei parlare con Loki. Posso?”
“Certo” risponde Urðr pacata, evidentemente intenzionata a placare il battibecco tra me e Skuld. Mentre aiuto Gil ad alzarsi le sento borbottare qualcosa come “Quel piccolo impudente non mi è più così simpatico”.
Pazienza, me ne farò una ragione.

 

 
***

 


Io e Gil camminiamo attorno all’albero del cosmo tenendo le dita intrecciate, quando lei lascia la presa e si posiziona con la schiena contro la corteccia.
“Sai” esordisce “Mi piace qui. Non provavo una tale sensazione di quiete da così tanto tempo. Mi riesce così strano pensare di essere una dea…non so, credo che sia una cosa alla quale devo abituarmi. Tu invece, devi essere già abbastanza allenato, vero? Sei Loki, il dio degli inganni” quelle ultime parole dette con tono giocoso mi portano a distogliere lo sguardo, irrigidendomi. Sento di doverle dire qualcosa.
“Gil, io…”
“Shhh” si scosta dall’albero posandomi le dita sulle labbra “Non c’è bisogno che tu dica niente, ho sentito tutto. Mentre ero intrappolata in quel limbo tra la vita e la morte, sono riuscita ad ascoltare la tua confessione. Io non ti odio per ciò che mi hai fatto, Loki. So che stavi provando a salvarmi, semmai odio ciò che per anni hai fatto a te stesso, questo tuo trasformarti in una creatura senza cuore” scosta le dita dalle mie labbra, abbassando lo sguardo e cominciando a giocare nervosamente con un lembo della sua veste. Indago i suoi gesti, comprendendo che sta cercando di dire ancora qualcosa, infatti sembra scuotersi dall’imbarazzo e ricominciare a parlare. Ed io mi scopro ansioso di udire le sue parole.
“Io ho desiderato di potermi svegliare solo per poter rispondere alla tua domanda, ma ero troppo debole che alla fine beh…hai visto com’è andata. Quindi, se vuoi, chiedimelo di nuovo” smette di torcersi il vestito e con un gesto gentile mi passa le dita sulla guancia con un tocco lieve. Ha uno sguardo così limpido e sereno che sento la mia tensione scivolare via piano, trovando la forza di rifarle quella domanda alla quale non avevo ricevuto risposta.
 
“Puoi perdonarmi?”
Lei sorride “Sì Loki, io ti perdono”
 
Ed è in quel momento che sento qualcosa dentro di me ricompattarsi. All’improvviso mi rendo conto di star piangendo. Ne sono meravigliato ed insieme felice. Da quanto tempo non riuscivo a versare delle lacrime? Non lo ricordo. Pochi attimi fa provavo un’angoscia che mi serrava l’anima, traboccavo infelicità, mentre adesso si è fatto largo in me un caldo guizzo di liberazione. Il dolore è andato scemando, lasciando spazio ad un luminoso fuoco divampante costituito da una nuova forza pulsante nelle mie vene.
Rivedo scorrere davanti ai miei occhi una vecchia storia, taciuta troppo a lungo, e ad ogni immagine, suono, sensazione, il peso della mia anima lacerata dalle colpe, il fatto di essere un reietto, un mostro, viene sostituito da uno spiraglio di pace che si allarga sempre di più, una ferita sanguinante che da tempo mi lacerava l’animo e che è stata finalmente risanata da quelle parole.
Gil si fa avanti e mi abbraccia, mentre insieme le nostre lacrime si infrangono al suolo.
Lascio andare un lungo sospiro, finalmente mi sento leggero, libero, salvo.
“Guarda guarda, il mio ghiacciolino alla fine si è sciolto” scherza Gil asciugando con il pollice una lacrima sulla mia guancia.
“Sei tu ad essere la solita sentimentale” replico sarcastico, ridandomi un contegno.
“Sì, non sono cambiata di una virgola” si puntella i fianchi con le mani orgogliosa.
“Adesso sei una dea, devi comportarti come si conviene. Devi mostrare una forte tempra” la ammonisco.
“Oh no, io continuerò ad essere me stessa, con l’aggiunta di una marcia in più” mi fa l’occhiolino.
“Allora, cosa faremo adesso?” le chiedo dopo una breve pausa. Lei si stringe nelle spalle.
“Non lo so, suppongo potremo fare quello che vogliamo... Quale finale potrebbe esserci per Loki, il dio degli inganni ed Eir, la dea della salvezza?”
Dopo aver riflettuto brevemente le rispondo “Non ci sarà alcun finale, ci sarà un nuovo inizio”
“Non potevo chiedere di meglio” afferma lei prendendomi la mano e cominciando a camminare.
“Ah, comunque ricordo bene della notte a casa mia…sai, il bacio…” dice sottolineando l’ultima parola con finto disinteresse.
“Mi fa piacere che la tua memoria sia così efficiente” rispondo pacato, ma lei continua.
“…e così ho il sapore della salvezza e il profumo della libertà, eh? Mi hai fatto così tanti complimenti mentre ero incosciente…sei stato davvero carino!” esclama entusiasta.
 “Non so di cosa tu stia parlando” rispondo disinvolto, cercando di dissimulare il disagio creato dalle sue parole imbarazzanti.
Lei ridacchia stringendosi a me “Sei un bugiardo, ma mi piaci anche per questo”
Ed un sorriso spontaneo e sincero nasce sul mio viso.
 
Non so quale sia il destino finale delle nostre anime, forse dovremo attendere la fine del mondo, o andare incontro all’infinito, cominciando un nuovo ciclo.
Abbiamo un’eternità a nostra disposizione per scoprirlo, ed è davvero un lungo tempo.
È finito il tempo delle bugie, degli inganni, delle vendette.
È finito il tempo in cui non ero altro che un dio rinnegato, subdolo, falso doppiogiochista senza possibilità di redenzione, odiato ed evitato da tutti.
È finito il tempo del mostro dagli occhi colore del veleno, invidioso e vendicativo, folle ed assassino.
Adesso mi lascio alle spalle la mia vita d’ombra per camminare verso la luce che tanto desideravo.
Ho trovato un porto sicuro che non abbandonerò tanto facilmente.
Ho trovato il luogo al quale appartenere, dove poter ricominciare.
L’imperdonato ha finalmente trovato il perdono.

 

 
FINE

 

 
Note

(*)Eir -che significa "aiuto" o "misericordia" in norreno- è una dea della mitologia norrena. Le si attribuiscono tutte le doti dell'arte medica, della quale era anche nume tutelare, e in particolare di tutte le erbe medicinali; si narra che fosse addirittura capace di resuscitare i morti.
È una delle dee sulla montagna Lyfia. Era buona amica di Frigg ed è menzionata come una delle sue dodici damigelle. Essendo un grande medico, Eir è la patrona di tutti coloro che lavorano nella medicina. Si narra che rigenerasse la salute di tutte le donne che la cercavano e che insegnasse solo alle donne le sue tecniche segrete. Per questo solo le donne potevano intraprendere la via della medicina nella Scandinavia. È soltanto accennata nell'Edda in prosa di Snorri Sturluson e in alcuni kenning.
 
(**) Per questo finale mi sono ispirata al mito di Líf e Lífþrasir. La leggenda narra infatti che al termine del tempo le forze del caos prenderanno il sopravvento, spezzando le loro catene. Guidate da Loki, daranno il via al Ragnarök, la battaglia finale tra la luce e la tenebra. Le due forze contrapposte si annienteranno a vicenda, distruggendo con loro l'intera creazione. Dalle sue ceneri, tuttavia, un nuovo mondo risorgerà, una nuova coppia originaria, Líf e Lífþrasir (salvatisi dal Ragnarök nascondendosi nel bosco di Hoddmímir o nel frassino Yggdrasill a seconda delle varie credenze), ripopolerà Miðgarðr, ricominciando così un ciclo di ascesa e decadenza.
 
***
“E così finisce qui questa commedia!” cantava il Genio della lampada di Aladdin.
Ebbene eccoci qua, siamo giunti alla conclusione di questa storia. Allora, ve l’aspettavate? Diciamo che non potevo lasciare le cose a quel modo, sarebbe davvero stato ingiusto, ed io non sono poi così perfida…
Dovete sapere che secondo la mitologia norrena, tutti sono parte di un piano predestinato, il Fato conduce chiunque esattamente dove vuole, ed è appunto ciò che ho immaginato per i miei personaggi: Loki ha voluto ribellarsi, ma ha ottenuto esattamente la reazione opposta, la libertà viene conquistata solo con la morte, quando il destino è ormai compiuto.
Spero che in questo periodo insieme abbiate apprezzato l’evoluzione che volevo mostrare del mio Loki, come da un ‘mostro’ sia potuto diventare una creatura meritevole di perdono.
Volevo che si potesse vedere oltre il matto che se ne va in giro per New York con i chitauri e che ha voglia di mettersi a conquistare a destra e a sinistra.
Come già detto, c’è una storia dietro ogni persona, ed io ho voluto raccontare la sua.
Se sono andata troppo OOC con il personaggio chiedo venia, ho fatto il possibile per mantenermi fedele all’originale Marvel e mitologico, non volevo mostrarvi un dio che fa piani alla cavolo, ma uno paziente e meticoloso, capace anche di mostrare un lato più umano.(o almeno quella era la mia intenzione XD)
Quanto al suo rapporto con Gil, ho volutamente mantenuto una situazione in bilico tra amicizia e qualcosa di più, molto ambigua; infatti come avrete potuto notare non ci sono grandi dichiarazioni di amore eterno, sarebbe stato fuori luogo e non era quello che avevo in mente, spero non ve ne abbiate a male.
Il finale è però aperto a tutte le possibili interpretazioni, quindi lasciate anche vagare libera la vostra immaginazione! Devo però avvisarvi che questa storia non avrà un sequel, questo sarà il mio glorioso (?) addio alle scene di The Avengers, dove resterò solo in qualità di lettrice.
A tutte/i voi che avete seguito, letto, preferito, ricordato la mia storia, vanno tutte le mie parole di gratitudine, sempre troppo poche per esprimere quanto io abbia apprezzato.
Bene, dopo questo enorme sproloquio, direi che posso anche lasciarvi il compito di sparare a zero su questo ennesimo parto della mia mente contorta. Attendo i responsi finali dai vecchi lettori, ed anche dai nuovi che incapperanno in questa fanfiction e vorranno lasciarmi la loro opinione :D
Se comunque avete apprezzato la mia storia e avete voglia di continuare a seguirmi, sappiate che sto per cominciare a lavorare ad un' originale per la sezione angeli e demoni, quindi…stay tuned!
Grazie mille ancora, di tutto.
La vostra affezionatissima
Jo
 
  
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