Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Mad dy ness Zalk909192    15/12/2012    0 recensioni
Io non lo amavo. Io non credevo e non credo nell’amore, l’amore è una cosa da idioti, è il non rendersi conto di essere schiavi, l’amore come lo intendono i più è vuoto ed inutile. Non porta a nulla.
Quindi no, non potevo amarlo. A quanto pareva, a lui non interessava.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






E PENSARE CHE IO NON CREDO ALL’AMORE






 
“Sono sicura di star sbagliando qualcosa.”, è stato il mio primo pensiero.
Non sapevo cosa, ma se mi trovavo in quella sensazione dovevo aver fatto di sicuro qualche cazzata.
E sue braccia mi avvolgevano strette e mi impedivano di muovermi.
“Stupido maledetto che mi ascolta mai.”
Io non lo amavo. Io non credevo e non credo nell’amore, l’amore è una cosa da idioti, è il non rendersi conto di essere schiavi, l’amore come lo intendono i più è vuoto ed inutile. Non porta a nulla.
Quindi no, non potevo amarlo. A quanto pareva, a lui non interessava.
“Che stress.”
Mi opprimeva col suo peso, mi stringeva a sé possessivo. Che avevo fatto di male?
Cercai di scollarmelo di dosso. Eppure gli avevo solo detto che non l’avrei mai e poi mai ricambiato e subito lui si era messo a farneticare su quanto il suo amore potesse bastare ad entrambi e bla bla bla…
L’avevo guardato con un sopracciglio alzato, un’espressione delle più scettiche al mondo, ma non era bastato.
E in quel momento, stretta tra le sue braccia, mi stavo giusto chiedendo che diavolo potessi fare per fargli capire che lui per primo doveva sapere che un amore non ricambiato era solo una gran menata.
Per tutti e due.
Avevo provato a dirglielo, a ripeterglielo, e ora era lì, abbarbicato come un bradipo.
Quasi mi dava fastidio.
Un punto glielo dovevo concedere: Era caldo. E quella sera faceva particolarmente freddo.
E continuava a stare lì. Una noia.
Mi distaccai, finalmente ci riuscii, e senza dire una parola, irritata, lo lasciai lì dov’era, sul marciapiede sotto casa mia, mentre mi dirigevo a passo fermo e spietato verso il portone.
Non mi seguì, probabilmente gettando la spugna.
O almeno così pensai.
Finì che mi prese per sfinimento.
Il giorno dopo una rosa.
Il giorno dopo ancora una scatola di stucchevoli cioccolatini.
Poi un’altra rosa.
Un barattolo di nutella.
Una lettera.
Un peluches.
Altro peluches.
Altra lettera.
Ogni giorno una sorpresa diversa, un regalo diverso mi attendeva alla cassetta delle lettere. Sicura di me, prendevo tutto e accatastavo in camera, sulla scrivania. Tanto quella scrivania non la usavo mai.
Un pomeriggio mi trovai in camera, seduta sul letto, e l’occhio vagò per la stanza senza meta. 
Vidi che la nutella era intonsa e decisi di mangiarne una cucchiaiata.
Il giorno dopo, di nuovo, vivi un peluches che, tutto sommato, mi piaceva, e lo deposi insieme agli altri frammenti della mia infanzia su una mensola.
Le rose erano tutte seccate. Le usai per fare una composizione di fiori secchi. Così, perché mi andava.
I cioccolatini, devo ammettere però, che non li ho mangiati io. Li ha mangiati un’amica che, in lacrime, era venuta a chiedere asilo politico in casa mia. L’aveva vista e se l’era mangiata senza dir parola alcuna.
Rimanevano le lettere.
I suoi fondi dovevano essersi esauriti, dato che era passato a sole margherite e lettere.
Rimasero lì ad accumularsi per due mesi.
Due lunghi mesi in cui decisi che non poteva farmi male, leggere qualcosa che, infondo, qualcuno si era impegnato a scrivere appositamente per me.
Il più grande errore della mia intera esistenza.
Lessi in ordine cronologico ogni cosa e lo chiamai, impulsivamente.
Era tardi, erano le 3 del mattino, ma sapevo che mi avrebbe risposto comunque.
Così fece.
Ora siamo sposati con tre figli, lo amo e ogni giorno è come se continuassi ad aprire, una alla volta, le sue lettere, come se continuassi a scoprire parti di lui, ogni giorno sempre di più.
So che non finirà, so che continueremo a volerci. So che, per una volta, avrò il mio happy ending.
Tutto questo… e pensare che io ancora non credo all’amore.
O, forse, questa è solo una bugia per i posteri.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Mad dy ness Zalk909192