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Autore: Lachelle Winchester    15/12/2012    5 recensioni
La vita dei Winchester è una caccia a cui non c'è mai fine e la maggior parte delle volte non si riesce a vedere una via di fuga. Per questo ad un certo punto trovare l'amore per un cacciatore significa più di quanto significhi per una persona qualsiasi: saranno capaci di decidere in che direzione deve andare la loro vita?
Revisione completa
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Esiste il lieto fine per un cacciatore?'
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1-Una vita con i Winchester

Wisconsin, Stati Uniti    

Il sole era alto nel cielo che copriva la città del Wisconsin e faceva abbastanza caldo nonostante fosse appena arrivato il mese di febbraio. Il Wendigo che la donna stava inseguendo, da ormai tre giorni, era entrato di filato nella caverna rocciosa, nascosta in un bosco nella periferia della città.
Lachelle aveva visto anche due uomini entrarci prima di lui, così si affrettò a percorrere il covo tortuoso di corsa; se non fosse arrivata in tempo, i due sarebbero rimasti intrappolati. Uno, alto e grosso, era a terra svenuto, mentre l'altro, meno alto del primo, era sveglio ma non riusciva a muoversi perché gli erano state legate le braccia con delle corde. Dopo aver dato fuoco all'essere ed aver osservato i suoi resti bruciacchiati sul pavimento roccioso della caverna, aiutò l'uomo a slegarsi tagliando le corde col coltellino che tirò fuori dalla tasca.
« Grazie. » disse a voce bassa Dean mentre si massaggiava i polsi doloranti.
Si sentiva in imbarazzo ad essere stato salvato da una donna, ma non poteva non ringraziarla per avergli salvato la vita.
« Non dovreste essere qui. » rispose Lachelle con l'usuale tono diffidente.
Guardò l'uomo sistemarsi gli abiti sporchi di polvere e sangue.
« Neanche tu, se è per questo. » ribatté con tono deciso, ma la donna posò lo sguardo su un diario aperto a terra.
Si chinò per raccoglierlo e prese a sfogliarne le pagine ingiallite, vecchie, sporche e consumate dal tempo.
« E' pericoloso girare in questi posti. » lo ammonì mentre continuava a scrutare l'agenda, incuriosita. « È tua? » gli chiese sventolando l'oggetto che aveva tra le mani, senza smettere di leggere le pagine consumate e riempite di simboli a lei fin troppo familiari.
Dean non sapeva cosa rispondere: tra le cose che gli aveva insegnato suo padre, la prima regola di famiglia era fare quello che fanno e tenere la bocca chiusa.
La donna spostò lo sguardo anche sulla figura dell'uomo e si alzò in piedi. Si chiese se anche lui fosse un cacciatore, poi intravide il tatuaggio a forma di stella tra le fessure della maglia, stracciata sul petto, che le diede la conferma di ciò che sospettava.
« E' bello trovare qualcuno dei nostri ogni tanto. » concluse restituendogli il diario, senza staccargli gli occhi di dosso.
Non era molto alto ma la sua presenza prorompente la metteva un po' a disagio; indossava un giubbotto di pelle sopra una camicia rossa abbottonata fino al petto, dove lo strappo lasciava intravedere una maglia nera bucata, che dava spazio alla donna di fantasticare. Anche lui scrutava la sua figura atletica ed accattivante; indossava semplicemente una tuta aderente, dei pantaloncini e una canotta grigi che mettevano in risalto le sue forme, scolpite dall'assidua attività fisica che una vita da cacciatore richiede. La canotta corta lasciava intravedere il tatuaggio anti-possessione demoniaca, che si estendeva dal braccio destro fin sopra la spalla, di poco più piccolo di quello del Winchester.
Solo dopo alcuni istanti si guardarono negli occhi e tutto intorno a loro sembrò fermarsi; quel momento parve durare ore e i verdi occhi penetranti di Dean Winchester non si staccavano da quelli marroni quasi neri malinconici di Lachelle. Una strana sensazione li pervase, strana ma sorprendentemente piacevole.
« Dean, Dean Winchester, il figlio di John? » chiese la donna mentre un vento impercettibile le faceva accapponare la pelle. « Tu e Sam...tu e Sam siete vivi? » gli chiese sorpresa.

In quel momento le tornarono alla mente molte cose.
Suo padre, Daniel Winchester, conobbe John Winchester in un locale mentre stava lavorando ad un caso in Kansas, sua città natale. Stesso cognome e stesso lavoro incuriosirono entrambi e col tempo diventarono amici; le loro famiglie a volte si organizzavano per qualche cena.
« Per stare un po' insieme. » le diceva suo padre, ma la vera ragione era che lui e John erano sulle tracce di Azazel, il demone che aveva ucciso sia sua madre che la moglie di John: trovare la cosa che aveva ucciso Sarah e Mery era diventata la loro ossessione.
Lei e Sam erano molto amici; la loro non poteva essere definita una storia, avevano solo 11 anni, era solo una forte amicizia che non era mai andata oltre, ma entrambi erano un punto di riferimento importante per l'altro, e insieme avevano frequentano anche qualche scuola, per un po', prima che le loro strade si dividessero. Dean invece era il fratello maggiore di Sam, usciva con due ragazze al giorno, era più chiuso, aveva un carattere molto simile al suo e non avevano legato molto, ma era sempre stato protettivo nei suoi confronti e le piaceva molto trascorrere del tempo con loro.
Col tempo però li perse di vista; quando venne a sapere di come era morta sua madre litigò col padre, che l'aveva tenuta all'oscuro di tutto e si dedicò alla caccia col fratello maggiore, Bradley. Dopo alcuni anni lui morì, attaccato alle spalle da un vampiro durante una caccia e in seguito anche al padre toccò la stessa sorte. Le rimase solo la sorella Emma, di qualche anno più piccola, a cui non raccontò mai niente del suo lavoro, delle cause della morte della madre, del padre e del fratello: doveva proteggerla da tutto questo. Venne anche a sapere della morte di John grazie a Bobby, il più bravo cacciatore che avesse mai conosciuto, un secondo padre per tutti, soprattutto per lei; l'aveva accolta in casa e cresciuta come una figlia, le aveva dato tutto l'amore possibile, come aveva fatto con gli altri due Winchester, e le aveva insegnato a cacciare con più prudenza. La sua adolescenza fu un vero e proprio addestramento con tutti i cacciatori che il signor Singer conosceva, ma grazie a lui divenne un'ottima cacciatrice.

Ma ora un gran dubbio la tormentava: Dean e Sam non erano morti?
Una volta sistemate le ferite, tutti e tre tornarono in città e si recarono in uno dei soliti locali in cui si mangiava abbastanza bene a poco prezzo. Pranzarono insieme ricordando alcuni episodi di quando trascorrevano interi pomeriggi a giocare e scherzare. Dean le raccontò di Castiel e lei rimase sbalordita: passare da demoni ad angeli è troppo, anche per un cacciatore. Parlarono anche di Emma, che intanto si era sposata con uno di nome Steve e del loro bambino di 2 anni, Kevin. Durante il pranzo, ai tre sembrò di essere tornati indietro nel tempo, anche se guardandosi potevano scorgere il passare degli anni e le sofferenze che tutti e tre avevano sulle spalle, anche se cercavano di andare sempre avanti e di ignorare le difficoltà del loro lavoro, perché ormai quella era la loro vita.
Alla fine del pranzo si salutarono e partirono; non si rividero fino al giorno in cui i Winchester e le Harvelle, altre due bravissime cacciatrici, si trovarono in difficoltà. Chiamarono Bobby che la avvertì e lei li aiutò a fermare Guerra, uno dei 4 Cavalieri dell'Apocalisse. Alla fine dello scontro, ogni cacciatore prese la propria strada e sul luogo rimasero solo Lachelle e Dean. Sam aveva appena litigato con lui e aveva deciso di proseguire da solo per la propria strada, lasciando il fratello da solo, con l'anello di Guerra e l'imminente Apocalisse da fermare.

Colorado

Seduto con le braccia incrociate su un tavolo poco distante dalla sua Chevy Impala del 67, Dean fissò il punto in cui aveva visto il fratello scomparire a bordo di un'auto che non era loro.  
« Va tutto bene? » gli chiese Lachelle, avvicinandosi e strofinandosi gli occhi stanchi. Il cacciatore non aveva voglia di parlare, ma non volle sembrare scortese e si costrinse a rispondere.
« Si, tutto bene? » Lachelle annuì, accennando ad un sorriso.
Non facevano altro che cercare di nascondersi il più possibile, ma entrambi sentivano il bisogno di essere ascoltati.
« E adesso che farai? » gli chiese lei, sedendosi accanto a lui; non voleva intromettersi ma aveva assistito alla conversazione dei due fratelli ed era dispiaciuta per Dean. Lo guardò con la coda degli occhi, per non farsi accorgere, e uno strano brivido le percorse di nuovo la pelle ma ancora una volta il vento non c'entrava nulla.
« Finita una caccia ne comincia un'altra. » le rispose, alzando leggermente le spalle, senza distogliere lo sguardo dal punto in cui aveva visto prima il fratello.
« Il nostro lavoro non finisce mai. » sentenziò la ragazza, tirando un lungo respiro mentre prendeva a scoccarsi le dita.
« Sicura di stare bene? » le chiese di nuovo Dean. Erano entrambi bravi a mentire, su questo non c'era dubbio, e la loro specialità era quella di cambiare subito discorso.
« Quante possibilità c'erano di incontrarci di nuovo? » non sapeva perché continuasse a trovare un pretesto per parlare con lui, ma le veniva spontaneo.
« E soprattutto che di nuovo una donna mi salvasse la vita. » scherzò sorridendo, ancora incredulo dell'agilità con cui la donna gli aveva salvato la pelle diverse volte.
« C'è qualcosa che non va? » provò ancora una volta la ragazza, poggiando istintivamente la mano destra sulla sua spalla sinistra.
Perché continuavano a chiedersi come stavano se poi nessuno dei due aveva il coraggio di rispondere seriamente?
« Sto bene, davvero » quella volta però la guardò negli occhi e qualcosa sembrò bloccargli il respiro. « E' solo che vorrei... » cominciò, ma riprese alcuni secondi dopo, a fatica « vorrei liberarmi da tutto quello che so, da tutto quello che ho visto. Vorrei fingere che tutto vada bene e non pensare al passato, ma puoi fingere quanto vuoi, prima o poi sarai costretto ad affrontare la realtà. ».
Lachelle non disse nulla ed aspettò che continuasse a sfogarsi.
« Vorrei che fosse tutto un sogno, svegliarmi e vedere che Sam non se n'è andato, che io non sono mai stato all'inferno, che mamma e papà non sono morti e siamo una famiglia felice. » concluse tutto d'un fiato; gli occhi di quella donna lo facevano sentire sicuro, protetto e non poteva mentirle. Si sentì finalmente libero, come se parlare di quello che provava avesse reso quei pensieri meno pesanti da sopportare.
« Vorrei tanto riuscirci anche io, ma non c'è nulla che possiamo fare. » cercò di confortarlo lei, ma sapeva che non bastavano le parole a far dimenticare un dolore tanto grande.
Perché si guardavano ancora fissi negli occhi? Erano come una cura al dolore che entrambi avevano dentro, come una forza che annientava la loro corazza. Dean non faceva altro che parlare di quello che sentiva e Lachelle non fingeva che tutto andasse bene; per la prima volta avevano lasciato che il loro lato sensibile prendesse la meglio. Lui le raccontò tutto quello che aveva visto e fatto all'inferno, cosa che forse non avrebbe mai fatto neanche con Sam; gli scese persino una lacrima e lei lo abbracciò affettuosamente, come forse non avrebbe mai fatto con Emma e Bradley.

« Che ne dici se io te cacciassimo per un po' insieme? » le propose alzandosi e dirigendosi verso la portiera dell'Impala.
La donna sorrise, lo guardò dirigersi verso l'auto e seguì ogni suo passo con lo sguardo.
« D'accordo. Se ricordo bene, hai buon gusto tu. » acconsentì e lo raggiunse.
Quel "per un po' " non durò solo un po', e Lachelle non prese il posto di Sam; quando fecero pace, il minore riprese il proprio posto accanto al fratello, ma intanto la cacciatrice era diventata una di loro e i sediolini posteriori dell'Impala trovarono qualcuno che li riscaldasse durante i lunghi viaggi dei cacciatori.
Da quel giorno affrontarono tutto insieme, come una famiglia; il problema di uno diventava di tutti e con gli anni impararono che ognuno aveva bisogno degli altri due e a loro affidava la propria vita. L'esistenza di un cacciatore è sempre in bilico; ogni istante può essere l'ultimo, ogni covo una tomba, ogni mostro un assassino, ogni problema un pericolo mortale, per questo la loro fu una vita molto più intensa di quelle comuni, e si conoscevano benissimo, come se avessero sempre lavorato insieme.
Insieme con Castiel erano una famiglia, avrebbero potuto fare una vita normale ma si accontentavano di quello che avevano e di salvare il mondo, all'insaputa di tutti, a loro rischi e pericoli. La loro non era una famiglia normale ed erano fieri che non lo fosse: non c'era nulla di male nella normalità, ma avrebbero scelto sempre e comunque la loro famiglia.
   
 
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