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Autore: ravencraw    16/12/2012    0 recensioni
"Un giorno speciale in fin dei conti, e per Izumi lo era ancora di più, era il suo compleanno e per questo motivo il padre decise di chiamarla primavera, non credo ci sia un nome più appropriato"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era appena trascorsa la notte tra il 20 e il 21 di marzo, la primavera era giunta con un dolce balzo nella piccola regione di Nikko, ubicata nella rurale e montuosa prefettura di Tochigi;

sebbene chiazze di nevischio persistevano a rinfrescare l'aria e a dare un tocco pittoresco alla zona, gli stagni e i rigagnoli cominciavano a svegliarsi dal loro torpore, un tenue profumo di gelso si dipanava titubante per le vie del paesello e su, fino al tempio.

Le querce mormoravano gelose al vento, i fratelli peschi di lì a poco avrebbero dato i fiori, trepidanti anch'essi frusciavano in attesa di quel giorno in cui avrebbero omaggiato le ninfe e le genti allegre avrebbero goduto della loro bellezza.

Il grande miracolo della vita stava uscendo dalla coltre farinosa di ghiaccio in cui Fuyu l'aveva confinato per 3 lunghi mesi, in una delicata e timida danza anche i primi animali cominciavano a far capolino: le rondini e i cardellini planando nella volta celeste cantavano alla Dea.

Un giorno speciale in fin dei conti, e per Izumi lo era ancora di più, era il suo compleanno e per questo motivo il padre decise di chiamarla primavera, non credo ci sia un nome più appropriato;

Izumi splendeva di vitalità nei suoi 16 anni, una mente molto matura si fondeva alla perfezione con un animo curioso e bambinesco, una ragazza a modo e molto affettuosa anche se dotata di una personalità ribelle incline a volte all'insubordinazione verso le rigide regole di galateo e portamento nipponico, amante della natura la si vedeva spesso fin da quando era piccola saltellare per i prati e spostare delicatamente una ciocca dei lunghi capelli neri per osservare meglio ciò che la circondava con i due zaffiri che aveva al posto degli occhi, il fisico slanciato ma tuttavia aggrazziato risaltato dai colori pastello che indossava sempre, fata pandizzucchero la chiamavano ironicamente gli abitanti del paesino, per la miriade di campanelli che portava indosso e che tintinnavano mentre correva leggiadra nei boschi, ella aveva tutto ciò che potesse desiderare, viveva perfettamente a suo agio a Nikko, e per nessuna ragione al mondo l'avrebbe mai abbandonata.

 

 

Anche a vari chilometri di distanza, nella grigia e frenetica periferia di Tokio, arrivava la primavera, ma pareva che nessuno ci facesse caso, tutti così presi dai loro problemi quotidiani, dalle loro carriere e dai loro obblighi sociali e lavorativi, i quasi 14 milioni di persone che brulicavano quel bigio formicaio, marciavano dritti, sguardo fisso e passo svelto.

Una foresta di cemento armato con una scala cromatica molto vasta, ma che spaziava tra soli due colori, il bianco e il nero, sempre che questi possano essere definiti tali, i rumori roboanti e improvvisi e gli odori forti talvolta acri, simili al piombo fuso aleggiavano nell'aria.

Niente cielo, niente prati, solo qualche piccione in mezzo ad una enorme popolazione di automi, a primo acchito può sembrare freddo e invivibile, ma per gli eddoko era sicura e soprattutto era "casa".

Anche Suzume la pensava così, quel piccolo "passero", compiva proprio oggi 18 anni, ma non gliene importava un gran che a dire il vero, tutto preso dai suoi libri e dal suo protocollo, le sue giornate passate sui libri e sui computer a calcolare, progettare e scrivere, centellinava qualcosa a pranzo e poi ancora via nella sua ferrea e perfetta routine.

Aveva anche una passione per la poesia e per i fiori, ma questo nessuno lo sapeva, di certo il figlio di un importante manager non poteva permettersi di deludere il padre, lui doveva dare il massimo per rispettare le aspettative degli avi, doveva impegnarsi molto, studiare sodo per un giorno prendere parte all'immeno impero finanziario del padre, era tutto ciò che voleva o almeno quello che pensava di desiderare con tutto sè stesso fino a quel momento.

Suzume era il tipico ragazzo modello secondo gli standard eddoko, il figlio che tutti i genitori vorrebbero avere: serio, responsabile e disciplinato, con i piedi ben saldi sull'asfalto.

Fisicamente era magro, quasi ossuto, capelli neri in un taglio classico e formale, zigomi alti risaltati da una montatura molto professionale, medesimo anche nel vestiario, uniforme pacata nei giorni feriale e da cerimonia nei festivi, collo serrato e maniche inamidate.  

 

Questa era solo l'introduzione, per capire se come cronotopo possa piacere o meno, presto posterò il primo capitolo, sono ben accetti commenti, critiche e consigli, ringrazio in anticipo coloro che spenderanno un po' del loro tempo per leggerla.

  
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