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Autore: Alyx    16/12/2012    12 recensioni
Al mio raggio di sole, Trich, perchè grazie a lei ho scoperto il meraviglioso mondo di Percy Jackson.
Quando ero più piccola mi ero iscritta a un corso di danza ma ero stata espulsa dopo che, mentre ero da sola nello spogliatoio, uno scomparto di armadietti aveva preso fuoco.
Poi a dodici anni mia mamma mi aveva rivelato la mia vera natura.
Avevo scoperto di essere una Semidea.
(...)
Ero ancora piccola e non presi troppo male il fatto di essere figlia di un Dio Greco.
Ok.
Diciamo che ero passata dalla fase '
Mamma, non credo più alle favole.' a quella 'Ok. Tutto questo è impossibile!', per poi passare a quella di 'Che figata! Sono figlia di un Dio leggendario!'.
  ***
-Oh, scusa. Disturbavo?
Sorrisi ironica mentre dentro di me la mandavo a fare una cosa non anatomicamente possibile.
-No figurati.- risposi, dolce come l'aceto.
Lei mi diede le spalle e tornò a parlare con Louis, mentre sbuffavo sonoramente e incrociavo le braccia al petto.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla lunghezza, se così si può ancora definire, della sua minigonna.
Forse Louis se ne accorse perché ridacchiò sotto i baffi.
Non mi sforzai di ascoltare fino a che non sentii qualcosa come -Dolcezza, a presto- e allora mi strozzai con la saliva.
Cominciai a tossire e Louis la scostò per iniziare a darmi delle pacche sulla schiena, mentre la piccola Afrodite mi fulminava con lo sguardo.
-Louis non potremmo andare a parlare da un'altra parte?- chiese acida mentre davo gli ultimi colpi di tosse.
Come se volesse davvero parlare con Louis.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gli Dèi, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Essere unMezzosangue è una faticaccia

  Epilogo 
 Addio 


I'll be by your side,
Don't you worry. (...)
Just know that we'll meet again
and we'll always be together.
Forever, always.
{Always be together - Little Mix}

 

Quella mattina mi svegliai sentendo il senso di colpa opprimermi il petto, come da due settimane a quella parte. 
Settembre si avvicinava pericolosamente e io avrei voluto solo pregare gli Dèi di tornare al mese precedente. 
Non avevo mai avuto paura della fine dell'estate visto che ero sempre rimasta al Campo con i miei migliori amici accanto, ma quell'anno sarebbe stato diverso. 
Stavo per rovinare tutto. 
Saltai come sempre la colazione e mi avviai verso il padiglione; avevo solo voglia di sfogarmi un po' con la spada. 
Ci avevo messo tre settimane per ritrovare il coraggio di far trillare in aria Timoria e da allora non l'avevo più lasciata. Ovviamente aveva ripreso la sua normale forma di spada e non aveva mai minimamente accennato a trasformarsi in un arco.
Succedeva ancora che mi svegliassi nel cuore della notte, senza fiato, sudando freddo e col cuore che batteva a mille, a causa degli incubi. E non riuscivo a calmarmi fino a che non mi alzavo, mi vestivo e andavo alla cabina di Atena per controllare che Louis fosse addormentato lì. 
Non ne avevo mai parlato con lui delle mie notti insonni, ma sospettavo che Annabeth, che spesso mi aveva vista entrare e uscire di soppiatto dalla sua cabina, l'avesse confessato al fratello.
Louis non smetteva mai di abbracciarmi, di baciarmi e di ricordarmi che sarebbe sempre stato lì con me, per sempre. E solo quando mi era vicino ne ero sicura. 
Quella mattina Emily mi affiancò tranquilla, per accompagnarmi al padiglione nonostante non indossasse i vestiti per l'allenamento. 
-Allora?- mi salutò impaziente. -Gliel'hai detto?
Scossi la testa, 
Emily sbuffò.
-Camille! Cosa stai aspettando? Che qualcuno lo dica a Louis? Che riesca a fare due più due e che lo capisca?
-Emily!
-È vero!- si difese lei. -Avevi promesso una settimana fa che gliel'avresti detto.
Mi sentii troppo in colpa. -Lo so. 
Emily mi fissò. -Lo devi fare. Oggi. 
Annuii poco convinta. 
-Camille.- ordinò la mia amica. -Oggi. Per davvero. 
Sospirai. 
-Io vado.- disse la bionda facendo per girarsi. 
-E dove?
Emily ghignò. -Harry mi porta in un posto speciale, oggi.
Alzai gli occhi al cielo. -Ancora?
Lei si avvicinò al mio orecchio. -Sì.- sibilò contenta. 
-Siete terribili.- commentai ridendo. Quei due sparivano troppo spesso per i miei gusti. 
-Siamo romantici.- mi corresse Emily. 
-Vattene!- le dissi spingendolo via. 
Lei sorrise e prese la direzione opposta alla mia. 
E io ripiombai nel baratro dei miei sensi di colpa. 



Infilzai il manichino per l'ennesima volta, cercando di tenere occupata la mente. Feci per ricominciare ma due braccia mi presero per i fianchi, facendomi sobbalzare. 
-Oddio!- imprecai mentre Louis si affacciava dalla mia spalla. 
-Bonjour, ma cherie.
Sbuffai. -Se fossi una figlia di Afrodite, capirei e ti risponderei. In rima. 
Louis rise. 
Ridendo, mi lasciò un bacio nel collo. -Sei tesa ultimamente.- constatò poi soffiandomi sulla pelle. -Tutto bene?
Annuii. -Sì. Certo. 
-Non sembrerebbe. 
-Sono caduta dal Pegaso l'altro giorno e sono un po' tesa per quello.- improvvisai. 
-Tu non cadi mai dal Pegaso...- si accigliò lui.
-Sbagliare è umano.
-Ma tu non sei umana. 
Mi girai e allacciai le braccia sul suo collo mentre le mani di Louis scivolavano un po' troppo in basso sulla mia schiena. -Ma stai zitto. 
Gli tappai la bocca con un bacio. E lui ne parve contento. 
-Sei libera domani sera?- mi chiese col fiato corto. 
Feci finta di pensarci. -Forse. 
-Ok. Disdici tutti i tuoi impegni. Sarai occupata con me. 
Sorrisi sulla sua bocca. -E perché mai?
-Domani è l'ultimo giorno di Agosto. C'è la cena tutti insieme con chi andrà via per l'anno scolastico. 
Sentii l'aria posarsi pesante nei polmoni. Sentivo le viscere attorcigliarsi su se stesse. 
-Tutto bene? Camille?
Annuii scostandomi in fretta da lui. 
-Ehi, che succede? Sai pallidissima. Camille!
Corsi via verso l'uscita del padiglione, seguita dal ragazzo. E sotto lo sguardo preoccupato e teso di Louis, vomitai l'anima. 



Emily bussò alla mia porta l'indomani sera, capendo al volo perché fossi tanto agitata. 
-Avevi detto...- cominciò. 
-So cosa avevo detto, Emily! Ma non è così facile!- la interruppi ancora prima che iniziasse. 
-Sì, invece!- disse arrabbiata. -Non deve per forza prenderla male! Sono solo 9 mesi in fondo!
-Emily...
-Stasera. Giuralo. 
Mi limitai a fissarla in silenzio. 
-Non farlo, e glielo dirò io.- minacciò uscendo.
-Emily!- cercai di richiamarla.
-Glielo dirò io! 



Non mi ero messa in ghingheri per quella sera. Anzi. Se avessi potuto mi sarei vestita a lutto. 
Louis mi venne a prendere, ed era al settimo cielo. Mi stampò un bacio sulle labbra.
In quell'istante mi sentii quasi bene. 
-Pronta?- mi chiese con gli occhi che luccicavano. 
Aveva sempre detto che il periodo che amava di più al Campo era proprio l'inverno perché se lo poteva godere insieme alle persone a cui teneva di più senza avere primini eccitati fra i piedi. 
Io gli sorrisi. Mi cadde lo sguardo sui miei vestiti. Un paio di jeans, una camicia leggera con la manica a tre quarti e le solite converse.
Lui invece aveva dei pantaloni scuri, una camicia bianca e addirittura la cravatta. 
Teatralmente slacciata, ma pur sempre una cravatta. 
Mi sentii stupida, pensando che avrei potuto comunque vestirmi meglio, ma lui non sembrava pensarla come me. 
-Sei bellissima stasera.- commentò infatti abbracciandomi stretta. 
Mi limitai ad affondare il viso nella sua spalla e sussurrare un -Anche tu. 
Louis allacciò le nostre mani e insieme uscimmo per andare verso la mensa. 
Lui prontissimo per l'ultima cena, io completamente terrorizzata. 



Intravidi tra la folla Emily e Harry che si baciavano sotto un albero, proprio dietro la spiaggia dei fuochi d'artificio. 
Sospirai e alzai gli occhi al cielo. 
Se 'baciare Harry Bake' fosse stata una materia scolastica Emily avrebbe avuto di certo il massimo dei voti. 
Louis si accorse della mia espressione e scoppiò a ridere. 
-Sono una bella coppia.- commentò.
-Direi che dopo anni di sofferenza, Emily si stia meritando questa relazione con Harry, ma la situazione sta degenerando!- commentai trattenendo le risate. 
-Sono solo innamorati.- ribatté Louis. 
-Sì, ma potrebbero essere denunciati per atti osceni in luogo pubblico! Guarda!- esortai Louis. 
Lui lanciò uno sguardo veloce. -E smettila di fissarli! 
-Che cosa?!- esclamai sconvolta fissando la coppia -Adesso vado lì e li interrompo. Guarda! Guarda Louis! 
Il ragazzo mi prese per le spalle e mi fece alzare. Ci spostammo di una decina di metri e Louis si rimise a sedere in un punto dal quale non avrei potuto vedere Harry sollevare la maglia di Emily. 
-Così...- cominciai mettendomi a sedere accanto a lui. Cavolo, andava ancora un po' più lontano e i fuochi d'artificio li avremmo visti con il binocolo! E col cacolo che controllavo la mia amica da laggiù. -Non riesco a vedere nient-
Louis mi baciò, zittendomi.
-Non vale...- borbottai dopo.
-Mi sembra di ricordare che anche a te è sempre piaciuto adottare questa tattica...- disse facendo passare un braccio intorno a me, avvicinandomi. 
Alzai gli occhi al cielo ma non feci in tempo a ribattere. 
Dal mare cominciarono a scoppiare i fuochi artificiali. 
Non aprii bocca per almeno dieci minuti, limitandomi a guardarli distratta mentre dentro di me, infuriava la battaglia 'Diglielo-Non dirglielo'.
Alla fine mi decisi e presi coraggio. -Louis...- sussurrai. 
Lui non dette segno di avermi sentita. 
-Louis!- alzai allora la voce. 
Lui si girò sorridendo verso di me. Vedendo la mia faccia, si fece subito serio. 
-Ti devo dire una cosa.- dissi. 
Lui si agitò. -Lo so. 
Mi mancò il respiro. Come faceva a saperlo?
-E come...?
-Non sono stupido. So fare due più due, Camille.- borbottò a voce bassa tanto che feci fatica a capire. -Cosa stavi aspettando a dirmelo?
-Io...
-Si vede lontano un miglio che sei distratta, tesa, confusa. Se voi tiro a indovinare cosa vuoi dirmi. 
La sua voce esprimeva solo delusione. 
-Pensavo che non avresti mai pensato a... mettere in dubbio il mio amore per te. 
-Non è... non è colpa tua!- dissi con le lacrime agli occhi. 
-Certo che lo è!
-No, Louis!
-Queste cose si fanno in due!
Mi bloccai improvvisamente. In due? Di cosa stava parlando? 
-Ma...
-Ti starò lo stesso accanto! Non sarà questo a farci dividere, anzi!
-Fermo!- ordinai allora. C'era qualcosa che non andava. -Di cosa stai parlando?
-Sei incinta, no?- mi chiese come se fosse ovvio. -Io ti ho vista... 
-No!- urlai. -No, no, no! Non sono incinta! 
Louis mi guardò stranito. -Ma come...? Allora di cosa stai parlando?
-Me ne vado.- dissi -Tra una settimana inizio l'ultimo anno di studi in un liceo a New York. Mia mamma è... riuscita a farmi entrare.- conclusi in un sussurro. 
-Cosa?- domandò allibito Louis. -Te ne vai? 
Annuii. 
-Quando torni? 
-Per la prossima estate. Dopo gli esami. 
-Ma... Non hai mai vissuto fuori dal Campo per così tanto tempo!
-Mi verrà affidato un Satiro Custode. Io...starò bene. 
Louis cercò il mio sguardo basso. -Ma io no. Lontano da te. Per più di nove mesi... 
Alzai il viso, scontrandomi coi suoi occhi grigi, lucidi. -Lo sai quanto ho sempre desiderato uscire di qui, studiare, avere una vita normale...
-Pensavo che ormai ti fossi abituata alla tua vita da semidio! Ho provato cosa vuol dire essere mortali! Non è come credi che sia! 
-Lo so. Ma io lo voglio comunque. Andarmene, vivere, conoscere il mondo... Il mondo è tutta una sfida e...
-E per una figlia di Ares è impensabile rinunciare a una sfida, no?- concluse aspro. 
-Se mi ami veramente, capirai. E mi lascerai andare. 
-Se mi amassi veramente, capiresti quanto ti amo. Capiresti che voglio solo stringerti, saperti accanto a me, baciarti, toccarti...
-Per quello ci sono...
-Non dirlo, Camille!- mi interruppe arrabbiato, capendo quel che stavo per dire. -Non pensarlo nemmeno! Io amo te! Non le figlie di Afrodite! Amo te! Voglio baciare te! Voglio stare con te! Non con loro...
-Io voglio partire. Andare a New York e vivere i miei sogni. Stare con mia madre e sentirmi dire da lei ogni sera "buona notte.", voglio girare per le strade, guardare le luci dei negozi, uscire la sera con i miei compagni... 
-Perchè io non rientro nei tuoi desideri?
-Perchè tu sarai qui. Perché tu fai parte di questa vita. Quella che sta per diventare la mia vecchia vita. 
-Grazie. Ora si che hai pestato per bene il mio cuore.- disse alzandosi.
-Louis! No!- mi alzai di scatto. -Aspetta un attimo! Devo spiegarti! Io ti amo! Ti amo come mai ho amato nessun altro! Ma sii realistico! Come potremmo mantenere una relazione in queste condizioni? Io a New York, tu qui. Io a scuola, tu ad allenarti tutto il giorno. Magari all'inizio potrà sembrare anche fattibile ma poi, quando cominceremo a rimandare le telefonate perché siamo occupati, cominceremo a non avere voglia neppure di mandarci un messaggio e dirci 'ti amo'. Le poche volte che ci vedremmo ci sentiremo tanto imbarazzati e lontani da sembrare solo ridicoli. Ho paura di quel che potrà fare la distanza alla nostra storia...
-Tutte queste belle parole, vogliono dire che mi stai lasciando no? 
Mi sentivo irrequieta e spostai il peso da un piede all'altro.
-Preferisco ricordarmi di noi così come siamo adesso e non come potremmo finire tra tre, cinque mesi. Preferisco l'estate prossima decidere se riprovarci e sentirmi di nuovo innamorata come adesso che evitarti come la peste per l'imbarazzo...
-Stai dicendo tante belle cose, tutto quello che vorresti tu, ma non pensi a me? Io ti vorrei qui, insieme a me, come sempre. Vorrei passare con te tutto il tempo che posso, sempre. Vorrei...
-Ti scongiuro Louis. Cerca di capire...- lo interruppi. 
-NO!- sbraitò mentre gli ultimi fuochi d'artificio davano il colpo di grazia all'estate e alla nostra storia. -Non capisco! Non capisco, perché io ti amo, te lo sto cercando di dire in tutti i modi, e l'unica cosa che so è che sono stato fino ad ora con un'insensibile egoista che pensa solo a se' stessa! Che forse non mi ha nemmeno amato almeno la metà di quando l'abbia fatto io! Che mi sta mollando per uno stupido sogno che come minimo la farà uccidere! Cosa devo capire di più, Camille?! Che sono solo un fallito? Un illuso? 
-Louis, non parlare così...
-Sai una cosa? Vai! Vattene a New York. Vai e fatti una nuova migliore amica, un nuovo fidanzato, una nuova vita... Tutto nuovo. Ma non pensare nemmeno di tornare qui l'estate prossima e riprendere da dove ti sei fermata. Non sono un film, Camille. Anche io vado avanti quando lo fai tu. Vai. Ma non pensare che io capisca, che io ti appoggi in tutto questo. Perché tutto quello che riesco a vedere, è una stupida ragazza che crede ancora nel sogno di una bambina. Una stupida ragazza che crede di poter cambiare le cose. Sarai sempre figlia di un Dio, Camille. Anche se farai finta del contrario. E sai che dio? Ares. Non fare finta di non sapere quel'è il tuo posto, perché sappiamo benissimo che è in quella capanna numero 5, insieme ai tuoi fratelli e alla tue sorelle, insieme alla tua migliore amica, insieme a me. Insieme alla tua famiglia. 
-Louis...- lo chiamai ormai con gli occhi lucidi posandogli una mano sul braccio. 
Quando si girò notai due lacrime alla luce della luna e dei fuochi artificiali sparire verso il suo collo. 
-Sei talmente insensibile, egoista e cieca che non sei nemmeno capace di versare una sola lacrima per quello che stai facendo. Hai preso il mio cuore, hai fatto finta di amarlo mentre intanto già tramavi per infilzarlo con la tua spada. Mi hai baciato, mentre pensavi che avresti dovuto dirmelo prima. Ma sei pure codarda. Tanto codarda da non ammettere che nemmeno tu vuoi tutto questo. Che è solo un desiderio di una bambina. Ma svegliati, Camille. Hai 17 anni. Non lo sei più.
Si divincolò dalla mia presa lasciandomi da sola, in piedi in mezzo alla spiaggia che mi mordevo il labbro per non scoppiare a piangere, mentre si alzava un coro di urla per la fine dello spettacolo. 
Seguii con lo sguardo la sua sagoma scura sparire dietro gli alberi, in direzione della cabina di Atena e continuai a fissare il vuoto anche dopo che se n'era andato. 
I ragazzi intorno nemmeno se ne stavano accorgendo. 
Tutto ad un tratto bisbigliai tra me -Ma cosa ho fatto?



Quando mi svegliai il mattino del giorno seguente, fui colta da un senso di vertigini. Dovetti rimettermi seduta sul letto per non rischiare di cadere rovinosamente a terra. 
Clarisse evidentemente già sveglia da un po', già entrata in modalità "Gente, sloggiate!", mi guardò perplessa, quasi preoccupata. 
Il mio litigio con Louis non era passato così inosservato come avevo creduto. 
Mi ritrovai a fissare i miei miseri bagagli appoggiati ai piedi del letto, mentre Clarisse riprendeva a urlare minacce sempre più terribili. 
-Sai che tua madre non ha molta pazienza.- mi avvisò poi avvicinandosi un po'. -Se alle 10 in punto non sei al pino di Talia si arrabbierà. 
Mi alzai come un'automa ed entrai in bagno chiudendo la porta a chiave dietro di me. 
Mi lasciai scivolare lungo la parete. Non avevo ancora versato una lacrima per quello che era successo la sera prima. E forse fu per quello.
Affondai le mani nei capelli e fissai il pavimento. Le orecchie mi fischiavano. Al posto del caos al di là della porta cominciai a sentire le parole del figlio di Atena.
Quei -Vattene!- sprezzanti mi rimbombarono nella testa. Rividi il suo viso prima deluso, poi arrabbiato. Le lacrime che non si era preoccupato di trattenere. 
E finalmente scoppiai in singhiozzi. 


Abbracciai Emily. 
-Ci sentiremo spesso...- promisi. 
Lei sospirò. -Lo sai che non lo faremo. 
-Non...
-Non potrei mai chiamarti sul cellulare pensandomi qui al sicuro e tu laggiù a Manhattan senza protezione... Cosa ti sfugge del concetto che i telefonini sono come dei razzi segnaletici attira-mostri?
-Per sentirti potrei anche rischiare di farne a pezzetti qualcuno ogni tanto...
-Forse dovresti rischiare un po' meno per me, e un po' di più per Louis.
Mi sembrò di aver appena ingerito una palla di piombo. Mi guardai intorno anche se sapevo che Louis non sarebbe venuto a salutarmi. 
-Non doveva prenderla troppo male, eh?- chiesi retorica usando le sue parole.
-Io avevo detto che poteva anche non prenderla troppo male...- mi corresse Emily. Poi sorrise. -Gli passerà. 
-Non ne sono così sicura. 
-Anche lui pensava lo stesso appena tornato dall'isola di Calipso. Poi alla fine ti è passata...
La abbracciai di nuovo. -Mi mancherai. 
-Si. Anche tu. 
Emily sciolse l'abbraccio che aveva gli occhi lucidi. -Dovresti andare. Tua mamma ti aspetta. Attenta a non farti ammazzare.
Annuii. 
Mi sporsi dietro Emily e salutai con la mano Harry, che in tutta risposta mosse il capo. 
Mi girai e cominciai la salita verso il pino, sistemando meglio lo zaino sulle spalle.
Percy e Annabeth erano già in cima, pronti per andare a New York. Insieme.
Arrivata lassù, mi voltai. 
Emily era abbracciata a Harry e muoveva il braccio verso di me. Sorrisi e feci per andare oltre quando lo vidi. 
Louis era in piedi, da solo, lontano da tutti. Curvo nelle spalle con le mani infilate nelle tasche dei jeans. Vederlo con la maglia arancione del Campo non mi aveva mai fatto tanto male. 
Sospirai rumorosamente cercando l'aria che sembrava non voler entrare nei polmoni. 
Intravidi Emily che si girava guardando nella mia direzione, ma molto probabilmente non riusciva nemmeno a vederlo. 
Rimasi lì ferma a fissarlo mentre lui faceva lo stesso, fino a che sentii un clacson suonare e la voce lontana di mia madre urlare il mio nome. 
Mi voltai scuotendo la testa mentre Louis faceva la stessa identica cosa. 
Cominciai a scendere la Collina Mezzosangue, sforzandomi di non girarmi più. 
Nove mesi. Sarei tornata lì dopo nove mesi. 
Ma dovevo concentrarmi su un'altra cosa in quel momento: tutto stava per cambiare. 



'Cause you turned your face, 
and now I can't feel you anymore.
'Cause you turned your face,
so I can't see you anymore. 
Walk away until you're not standing at my door.
Turn your face, walks away and stay. 
{
Turn your face - Little Mix}



 

Fine


Angolo dell'Autrice:
Nel caso non aveste mai finito una fan fiction, bè, vi assicuro che è una sensazione orribile e meravigliosa allo stesso tempo. 
Insomma, questa cosa qua l'ho iniziata esattamente il 22 Gennaio dell'anno scorso: poco meno di un anno fa. Mi ha accompagnata per due mezzi anni scolastici. Mi sono scervellata non poco per far combaciare tutte le cose, per cercare un nemico figo, per non farla cadere mai nel banale, per correggere tutti quei merdosi errori di battitura che puntualmente metto ovunque. 
Ho ignorato ore e ore di lezioni per scriverla a scuola, mi sono sentita un genio quando mi venivano dei lampi di ispirazione, anche nei momenti meno opportuni come durante il compito di matematica o mentre ero sotto la doccia. 
Ho accompagnato Camille ovunque, l'ho fatta innamorare, piangere, strillare, incazzare una quantità di volte incontabili.
Ed ora ve l'ho pure resa una stronza di dimensioni cosmiche.
Vi ho fatto morire Louis, ve l'ho ridato. 
Ed ora ve l'ho di nuovo tolto.
In ogni caso, spero di avervi fatto ridere qualche volta, imprecare contro di me quando non capivate che cazzo avessi in mente, commuovere quando c'era da commuoversi. 
Ammetto che sono stata abbastanza cattiva a lasciarvi un epilogo del genere, ma non sono una tipa da lieti fine. 
E poi poensatela in modo positivo: mi da un ottimo slancio per un possibile sequel. 
Perchè sì, ho alcune piccole, pallide e stupide idee per un seguito che non escludo farò. 
Ma non credo lo avrete presto. 
Non riscirei mai a sopportare tre long contemporaneamente. (ehm. più o meno.)
Perchè si. Inizierò una nuova long prima dell'anno nuovo. 
Ma sapete quanto sono lenta e noiosa nelle long. Che quando vi trovate un capitolo nuovo lo dovete segnare di fucsia sul calendario perchè è un avvenimento.
Non sarà sul mondo di Percy Jackson come ho anticipato ad alcune di voi. Ma sui One Direction.
L'ho promessa a troppa gente e non posso più rimandare. 
So che a molti di voi non piacciono come gruppo, ma sono sempre io. Forse rischio di cadere molto più spesso nel banale, ma sempre io. 
Potete sempre fare finta che siano una band musicale inventata, totalmente sconoscita al mondo e blablabla.
Ovviamente nessuno vi obbliga a leggerla, comunque per chi fosse interessato in settimana posterò il primo capitolo. 
Ora. 
Sono stata abbastanza noiosa. 

Le canzoni sono delle Little Mix come avete notato. IO AMO QUELLE QUATTRO. 
Le amo. Sono OSSESSIONATA.
Non so se rendo l'idea. 
La mia eterosessualità è pesantemente messa in dubbio quando le vedo. (Viva l'omosessualità!)
Ok. Sto impazzando.
Aspettate. Fatemi cercare un immagine dei One Direction e torno me stessa. 

Bene. Fatto. 
Sono di nuovo qui. 
Era appena uscito il CD quando stavo scrivendo e quindi ve le ho spiattellate lì. 
Che non è ancora uscito in Italia, ma siccome io ho un'amica figa e pandosa, lei me l'ha regalato ieri per Natale richiedendolo da non so quale posto estero sconosicuto. 


Sto per dichiararmi un'altra volta omosessuale alla loro vista quindi passiamo oltre. 

Già. E' finita così. 
Ma non mi ammazzate, ok? 
Chi ve lo scrive poi il sequel?

Poi. 
13 recensioni.
13 RECENSIONI.
13 RE CEN SIO NI.
1 3  R E C E N S I O N I .
!!!

Non so se rendo l'idea. 
Voi mi volete morta. Punto. 
Siete delle assassine.  :')

Trich, Catnip Elizabeth Weasley, AleJackson, WaitFotIt, Another_World21, Idiotwhoreads, Writer96 (che adesso mi disconosce, me lo sento.), The_OwL_Gandalf, Aryelle,  Dafne Rheb Ariadne, cacciatrice di Artemide, TaliafigliadiZeus e WatsonxD_

Ma quanto posso amarvi?!

A questo punto, visto che questo Angolo sta diventando più lungo del capitolo stesso e mi sento noiosa e ingombrante, ringrazio solo le 13 preferite e le 25 seguite. 
Nessuno se la ricorda questa storia. 
Ahahahahah :3

Bene posso lasciarvi. 
A presto, spero veramente. 
Mi mancherete tanto. Voi, questa storia, tutti. 

Un bacione enorme, GRAZIE di tutto. 

Oddio ora mi metto a piangere. 
Ciao!

Alice 

   
 
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