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Autore: Finitem_    16/12/2012    26 recensioni
Natalie frequenta l'Accademia belle arti, la più prestigiosa a Londra, la Dalton.
E' la più talentuosa del corso di teatro, ed è per questo che vive nella City nonostante le sue umili origini.
Accettando svariati lavoretti è riuscita a comprarsi un appartamentino tutto suo, lasciando gli squallidi alloggi scolastici.
Ma l'affitto si sa', non si paga da solo, e quindi Nat si ritroverà ad accettare di fingere di essere la ragazza di una star internazionale, che cerca di nascondere la sua omosessualità grazie a questa copertura.
Nat non sa' ancora che dovrà fingersi la ragazza del suo idolo, e tra recite scolastiche, disastrose interviste, pranzi in famiglia e paparazzi-stalker, niente andrà come pattuito...
NB: Contiene Louis-Harry. Larry shipper a raccolta, BM e Haters fuori dalle palle.
Buona lettura!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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intro La professoressa fissava esasperata la classe 4° C, le sue trenta responsabilità, stressanti e con problemi alla pelle per mancanza di sonno e per il troppo sostegno energetico del cioccolato, in dubbio se comprare le azioni di una crema antibrufoli, preoccupati che la Pace nel mondo fosse nelle mani scivolose di Bush e Bill Loden, in ansia per cose come " 5 meno meno" e "6 più più", e tutto quello che lei riusciva a pensare era "Devo interrogare. Devo interrogare qualcuno"
"Natalie Jhonson! Vieni interrogata"
L'interpellata alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo (sicuramente non quello di testo) accorgendosi per la prima volta della presenza della docente, che sospirò esasperata.
Conosceva la ragazza da quello che i suoi colleghi le avevano riferito: Era una principessa del dramma. Sapeva cantare, ballare e recitare, e durante gli spettacoli scolastici era capace di far piangere genitori ormai cresciuti e insegnanti senza cuore.
Poteva diventare Ofelia con la luna storta, Bett Davis con la bronchite, Lady Macbeth in preda ai sensi di colpa... Lei non recitava.
Si abbandonava: i suoi occhi riempiono di pietà e sofferenza, lampeggiano, sciolgono il cemento e fanno impazzire la audience.
Era la ragazza più talentuosa della Dalton Accademy, specializzata in corsi di canto, ballo, sportivi e teatrali, e a quanto pare stava per concederle un'altra delle sue grandi interpretazioni.
- Miss Davis... sull'autobus non mi sono sentita molto bene...- disse con una vocina sottile sottile.
- Mantieni la calma e fai quello che puoi, cara-
-Ma prof, io non mi sento bene. Dev'essere lo stress!-
- Il mondo non finirà se prendi un sei al posto di un dieci-
La ragazza esalò un gemito, posandosi la mano sul petto e roteando drammaticamente gli occhi nocciola.
-Lato sbagliato tesoro!- strillò Mr Ratcliffe dal fondo dell'aula - Non puoi ottenere tutto quello che vuoi dalla vita recitando!-
La ragazza lo fissò con uno sguardo di sfida, prima di crollare indietro su una sedia, afferrandosi la gola e roteando gli occhi, fingendo un attacco di cuore.
La professoressa rimase impassibile.
- Mr Ratcliffe, ti assegnerò un più in biologia, per la tua prontezza di spirito e acutezza nell'osservazione. Miss Jhonson, in presidenza. Il tuo compagno ha ragione: non puoi ottenere tutto dalla vita sfruttando il tuo talento nella recitazione-




Natalie aprì la porta del suo appartamento, per sbattersela rumorosamente alle spalle, prima di lasciarsi andare ad una sequela di imprecazioni degne di uno scaricatore di porto.
Aveva battuto ogni record scolastico mai stabilito prima: aveva preso due note, quattro segni di biasimo ed era stata in presidenza tre volte. E tutto in un giorno solo!
In più era arrivata in ritardo alle prove, si era dimenticata di tingersi i capelli biondo platino ( quel semestre avrebbero interpretato Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare, e lei avrebbe interpretato Anna Page, la figlia della ricca Signora Page, corteggiata a fini fraudolenti da un mascalzone squattrinato) e di imparare il copione del terzo atto, così aveva dovuto fermarsi un ora in più rispetto agli altri.
In più, come se non bastasse, l'affitto scadeva a giorni, e lei non aveva una lira in tasca e nessuna voglia di tornare a vivere nel comprensorio della Dalton.
Mollando borsa e cappotto nell'atrio aveva controllato se ci fossero messaggi in segreteria telefonica, mentre andava a prendere la tinta nel bagno.

"Ehi Nat, sono Amelia! Volevo chiederti se eri interessata a un lavoretto che ti ho trovato, carino carino e soprattutto molto, molto, mooolto proficuo. Sono in ufficio fino alle sei e mezza, se sei interessata chiamami alle sette per i dettagli. Baci!"

La ragazza sorrise all'apparecchio telefonico: Amelia era la sua ex insegnante di recitazione, che si era ritirata a causa di una maternità prima di trovare lavoro come capocasting per i London Brodway Studios.
Siccome Nat era ancora minorenne e andava ancora a scuola (una scuola vecchia, inflessibile  e tarpa-ali, come la definiva lei)  non poteva sfruttare questo grande aggancio che la sua insegnante le offriva, ma una volta diplomata, le porte del mondo dello spettacolo si sarebbero spalancate per lei.
Per ora si accontentava di impersonare ruoli come l'amica perfetta della figlia che preoccupava i genitori frequentando cattive compagnie e che dovevano essere rassicurati, la secchiona che dava ripetizioni all'asino della classe, la finta commessa-volontaria per svariate associazioni, mentre i commessi-volontari veri se la spassavano altrove, la finta fidanzata...
Nat guardò l'ora. Erano le 5.30, aveva un ora per tingersi, studiare il copione e fare i compiti, prima di chiamare Amelia e cercare un lavoretto per pagarsi vitto e alloggio.
C'è la poteva fare.





Alle sei e mezza aveva i capelli biondo platino raccolti in una coda alta, e girava per casa recitando battute alla rinfusa ("E' in tavola signori. Mio padre desidera la vostra riverita compagnia."... "La cena vi aspetta messere."... "Se non entrate voi non posso entrare nemmeno io. Vi aspettano per sedersi a tavola...") i compiti di matematica aperti sul tavolo, completamente ignorati e il cordless in mano, pronta per telefonare.
Aveva finito di recitare il 5 atto e aveva composto il numero.

-Pronto Amelia? Sono Nat-
-Natalie! Allora, se mi chiami deduco che sei interessata al lavoretto che ti ho proposto...-
-In che cosa consiste?-
-Niente, il solito. Devi fingerti la ragazza di un tipo, niente di nuovo...-
- E che ci guadagno? Con quello che mi pagano gli studenti squattrinati non camperei neanche per due minuti. Tanta fatica per nulla.-
-Stavolta non è uno studente squattrinato. E' un ragazzo, ma è un riccone... Senti, so che sei a corto di soldi, e che non vuoi tornare a vivere a scuola, quindi ti ho già fissato un colloquio. Hai carta e penna?-
-Come ti sei permessa!-
- E' per il tuo bene, fidati... Tu domani fai un salto nella City, sulla A501, sopra gli uffici della Halifax, dì che ti mando io per quel colloquio. Se ti interessa accetta, sennò non se ne fa nulla. Devi essere l' alle 4.00, mi raccomando. Fammi sapere. Ciao!-
La donna aveva riattaccato, lasciando Natalie furente e indispettita, speranzosa che ne valesse la pena, e che fosse, come aveva detto Amelia, una cosa proficua.





Alle 4.00 la ragazza fissava il lungo, interminabile corridoio bianco che stava attraversando in compagnia di una segretaria alta e asciutta, vestita verde acido e che emanava corrisivo da tutti i pori.
Aveva ancora addosso la divisa, dal momento che non aveva fatto in tempo a passare a casa a cambiarsi, non era minimamente truccata e i capelli le sparavano in tutte le direzioni.
Sembrava uno spaventapasseri.
Chi avrebbe voluto uno spaventapasseri come fidanzata, anche se finta?
La simpaticissima segretaria l'aveva spinta dentro un ampio ufficio annunciandola come "l'appuntamento delle 4.00" e sbattendosi la porta alle spalle.
Che psicopatica.
Alla scrivania stava seduto un uomo più largo che alto, con una pelata luccicante e un paio di discutibili baffi che tremavano al di sotto degli occhi porcini.
-Tu saresti?- si era premurato di chiedere.
- Natalie Jhonson. Mi manda Amelia Parr, per quel lavoro come, ehm, "finta fidanzata"-
-Sei già a conoscenza dei dettagli del tuo incarico?-
- In realtà non è il mio incarico, o meglio, non ancora. Non ho ancora firmato nulla, ergo, non ho ancora nessun incarico-
L'uomo, stupito dalla risposta l'aveva squadrata da capo a piedi.
- Quanti anni hai?-
- 17 signore-
- E vai ancora a scuola?- aveva chiesto con un luccichio malsano negli occhi.
- Si signore, frequento la Dalton, scuola di belle arti. Non so se ha presente-
- E quindi studi recitazione-
- Si signore-
- E' il tuo colore naturale quello?- aveva chiesto lui accennando ai capelli.
- No signore. Me li sono tinta per il ruolo che devo interpretare-
- E sarebbe?-
- Anna Page nelle Allegre comari di Windsor-
L'uomo era rimasto in silenzio un attimo, prima di iniziare a tartassarla di domande: dove viveva, dove vivevano i suoi genitori, come mai non viveva negli alloggi scolastici, le sue amiche, se usciva la sera, se era single, i suoi hobby...
- Potresti recitarmi qualcosa?- aveva chiesto alla fine, sorridendo impercettibilmente.
Natalie aveva iniziato a declamare, abbandonandosi alle emozioni:

"« Oh, qual nobile mente è qui sconvolta!
Occhio di cortigiano,
lingua di dotto, spada di soldato;
la speranza e la rosa del giardino
del nostro regno, specchio della moda,
modello d'eleganza,
ammirazione del genere umano,
tutto, e per tutto, in lui così svanito!...
Ed io, la più infelice e derelitta
delle donne, ch'ho assaporato il miele
degli armoniosi voti del suo cuore,
debbo mirare adesso, desolata,
questo sublime, nobile intelletto
risuonare d'un suono fesso, stridulo,
come una bella campana stonata;
l'ineguagliata sua forma, e l'aspetto
fiorente di bellezza giovanile
guaste da questa specie di delirio!...
Me misera, che ho visto quel che ho visto,
e vedo quel che seguito a vedere! »"

Alla fine del monologo, gli applausi dell'uomo l'avevano riportata con i piedi per terra.
- Ma che cos'era? -
- Il monologo di Ofelia, atto III scena I-
- Di che opera?-
- L'Amleto-
Il tizio aveva sorriso.
- Mi hai convinta, sei assunta-
- Scusi, ma non posso accettare il lavoro perchè non so ancora di cosa si tratta-
- Tutto quello che devi fare è fingerti la fidanzata di un ragazzo, anche se a dire il vero è piuttosto famoso. Ti creerà problemi?-
- Quanto verrei pagata e quali sarebbero le mie mansioni?-
- Vedo che ci sai fare. Allora, tu dovrai stare con lui in pubblico e scambiare con lui delle effusioni. Se verrai sottoposta a interviste, servizi fotografici o altro ti verranno pagati come extra. Lui non è autorizzato ad andare oltre quelo che stiamo pattuendo adesso, pena un severo risarcimento. Anche se non penso sia interessato-
La ragazza si era sentita un po' offesa.
- Come mai? -
- E' gay, anche se non dichiarato -
- Oh. -
- Già. Verrai pagata 12500 sterline-
Nat si era sentita mancare. Erano un sacco di soldi. Una montagna di soldi.
- All'anno?- aveva chiesto con voce flebile.
- Al mese, ragazza mia, al mese...Nelle festività verrai pagata 12600 sterline, e le nostre finanze copriranno le spese inerenti alla tua immagine: trucco, hairstylist, vestiti, manicure e pedicure... Due uniche condizioni: sei legata al segreto professionale, ovvero non puoi rivelare a nessuno la nostra messa in scena. Seconda cosa non ti è permesso frequentare nessun'altro mentre sei assunta da noi. Tutto chiaro?-
- Si signore-
- Firma qui- l'uomo, o meglio, il suo nuovo capo, le aveva teso il contratto, che la ragazza si era affrettata a firmare, per paura di perdere l'occasione.
C'erano state ancora un po' di domande, prima che il telefono sulla scrivania squillasse, distogliendoli dalla conversazione.
- Si?- aveva risposto l'uomo.
- Ok, lascialo passare- aveva riattaccato, rivolgendosi a Nat.
- Vediamo come ti trovi con il tuo nuovo fidanzato...-
Non le importava. Con 12500 sterline al mese poteva fare di tutto!
Avrebbe potuto pagare l'affitto, comprare mobili decenti, trucchi, smalti, lenti a contatto colorate per le recite, tinte di colori assurdi...
Poteva essere anche il ragazzo più brutto del pianeta, a lei non importava.
Per 12500 sterline al mese, questo ed altro.
La porta si era aperta, e un ragazzo ben noto a Natalie, come a tutta la popolazione adolescenziale femminile mondiale, era entrato nell'ufficio: il cappuccio del giaccone firmato alzato sopra la testa per coprire i ricci, visibili mentre scendevano sulla fronte e sugli occhi verdi coperti dai Rayban scuri, la sciarpa tirata fin sopra il mento e la testa incassata tra le spalle.
- Volevi vedermi Sid? -
- Si Harry... Volevo presentarti la tua nuova "finta" ragazza... Natalie, questo è Harry, Harry questa è Natalie. L'ho appena assunta. Da oggi lavorerà con noi-
Natalie Jhonson, studentessa di belle arti di umili origini campagnole, approdata nella giungla della City grazie a una borsa di studio, confusionaria, ritardataria e spendacciona, si era appena fidanzata con Harry Styles, 1/5 della band più famosa del mondo: gli One Direction.








Angolo Autrice ^.^
Hey, Vas Happenin?
Eccomi di nuovo a scartavetrarvi le palle con una nuova FF, come vi avevo promesso.
Allora? Che ve ne pare?
Vorrei un pareruccio, essendo questa la prima FF che scrivo in terza persona... è un esperimento, e sta a voi dirmi se è  riuscito o meno.
In base a ciò deciderò se continuare a stressarvi o no...
Saluto tutte le recensitrici accanite di Moments e I shouldn't have tweet you che mi vogliono morta perchè inizio mille e mille storie al posto di aggiornare quelle vecchie.
Sono fatta così... che ci posso fare? ^.^
Un bacio e recensite numerose!
Cami






 
  
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