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Autore: xuehua    16/12/2012    3 recensioni
"Vedi, non mi pongo i problemi di voi semplici esseri umani. Non ho problemi a dire apertamente di amare Rei. Non ho problemi a dire di aver odiato mio fratello, ed aver intensamente desiderato di proteggerlo allo stesso tempo. Pensi di poter davvero sconfiggere i tuoi demoni quando non sei nemmeno in grado di distinguere chi ami davvero da chi ami per convenienza? Perché se è così, Ichigo, io non posso aiutarti. Nemmeno Ryo, né nessun altro, e allora sappi che sarò grata di vederti divorata dal tuo personale, dolce demone".
Di ritorno da alcuni anni spesi all'estero per studiare con Masaya, Ichigo trova una realtà totalmente diversa ad aspettarla: Retasu intrappolata in un amore a senso unico verso Ryo, una Minto bloccata da un amore di cui si vergogna; ciò che la colpisce è in realtà chi non ritrova, Ryo, ormai irrimediabilmente distante. E una nuova minaccia, non solo per la Terra, ma una minaccia dentro di lei.
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Ho deciso di eliminare tutte le storie in sospeso perché, sostanzialmente, incomplete: dopo averci riflettuto ho messo insieme questa fic, che in qualche modo comprende qualcosa di tutte le altre, ma migliorate e che, spero, apprezzerete.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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運命の赤い糸
Unmei no akai ito

 

Loneliness

 

Le gocce d'acqua cadevano regolarmente dal rubinetto fino al lavabo, scandendo i secondi, mentre delle sferzate di vento continuavano a far stridere le imposte delle finestre; un candido manto di neve si stava lentamente posando, ricoprendo tutto con il suo perfetto silenzio.
Ryo fece scivolare con delicatezza la sua mano lungo la schiena di Retasu: era da qualche minuto che si domandava per quale motivo si trovasse lì, a casa della ragazza, nel suo letto, mentre avrebbe voluto essere in tutt'altro posto, ad accarezzare un'altra schiena.
Sei caduto proprio in basso eh, Shirogane, pensò tra sé mentre Retasu posò un bacio sulla guancia di lui. “Sono felice che tu sia qui” sussurrò subito dopo, stringendosi ulteriormente a lui. Indagò l'espressione che si era creata sul viso del ragazzo, della persona che amava sopra ogni altra cosa e che, sapeva, non l'avrebbe mai davvero corrisposta. Però doveva accontentarsi, infondo in quel momento poteva affermare di essere davvero felice. Interpretò il silenzio di Ryo come imbarazzo e desiderio di scappare, come accadeva ogni volta dopo che faceva l'amore con lei.
Ti amo, Ryo”. Retasu avvampò in viso istantaneamente. Da parte sua, l'americano non aveva idea di cosa risponderle. Ichigo era partita con Masaya per un anno all'estero, gli anni erano diventati due, poi tre, ma da quello che sapeva sarebbe tornata dopo una settimana; al solo pensiero provava una strana fitta all'altezza dello stomaco, che gli ricordava solo una cosa: aveva una maledetta paura di rivederla. Paura che il sottile equilibrio dei suoi sentimenti venisse nuovamente spezzato. Avrebbe soltanto voluto essere in grado di renderla felice come, evidentemente, soltanto Masaya sapeva fare.
Iniziò a pensare a tutte le sue insicurezze, al grande vuoto che albergava in quel momento nel suo cuore, un vuoto di cui, dopo quelle ore con Retasu, non riusciva nemmeno a vedere il fondo. Si domandò se fosse possibile, in qualche modo, ritrovare le cose perdute, riparare ciò che si è logorato, ma la risposta era sempre una: la vita va avanti.
La ragazza, ormai rassegnata al silenzio di Ryo, si alzò e raccolse i vestiti da terra. Non sapeva se sentirsi vuota o piena. “Ryo...”.
Il modo in cui il biondo la guardò le fece capire che aveva interrotto il filo di chissà quale pensiero, probabilmente il filo rosso che lo legava inevitabilmente a Ichigo, e non a lei. “Sì?”.
Nulla, mi chiedevo se fosse tutto apposto”.
Sì, scusami”. Anche Ryo raccolse le sue cose e si rivestì, impaziente di uscire da quella stanza. Probabilmente non mi perdonerò mai quello che ti sto facendo, Retasu. Ma non c'è nessun posto dove io possa andare.


Ancora al lavoro?”.
Keiichiro si voltò in direzione della voce e vide, sulla soglia della porta, Zakuro; le sorrise, si avvicinò a lei e le posò un bacio sulla fronte. “Cosa ci fai qui?”.
Passavo da queste parti, avevo un po' di nostalgia di questo posto...”.
Il Caffé era stato chiuso da qualche mese, sia perché le ragazze avevano impegni sempre maggiori, sia perché non si erano presentate reali minacce fino a quel momento.
Già... è strano stare qui senza di voi. Infatti pensavamo di cercarci un appartamento”.
In effetti, non potete stare chiusi qui per sempre”. Zakuro fece una pausa, si tolse la giacca in pelle e la sciarpa, ravvivò i lunghi capelli e tornò a guardare l'americano. “A cosa stai lavorando così
intensamente?”.

Oh, nulla di che, i soliti controlli”. Keiichiro sorrise di nuovo, nascondendo un certo nervosismo: Zakuro gli aveva sempre fatto quell'effetto ed ogni volta non poteva fare a meno di stupirsi di quanto fosse meravigliosa.
Il silenzio tra i due venne interrotto dalla porta sul retro che si aprì con un cigolio: Ryo entrò spazzando via della neve che si era fermata sul giubbotto e si diresse subito nel laboratorio, dove vide, stupito, che l'amico era in dolce compagnia. “Ma che piacere vederti” commentò, ma il suo tono sembrò piuttosto sarcastico, nonostante non fosse esattamente quello che voleva fare intendere: aveva appena ricevuto una chiamata ed era piuttosto nervoso. “Scusate se vi interrompo, ma ho una cosa importante di cui parlare con Kei”.
Tolgo il disturbo allora”. Zakuro fissò il biondo con apprensione, notò una strana sfumatura nei suoi occhi, un misto di preoccupazione e rassegnazione. “Tornerò, comunque”.
Appena la ex mew mew fu uscita il biondo si buttò a sedere su una sedia, come se fosse sfinito.
Sei stato da Retasu?” domandò il moro, con aria contrariata.
Sì”. Sarebbe stato inutile mentire.
Stai facendo del male a entrambi”.
Ryo fece un cenno con la mano per dire che non aveva voglia di parlarne. “C'è una cosa più importante di cui dobbiamo parlare”. Dato che Keiichiro rimase in silenzio, a braccia conserte, in attesa, il biondo continuò. “Mi hanno appena chiamato dall'Istituto”.
Le pupille del moro si dilatarono per lo stupore. “Perché? E' successo qualcosa?”.
Asuka. E' sparita”.
Il ticchettio di un orologio scandì lo scorrere di centoventi secondi.
Da quanto?” riuscì finalmente a domandare Keiichiro.
Da una settimana, e non so perché diamine mi abbiano chiamato solo ora”.
Cosa facciamo?”.
Ryo affondò il viso tra le mani, senza rispondere: aveva voglia di distruggere tutto quello che aveva intorno, senza distinzioni, dai macchinari ai computer, tutto. Ripeté il nome 'Asuka' nella sua mente, come se fosse una formula magica per farla apparire lì, davanti a lui.
Non avremmo dovuto lasciarla da sola per così tanto tempo, l'abbiamo sopravvalutata” disse infine.
E' stata lei stessa a decidere di non raggiungerci qui...” gli ricordò Keiichiro, prese posto anche lui a fianco all'amico. “Conoscendo Asuka, sicuramente stava già architettando questa fuga”.
E per dove?!”. Il tono di voce di Ryo si alzò considerevolmente. Sembrava che tutto dovesse andare storto, quella faccenda era decisamente la ciliegina sulla torta della giornata.
Cosa facciamo?”.
Quella domanda rimbombò nella testa del biondo per qualche secondo, insieme al tempo scandito regolarmente dall'orologio. Cosa facciamo?
In quel momento squillò di nuovo il telefono: Ryo lo prese tra le mani con una fretta tale che rischiò di farlo cadere per terra. “Pronto?”.
Signor Shirogane?” domandarono dall'altra parte, era una voce composta, di quelle che portano cattive notizie.
Sì, sono io”.
Sono il dottor Yamamoto”.
Era il principale della clinica. Sentì una goccia di sudore freddo scivolare lungo la spina dorsale.
Ci sono novità?”. Sto balbettando?
Mi dispiace, signor Shirogane... abbiamo rinvenuto degli effetti personali di sua sorella, Asuka Shirogane, lungo il fiume. Qua è da giorni che nevica e l'acqua è ghiacciata, sicuramente la ragazza non ce l'ha fatta”.
Calò il silenzio, Ryo sentì un brusio di sottofondo, forse il vento e i discorsi dei ricercatori.
Siamo propensi a pensare che si tratti di suicidio. Ad ogni modo è meglio che lei e il signor...”.
Non sentì finire la frase, perché il ragazzo riattaccò. Sentì quella morsa allo stomaco stringersi, fin quando non sentì il calore delle lacrime bagnargli il viso.
E' tutta colpa mia” biascicò tra le lacrime. “E' tutta colpa mia”.
Keiichiro lo guardava senza davvero vederlo, anche lui colpito da quella notizia.
Asuka è morta per colpa mia”.
Disse più volte quella frase, a lungo, come la cantilena di un rosario.

 

Attendere il proprio bagaglio una volta scesa dall'aereo la irritava alquanto, soprattutto se la sua valigia era fra le ultime, facendole temere che fosse andata persa in chissà quale parte del mondo.
Eccola”. Masaya gliela indicò e Ichigo la afferrò felicemente: anche quella volta era arrivata sana e salva a casa.
Stava per fare una bella sorpresa ai suoi genitori: era tornata una settimana prima del previsto, perciò sarebbe sbucata in casa senza alcun tipo di preavviso; inoltre non vedeva l'ora di chiamare le sue amiche nonché ex compagne di battaglia, sicuramente anche loro non si aspettavano un suo ritorno anticipato.
Chissà se stanno tutti bene... pensò mentre si dirigeva mano nella mano con Masaya verso i taxi.
Aveva ormai diciassette anni e non poteva sentirsi più felice di così: all'estero aveva vissuto un'esperienza stupenda, il suo legame con Masaya si era approfondita ed era innamorata di lui più che mai, aveva fatto nuove amicizie, visto nuovi posti, si sentiva una persona diversa, nuova, pur rimanendo comunque la solita Ichigo pasticciona.
La ex mew neko non poteva immaginare quanto le cose fossero cambiate a Tokyo durante la sua assenza, non poteva immaginare quanto quel mondo ancora così facile che aveva lasciato dopo la sconfitta di Profondo Blu si stesse lentamente sgretolando.
Non sapeva che avrebbe dovuto affrontare una realtà diversa, più difficile di quella che l'aveva circondata fino a quel momento come una bolla di sapone.
Arrivata davanti a casa diede un bacio a Masaya per salutarlo, scese dal taxi e recuperò la sua roba: rimase in piedi a fissare casa sua con un misto di gioia, incredulità e ansietà. Le luci erano accese, erano circa la sette di sera, ora di cena. Si avvicinò alla porta e avvicinò la mano al campanello, lasciandola sospesa a mezz'aria qualche istante prima di suonare. Sentì dei passi provenire dall'interno e non appena percepì la porta scricchiolare il cuore iniziò a sussultarle nel petto, tanto che pensò le sarebbe schizzato via da un momento all'altro.
Ad aprire era stata sua madre, che la guardò con aria incredula qualche istante per poi scoppiare a piangere e buttarsi tra le braccia della figlia. Alle spalle della donna vide accorrere anche suo padre, che superato il primo momento di spaesamento si unì all'abbraccio.
Sei arrivata giusto per la cena”.


Sentiva i brividi affiorarle sulla pelle, tanto che tremò per un istante. Minto fissò la sua esile figura riflessa nel grande specchio di camera sua, nuda e indifesa.
Perché non desideri me? Si strinse tra le braccia e delle lacrime punsero i suoi occhi, ma impedì loro di bagnarle il viso. Scosse la testa, raccolse i vestiti e li indossò di nuovo.
Sei ridicola, pensò, mentre raccolse i lunghi capelli corvini in uno chignon. Nevicava ormai da alcune ore, ma ormai l'inverno de lo portava nel cuore. Lì c'era sempre la neve.
Signorina Aizawa” sentì chiamare, era probabilmente la sua governante. “E' pronta la cena”.
Arrivo”. Si ricompose, si guardò di nuovo allo specchio, cercò un'espressione adeguata, rilassata, non curante e uscì dalla sua stanza, entrando nel mondo di illusioni dorate che si era creata tutto intorno.

 

 

 

Buonasera a tutte e a tutti. Come ho già scritto nella descrizione, ho deciso di sospendere tutte le mie fanfiction in corso e cominciare questa, la quale è una sintesi di tutte le idee che avevo messo insieme, finalmente raccolte in maniera razionale per farne una storia.
Con questo capitolo ho voluto dare una panoramica generale della situazione: come avete notato la storia inizia tre anni dopo la fine del manga, quando Ichigo parte. Premetto che non sarà una storia facile, che non mancheranno i momenti tristi e che la crescita dei personaggi sarà difficile, ma ci saranno molti colpi di scena, insomma, non vi annoierò.
Spero recensirete e che continuerete a seguire Unmei no akai ito.

 

xuehua

  
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