«C'era Moriarty... Perché non ci ho pensato subito?! Stupido, stupido, stupido!» esclamò John.
Solo ora si rendeva conto della scomparsa di Moriarty, avvenuta in corrispondenza di quella di Sherlock.
Perché non c'era arrivato?
Sherlock non si era suicidato.
Non volontariamente, almeno.
Ecco spiegato il motivo di fargli credere che avessero sparato alla signora Hudson.
Voleva allontanarlo, proteggerlo.
Sapeva di star andando nella tana del leone e voleva andarci solo, impedirgli di seguirlo.
«Comunque non capisco...».
La voce di Lestrade lo riportò alla realtà.
«Doveva comunque esserci una terza persona, sul tetto. Qualcuno che ha portato via il cadavere di Moriarty. E poi, chi ha sparato a quel pazzo? Siamo sicuri che il sangue sia suo, e non di chi ha "ripulito" la zona?».
John tornò a sedersi.
«Se davvero una terza persona era presente, era al soldo di Moriarty. E se io avessi visto Sherlock sparare al mio capo, di certo non me ne sarei stato buono buono ad aspettare che si suicidasse. Anche perché non vedo che motivo avrebbe potuto spingere Sherlock a saltare, una volta che Moriarty era morto. No, a mio parere c'erano solo loro due».
John si impose di usare i metodi dell'amico.
«Immaginiamo che Sherlock sia salito sul tetto, incontrando Moriarty. Supponiamo che a insaputa di entrambi, uno degli uomini di quel folle li abbia seguiti...»
«Perché a sua insaputa?»
«Sherlock descriveva Moriarty come simile a lui. Non avrebbe mai rinunciato a uno scambio di battute uno contro uno».
Si alzò di nuovo, incapace di rimanere fermo.
«Sherlock spara a Moriarty. Potrebbe andarsene, ora, ma non lo fa. Perché?»
«Qualcosa lo trattiene» tentò Lestrade.
«O qualcuno. Se l'ipotetico uomo di Moriarty fosse uscito allo scoperto, avrebbe di certo potuto impedire a Sherlock di fuggire. Di certo, però, non poteva fermarlo sparandogli. Un cadavere con una pallottola in corpo non è una buona soluzione, se cerchi di impedire un'indagine per omicidio. Quindi che fare? Potrebbe averlo spinto ad uccidersi».
Lestrade scosse il capo.
«E come l'avrebbe convinto? L'hai detto anche tu, non avrebbe di certo potuto minacciarlo con un'arma. Il tuo ragionamento, in questo senso, non fa una grinza. Anche se lo avesse solamente ferito, il foro del proiettile sarebbe saltato fuori durante l'autopsia».
John scrollò le spalle, sconfortato.
«E' solo una teoria. Ma come punto di partenza non è male. Non ci resta che capire se è davvero andata così».
«Propongo di chiedere a Molly se ha scoperto residui di polvere da sparo durante l'autopsia».
John deglutì.
Aveva accettato la morte dell'amico, ma ancora non riusciva a parlarne liberamente.
«Andiamo».
*
Sherlock si fermò poco fuori dal suo appartamento, una sigaretta tra le labbra e il cellulare tra le mani.
Era identico al cellulare che aveva quando ancora viveva a Londra.
Mycroft glielo aveva dato quando era partito per Parigi, in cambio del suo cappotto - fornendogliene comunque un altro identico.
Quello vecchio sarebbe potuto servire come effetto personale.
Il detective rigirò il telefono tra le dita.
Recuperare quello vecchio non avrebbe avuto senso, e avrebbe insospettito tutti.
Compose il numero e attese.
Guardò l'ora rapidamente.
Sorrise all'idea di infastidire il fratello.
«Ho letto il tuo messaggio. Che c'è?» disse.
Ascoltò con aria annoiata.
«Suppongo non sia una richiesta, vero?».
Si divertì a rilasciare lentamente il fumo.
«Sì, sto fumando ancora. Te lo ripeto. Nessuno me lo impedisce qui. E finché sarò in questa fase di stallo... Beh, non ho modo di ignorare la noia che mi perseguita».
Gettò un'occhiata a un edificio in lontananza, oltre il ponte.
«Più o meno» aggiunse, mellifluo.
Alzò gli occhi al cielo.
«Non mi importa se il tuo è un ordine. Se non voglio ascoltarti, non lo farò. Non puoi costringermi a farlo. Ah, davvero? E come pensi di riuscire a farlo?».
Rise di nuovo.
«Lo sapevo. Non ne hai idea».
Tornò serio.
«Ma sei fortunato. Ti aiuterò».
Scrollò le spalle.
«Te l'ho detto, mi annoio. Non ho grandi distrazioni qui. Ti faccio sapere quanto prima».
Ripose il cellulare nella tasca.
Sbuffò.
L'idea di lavorare come uno qualsiasi dei galoppini di suo fratello non gli andava per niente a genio.
Ma era l'unica cosa che poteva fare.
Lo so, ci sto mettendo una vita ad aggiornare ^^".
Nonostante questo, però, accetto sempre volentieri nuove recensioni, siano esse positive, negative o neutre ;)