Fanfic su attori > Coppia Farrell/Leto
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Autore: K i m b e r l y    03/07/2007    9 recensioni
Chi ha detto che gli unici Dei erano quelli Greci? Alcune persone non la pensano assolutamente così.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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. Gli Dei Non Erano Solo Quelli Greci .

Occhi.
Occhi blu.
Occhi che guardano.
Occhi che sanno.
Occhi che hanno la capacità di metterti in soggezione.
Occhi laceranti.

Non sei un semplice uomo, non sei un qualunque essere umano caratterizzato da pregi e difetti.
Sei un'aggregazione di cellule, molecole messe insieme da una mano perfetta.
Una mano che non conosce errori, imperfezioni. Una mano divina.
Cazzo Jared, sei un dio.

Sei intento ad aprire le tue valigie, poste sul pavimento del salotto immerso nella fioca luce dell'alba e canticchi sommessamente una melodia sconnessa, probabilmente sottofondo musicale inciso con gli altri tre balordi che sguinzagli dietro di te ad ogni concerto, tre ragazzini che pendono dalle tue labbra ogni volta che sforni un testo, parole su parole, mai provate veramente sulla tua pelle, Jared.
Come, break me down, bury me, bury me. Andiamo Mr. Leto, vuoi essere credibile?

Il tuo corpo perfetto si muove, si inginocchia per prendere qualcosa dalla valigia, la ispeziona minuziosamente trovando il motivo di tale atto.
Ci ripensi mordendoti quelle labbra sensuali che ti ritrovi, lasci cadere scomposta la felpa appena presa tra le mani e ne prendi un'altra, più convinto, mentre ti rialzi stanco e ti muovi lentamente verso il grande armadio di legno pregiato, a ridosso del muro candido.
Sei una perfetta sposina casa e chiesa del cazzo. Lo sai vero, Jared?

Le tue gambe sono strette in pantaloni neri attillati, fin troppo a dirla tutta, che le evidenziano in ogni singolo movimento, mentre quelle compiono qualche passo incerto, il tuo bacino stretto si piega, mentre distratto apri un cassetto e ci infili scomposta la felpa prediletta.
Avere un fascino come il tuo non è da poco, lo sai Leto? Neanche quando fai i lavoretti di casa.

Ti giri intorno leggermente stordito dal nuovo ambiente, dall'ennesima stanza lussuosa d'albergo, quattro asettici muri adorni di plastica da non chiamare casa.
Ti muovi con qualche passo incerto e agguanti una sedia rivestita di velluto verde, su cui ti siedi lentamente iniziando a slacciarti metododicamente le Converse nere.
Fottuto rocker del cazzo, ecco cosa sei Jared. Sei solo un fottuto rocker del cazzo.

Rimasto a piedi nudi ti alzi e mi degni di una rapace occhiata, un lampo da quelle brillanti iridi turchesi che rimane impresso nei miei occhi color caffè per un misero secondo.
Distogli lo sguardo e lo punti altrove, mentre sollevi i lembi della t-shirt nera che indossi e li alzi per toglierla.
Riveli il tuo fisico perfetto, divino, surreale, come la melodia ancora aleggiante nell'aria, proveniente dalle roche note che escono dalle tue labbra.
Spalle larghe, pettorali muscolosi, addominali tonici.
Sebbene tu sia ancora troppo magro, ti vedo messo bene, Leto.

Ma niente può essere contrapposto al tuo bacino.
Stretto, contornato dagli obliqui squadrati e delineato dal limite nero dei pantaloni.
Togliti da davanti, principino del cazzo. Potrei non rispondere più delle mie azioni.

Ad un tratto pare che la tua mente si stia risbegliando da quello stato di trans, smetti di cantare e mi guardi inesorabile negli occhi.
Non un secondo, non un lampo. Uno sguardo.
Punti fisse nelle mie quelle iridi color del cielo, contornate da una linea ormai sbavata di nero che li evidenzia ancor più del dovuto.
Non appartieni a questo mondo, Jared. La tua perfezione non è umana.

La tua bocca è leggermente dischiusa, labbra sottili e sensuali come quelle di nessuno.
Scorgo i tuoi denti bianchi nascosti dietro di esse, pronti a fare capolino in uno stupendo sorriso che ti dona una bellezza fuori dal normale.
I capelli castani ti ricadono scomposti sulle lunghe ciglia, donandoti un'aria pura, di quel bello che non deve essere per forza dannato per attirare attenzione.
E intanto mi fissi deciso.
Con quegli occhi.
Occhi blu.
Occhi che guardano.
Occhi che sanno.
Occhi che hanno la capacità di metterti in soggezione.
Occhi laceranti.

Non sciogli l'alchimia dello sguardo instaurata tra di noi, mentre quelle labbra tanto declamate si dischiudono e si rivolgono a me.
La tua voce calda e roca si sparge per la stanza in penombra, facendomi venire la pelle d'oca, mentre soffiando esprimi un tuo semplice quesito.

"Farrell, cosa cazzo hai da guardare?"
  
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