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Autore: JulieDashwood    16/12/2012    1 recensioni
I suoi occhi, i suoi dolci demoniaci occhi brillavano alla luce della luna; il mio riflesso in quelle iridi di ghiaccio sarebbe stata l’ultima cosa che avrei visto.
Genere: Angst, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baciami

Prendi queste dita, le mie dita
con queste dita io ti porterò via
verso la proibita foresta dove piangono le cicale
non posso più tornare indietro ormai.

Higurashi No Naku Koro Ni

 

Mi fidavo della sua voce, a sentirla chiunque si sarebbe fidato, non lo avreste fatto anche voi? Era suadente, invitante, inebriante, eccitante, sensuale, seducente.

I suoi occhi, i suoi dolci demoniaci occhi brillavano alla luce della luna; il mio riflesso in quelle iridi di ghiaccio sarebbe stata l’ultima cosa che avrei visto.

“ Vieni ”, mi aveva detto, “ Vieni ”, mi aveva sussurrato, e io andai; afferrai le sue lunghe e gelide dita e lo seguii.

“ Scendi ”, mormorò.

Ero troppo inebriata dalla sua voce per fare altrimenti, mi ritrovai in una meravigliosa radura.

La luna aveva inargentato tutta la natura, dovevo trovarmi in un sogno, uno di quei sogni talmente vividi da sembrare realtà, ma non era così, si trattava esattamente del contrario: mi trovavo in una realtà talmente inverosimile da sembrare un sogno.

Al centro della radura si ergeva un meraviglioso altare bianco, bianco come la neve che scende lenta e pura nelle montagne nelle notti di Dicembre.

“ Sali ” mi ordina lui, ha un viso perfetto, chi non gli obbedirebbe?

Le cicale cantano, un canto fioco, un canto sommesso.

Mi distendo nella gelida pietra, un gelo strano proviene da questa, che sia il gelo dei morti? Che sia un altare di cadaveri?

Lentamente mi stringe i polsi con le sue dita simili a funi, quella leggera pressione mi porta in estasi.

Mi ha legata all’altare, sono diventata un animale da sacrificare.

Mi viene da ridere, rido, urlo, grido, piango, rido.

Le cicale piangono, un pianto raccapricciante, un canto che mi fa accapponare la pelle.

“ Baciami! ”, lo supplico.

Lui si avvicina, sorride, avvicina la sua bocca alla mia, la schiude e mi riempie i polmoni un intenso e dolciastro fiato di sangue.

Mi bacia appassionatamente, il liquido vermiglio non viene dal suo alito, ma dai miei polmoni.

Ha affondato le sue dita ghiacciate dentro di me, ora è dentro di me, la mia vita è nella sua mano.

Il sangue inizia a soffocarmi, la sua bellissima bocca è sporca del mio sangue, ma continua a baciarmi.

“ Ti amo ”, bisbiglio.

 Non sono dita quelle che ha affondato, ma un coltello dalla lama argentea, come la luna, come gli alberi, come i suoi occhi.

Sento che la vita abbandona il mio corpo.

Le cicale gridano: è un grido disperato, simile a mille coltelli che si sfregano a vicenda.


Chi ha detto che morire è brutto?

L’anima che lentamente esce dal corpo, l’anima che si libera da quella carcassa di ossa e carne, l’anima che fluttua leggera nell’aria, l’anima che non percepisce che il ricordo delle ultime percezioni.

Così fluttuo, fluttuo sopra il mio corpo martoriato e privo di vita, con l’odore del sangue che per sempre impregnerà l’aria che mi circonda e il pianto delle cicale che sentirò per tutta l’eternità.

Un raggio di luna mi attraversa e illumina quella figura diabolica che mi ha ucciso, mi aggrappo a lui, alle sue labbra, quelle saranno l’unica cosa che riuscirò a sentire.

“ Ti bacerò per sempre ” gli sussurro all’orecchio, ma lui non mi sente, lui continua a squartare il mio corpo.

..E io lo bacio, continuo a baciarlo, non faccio che baciarlo: mentre dorme, mentre è sveglio, mentre bacia altre persone, mentre uccide.

Lo bacio perché è l’unica cosa che posso fare, lo bacio perché è l’unica cosa che voglio fare.

“ Ti amo ” 

  
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