Film > Pirati dei caraibi
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Autore: Zell Dincht    04/07/2007    13 recensioni
La più grande piaga del mare si è risvegliata, figlia dei fan di Grande Fratello e di Amici di Maria De Filippis: I Fan della coppia Willabeth. I loro tentacoli sono riusciti ad estendersi ovunque, sino a intaccare la meravigliosa opera che li ha visti nascere. Ma un gruppo di potenti eroi farà tutto ciò che è in loro potere per riuscire a resistere alla schiacciante oppressione di quei fan arteriosclerotici. Preparatevi ad una serie di Calcirotanti da rimanerci secchi (anche se in realtà ne basta uno). Questa fanfic è approvata da Chuck Norris.
Genere: Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Era l'alba vespertina di un mattino vespertino, uomini gravati dal peso di una notte di bevute da poco dormienti perseveravano nel loro dormire, gioiosi uccellini innalzavano i loro canti al cielo, uomini gravati dal peso di una notte di bevute zittivano con delicate bottigliate gli uccellini che innalzavano i loro canti al cielo, e da qualche parte, a casa di un qualche conoscene il microdetective Conan scopriva chi era l'assassino in un caso di suicidio. Una giornata come tante.
Ed in quello stesso momento una ragazza di rara bellezza apriva i propri occhi color caffè appena servito nel bar italiano 'Lo Zio Goffredo', palesemente sconvolta per un ricordo che la notte stessa era subentrato nella sua mente di benestante fanciulla.
Svelta raggiunse il comodino situato al fianco del proprio letto, un transatlantico di piume di Dodo adorno di pizzi e copertoni(utilissimi per il freddo polare dei Caraibi) e aprì il minuto cassetto in legno pregiato, facendo notare come dentro non vi fosse nulla di degna importanza; gettò sul letto una piccola pila di scartoffie, una collezione di gioielli da far invidia a Platinet, una sfera del drago e un fischietto per cani, fino a che il cassetto non fu completamente svuotato, o almeno così si credeva. Con delicatezza la ragazza infatti sollevo quello che era il coperchio di un doppiofondo. Esatto, un doppiofondo, del genere di quelli che si vedono in ogni film adolescenziale, dove il protagonista nasconde ogni cosa, a partire dal diario segreto a una scingomma masticata dal panettiere del cugino del netturbino del professore della ragazza che ama. E li celato alla vista del mondo vi era nascosto un piccolo medaglione dorato, raffigurante o un teschio ghignante o un ragazzo colpito da un devastante attacco di emorroidi, o in alternativa un teschio afflitto dal medesimo infortunio. La ragazza da molto non osava toccare quel ciondolo, e non perchè se lo era dimenticato, e neanche perchè quando, dopo due anni, si era ricordata di averlo nascosto li una non indefinita forma di flora e fauna si era svilluppata nel cassetto. E quando riuscì a strapparlo dalle mani di un insoddisfatto Grande Puffo, che si rintanò nelle profondità del comodino bisbigliando un -il mio puffosisssssssssssimo tesssssoooooro-, la deforme faccia del raffigurato catturò all'istante lo sguardo della bella e ricca fanciulla, facendo iniziare un continuo alternarzi di fotogrammi, che vanno via via focalizzando e zoommando sempre più prima sul medaglione poi sul volto della ragazza, che uno spettatore può intuire o essere sul punto di scoprire una verità esistenziale o essere presa da una attacco di colite acuta; ma proprio all'apice di tutto, mentre è sul punto di comprendere cose impossibili per una mente umana, come la potenza di un calcio rotante di Chuck Norris, o di stramazzare al suolo, ecco che il classico scassacocones bussa alla porta, interrompendo la mistica intesa fra il medaglione e la damigella.
Fa così la sua comparsa un ometto dalla faccia premurosa ed una parrucca vagamente rassomigliante ad una pantegana dal folto pelo riccioluto che risponde al nome di Governatore Swann. Governatore è il nome intendiamoci. Quest'ultimo, affettuoso padre della donzelletta, fece cenno alle due serve di turno di entrare nella stanza della figlia e di portare con se un misterioso scatolone. Come ogni padre non può fare a meno di scoccare frecciatine sulla tarda ora, e di incolpare la figlia di essere una pigrona, ovviamente in maniera velata, come ogni buon padre impara grazie al manuale che viene consegnato loro alla nascita della prole: 'come allevare un figlio' di uno scapolo morto come tale.
Tornando al misterioso pacco, la ragazza scoprì con sorpresa contenere un oggetto in delicata stoffa color panna.
"Oh padre, ho sempre voluto una tenda del circo russo" Proruppe la fanciulla, che approposito risponde all'appellativo di Elizabeth, nel vederne il contenuto, e non aveva errato in maniera così decisamente eccessiva.
"Ma Elizabeth, cosa dici? E' un abito molto in voga fra le donne londinesi"
"Si vestono da mongolfiere?" Domandò curiosa.
"Non dire assurdità, non vedi le aste in ferro? Si vestono da tende canadesi" La riprese giustamente Governatore.
E detto questo le due serve della casa che in pochi attimi avevano rassettato, risistemato, pulito e riarredato la camera, si diressero dietro ad un pratico oggetto, la quale funzione era di coprire le nudità delle fanciulle mentre si cambiavano d'abito (ebbene si non so come si chiama), e aiutarono la padrona ad indossare il tutto, aste ferrate comprese.
Nel frattempo il signor Swann fu chiamato a presentarsi nell'ala d'ingresso, dove un ragazzo dall'aria vagamente ebete si conferma come tale rompendo un candelabro, che con molta probabilità aveva un costo maggiore del suo intero capo di vestiario.
"Buongiorno signor Tarner" Proferì il padrone di casa mentre scendeva le scale.
"Buongiorno a lei, ma la volevo avvertire che si scrive Turner"
"Poco importa, io sono più importante di te ohohohoh" Replicò una versione Babbonatalesca del governatore
"Sono qua per consegnarle questa" Informò il suddetto meno importante Turner mostrando una spada dall'elsa lucente ed il fodero di altrettanta bellezza e raffinata classe.
"Bene bene, molto bella" Affermò Governatore mentre sfilava la spada dal fodero e osservava la luccicante lama riflettere i raggi del sole, sempre vespertini.
"Permette?" Chiese il suddetto ebete tendendo una mano verso la preziosa arma volendo cimentarsi in uno spettacolino di giocoleria dell'utilità di un frigorifo al Polo Nord. Elogiò il perfetto bilanciamento tra lama ed elsa dopodichè gettò la stessa al cielo, facendola rotare a mezzaria, con tanto di contorzione bifocata e tuffo carpiato attorno agli anelli con Yury Keki acora appeso, con il risultato che da quel giorno in avanti il Signor Swann assunse il nomignolo di 'Governatore otto dita'.
Un poco soddisfatto nobile riprese con la mano sana la spada dalle mani del fabbro e la ripose nella sua custodia, mentre una tenda canadese con le gambe scendeva le scale e salutava il signor Turner con un ampio e gioioso sorriso.
"Ciao Will"
"Buongiorno a lei Miss Swann" Replicò l'Inutile
"Quante volete devo dirti di chiamarmi Elizabeth"
"Un'altra ancora Miss Swann" Rispose ancora l'Insulso.
Ottima risposta, soprattutto se non si vuole rivelare di aver perso il conto a tre poichè non si conosceva il numero successivo.
Nella mente della fanciulla balenò un'ovvia risposta: Ma manco per il cazzo. Ma le buone maniere tradussero il tutto con un:
"Ossequi signor Turner"
E detto questo la ragazza-tenda e Governatore Otto Dita congedarono Will e lo lasciarono solo nella sua beata deficenza, mentre loro invece si apprestavano a salire sul veloce mezzo di trasporto che li avrebbe condotti sino al fortino, dove stava per svolgersi la cerimonia di promozione del famoso signor Norrington: una jip mimetica a pedali con tanto di turbo a batteria della PegPerego versione famiglia.
E mentre il tecnocologico oggetto filava alla velocità di 2 km l'ora, il fabbro rimasto sulla soglia della porta vedeva andarsene il suo grande amore, ebbene si... aveva una relazione con l'autista.
Ma nonostante questo, per proseguire con la trama della storia, pronunciò con tono melodico e sognante le dolci parole che avrebbe voluto dire a lei, per dimostrarle che non era solo un bifolco paesanotto:
"Ossequi Tendabeth... eeehm! Volevo dire Elizabeth" Si. Bona...

E nel frattempo lontano da quei luoghi, nel posto più animato dell'intera cittadina di Port Royal, il porto, una piccola e silente imbaracazione entrava nelle acque portuali, capitanata dal più grande uomo che il mondo avesse mai visto. No, non era Chuck Norris. E nemmeno Maria De Filippis.




  
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