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Autore: JulietAndRomeo    17/12/2012    2 recensioni
Dalla storia:
Poco prima di varcare la soglia di casa sua, la signorina Cullen parlò con me per la prima volta.
-Accetto- mi disse. -Ci rivedremo- proseguì.
Questa è la seconda storia che pubblico in questa sezione. I personaggi sono gli stessi della scorsa storia e visto che era da un po' che ci pensavo ho detto "perché non pubblicare di nuovo?".
E così eccomi qui, spero vi piaccia anche se l'introduzione è un po' breve.
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo.


Dalla confessione di William Percy Turner, 21 Settembre 2011.

Ho fatto tante cose nella vita: alcune mi hanno dato gioie, altre dolori, altre ancora noia. Questa mi ha dato solo piacere. Ho ucciso tredici ragazze, in meno di due anni, tutte belle, tutte giovani, tutte “immacolate”. Nessuna adatta. Se sono pazzo? No, semplicemente partirò a raccontare con calma tutto quello che mi spinse a costituirmi e a sfidare la signorina Cullen ad un gioco, da cui neanche lei sarebbe potuta uscire vincitrice.

L'altro ieri, 19 Settembre, ho sentito come l’esigenza di mettermi alla prova e raggiungere la gloria. Tutti gli Stati Uniti devono conoscere il mio operato. Mi sono chiesto come fare e la risposta mi è arrivata con il giornale del mattino: il titolo in prima pagina, gridava all’orrore alla notizia di un padre che per volontà cosciente o per follia, aveva messo un punto alla vita della sua sconsiderata figlia. L’articolo riportava anche le impressioni e le considerazioni di alcune cariche della polizia di Los Angeles. Quest’ultime mi impressionarono più di ogni altra cosa. Passeggiando poi per la strada, si sentiva la gente mormorare sull’accaduto e il mio pensiero andò dritto alle mie bellissime ragazze, sconosciute da tutti, che di sicuro avrebbero destato un orrore maggiore di quello, se solo tutti avessero conosciuto la verità. Tutti avrebbero ammirato loro, ma anche me, artefice del loro eccelso destino.

Loro sono tutte lì, nel posto che più ho apprezzato di questa calda e soleggiata città.

Sono quindi andato a casa della signorina Cullen, al 353 di Saint Vicente Boulevard. Ho detto alla gentile signora che mi ha fatto entrare di avere un caso da sottoporre alla signorina Cullen e la donna, molto cortesemente, è salita al piano di sopra per chiamarla. Quando lei è scesa, sono rimasto un po’ scosso: somigliava a circa sei delle mie ragazze, tranne che per quell’insolito colore di capelli. Lei si è accomodata sul divano e senza dire una parola, con un gesto della mano, mi ha invitato a parlare. Non assomiglia alle mie ragazze neanche per educazione, lei non ha neppure salutato, né tantomeno si è presentata. Ignorando le buone maniere ho iniziato il mio racconto: ho dichiarato di aver ucciso tredici ragazze e che la quattordicesima era già stata rapita. Lei è balzata in piedi e, recuperato il telefono più vicino, ha chiamato subito la centrale di polizia e l’ispettore Lewis.

Poi, come se niente fosse successo, si è riaccomodata sul divano e, sospettosa, mi ha domandato perché glielo avessi detto, se sapevo già che avrebbe chiamato la polizia. Io, molto semplicemente, le ho detto che volevo proporle una sfida.

Ora, il mio quoziente intellettivo è di 137, non conosco quello della signorina Cullen, ma lei mi è sembrata subito interessata. Non si stava più parlando delle vittime a quel punto: si parlava di superiorità.

A quel punto gli agenti entrarono e l’unica mossa che lei fece fu un gesto con la testa nella mia direzione. Gli agenti mi furono subito addosso e io mi alzai, per seguirli. Poco prima di varcare la soglia di casa sua, la signorina Cullen, parlò con me per la prima volta. –Accetto- mi disse. –Ci rivedremo- proseguì.

Poi gli agenti mi portarono via e non so ancora niente di lei da trentasei ore.













Eccomi con una nuova storia :D
Ho appena chiuso l'altra e ne riapro una nuova, sono un po' masochista data la mole di compiti che mi aspettano per le vacanze di natale (io l'unico compito che darei a professori sarebbe andare a cercare sul vocabolario che significa la parola "vacanza", ma dato che non faccio io le regole...).
Comunque sono tornata con una nuova storia su Macy e Nick e spero vi piaccia anche questa.
In ogni caso, chi non ha letto l'altra, non è obbligato a farlo, dato che prevalentemente le due storie sono nettamente separate, ma comunque non sarebbe un male se la leggeste (chi ovviamente non l'ha letta) perché potrebbe esserci qualche riferimento o cose così.
Adesso sono le undici e mezza e io vi lascio e vi auguro buonanotte :D
Juliet.

   
 
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