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Autore: Ziggie    18/12/2012    1 recensioni
It's never too late to mend, perchè non è mai troppo tardi per redimersi. Un'avventura per i fratelli Blues lunga una vita, ma al loro fianco non vi era solo la Banda, ma anche Ziggie. Recensite se vi va :) Buona lettura.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Ed eccomi qui!!!! Perdonate il ritardo, ma sono stata presa con gli esami in uni e con un periodo da blocco scrittorio.
Riprendiamo, comunque, a parlare dopo il film... I capitoli più difficili di tutti... Tanto che non so che dirvi a riguardo.
Ma prima di chiudere voglio ringraziare chi mi legge e chi mi recensisce :) Sono davvero contenta dei pareri ottenuti su questa fiction, sia dentro EFP sia fuori :)) Voglio augurarvi anche buone feste, dato che non so se riuscirò a postare prima di natale o nei giorni dopo...
Buona lettura, auguri e grazie ancora :))
Al prossimo capitolo
Ile
                                          


                                                 24. Ed è quasi libertà
 


Il tempo scorreva a rilento dietro alle sbarre.

Le giornate sembravano più lunghe delle solite ventiquattro ore e l'orologio pareva bloccarsi ad ogni giro di lancetta.

La monotonia si accompagnava allo sfogliare di qualche rivista, in brevi chiacchierate e leggere suonate.

Poche volte venivo allietata da una visita. La pinguina e Curtis, fino a qualche tempo fa, venivano una volta al mese, poi non si sono più presentati. Una lettera soltanto a spiegare il tutto: il vecchio guardiano si era ammalato e la suora era divenuta madre superiora presso un altro stabile.

Notizie che ti fanno sospirare: e per quanto riguarda l'orfanotrofio? A quanto pareva la nostra impresa a rotta di collo aveva fruttato ben poco, ma non si poteva giudicare solo da uno scritto.

Sola e mi chiedo come stanno i miei fratelli. Sono anni che non li vedo e siamo nello stesso stabile.

Sola, Gem mi ha lasciata dopo cinque anni che condividevamo la cella. Aveva scontato la sua pena.

Sola, nonostante avevo imparato a conoscere tutti.

Sola nel ripensare a lui, al suo sorriso, al suo essere duro, ma dannatamente tenero.... - Dio, quanto mi manchi El! -

Quindici anni da scontare, la fine della pena si stava avvicinando e non avrei più visto il cielo a scacchi da quella piccola stanzetta. Una settimana e sarò fuori. Ora devo solo raccogliere i pochi oggetti personali che ho qui dentro. Devo solo raccogliere delle lettere.

                                                                                                         ***********

Da quando sono entrata a Joliet ho speso il mio tempo per cercare una soluzione che mi permettesse di tenermi in contatto con Elwood. Tantissimi buchi nell'acqua. Eravamo troppo distanti, troppi muri e mitra a dividerci. Il tutto fino al giorno in cui un volto amico fece la sua apparizione in carcere; giorno che ricordo come se fosse oggi, momento dal quale mi sono sentita  più vicina che mai ad El, ai bros.

Lettere scritte di fretta e in determinati  lassi di tempo, ma nuove che mi tenevano aggiornata e rispondevano alle domande che si facevano la mia testa e il mio cuore.

Charlie era giunto in un giorno piovoso, mentre io stavo seduta sul letto, schiena alle sbarre, a suonare l'armonica.

- Non è meglio suonare nell'ora d'aria? - chiese una voce alle mie spalle, battendo sulle sbarre una mano.

- Ho il permesso di farlo anche ora, il direttore me lo ha concesso qualche anno fa - risposi pacata, senza voltarmi.

- Ziggie?!? - fece, la voce, alquanto sorpresa.

- Bhè si, è così che mi chiamo... - risposi un pò accigliata, ma, ora che ci pensavo e facevo più attenzione, quella voce non mi era più di tanto nuova - ehy... aspetta - mi affrettai a voltarmi - Charlie?! Che diavolo ci fai con quell'uniforme addosso?! - chiesi ridacchiando alquanto stupita, nonostante fossi contenta di vederlo.

- E' il mio lavoro - fece spallucce e mi accompagnò nella risata - tu lo sai, vero, che potrei farti la stessa domanda? Ma, trovarti qui, diciamo che non mi stupisce più di tanto -.

Lo guardai imbronciata - molto gentile da parte tua -.

- Andiamo Ziggie! Sappiamo entrambi che è così! Eri già una canaglia ai tempi dell'orfanotrofio e il mio stomaco si ricorda le gomitate che ha preso per impedirmi di fare la spia a Suor Mary -.

- Si e le mie mani si ricordano le volte che dovevo fare corvè al posto vostro perchè voi eravate i più grandi, quindi non lamentarti perchè siamo pari - gli rinfacciai, incrociando le braccia al petto.

- Tuscè - ridacchiò - nonostante ciò, mi fa piacere rivederti -.  

Accennai ad un sorriso - anche a me - gli risposi, mentre un'idea iniziava a balenarmi in mente - hai il turno solo nell'ala femminile? - chiesi.

- Oh no! Faccio a giorni alterni - mi rispose come se nulla fosse ed io gli sorrisi furbetta - allora mi devi fare un favore - dissi.

Il ragazzo corrugò la fronte, potevo vederlo un pò preoccupato, ma non gli dovevo chiedere la luna - che genere di favore? Spero che il mio stomaco non dovrà risentirne -.

Scossi il capo ridacchiando; cavoli, dovevo avergliene date davvero tante di gomitate per fargli mettere le mani avanti in quel modo!

- Tranquillo! Dovresti solo dare una lettera a Elwood -.

- Elwood?!? Perchè?! E' dentro anche lui?! - fece un pò accigliato, ma, non più di tanto, alla fine.

- Siamo dentro tutti e tre - tagliai corto sospirando - allora, accetti?! - lo vidi molto titubante, ma non abbassai il mio sguardo, Charlie era l'unica speranza che avevo per rimettermi in contatto con Elwood.

- Zig... non lo so... se mi beccano, sono fottuto! - lo fissai ancora per qualche istante, ma preferii lasciar perdere... Forse.

- Oh! Vabbè...- sospirai appena, abbassando lo sguardo - d'accordo, non importa... Sono solo tredici anni che non lo vedo - feci spallucce con tono triste - tra due, alla fine, sarò fuori... Aspetterò ancora un pò e verrò a trovarlo - un altro sospiro e, questa volta, gli diedi le spalle - che cos è l'amore senza sofferenza? - ecco la carta filosofica che lo avrebbe convinto e ne ero sicura, anzi sicurissima, anche perchè sapeva benissimo quanto provavo per quell'uomo in blues, fin dai tempi dell'orfanotrofio.

- Siete riusciti a dichiararvi alla fine - commentò a bassa voce, sorridendo appena.

- Stiamo insieme, si - gli confermai annuendo, guardandolo appena. Dal canto suo rimase in silenzio per qualche istante, battendo le mani sulle sbarre come ad aiutarsi a pensare, mentre io continuavo a guardarlo, di tanto in tanto, con occhi frustrati.

- E va bene, Zig, ti darò una mano. Scrivi quanto devi e stasera passerò a prenderlo -.

- Se non ci fossero le sbarre ti avrei già abbracciato - gli sorrisi ampliamente e, da quella sera, i miei contatti con Elwood ripresero.


                                                                                                                  ***************

Ed eccomi qui, con una sacca mezza vuota che verrà riempita al momento d'uscita ed in mano due delle lettere.

Leggo e rileggo. Accenno a un sorriso e, a volte, sospiro.

Le cose si sono complicate, aggravandosi sempre di più. Non ero ancora uscita che già avevo del lavoro da fare, specialmente nei confronti di Jake.

"Ehy bimba,

Suona ormai monotono ripetere quanto mi manchi, è un pezzo che ce lo diciamo ed entrambi sappiamo la situazione.

Le cose non vanno molto bene, diciamo che tutto sta prendendo una brutta piega.

Jake è riuscito a trovare dei contatti per la roba, piccolezze che sono andate ad ingrandirsi nel corso del tempo. Sempre stanco, sempre irritato, non più come un tempo. All'inizio erano eventi isolati, quando capitava arraffava e consumava, non un continuo, non sempre. Ora il tutto è precipitato.

Ho cercato di fargli sparire la droga durante le ore d'aria. Tornavo prima in cella per buttare quella merda nel cesso o nel lavandino, ma essendo solo in due in stanza mi beccava sempre e finivamo col prenderci a parole. Parole pesanti, tanto che alcuni secondini ci hanno intimato di piantarla negli ultimi giorni. Alla fine, è vero, si pentiva sempre, si scusava con lo sguardo basso, giurandomi che non lo avrebbe più fatto, ma una volta entrati nel giro è difficile uscirne, non bastano le parole. Il tutto fino a tre giorni fa.

Durante il pranzo hanno preso gli spacciatori e li hanno obbligati a parlare. Questi hanno fatto il nome di Jake e, verso sera, sono venuti a prenderlo.Hanno aperto la cella e lo hanno portato via di peso mentre lui cercava di discolparsi. Non me lo hanno nemmeno lasciato salutare. Me lo hanno portato via senza preavviso.

Mi dispiace bimba. Scriverti una notizia simile è l'ultima cosa che avrei mai voluto fare in questi anni di galera.

Sono da solo per adesso in cella. E' la prima volta dopo quindici anni.

Mi hanno detto che tra qualche giorno verrà un nuovo detenuto, ma di Jake non sono ancora riuscito a sapere nulla.

Un bacio piccola.

Elwood"
                                                                                                                ***********
 
"E' un pomeriggio cupo, questo, signor B.

Domani uscirò, la mia pena vedrà la fine in tarda mattinata, ma, sapere dell'aggravarsi della situazione di Jake, è come ricevere un forte pugno allo stomaco e rimanerne inermi.

Lontani dietro alle sbarre, nonostante lo stesso edificio; lontani fuori, ma ti potrò vedere finalmente. E' inutile dire quanto mi manchi, la situazione l'hai descritta tu stesso nella lettera precedente.

Cercherò di muovermi anche nei riguardi di Jake. La roba può averlo reso dipendente, fragile, ma entrambi sappiamo che il fratellone è ben lontano dall'essere così, sappiamo che è forte e, forse, l'isolamento può essere stata una scelta azzardata, ma potrebbe aiutarlo ad allontanarsi da quella merda.

Ci  parlerò El, è una promessa, così come ti prometto la mia presenza nelle ore di visita.

Sii forte, amore mio, il tempo passa. Sii forte, El.

A presto.

Ziggie"
 
 
  
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