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Autore: Heavencanwait_    18/12/2012    10 recensioni
Era tornato a casa da un quarto d’ora e per un po’ di minuti aveva urlato in casa il suo nome, convinto che lei fosse troppo impegnata a dipingere qualche suo quadro per poterlo ascoltare quindi si era diretto al suo laboratorio, ma non aveva trovato tracce di colori, tavolozze o tele. Era vuoto. Aveva chiamato per un’altra decina di volte cercando anche di ricordarsi se avesse qualche appuntamento in giornata, motivo per il quale non era ancora rincasata. Niente, il vuoto assoluto.
Aveva provato a chiamare al suo cellulare, ma l’apparecchio risultava spento. Si era, allora, diretto in cucina per prendere un bicchiere d’acqua quando aveva scoperto quel foglio di carta riposto in evidenza sul tavolo. Era una lettera con tanto di busta. L’aveva aperta e in pochi minuti il mondo gli era crollato addosso.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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This is my confessional,
pen and paper I’m gonna write this down
saying things you never thought
that were on my mind,
let the truth pour out,
‘cause I’m tired of the games,
I won’t lie, no, I’m not ok.
You were wrong.
You’re to blame.
Now the world knows your name.”

 

Essex, 6 dicembre 1994.


Carissimo,
sono giorni che provo a scriverti quello che sento da mesi a questa parte. Non riesco più a riconoscermi e so che gran parte del problema è solo colpa mia perché non riesco più a donarmi completamente a te. Sono passati anni dalla prima volta che i nostri sguardi si incrociarono, eravamo in prima liceo e abbiamo fatto tutto insieme, solo che adesso sento il bisogno di cambiare, il bisogno di allontanarmi da te per poter riscoprire che io sia realmente e non capire male, per favore, non è tua la colpa anzi tu sei stato disponibile sempre però stare un po’ di tempo lontani l’uno dall’altro farà bene ad entrambi. Quando leggerai questa lettera io sarò già via quindi ti prego non cercarmi. Tornerò io da te quando mi sentirò pronta e quando saprò con chiarezza che sei tu l’uomo con il quale voglio continuare a trascorrere il resto della mia vita.
Ti chiedo solo di aspettarmi, anzi, di aspettarci perché sono convinta che anche tu devi ritrovare te stesso. Spero che non sarai troppo adirato con me, ma ti giuro che tutto ha un motivo e presto te ne renderai conto anche tu.
Adesso è meglio andare,
a presto, mio caro Oliver.
Ciao.

Cath.
 

Era tornato a casa da un quarto d’ora e per un po’ di minuti aveva urlato in casa il suo nome, convinto che lei fosse troppo impegnata a dipingere qualche suo quadro per poterlo ascoltare quindi si era diretto al suo laboratorio, ma non aveva trovato tracce di colori, tavolozze o tele. Era vuoto. Aveva chiamato per un’altra decina di volte cercando anche di ricordarsi se avesse qualche appuntamento in giornata, motivo per il quale non era ancora rincasata. Niente, il vuoto assoluto.
Aveva provato a chiamare al suo cellulare, ma l’apparecchio risultava spento. Si era, allora, diretto in cucina per prendere un bicchiere d’acqua quando aveva scoperto quel foglio di carta riposto in evidenza sul tavolo. Era una lettera con tanto di busta. L’aveva aperta e in pochi minuti il mondo gli era crollato addosso. La sua Cath era andata via e forse per sempre. Era sempre stato sicuro del suo amore, o meglio, del loro amore. Aveva sempre creduto che erano inseparabili e che nessuno avrebbe potuto mai distruggere la loro relazione e questa convinzione era diventata sempre più forte con il passare degli anni quando uno diventava due fino a formare quasi dieci anni d’amore. Stavano insieme da dieci anni e anche se non erano sposati, era chiaro a tutti che si amavano. Sarà stato per quel mancato anello? No, avevano deciso insieme che un vincolo o un anello al dito non avrebbe influito sulla loro relazione. E allora cos’era? Se fino a qualche giorno fa il sole splendeva su di loro, ora su Olly c’era solo un temporale che stava prosciugando le sue forze.
Più rileggeva quel foglio, più non riusciva a capire cosa c’era di sbagliato. Avrebbe tanto voluto avere delle spiegazioni più chiare di quelle che erano scritte nella lettera, ma anche quelle se n’erano andate chissà dove con Cath. Si alzò sentendosi improvvisamente stanco e senza aver cenato, si stese sul divano a rimpiangere ogni angolo di quella casa, ricco di ricordi. Ognuno di loro era talmente forte da far mancare il respiro al povero ragazzo che ormai si era addormentato con la speranza che l’indomani avrebbe portato di nuovo il sole su di lui con il ritorno della sua amata.

Si svegliò, ma non appena riprese appieno i sensi, capì che forse sarebbe stato meglio se avesse dormito per un lungo periodo, un po’ come il letargo per gli animali. Con o senza di lei, la giornata doveva andare avanti per cui sbrigò velocemente le cose che gli rimanevano da fare in modo che potesse chiudersi alle spalle velocemente quella porta e lasciare che la valanga di ricordi e sensazioni che stava per precipitargli addosso si fermasse alla potenza del rumore della serratura.
Prese un lungo respiro e quando si fu messo in strada con il suo SUV si promise di concentrarsi solo sul lavoro, però com’era possibile abbandonare il pensiero di Cath? L’amava e l’idea di perderla non gli piaceva però allo stesso tempo si dannava perché non riusciva a trovare un modo per ritrovarla e dimostrarle tutto, magari iniziando anche daccapo. Perché se c’era una cosa a cui non aveva creduto quando aveva letto quelle righe, era stato il fatto che era solo colpa sua se non si sentiva più se stessa. Ammetteva che negli ultimi mesi aveva trascurato un po’ l’affetto a casa, ma non tanto da mettere in crisi il loro rapporto. Non ne era tanto sicuro visto come stavano le cose.
Parcheggiò davanti l’edificio imponente dove ubicava l’importante azienda per cui lavorava e una volta raggiunto la sua postazione, si concentrò sul lavoro, ma ancora una volta le sue azioni venivano deviate dal corso dei pensieri. Questa volta furono i ricordi a distrarlo.
Il primo che lo invase fu quel settembre di prima liceo quando lui bazzicava solitario per i corridoi, non era di certo un tipo che venisse considerato da molti, anzi lui era il classico secchione che se ne stava per conto suo a mensa o al massimo fantasticava con la matematica. La differenza tra lui e il nerd era che Olly era pessimo in tutte le materie scientifiche. Cath, invece, era la ragazza sempre impegnata in cause importanti, sosteneva qualunque attività promossa dalla scuola. Come poterono due universi così distanti incontrarsi lungo il cammino? Semplice, galeotto fu la professoressa di chimica che volle creare gruppi di studio che sarebbero durati per tutto il resto dell’anno. A lui fu assegnata Cath. Trascorsero gran parte del tempo insieme e fu inevitabile innamorarsi l’uno dell’altro anche se il loro amore fu ostacolato da quasi tutto il mondo. In quinto liceo, dopo il ballo, avevano fatto l’amore per la prima volta e ancora ricordava ogni minimo dettaglio come le sue guance leggermente arrossate per il tocco contro la barba di lui, gli occhi colmi di speranza all’apice del piacere, le mani intrecciate tra di loro e i baci passionali senza contare le coccole. Ricordava il loro primo grande litigio durante il primo anno all’università perché lei si era soffermata a parlare con un ragazzo che, secondo lui, ci stava spudoratamente provando. In quell’occasione si erano lasciati per due settimane, ma si resero conto di quanto fossero indispensabili e di quanto si riempissero la vita reciprocamente e niente li fermò dal rimettersi insieme.
Ci fu, poi, il giorno della laurea quando entrambe le famiglie si riunirono e fu proprio in quell’occasione che Olly si accorse di voler trascorrere ogni singolo minuto della sua vita con quella donna al suo fianco quindi prese coraggio e, davanti a tutti, le chiese di andare a vivere con lei. Aveva accettato rendendolo l’uomo più felice del mondo.
Erano cresciuti insieme e adesso si era ritrovato solo.
Ricordava, ancora, le difficoltà di arrivare a fine mese durante i primi mesi di convivenza, ma ben presto avevano trovato la soluzione anche per quello. Vivevano d’amore e d’accordo o almeno questo pensava il ragazzo fino alla sera precedente.
-Come mai queste occhiaie, amico?- a parlare era il suo collega, nonché migliore amico, Josh.
-Non ho dormito bene stanotte. Adesso, scusami, ma ho del lavoro da sbrigare.- non gli piaceva per niente l’idea di dover raccontare ciò che gli stava succedendo. Si sentiva a disagio.
-Recepito, ci vediamo dopo.- lo congedò Josh.
Era ormai ora di pranzo e anche se di solito preferiva tornare a casa in modo da passare del tempo con lei, questa volta non ne vedeva il motivo. Rientrare sarebbe stato come andare nella tana del lupo per cui decise di mangiare qualcosa al volo e magari passeggiare per distrarsi.
Appena mise piede nel fast-food più vicino, l’odore di fritto lo nauseò al punto da uscire immediatamente, ma nel farlo si scontrò con qualcuno. Aveva una cascata di riccioli scuri che scendeva libera lungo la schiena e, quando si voltò, due occhioni azzurri lo colpirono in pieno.
-Scusami, non volevo finirti addosso.-
-No, scusami tu, mi sono fermata improvvisamente.-
-Bene, allora, arriverderci.- sorride Olly.
-Ciao.- sorrise la donna.
Aveva un non so che di familiare e improvvisamente Olly si sentì stupido a cercare di trovare particolari che la rendessero simile a Cath. Nessuno sarebbe mai stato alla sua altezza.

Era sera inoltrata quando fu costretto a rincasare.
Accese il televisore e fece zapping fino a quando qualcosa colpì la sua attenzione. Era un programma su come superare la tristezza della fine di un rapporto. Il suo, però, era davvero finito?
Solo il tempo potrà dirlo, si convinse ascoltando ciò che uno psicologo stava dicendo.


 

Londra, 15 giugno 1995.


Caro Oliver,
è passato un sacco di tempo dall’ultima volta che ho avuto il coraggio di prendere in mano un foglio e una penna e scriverti. L’ultima volta che l’ho fatto è stato quel sei dicembre e sono sicura che non te lo scorderai mai come è successo a me. Ho avuto tempo abbastanza per riflettere su ciò che eravamo diventati, su com’ero io e su cosa sarebbe stata la nostra relazione. Con il passare dei mesi ho capito che non ho mai dimenticato tutto ciò che abbiamo vissuto insieme. Ti ricordi quando ti dichiarasti per la prima volta, in quel giugno? Era proprio il quindici giugno. Adesso, in questo giorno, ti scrivo per dirti che se tu vuoi sono pronta a risistemare le cose. Sono pronta a fare finta che la nostra separazione non sia mai esistita. Se solo tu potessi darmi l’opportunità, potremmo cambiare le cose e farle funzionare nuovamente.
Stavo pensando che potremmo trasferirci a Londra, qui potresti trovare un bel lavoro e potremmo davvero dire addio al passato e ricostruire un futuro. Sono sicura che lo vogliamo entrambi, perché non provarci? Il nostro amore è tanto forte da superare anche quest’ostacolo. Ti prego di darmi nuovamente fiducia e questa volta non ti deluderò, mai più, te lo prometto.
Aspetto una tua risposta all’indirizzo da cui ti ho spedito la lettera.
Mi sei mancato e mi manchi tuttora.
Ti amo,

per sempre tua,
Cath.

 

Un’altra doccia fredda lo invase al suo ritorno da lavoro.
Era ormai da mesi che non pensava più a Cath, aveva rimosso tutto solo grazie all’aiuto di Jane. Adesso che era innamorato di lei, Cath era ritornata dicendogli di amarlo ancora. Avrebbe potuto lasciare quella lettera lì nella cassetta della posta e fare finta che non fosse mai esitita, ma quando lesse il mittente non aveva esitato a vedere cosa ci fosse scritto.
-Tesoro, sei tu?- sentì chiamare Jane.
Non ebbe il coraggio di rispondere, si sedette e trasse un lungo sospiro.
Cosa avrebbe dovuto fare? Da una parte sentiva di averla tradita e dall’altra sapeva di aver fatto la cosa giusta buttandosi indietro il passato. Ci aveva messo mesi a fidarsi di quella ragazza conosciuta per caso in un fast-food e non sapeva adesso se aveva fatto la cosa giusta. Era come se il suo cuore fosse sempre appartenuto a Cath, la quale ne era ormai padrona e poteva in qualche modo usarlo, gettarlo, romperlo in mille pezzi e aggiustarlo a suo piacimento.
-Ehi, come mai non mi hai risposto prima?- s’avvicinò cercando di lasciargli un bacio.
Olly si scansò. Era preso da un nervosismo assurdo e non sapeva come venire a capo di quella situazione.
-Giornata dura a lavoro?-
-Sta’ zitta un attimo!- digrignò i denti.
Jane irrigidì sul posto e quando si rese conto di aver esagerato, le si avvicinò e disse:
-Scusami se mi sono rivolto a te così.-
-Va bene.- dal suo tono di voce Olly capì di aver sbagliato.
Prese al volo una felpa e uscì di casa sotto lo sguardo contrariato della compagna.
Si rigirava quella lettera tra le mani pensando e ripensando a cosa potesse fare.
Aveva bisogno di tempo e lui aveva aspettato un sacco quindi anche lei poteva farlo, vero?
Era confuso come non era mai successo fino ad allora. Amava Jane, ma amava anche Cath.
Di Jane le aveva colpito il modo in cui sapeva rapportarsi a lui e anche il modo in cui gli era stato accanto quando lui le parlava di Cath. Di quest’ultima, invece, non sapeva cosa l’aveva colpito, ma sapeva che sarebbe sempre stata la prima in tutto.
Un altro pensiero si fece largo in lui: e se non l’amava, ma era l’incombenza dei ricordi a fare in modo che potesse essere così?
Olly adesso era furioso con se stesso e, per la prima volta, con la donna che gli aveva stravolto la vita in tutti i sensi. Era stanco di dover stare al suo gioco. Era semplicemente stanco di stare dietro a lei dopo un suo errore. Improvvisamente qualcosa si accese dentro di sé, era una risposta:
Addio.
Si rese conto di voler trascorrere il tempo con Jane, l’unica che magari non l’avesse abbandonato.
Quando tornò a casa, la compagna stava già dormendo.
Incalzò penna e foglio e comincio a scrivere.


Essex, 19 giugno 1995.

Cath,
ti ho aspettato per un tempo indeterminato e adesso che ho finalmente ritrovato la felicità, non posso ritornare con te. So che magari questo ti addolorerà, ma la cosa ha fatto più male a me quando sei scomparsa per ricercare te stessa perché potevi restare al mio fianco e sapevi che avrei fatto qualsiasi cosa per aiutarti. Sto bene così, lasciamo tutto ciò che abbiamo vissuto rimanga come dei ricordi bellissimi che porterai nel cuore e continuiamo a vivere le nostre vite. Ho imparato che la minestra riscaldata non fa bene a nessuno quindi è meglio se ognuno di noi continui a fare il suo cammino. Sono sicuro che troverai qualcuno adatto a te. Io l’ho fatto e adesso ho capito quanto sia importante per me quella persona. Non disperare mai, magari anche per te la felicità è dietro l’angolo.
Senza rancore,

Olly.

 


Ripose tutto in una busta e quando la imbucò, si sentì sollevato.
Si chiuse la porta alle spalle infilandosi sotto le lenzuola al fianco di Jane.
-Scusami per prima.-
-Ho capito che si trattava di Cath. Se ti senti in qualche modo ancora legato a lei, ti capisco e so quanto possa risultare difficile lasciare andare la persona con la quale hai vissuto i momenti più belli della tua vita. Se hai bisogno di stare da solo e di ritornare con lei, io posso farmi da parte anche se questo mi farà male e non te lo nascondo.-
-No.- interruppe Olly –Voglio che tu sia al mio fianco, adesso e per sempre.-
Jane sorrise e si girò a guardarlo negli occhi.
-Ti amo.- ammise alla fine l’uomo.
-Anch’io, Olly.-


Quattro anni dopo.

-Dominique, dove corri? Vieni qui!- urlava Jane al parco inseguendo sua figlia sotto lo sguardo divertito di Olly.
-Perché non riprendi tua figlia invece di ridere?- si accigliò.
-Perché stiamo al parco e non vedo il motivo per cui non debba divertirsi, amore.-
-Non chiamarmi così, lo sai che mi manda in bestia se lo dici in quel modo.-
-Davvero?- chiese abbracciandola. –Amore, amore, amore, amore, amore, amore…-
-Dominique, attenta!- invece gli urlò nell’orecchio Jane.
-Adesso arriva papà!- sorrise alla bambina dai capelli lisci e castani e dagli occhi verdi.
Tutta suo padre, penso avvicinandosi a lei per giocarci.
Jane, intanto, guardava la scena contenta che quel sei dicembre lui avesse intralciato il suo cammino.


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LOOK AT ME:
Quest'uomo mi da un'ispirazione pazzesca, ogni frase di ogni singola canzone mi fa spaziare con la fantasia e questo è il risultato. Scrivo storie su storie e non mi stanco mai di farlo perchè la fantasia varia ogni giorno.
Comunque riconosco che questa non è una delle migliori che abbia mai scritto, però vi assicuro che nella mia mente era migliore rispetto a quella che avete appena letto e gradirei lo stesso se mi lasciaste una piccolissima recensione anche con scritto: "Che cos'è questa merda? Fa cagare anche ai piccioni stitici!"
Che dire? Ah, se siete fan di Olly Murs e vi piacerebbe scambiare due chiacchiere co me, lasciatemi pure il vostro account twitter nelle recensioni e io vi seguirò tutte/i
Adesso è meglio se vada.
See you soon, I hope!
Giovs xx
#Besos

  
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