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Autore: dragon_queen    18/12/2012    3 recensioni
"Feci viaggiare lo sguardo per il cielo scuro, sul quale spiccavano tante e infinite stelle. Conoscevo l'astronomia, il vecchio Einar me l'aveva insegnata. Fissando quindi la posizione degli astri, riuscivo ad intuire il nome del pianeta sul quale in quel momento mi trovavo, a quel punto più che sicura che non fosse il mio: Midgard.
D'improvviso delle luci in lontananza, segno che gli abitanti di quel mondo non avevano tardato ad accorgersi del mio arrivo. Che avrei dovuto fare?
Combattere e proteggermi o arrendermi e aspettare di scoprire il mio destino?"
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Rebekka è una ragazza combattiva, ma che, coinvolta in un'avventura più grande di lei, incontrerà qualcuno che la farà capitolare. Non ha ricordi del suo passato, ma sa che nasconde qualcosa di importante. E se poi infiliamo anche una strana convivenza con alcuni dei nostri Vendicatori e il dio degli inganni, allora sarà tutta da ridere. E Loki troverà finalmente qualcuno che saprà guardare al di là delle sue malefatte?
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La prima parte della storia sarà attinente al film, mentre la seconda tutta di mia invenzione.
Spero di vedere qualche recensione, positiva o negativa :3 :3
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non ricordo come arrivai su questo pianeta, terra ostile e vuota, nera come le notti che a volte ingoiavano il mio bel mondo. Già, la mia casa.

Sapevo di averne avuto una, a tratti riuscivo quasi a vedere i volti di coloro che negli anni mi avevano voluto bene, ma per qualche ragione non riuscivo a capire il perchè del mio esilio. Non ricordavo di aver fatto nulla per meritarmi quella condanna, ma, probabilmente, me lo avevano semplicemente cancellato dalla memoria.

Mi alzai dolorante, guardandomi intorno: l'impatto con il suolo aveva formato un cratere profondo un paio di metri. La terra attorno a me ancora fumava, mentre tentavo di ritrovare equilibrio sulle gambe doloranti. Solo allora notai di indossare solo dei logori stracci, resti degli abiti che nel passaggio si erano consumati. La pelle era sporca e annerita e non volli pensare ai miei lunghi capelli rossi. L'odore che si propagava nell'aria sapeva di terra bruciata e di sangue.

I miei occhi scesero ancora una volta lungo il mio corpo pressocchè nudo, sino ad intravedere due strani simboli impressi su entrambi i miei polsi, all'interno. Li riconobbi, erano marchi magici, utilizzati per tenere qualcosa sigillato. Si, ma cosa?

Feci viaggiare lo sguardo per il cielo scuro, sul quale spiccavano tante e infinite stelle. Conoscevo l'astronomia, il vecchio Einar me l'aveva insegnata. Fissando quindi la posizione degli astri, riuscivo ad intuire il nome del pianeta sul quale in quel momento mi trovavo, a quel punto più che sicura che non fosse il mio: Midgard.

D'improvviso delle luci in lontananza, segno che gli abitanti di quel mondo non avevano tardato ad accorgersi del mio arrivo. Che avrei dovuto fare?

Combattere e proteggermi o arrendermi e aspettare di scoprire il mio destino?

Dentro di me intuivo che per il momento il portale per il mondo non si sarebbe riaperto, quindi, se volevo sopravvivere, avrei semplicemente dovuto adattarmi. Speravo solo che quelle creature mi lasciassero in vita.

Alfheimr*, di te non mi dimenticherò mai.

 

* * *

 

-Rebekka, avanti, giù dal letto-

Per poco non caddi sul serio, aggrappandomi al materasso in tempo per non impattare contro il pavimento.

-Nicole, ma sei impazzita?!?- ringhiai, fissando in cagnesco la bionda con cui condividevo la stanza.

-Sei sempre la solita. La sera te ne vai per i locali con quello scapestrato di Nick e la mattina non riesci ad alzarti per il lavoro-

-Solo perchè tu sei più impegnata a scaldare le lenzuola di quel viscido di Brian anziché venire con noi, non c'è bisogno di tentare di uccidermi-

-Sei sempre la solita acida stronza-

-E tu la solita scaldaletti senza pudore-

Dopo un lungo sguardo di sfida, ci mettemmo entrambe a ridere. Ormai da un paio d'anni le nostre mattine erano sempre in quel modo. Ci insultavamo, ci urlavamo contro, ma alla fine ci volevamo un gran bene.

Balzai a quel punto giù dal letto a castello della nostra piccola stanza, atterrando con eleganza sul pavimento. Mentre tentavo di entrare in bagno, Nicole, mentre usciva per lasciarmi il posto, mi fissò per qualche secondo.

-Tesoro, faresti meglio a farti una doccia e coprirti quelle orribile occhiaie sotto gli occhi con un po' di correttore. Sembri uno zombie appena uscito dalla tomba-

Io, di fretta, mi posi davanti allo specchio, rendendomi conto di quanto la mia amica avesse ragione. Lanciai un grido che probabilmente avvertì persino il direttore dal suo ufficio all'ultimo piano dello stabile e presi ad imprecare contro Nick e qualcosa che assomigliava forse all'elenco dei drink che mi ero scolata la sera prima, mentre rapida mi infilavo sotto la doccia.

Nel giro di qualche minuto ero lavata, vestita e truccata, anche se i miei capelli rossi grondavano ancora. Così, non avendo il tempo di asciugarli, li appuntai in uno stretto chignon.

-Sono pronta- dissi, uscendo dalla stanza.

Nicole mi aspettava fuori, la tuta dello S.H.I.E.L.D. che le aderiva perfettamente al corpo snello. Fissava fuori dalla finestra e si riscosse solo quando io la chiamai.

-Finalmente. Siamo attese nel sottosuolo-

-Perchè?-

-Segreto-

 

Ma quanti piani c'erano in quell'edificio?

Mentre fissavo i numeri che si avvicendavano sulle schermo digitale dell'ascensore, mi poggiai alla parete d'acciaio, abbassando lo sguardo e incrociando le braccia sul petto. Sospirai.

Erano passati quasi tre anni da quando mi ero risvegliata in quel cratere in mezzo al deserto e gli agenti dello S.H.I.E.L.D. mi aveva trovato.

Dopo numerosi esperimenti sul mio corpo e interrogatori sulla mia provenienza, finalmente incontrai Fury, il direttore. L'uomo con un occhio solo mi offrì di unirmi alla loro agenzia, che combatteva per proteggere quel mondo da ogni tipo di minaccia.

Io accettai, anche perchè in alternativa mi si dava la segregazione a vita e il vivisezionamento per scopi scientifici.

Fui addestrata, mi fu insegnata la cultura di quel mondo e io apprendevo ad una velocità sorprendente, tanto che in poco tempo quasi mi dimenticai della mia storia prima del mio arrivo su quel pianeta.

Un paio di anni prima avevo incontrato Nicole durante un seminario dello S.H.I.E.L.D. per i nuovi agenti. Da quel momento non ci separammo mai. In lei aveva trovato una sorta di sorella, con hobby un po' particolari, ma le volevo comunque bene.

Finalmente l'ascensore raggiunse il sottosuolo, emettendo una petulante musichetta. Alzai gli occhi al cielo, sconvolta, appuntandomi nella mente prima o poi di disattivare quel dannato aggeggio acustico.

Non appena le porte si aprirono, ci trovammo entrambe in ambiente scuro, illuminato solo da luci artificiali, alcune delle quali non funzionavano neanche tanto bene.

Eravamo letteralmente nelle cantine dell'edificio e l'odore di marcio e stantìo non tardò ad arrivare.

-Perchè siamo dovute scendere fin quaggiù?- chiesi a Nicole, la quale, al contrario di me, pareva la più calma del mondo.

-E' stato Fury a richiedere la nostra presenza. Io non ho semplicemente discusso. Sai che quando il gran capo chiama ci conviene rispondere-

-Si, lo so-

Dopo aver camminato per alcuni minuti arrivammo finalmente ad una sorta di anticamera, nella quale ci attendeva il tanto temuto direttore dello S.H.I.E.L.D., affiancato da quello che doveva essere Clint Barton, chiamato anche Occhio di Falco, capace di colpire con una sua freccia una mosca a parecchi metri di distanza con la precisione di un chirurgo.

Avevo sentito parlare di lui, dei suoi meriti nelle missioni, ma a vederlo di persona non mi sembrava poi un granchè.

Quando arrivammo, il biondo ci accolse con un sorrisetto divertito, mentre Fury con la sua solita aria sofferente e perennemente incazzata.

-Agente Bell e agente Newborn, benvenute. Vi stavamo aspettando-

Noi accennammo un segno di saluto, poi fu Nicole a parlare.

-Signore, il motivo della nostra convocazione?-

-Dobbiamo compiere un trasporto e voi mi siete sembrate le più adatte-

Notai distintamente che puntava insistentemente l'unico occhio che aveva su di me, come se da me si aspettasse molto di più.

-Cosa deve essere trasferito?-

Fury lanciò un'occhiata a Barton, il quale si voltò e recuperò una valigietta da un tavolo dietro di loro, il quale notai solo in quel momento.

La valigietta venne aperta davanti ai nostri occhi increduli. All'interno stava una sorta di cubo, grande forse come due pugni, illuminato da una luce blu accesa.

Mentre guardavo l'oggetto, mi parve che dei ricordi mi riaffiorassero alla memoria, ma mi abbandonarono quasi all'istante.

-Dobbiamo portare l'oggetto ad una nostra base della NASA. Questo è il Tesseract-


*Uno dei Nove Mondi uniti da Yggdrasill. Per esattezza quello della luce.


NdA
Salve a tutti. Ultimamente mi sono appassionata di alcune fan fiction sugli Avenger, soprattutto quelle che vedono come protagonista Loki e un nuovo personaggio.
So che può sembrare un pò mieloso, ma credo sul serio che quel povero disgraziato di un asgardiano si meriti un pò di affetto e non solo da parte del fratellone Thor.
Quindi Rebekka sarà la protagonista di questa storia. La farò intrecciare nella trama del vero film, cambiando la trama unicamente per far in modo che la ragazza si faccia valere al fianco dei nostri Vendicatori.
Fatemi sapere se la storia vi piace o anche se non fosse così. Un saluto, Marty.

  
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