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Autore: Cocchi    19/12/2012    5 recensioni
Kim & Tom, quello che succede è ispirato da queste parole:
Sono grande adesso ma non ho smesso di sperare.
Ogni anno chiedo tante cose diverse, ma so che cosa il mio cuore vuole che tu porti, quindi ti prego: Innamorati di me questo Natale.
[Altro]
Mi sveglio su di giri.
Ieri sera mi ha colta impreparata, ma oggi. Oggi potrò parlare con Thomas William Hiddleston.
Di nuovo.
Guardo l’albero di Natale che brilla nell’oscurità del salotto.
Adoro questo periodo dell’anno!!! E adesso ho un motivo in più per crogiolarmi in questa sensazione di beatitudine.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve

Prima di lasciarvi alla lettura, vi volevo far sapere che questa shot fa parte di una serie di storie natalizie del gruppo Daydreamers, quindi alla fine della storia troverete i link delle altre storie. Questa è la seconda pubblicata, quindi c’è solo un link, ma appena le altre pubblicheranno aggiungerò i link.

Detto questo buona storia.

Spero vi piaccia :)

 

The Daydreamers’ Carol

Just fall in love with me this Christmas

 

Mi stringo nel cappotto agganciando gli ultimi due bottoni e sollevando il colletto attorno al collo per ripararmi dal vento freddo. Quest’anno il gelo ci sta colpendo più del solito, la cosa non mi disturba troppo fino a che sono nella mia amata città. L’anno scorso non mi sono goduto molto Londra sotto Natale, preso come ero dalle riprese di “ The Hollow Crown”. Anche quest’anno ho da lavorare, ma sono più rilassato; sarà perché ormai col cast di “Thor” è come essere in famiglia. Mi soffermo ad osservare una vetrina di un negozio e sorrido ad un piumino da donna grigio. Emma lo adorerebbe ne sono sicuro. Mancano cinque giorni a Natale e ancora devo comprare qualche regalo, avevo deciso di sfruttare il pomeriggio libero per fare gli ultimi acquisti, ma Chris mi ha chiamato nel panico pregandomi di raggiungerlo, sbuffo al mio riflesso e accelero il passo verso l’albergo dove alloggia mio “fratello”.

« Meno male sei arrivato » Mi dice non appena entro nella Hall.

« Che è successo? » Gli chiedo leggermente preoccupato, poi mi accorgo della presenza della donna della sua vita, in un seggiolino da auto appoggiato sul divano su cui era seduto e il mio volto si illumina in un sorriso. « Ciao piccolina »

Saluto quel faccino che mi guarda curioso e le faccio una smorfia per cercare di farla ridere mentre mi abbasso sulle ginocchia per ritrovarmi al suo livello.

« Elsa è bloccata con la macchina appena fuori città…» Mi volto per mezzo secondo verso Chris annuendo e torno subito a guardare la piccola che mi ha afferrato il dito indice della mano sinistra con una manina. « Quindi pensavo…» Riprende Chris con fare titubante a cui non faccio particolare attenzione completamente catturato dalla mia “nipotina”. « Tu sei libero, no? »

« Sì, certo…» Dico ridendo, poi mi rivolgo alla piccola. «Ah…no…no…» Allungo la mano destra verso India fermandola prima che si porti alla bocca il mio dito. « Ho le mani sporche…» Dico con tono dolce provando a bloccare sul nascere il pianto nel quale sta per scoppiare la piccola, mentre cerco con lo sguardo il ciuccio. Chris mi indica un cofanetto giallo di plastica che spunta da una borsa appoggiata sul divanetto accanto al quale sono inginocchiato. Libero dallo scrigno di plastica il ciucciotto e lo faccio vedere ad India, i singhiozzi si fermano all’istante quando glielo porto alla bocca e lei inizia a succhiare, sorrido soddisfatto e mi volto verso Chris.

« Bene, puoi farle da Baby-Sitter » Dice lui con un sorriso.

« Che cosa?! » Domando allarmato nella speranza di aver capito male.

« Tom, per favore… » Inizia lui con tono supplicante e lo sguardo languido, scuoto energeticamente la testa. « Starò via per poco, il tempo di prendere Elsa e tornare… »

« Chris, ma non so neanche da che parte cominciare ad occuparmi di una bimba! » Gli faccio notare e lui incrocia le braccia al petto.

« Sei stato bravissimo due secondi fa…» lo guardo scettico. Bella forza darle il ciuccio per non farla piangere, consistesse solo in questo… « O vuoi dire che non saresti capace di occuparti di lei? »

Lo guardo contrariato.

« Stai cercando di incastrarmi facendo leva sul mio orgoglio? » Gli chiedo sollevando un sopracciglio, lui annuisce e prende sua figlia in braccio, portandosela all’altezza del volto. Chiudo gli occhi prendendo un grosso respiro.

« Guardala…Come fai a rifiutarti di stare un po’ con questo amore?! » Mi chiede tirando fuori il labbro inferiore, lo guardo scettico fino a che la piccola non glielo afferra con la manina e lui inizia a far finta di morderla. Sorrido a quella scena e alla dolcezza che mi scalda il cuore, Chris mi guarda e si limita ad affermare. « Ti devo un favore »

Scuoto la testa divertito mentre il mio collega e amico inizia a parlare alla figlia con voce calma e dolce.

« Adesso papà deve andare a prendere la mamma, ma con te resterà lo zio Tom, ok? » La gira verso di me e per un attimo gli occhi della piccola guardano dritti nei miei, ne sono sicuro. « Vi divertirete tanto con lui, quindi fai la brava, d’accordo? »

India muove la mano dalla bocca agli occhi di suo padre per poi tornare alla bocca dove lui le ferma la manina e le dà un bacio, lei ride ed io inizio a sentirmi montare il panico per una mansione che potrebbe essere più grande di me.

« Le ho già cambiato il pannolino, quindi a meno di contrattempi non dovresti doverglielo cambiare, nella borsa ti ho messo un pacchettino di biscotti e un omogenizzato, fra un paio d’ore dalle da mangiare » Annuisco alle informazioni che mi sta dando Chris spostando lo sguardo da lui alla borsa e poi di nuovo a lui. « Purtroppo il passeggino era in macchina e quindi è con Elsa, ma… » Chris afferra trionfante quell’affare che si lega sempre al petto ed io mugolo contrariato.

« Non mi metterò quel coso » Dico risoluto e Chris solleva un sopracciglio.

« Vuoi portarla in braccio tutto il tempo? » Mi chiede scettico. « Io lo facevo quando era piccola, ora inizia ad essere un po’ pesante…» Mi gira intorno ed inizia a legarmelo in vita nonostante le mie proteste. « Sarà utile, credimi »

Gli rivolgo uno sguardo omicida e cerco di sistemarmi il piumino sotto la morsa in cui mi ha rinchiuso, lui va a prendere India e dopo averle messo un piumino rosa, le posa le labbra sulla fronte e la sistema al suo posto nel marsupio. Riesco a vedere solo il sorriso divertito di Chris da dietro il cappuccio del giubbottino di sua figlia.

« Se non fosse così bella potresti farla passare per tua figlia…» Stringo le labbra e rivolgo a Chris uno sguardo fra lo scettico e l’annoiato. « Divertitevi » Dice infine con un sorriso e mettendo le maniglie della valigia nella mia mano destra.

Lo osservo uscire dall’hotel e sbuffo cercando di guardare la bambina che se ne sta calma attaccata al mio petto, potrebbe anche dormire per quel che riesco a capire. Come fa Chris a considerare questo maledetto affare una manna dal cielo?! Più di una volta me ne ha tessuto le lodi fra una scena e l’altra mentre lo ascoltavo distrattamente in attesa di tornare a girare; io tutte queste grandi qualità non le vedo, non riesco a capire cosa fa la piccola.

Esco a mia volta dall’albergo, rassegnato a dover rinunciare al mio pomeriggio di shopping e a dovermene tornare a casa con la piccola. Ripercorro i miei passi e mi soffermo di nuovo davanti al negozio dove ho visto il piumino che voglio comprare a mia sorella. Sposto lo sguardo verso il cappuccio rosa che copre India e decido di varcare la soglia del negozio. Una volta all’interno mi godo l’aria riscaldata che inizia subito a farmi frizzare le guance gelate a causa del freddo delle strade londinesi. Sposto le mani sui fianchi della piccola e la tolgo dal marsupio girandola su se stessa e portandola a guardarmi.

« Ciao » Le dico poco convinto. Ho una voglia matta di sganciarmi dal petto il marsupio e lanciarlo giù da un ponte. « Un passeggino è decisamente meglio. » Borbotto fra me e me. « Lo pensi anche tu, non è vero? » Domando ad India che per risposta muove le manine verso l’alto e sputa in terra il ciuccio.

Merda.

« Posso esserle utile? » Una donna sulla cinquantina mi si avvicina con un sorriso affabile.

« Me la può tenere un secondo? » Le chiedo porgendole India, la donna l’ afferra con fare esperto e la culla fra le braccia. Mi chino a riprendere il ciucciotto e con stizza mi sgancio il marsupio.

Maledetto affare.

« Se desidera può utilizzare il bagno del personale per pulirlo » La commessa indica il ciuccio che tengo in mano mentre India sposta le mani verso i suoi occhiali. Annuisco e la donna mi indica una porta dietro la cassa.

Lavo il ciucciotto con la massima cura e ritorno dalla donna che sta continuando a dondolare India.

« Ecco papà… » Dice quando mi avvicino e mi rende la piccola che si rifiuta di riprendersi il ciuccio.

« Non sono il padre…» Dico divertito più dalle facce che mi rivolge India che per l’affermazione della donna. « Faccio solo il Baby-Sitter » Sorrido alla piccola e poi alla commessa che mi guarda in attesa. D’altronde sono entrato in un negozio di vestiti e per ora ho fatto tutto tranne che guardare un abito. Mi schiarisco la voce.

« Ero interessato al piumino grigio che è esposto in vetrina… » La donna annuisce e si avvicina ad una bacheca dove sono ripiegati in ordine molti piumini uguali a quello in vetrina. « Che taglia? »

Mi passo una mano sotto al mento pensieroso, che cavolo di taglia avrà Emma?

« Ehm…» Inizio con fare incerto. « E’ per una ragazza più o meno alta così…» Muovo la mano destra lungo il mio fianco fino a che non arrivo ad indicare l’altezza di Emma. Promemoria: Dirle che è bassa, quando la rivedrò per le feste.

Sghignazzo fra me e me per quel pensiero e la donna mi guarda scettica.

« Kim » Alza la voce ed io sollevo un sopracciglio perplesso. « Kim, allontanati da quel portatile e scendi giù! » Ordina con fare perentorio, poi si volta verso di me. « Mia figlia Kim è più o meno alta quanto la sua ragazza… »

« Non è la mia ragazza, è mia sorella » Spiego e la donna si scusa.

« Mi dispiace… »

Faccio spallucce, in fondo sarebbe anche normale che un uomo della mia età avesse una famiglia. Ammetto che è presente fra i miei piani, appena troverò con chi crearla. India muove le mani lungo il mio volto e mi riporta con i piedi per terra, sorrido ai suoi occhioni e le sgancio leggermente il piumino, facendo poi altrettanto col mio. Inizia a fare caldo e non voglio farla sudare, altrimenti quando usciamo da qui si prenderà un malanno.

« Dimmi mamma… » Mi volto verso la ragazza che è arrivata alle mie spalle e sorrido. Sì, più o meno è della stessa corporatura di Emma. Lei arriccia una ciocca bionda che le ricade sul volto; libera dalla crocchia in cui sono racchiusi i capelli grazie ad una matita. Sorrido quando i suoi occhi verdi mi guardano da dietro gli occhiali che porta, lei fa altrettanto.

« Kim, vieni qui che il signore vuole vedere le misure dei piumini… »

Lei si muove con passo incerto, continuando a guardarmi e rivolge un sorriso ad India. Raggiunge sua madre e si prova il piumino che lei le porge, osservo con occhio critico il modo in cui le ricade addosso, come le cinge i fianchi e nonostante la copra, lasci sempre percepire le forme della ragazza. Entrano altri clienti nel negozio e la donna si allontana lasciandomi con sua figlia che mi sembra leggermente a disagio sotto il mio sguardo.

India mugola e inizia a muoversi contrariata fra le mie braccia, sposto lo sguardo dalla figlia della donna e mi concentro sulla piccola iniziando a dondolarla.

« Sì, mi piace… » Affermo mentre continuo a guardare la piccola cercando di calmarla. India inizia a piangere e sgrano gli occhi nel panico. « No, piccola, che c’è? » Chiedo con tono dolce, ma preoccupato.

Kim si sfila il piumino e si avvicina osservandomi con occhio critico.

« Secondo me ha fame… » Afferma piatta e quando sollevo lo sguardo su di lei, indietreggia leggermente e abbozza un sorriso.

« Dici? » Le chiedo perplesso, Chris aveva detto di aspettare un paio d’ore. Rifletto fra me e me, mentre Kim ripiega il piumino intorno al suo braccio.

« Bhè o è quello o devi cambiarla, ma a considerare dall’odore non è così… » Dice con un mezzo sorriso ed io annuisco. Come ragionamento quadra. Sposto lo sguardo verso la borsa che ho poggiato su uno sgabello e la raggiungo, ma India continua ad agitarsi, limitando ulteriormente la mia libertà di movimento.

« Serve aiuto? » Mi chiede con un sorriso divertito ed io annuisco sogghignando a mia volta.

« Nella borsa dovrebbe esserci qualcosa… » Dico cullando India.

Kim si avvicina alla borsa e ne tira fuori un pacchettino di biscotti, lo apre e ne porge uno alla piccola.

« Senti che buono… » Dice mentre India afferra il biscotto e se lo porta alla bocca, smettendo di piangere. « Ahhh…Hai visto? » Dice ridendo alla piccola e poi solleva un sopracciglio scettico verso di me.

« Grazie… » Le dico titubante e torno a guardare India sorridendo.

« Figurati » Afferma scrollando le spalle. « Faccio la baby-sitter ogni tanto… » Spiega tornando ad afferrare il piumino. « Chris non ti aveva detto che doveva mangiare? » Mi dice con un sorriso ed io sollevo lo sguardo su di lei in tempo per vederla stringere le labbra, imbarazzata.

«Ehm, intendo... suo padre... sua madre...» Si corregge e io sorrido.

«Suo padre Chris Hemsworth, figlio di Odino, sì hai detto bene. Mi ha lasciato qui con questa creatura adorabile e quello strumento di tortura che serve a portarmela dietro ma mi fa sentire un perfetto idiota. E sì, mi aveva detto di farla mangiare ma non prima di due ore... però evidentemente è già affamata questa piccola stella. Ha preso dal suo papà.»

Affermo ridendo verso India e baciandole la fronte divertito, sento uno sbuffo provenire da Kim e mi giro per vederla con una mano davanti alla bocca che si trattiene dal ridacchiare, quando sollevo un sopracciglio dubbioso, esplode.

Inizia a ridere senza freno, portandosi una mano alla pancia e cercando invano di frenarsi.

« Scusa…io.. » Cerca di dire fra le risate, ma non riesce proprio a fermarsi. Non pensavo di essere stato divertente. India mi posa una manina sul mento e sorrido, nonostante non riesca a staccare lo sguardo dalla ragazza che ride poco distante da me. Piano piano le sue risate scemano, riesce a prendere un grosso respiro e a guardarmi.

« Ok, ci sono…Scusami tanto… » Dice passandosi una mano sulla fronte e sorridendo leggermente. « E’ che tutto questo è… » Mi indica mentre lo dice e capisco che forse conosce anche me, non solo Chris come avevo pensato. « E’ alquanto surreale per me… »

« Perché sono un attore famoso che fa shopping per sua sorella come ogni comune mortale? » Chiedo sicuro dell’etichetta che mi attaccano sempre addosso.

« No, perché sei completamente impacciato con la piccola » Afferma sorridendo sotto il mio sguardo. « Ammetto che sono un po’ delusa… » Dice con un leggero disappunto. « Credevo che il grande Hiddles potesse gestire la piccola principessina di Asgard »

Stavolta sono io a scoppiare a ridere.

« Come l’hai chiamata? » Le domando divertito e lei sorride arrossendo leggermente.

« La chiamiamo così nel fandom…» Dice imbarazzata « E’ carino non trovi? »

« Azzeccato direi… » Rifletto guardando la piccola che si sta impiastricciando il volto e le mani con una poltiglia di biscotto. « Chris ed Elsa la trattano come una principessa » Le spiego e il suo sorrido si allarga di più. E’ davvero una ragazza carina.

« Lo sapevo… » Annuisce battendo il pugno destro sul palmo della mano sinistra con uno sguardo da detective che vede confermati i suoi sospetti. Mi correggo è molto carina.

India porta la sua manina al mio mento richiamando la mia attenzione su di lei.

« Dobbiamo pulire il visino, stellina… » Le dico divertito dalla pappa che ha intorno alla bocca. « Ti spiace? » Chiedo a Kim, indicando con la testa la borsa. « Ci sono dei fazzolettini… » Aggiungo quando lei si avvicina di nuovo alla borsa di Chris.

« Ecco qua… » Dice estraendo un fazzoletto dalla confezione e passandolo sul volto di India con dolcezza. Sorrido dolcemente alla scena e al faccino sorridente e pulito della mia nipotina, mentre Kim passa a pulirle le piccole mani. India si lascia andare ad una piccola risata e Kim le fa una smorfia, facendola ridere di nuovo.

Decisamente lei con i bimbi ci sa fare.

Si volta verso di me con ancora il sorriso stampato in volto e mi perdo nei suoi occhi marroni dietro le lenti, lei posa il fazzoletto sul mio mento sghignazzando.

« Ti ha lasciato un po’ di… » Inizia, ma si blocca quando con un gesto involontario mi mordo le labbra e lei sposta il suo sguardo e si allontana, come se a starmi vicino potesse bruciarsi.

« Ecco fatto puliti e lindi, i due principi di Asgard »

Dice avvicinandosi ad un cestino e buttando via il fazzoletto quando torna a guardarci è ancora leggermente accaldata, lo posso dire solo guardandola, ma cerca di non darlo a vedere. La cosa mi fa sorridere.

« Allora il piumino… » Dice ritornando ad un tono professionale ed io annuisco. « Lo abbiamo di altri colori se vuoi… »

« No, mi piace così » Dico accennando un sorriso mentre con la coda dell’occhio vedo che India inizia a chiudere gli occhi.

« Anche io lo preferisco così… » Dice parlando fra sé e sé, ma la sento ugualmente. « Faccio un pacchetto? »

« Sì, grazie.. » Le dico, poi osservo India che si è addormentata fra le mie braccia e abbasso la voce. « Potrei passare a prenderlo domani? » Le dico avvicinandomi lentamente al bancone. « Sono un po’… »

« Intralciato… » Dice lei con un sorriso guardando la piccola. « Non c’è problema. Anche il pagamento, puoi fare tutto domani. » Afferma spostando il piumino in un armadio dietro la cassa. « Il pacchetto lo faccio dopo…» Inizia spostandosi da dietro il bancone verso la borsa e il marsupio.

« Suppongo ti serva una mano a rimetterti questo » Dice mostrandomi il congegno infernale con un sorriso compiaciuto.

« Perché ho il sospetto che la cosa ti faccia piacere? » Le domando sghignazzando.

Non ci credo sto flirtando con una bimba di appena sei mesi in braccio.

« Forse perché è così…» Dice in uno slancio di intraprendenza. Sgrano gli occhi sorpreso e lei si affretta a cambiare tono. « Ovviamente quando mi ricapita di aiutare, un dio norreno? »

Rimango in silenzio, meditando, poi le porgo India. Lei mi guarda incerta.

« Niente paura… » Le dico facendole un occhiolino e affidandola alle sua braccia. Per un attimo le mie mani toccano le sue, calde e morbide ed…invitanti.

Adesso sono io ad allontanarmi e a concentrarmi sul marsupio. Prima di tutto chiudo il giubbotto e –dopo una decina di minuti- riesco anche a chiudere il Marsupio del Diavolo. Kim mi osserva divertita e mi sento sul serio un idiota.

« Sono così ridicolo? » Le chiedo guardando il marsupio.

Tutto il mio charme da gran gentleman inglese se ne è andato, ne sono sicuro.

« Sei adorabile… » Dice lei avvicinandosi leggermente. « Se ti abbassi un pochino, cerco di mettere la piccola senza svegliarla… » Dice sottovoce e guardando India, mi abbasso per permetterle di sistemarla al suo posto. Non stacco gli occhi da lei, è come una calamita che mi attrae a sé e non riesco ad oppormi. Non voglio nemmeno.

« Ecco fatto » Dice lei sorridendo, poi solleva lo sguardo incontrando i miei occhi. « Missione compiuta » Afferma soddisfatta.

Sono senza parole.

Potrei anche baciarla, se non fossi così imbacuccato.

« Penso che ci vedremo domani » Dice lei schiarendosi la voce ed interrompendo il nostro contatto visivo.

« Sì…sì » Ripeto più a me stesso che a lei, riscuotendomi dallo stato di catalessi in cui ero finito. « Grazie tante dell’aiuto con la piccola »

Lei sorride dolcemente.

« E’ stato davvero un piacere, fai i complimenti a Chris ed Elsa da parte mia. E’ una bambina stupenda e buonissima »

« Riporterò il tuo messaggio » Affermo con un sorriso e mi avvio verso la porta, pronto a tornare ancora un po’ per le strade gelide di Londra.

« Tom? » Mi richiama lei ed io giro su me stesso con un sorriso enorme in volto. « La borsa… » Dice ridendo mentre me la porge.

Le nostre mani si toccano di nuovo per un attimo, come i nostri occhi.

Poi mi immergo nelle strade di Londra.

 

§§§§

 

Mi sveglio su di giri.

Ieri sera mi ha colta impreparata, ma oggi. Oggi potrò parlare con Thomas William Hiddleston.

Di nuovo.

Guardo l’albero di Natale che brilla nell’oscurità del salotto.

Adoro questo periodo dell’anno!!! E adesso ho un motivo in più per crogiolarmi in questa sensazione di beatitudine.

Mi muovo con passi lenti verso il bagno e sorrido al mio riflesso allo specchio del bagno mentre mi lavo i denti e lego i capelli in una coda. O forse è meglio lasciarli sciolti?

Li slego velocemente facendoli ricadere leggermente sotto le spalle.

Decido di mettermi una maglietta a collo alto, una felpa gialla che adoro ed un paio di jeans.

Non voglio agghindarmi troppo. Tanto anche ieri mi ha vista nelle peggiori condizioni. Scuoto la testa ripensando al maglione di lana che indossavo e a come avevo i capelli. D’altronde non si può pretendere tutto dalla vita, no?

Ho incontrato Tom con la bellissima India, non potevo anche pretendere di non essere nella mia versione vagabonda.

L’assurdo desiderio di essere risultata un minimo attraente ai suoi occhi, nonostante sappia benissimo che ha stuoli di ragazze che gli si gettano ai piedi ad ogni angolo, mi fa sorridere. Forse son davvero partita di cervello per lui…

Scendo al piano inferiore ed entro in negozio.

« Buongiorno! » Dico sorridente ai miei genitori. Mamma è dietro il bancone, ricontrolla l’incasso di ieri, Papà invece sta sistemando una giacca di un abito da sera con la macchina da cucire.

« Siamo di buon umore tesoro? » Mi chiede papà mentre lo bacio su una guancia, fermandomi ad osservare il suo lavoro.

« E’ perché oggi torna quel bel ragazzo che è venuto ieri… » Dice mia madre con tono di chi la sa lunga sui pensieri della figlia. Sorrido a trentadue denti sotto i loro sguardi divertiti.

« Suppongo quindi che ti sei dimenticata che dovevi andare a fare quelle consegne per la famiglia Hill… » Inizia mio padre ed io lo guardo allarmata.

No! Nononononononononononononononononono…NO!

« Suvvia James, non cercare di farle prendere un infarto » Lo rimprovera mia madre mentre mi massaggia le spalle. « Ci andrò io, tesoro. »

Dio sia lodato!

Bacio mia madre su una guancia, estasiata.

« Però ti dovrai occupare del negozio da sola… » Dice seria. « Lo sai che tuo padre il Giovedì va a comprare le stoffe. »

Annuisco. Tanto Tom viene al negozio, non mi muoverò di un millimetro fino a che non varcherà quella soglia.

Passo tutta la mattina a fissare la porta come se al solo spostare lo sguardo potrebbe sparire e con essa la mia possibilità di vedere Tom.

Oddio, quant’era dolce e carino ieri pomeriggio con la piccola.

Sogno beata ad occhi aperti mentre servo dei clienti e mi dedico ad impacchettare i vari regali.

Devo ricordarmi di andare a prendere quel profumo per mio fratello. Domani magari cerco di liberarmi la mattinata, d’altronde oggi devo rimanere qui tutto il giorno.

Sbuffo a quel pensiero, ma poi ritrovo il sorriso al ricordo di ciò che mi attende. La porta si apre e sorrido alle due donne sulla quarantina che sono entrate in negozio.

« Posso esservi utile? » Domando cordiale, quando in realtà le sto maledicendo per non essere Tom.

Oddio! Sto diventando una pazza ossessionata!

Servo le due clienti e me ne torno a sedere dietro la cassa.

Uffa!

Attraverso la vetrina vedo la gente camminare per la via illuminata, pochi si fermano ad osservare il nostro negozio.

Gli affari non vanno male, ma principalmente facciamo lavori sartoriali e consegniamo a domicilio. È raro che qualcuno acquisti qualcosa in negozio, quindi non ho molto da lavorare.

Sorreggo il volto con le mani e fisso l’orologio appeso al muro.

Le sei del pomeriggio, fra un’ora e mezzo devo chiudere e di Hiddles non c’è ombra.

Il pensiero che abbia trovato un altro regalo inizia ad insinuarsi nella mia mente, vorrei cacciarlo, ma una parte del mio cervello lo riporta a galla ad ogni minuto che passa.

Dovevo fargli pagare una caparra ieri, così sarebbe dovuto tornare per forza.

La porta si apre e sorrido a…mia madre.

Borbotto un’imprecazione e torno a posare il volto sulle mani.

« Com’è andata? » Mi domanda sorridente, rispondo mugolando. « Non è venuto? »

La fulmino con lo sguardo perseverando nel mio mutismo. « Chiamalo, no? Anche solo per sapere se dobbiamo tenere il giubbotto o no » Dice togliendosi il cappotto e strofinando le mani per riscaldarle.

« Ce lo hai tu il suo numero? » Le chiedo ironica. Mia madre mi osserva in silenzio e per un attimo sorrido speranzosa. Magari ce lo ha sul serio. O un indirizzo.

Solitamente ci facciamo dare tutti questi recapiti dai clienti per le spedizioni.

« Non ti sei fatta lasciare niente, tesoro? » Mi chiede leggermente…divertita?

Scuoto la testa e lei sorride.

« Quanto sei scema » Mi dice con un tono amorevole.

Grazie mamma.

Sbatto la testa sul bancone e lei ride mentre si avvicina a massaggiarmi le spalle.

« Verrà domani ormai… » Dice dolcemente. « Avrà avuto da fare con le riprese… » Sollevo lo sguardo sorpreso su mia madre, vorrei chiederle come cavolo fa a sapere che è un attore. Lei mi precede. « Parli di lui in continuazione, neanche quando eri adolescente hai avuto un’infatuazione del genere… » Sorride divertita. « Non potevo certo dirti ieri sera che lo avevo riconosciuto e ti ho chiamata giù apposta per fartelo incontrare… » Sento un sorriso allargarsi sul mio volto. « E stamani c’era tuo padre…Lo sai come la pensa » Afferma sbuffando e scuotendo la testa.

Mio padre gioisce del mio stato di ventinovenne single, perché mi vuole tutta per sé ed inoltre è convinto che tutti gli uomini del mondo dello spettacolo – e non solo – siano persone che pensano solo e soltanto ad una cosa.

Mia madre mi passa una mano fra i capelli carezzandomi la testa.

« Perché non esci un po’ » Mi dice con un sorriso. « Devi comprare il regalo per tuo fratello, giusto? » Annuisco.

« Ma Thomas… » Inizio titubante.

« Thomas verrà domani, fra mezz’ora chiudiamo. » Dice mia madre ed in effetti non ha tutti i torti. « E poi la profumeria è in fondo alla strada… » Aggiunge tranquilla.

« Ok… » Dico afferrando il mio cappotto. « Vado e torno, non chiudermi fuori »

Affermo quando sono sulla porta e lei ride divertita.

Mi immergo nell’atmosfera di Oxford Street mentre mi avvolgo la sciarpa intorno al collo e mi copro il naso. Fa terribilmente freddo.

Sollevo il volto verso le splendide illuminazioni di quest’anno: delle enormi stelle dorate che vivacizzano la strada su cui scorrono macchine guidate da gente troppo di fretta per godersi questo spettacolo che vengono a vedere da tutte le parti del mondo.

Sorrido alla stella gigante che si trova quasi sopra la mia testa quando mi fermo davanti alla profumeria. Quando entro una commessa che si stava guardando le unghie sbuffa.

Che calda accoglienza!

Un venditore si avvicina sorridendomi e chiedendomi se può essermi d’aiuto.

« Volevo un flacone di Orange di Hugo Boss da 75 ml, grazie » Dico slacciando leggermente la sciarpa intorno al collo e cercando di riscaldare le mani sfregandole.

« Faccio un pacchetto? » Mi domanda cordiale mentre afferra la mia scelta da uno scaffale, annuisco avvicinandomi alla cassa ed osservo i movimenti veloci con cui impacchetta il regalo.

Pago sorridendo ed auguro buon Natale all’uomo che mi ha servita e mi preparo psicologicamente ad affrontare di nuovo il freddo della strada.

Prima di raggiungere il negozio e mia madre mi diletto ad osservare qualche vetrina. Tutte sono addobbate e mi scaldano il cuore. Ho sempre adorato questo periodo dell’anno, mi riempie di gioia e di speranza e non vedo l’ora che arrivi la Vigilia, mancano solo tre giorni, ma dato che oggi è quasi al termine, posso contarne solo due, no?

No, perché la vigilia si festeggia la sera.

Ignoro la voce nella mia testa.

Due giorni e poi potrò aprire i miei regali! Penso estasiata e mi sento proprio come quando ero piccola e passavo tutti i giorni prima di Natale a toccare e muovere tutti i pacchetti che si trovavano sotto l’albero per cercare di capire cosa c’era dentro. Per questo mamma nascondeva sempre qualcosa nella calza sopra il caminetto – dove non riuscivo ad arrivare – per farmi avere ancora un po’ di sorpresa.

Osservo un paio di occhiali da sole molto carini, ma decisamente troppo costosi e sbuffo facendo uscire una nuvoletta dalla mia bocca.

Una mano si posa sulla mia spalla e mi fa sobbalzare, ma mai quanto la voce che mi arriva alle orecchie nello stesso momento.

« Kim? »

Credo mi sia appena venuto un infarto.

Guardo il ragazzo che mi sorride e rimango in silenzio. Non muovo un muscolo, non respiro nemmeno.

« Tua madre me lo aveva detto che ti avrei trovata qui fuori » Dice rimettendo la mano destra in tasca.

Mia madre cosa?!

« Ah….Hai già preso il tuo regalo? » E’ l’unica cosa che riesco a chiedergli e lui solleva la busta del mio negozio che tiene nella mano sinistra e osserva il mio pacchettino. « Hai fatto acquisti? » Mi domanda cordiale ed io annuisco.

« Un profumo… » Dico titubante. « Per mio fratello » Aggiungo subito dopo, insieme alle maledizioni che mi lancio, perché sicuramente a lui non importerà.

« Tua madre mi ha detto che mi hai aspettato tutto il giorno » Dice sghignazzando e mi sento avvampare nonostante si congeli qui fuori. « Pensavo fosse giusto salutarti… » Afferma ed io sento il bisogno di intervenire.

« Sarei comunque stata in negozio tutto il giorno… » Dico sorridendo. « Anche se tu non fossi venuto… » Aggiungo incerta, aggrottando la fronte alla mia stessa affermazione.

« Pensavo di offrirti un caffè o qualcosa da bere per farmi perdonare il ritardo… » Dice lui titubante. « Ma se dici così, non importa… » Afferma tutto d’un fiato e sorride.

« No! »Ok, forse potevo evitare di alzare la voce, lui sghignazza divertito. Cerco di ricompormi. « Qualcosa da bere, l’ accetto volentieri »

Dico annuendo e lui muove il braccio libero verso destra, indicando lo Starbucks dall’altra parte della strada.

« Dopo di lei, signorina » Afferma con un tono da Lord e rido nervosa quando prende a camminare al mio fianco.

« Kim è l ’abbreviazione di Kimberly? » Mi chiede ed io faccio una smorfia annuendo.

« Detesto il mio nome completo… » Ammetto. « Mi dà tanto l’idea di bambolina bionda e stupida. »

« Non sembri niente del genere » Afferma con un sorriso. « Kimberly è un bel nome, lo sai che deriva dal nome di una città sudafricana? »

« Sapevo da un Lord… » Dico pensierosa e lui sorride.

« In effetti sì… » Ammette. « Lord Kimberley, che diede il nome alla città….E così da un cognome è diventato un nome » Finisce di spiegare e mi guarda sorridendo mentre mi apre la porta del bar.

Raggiungiamo il bancone in silenzio e afferrò uno dei tanti manù.

« Ma… » Inizia incerto mentre aggrotto la fronte leggendo i vari nomi delle bevande. « Porti le lenti? » Mi chiede ed io mi volto sorridendo.

« No… » Scuoto la testa e aggiungo. « Porto gli occhiali solo quando sto al computer e quando leggo, per non affaticarli troppo… » Affermo mentre lui annuisce. « Ieri, quando sei venuto in bottega, stavo lavorando al sito del negozio. » Mi porto un dito alla bocca e sorrido. « Regalo per i miei, non lo dire a nessuno » Parlo senza pensare al fatto che lui non vedrà più i miei.

« Promesso » Dice sollevando una mano e portandosi l’altra al cuore. « Però dopo Natale voglio vederlo. » Annuisco pensierosa e decido di dedicarmi alla mia possibile ordinazione.

Lui si avvicina ad osservare lo stesso menù che io tengo in mano, trascurando quello che era poggiato sul bancone davanti a lui.

« Io prendo una cioccolata classica, tu? » Mi chiede dopo un po’ continuando ad osservare la lista di possibilità da sopra la mia spalla.

« Temo che dovrò imitarti » Affermo con un sorriso e lui ordina.

Quando veniamo serviti insiste per pagare, ma mi oppongo con tutte le mie forze e con movimento veloce deposito una banconota pagando per entrambi.

Lui aspetta l’uscita dal locale per iniziare a lamentarsi.

« Ti ho invitata io, dovevo pagare io! » Dice mentre rido e mi godo il calore che proviene dal mio bicchiere. « Non c’è niente da ridere, Kimberly »

Gli rivolgo un’ occhiataccia da dietro il mio bicchierone e lui fa un mezzo sorriso iniziando a bere la sua cioccolata.

Lo continuo a guardare di sottecchi mentre abbassa il bicchiere e si porta via un po’ di panna dal labbro superiore con la lingua.

Muoio.

Non può fare così! È illegale!

« Tu non bevi? » Mi chiede osservandomi e mi porto automaticamente il bicchiere alla bocca.

Il liquido caldo scende giù riscaldandomi e mi godo la piacevole sensazione che mi regala. Io detesto il freddo, cioè non è che lo detesti è che non riesco a gestirlo, inizio subito a tremare e poi dopo per riscaldarmi ci vuole un sacco di tempo.

« Insomma, che fai nella vita? » Mi chiede sorseggiando la sua bevanda ed io mi rigiro il bicchiere fra le mani.

« Come hai forse intuito, ieri » Inizio e lui sorride da dietro il bicchiere. « Lavoro nel negozio di famiglia, ogni tanto faccio la baby-sitter per le clienti. » Affermo con un sorriso. « E tu? »

Lui aggrotta la fronte perplesso.

« Credevo lo sapessi già… » Ammette.

« Forse » Dico prima di tornare a bere, creando un po’ di suspense. « Ma preferisco sapere da te » Aggiungo e lui sorride.

« Io faccio il lavoro dei miei sogni. » Dice scrollando le spalle. « Mi lascia pochi attimi di respiro e quasi nessuno spazio di privacy ed intimità, ma penso ancora che ne valga la pena. »

Annuisco alla sua affermazione e lui riprende a parlare.

« Ma non parliamo di me… » Fa una pausa e poi sorride grattandosi la nuca. « Non sono poi così interessante. »

Scuoto la testa divertita.

« Ma come fai? » Gli domando e lui aggrotta la fronte. « Come fai a dire che la tua vita non è interessante » Mi spiego e continuo. « Vivi nel mondo dello spettacolo! Puoi rendere reali i sogni della gente! »

« Beh, anche tu…» Stavolta sono io ad aggrottare la fronte senza capire. « I vostri vestiti sono da cerimonia, principalmente, o sbaglio? » Annuisco e lui prosegue. « Solitamente quindi sono abiti che usi in occasioni importanti…Come un matrimonio per esempio… » Annuisco di nuovo, curiosa di dove vuole andare a parare. « Ed il matrimonio cos’è se non il coronamento di un sogno d’amore? »

Mi domanda ed io sorrido divertita.

« Sei romantico » Affermo. « Ecco una cosa che non sapevo di te »

« Ed è una cosa buona spero… » Dice sorridendo e facendo cozzare la mia spalla con la sua.

« Direi di sì » Affermo pensierosa e torno a bere la mia cioccolata.

Rimango più del dovuto con le labbra immerse nel liquido, sorseggiando e riflettendo su quello che ha detto e sulla sua spalla che camminando a volte sfrega contro la mia. Riemergo dal bicchiere e stavolta sono io a pulirmi con la lingua sotto il suo sguardo, con il risultato che sono di nuovo io quella a disagio.

« Ti è rimasta un po’ di cioccolata… » Dice in un sussurro muovendo la mano intorno alla sua bocca per indicarmi il punto.

In una situazione del genere una ragazza normale prenderebbe un fazzoletto dal pacchetto che ha nella borsa e si pulirebbe. Io, invece, inizio a muovere la lingua sopra il mio labbro superiore cercando di capire dove sono macchiata, causando le risate del ragazzo di fronte a me.

E se c’è una cosa che adoro di Tom è proprio la sua risata. Potrei sciogliermi, se non facesse così freddo, potrei sul serio.

« Aspetta… » Dice sghignazzando ancora e muovendo una mano verso di me.

Oddio! Che vuoi fare?

Deglutisco a fatica quando appoggia il pollice sulla superficie di pelle leggermente sopra il lato destro della mia bocca.

« Ecco fatto » Dice sorridendo ma non muovendosi di un millimetro, causando il rapido accelerare del mio cuore.

« Grazie » Affermo con un filo di voce incontrando i suoi occhi di ghiaccio.

Non resisto.

E’ troppo vicino e troppo…Tom, per resistere.

Chiudo gli occhi e annullo la distanza, già minima fra di noi e poso le labbra sulle sue.

 

§§§§

 

« AUGURI!!!! » Sobbalzo e apro gli occhi fissando il soffitto sopra la mia testa.

Richiudo gli occhi cercando di riafferrare il sogno. Sbuffo quando la piccola peste che mi ha svegliato inizia a saltare sul letto.

« SVEGLIA ZIO!!!È NATALEEEEE! »

« India… » Dico con la voce ancora impastata dal sonno. « Fermati » Cerco di interrompere i suoi salti afferrandola per la vita, ma lei sguscia dalla mia presa e scende dal letto.

La tregua.

Sospiro tornando a sdraiarmi con la testa sul cuscino. Chiudo gli occhi per riaddormentarmi, invano.

« PAPÀ!!!! » Oddio è ancora in camera! Apro un occhio e osservo India.

È in piedi infondo al letto, le mani sui fianchi. Indossa un vestitino rosso adorabile, le sorrido quando mi guarda accigliata da dietro la frangetta bionda.

« Che c’è piccola? » La voce di Chris arriva da fuori dalla stanza.

« Niente, niente Chris » Dico alzando la voce mentre batto con la mano sopra la superficie del materasso.

Lei non aspettava altro: monta sul letto contenta, accucciandosi sul mio petto.

« Ciao piccoletta » Le dico posandole le labbra sulla fronte.

« Ciaaaao » Dice ridendo, poi si volta verso di me. « Andiamo ad aprire i regali, zio? »

« Sei sicura che ci siano anche per te? » Le chiedo cercando di rimanere serio sotto al suo sguardo allarmato. « Non so se sei stata buona… »

« Io sono stata super buona » Dice convinta e riesce a strapparmi un sorriso.

« Non si sveglia lo zio quando dorme… » Dico convinto.

Soprattutto quando fa sogni del genere, aggiungo mentalmente.

« Papà ha detto che potevo » Afferma lamentandosi.

« L’ha detto papà? » Dico sollevando un sopracciglio e lei annuisce. « Andiamo da papà, che ha queste gentili premure nei miei confronti… »

India aggrotta la fronte.

« Che sono le premure? » Mi chiede poco convinta.

Sorrido e scendo dal letto, imitato dalla piccola. Esco dalla camera in pigiama, spiegando alla piccola cosa sono le premure e raggiungo la cucina al piano di sotto.

« Buon Natale! » Elsa mi accoglie sorridente mentre deposita una macedonia di frutta sul tavolo.

L’abbraccio mentre le faccio i miei auguri. Chris entra in cucina nell’istante in cui sciogliamo l’abbraccio e rubo una fragola dalla composizione di frutta che ha creato sua moglie, portandomela alla bocca.

« Dormiglione! » Mi ammonisce ed io mi limito a sorridergli. « Risenti ancora del jet lag? »

Annuisco rubando un altro pezzo di frutta ed Elsa mi colpisce la mano.

« Smettila di spilluzzicare » Dice con tono accusatorio facendo ridere India.

« Cosa ridi, birbante! » Le dico prendendola in braccio e facendole il solletico, poi sposto lo sguardo su Chris. « Dov’è? »

Lui solleva il volto ed arriccia le labbra con fare pensieroso. Scuoto la testa al suo atteggiamento e guardo Elsa che però sembra caduta in una specie di catalessi.

Osservo la piccola che ho fra le braccia e lei indica la porta finestra che dà sul giardino. Decido di portarla fuori con me prima che i suoi genitori inizino a lasciarsi andare in smancerie, come al solito, ed esco nel giardino.

Una leggera brezza mi colpisce il volto insieme ai raggi di sole ed India mi chiede di farla scendere. La osservo mentre corre verso la spiaggia privata adiacente alla sua casa.

Mi fa uno strano effetto festeggiare il Natale in estate. Non so come Chris sia potuto crescere qui. Ammetto che il caldo è piacevole, ma continuo ad avere la sensazione che ci sia qualcosa che non quadra.

Seguo India fino alla riva dove la richiamo per evitare che si bagni il vestito. Elsa mi ammazzerebbe.

« Tu sei abituato a venire in spiaggia in pigiama? » Mi volto a guardare la ragazza che mi ha parlato e mi studia con un sopracciglio alzato.

« Sono venuto a cercarti » Le dico sorridendo e lei incrocia le braccia al petto.

Indossa un costume da bagno, altra cosa assurda dato che è il 25 Dicembre, ma la cosa non mi dà fastidio, anzi.

Mi avvicino e la cingo per i fianchi.

« Buon Natale » Dico contro le sue labbra prima di catturarle con le mie.

«Buon Natale » Ripete mentre sorride. « Dormito bene? » Mi chiede prendendo posto fra le mie braccia, come è abituata a fare. Annuisco e sorrido.

« Ho sognato il Natale di tre anni fa » Affermo con un sorriso e lei mi imita.

« Capita anche a me in questo periodo… » Constata guardandomi per un attimo.

« Noto con piacere che stai già indossando il mio regalo. » Le dico rubandole un sorriso imbarazzato.

« Non ho potuto farne a meno anche se... » Dice aggrottando la fronte. « Ho paura di perderlo » Afferma tirando fuori la lingua in un sorriso sbarazzino. « Ti immagini se lo smarrissi qui in spiaggia? »

Dice allarmandosi ed io le bacio la fronte mentre intreccio la mia mano destra alla sua sinistra e la tiro su, osservando per un attimo il mio regalo che brilla al suo dito.

« Lo ricomprerei, che domande » Dico sicuro di me, annuendo.

« Non te lo permetterei mai » Afferma seria ed io sollevo un sopracciglio, lei mi precede. « Piuttosto setaccerei tutta la spiaggia per ritrovarlo » Scuoto la testa e le porto una ciocca bionda dietro l’orecchio. « Mi farei aiutare da Chris » Dice divertita.

« Faresti fare tutto il lavoro a lui, quindi » Lei annuisce alla mia affermazione.

« Mi chiedo come faccia a dire che qui in Australia c’è un’atmosfera più natalizia… » Afferma arricciando il naso e guardando l’oceano e poi India che gioca con una serie di formine sulla spiaggia. « Quasi quasi mi manca il freddo di Londra »

Asserisce sgranando gli occhi e sorrido a quell’affermazione sapendo quanto lo odi, poso le mie labbra sulla sua spalla scoperta.

« Fra quattro giorni, quando torneremo a casa…» Dico contro la sua spalla. « Non potrai lamentarti, dopo questa affermazione »

« Nemmeno come scusa per farmi riscaldare? » Mi chiede maliziosa mordendo leggermente il mio labbro inferiore.

« Si mangia! » Chris anticipa la mia risposta mentre ci raggiunge con Elsa e le composizioni di frutta che hanno preparato, mi scuso e vado a mettere una maglietta ed il costume, per poi tornare in spiaggia per il pranzo.

« India, vieni a mangiare » Kim la chiama a tavola e la piccola le ubbidisce prendendo posto accanto a suo padre.

« Ah, Tom…» Chris attira la mia attenzione mentre io sto baciando la mano di Kim. « Prima di mangiare volevo darti un regalo » Afferma con un sorriso smagliante mentre aggrotto la fronte.

« Ma, mi hai già fatto un regalo » Affermo interdetto mentre lo osservo lanciare un’occhiata complice a Kim.

« Ma questo è speciale » Dice mentre Elsa mi posa un pacchetto fra le mani. « E’ simbolico » Aggiunge con un tono solenne.

Passo uno sguardo incerto ai tre adulti seduti al tavolo con me e poi al pacchetto. Lo apro lentamente e quando finalmente ho tolto tutta la carta lucida che lo avvolgeva… Mi prende un infarto.

«Questo…» Dico guardando il pacchetto, poi Chris allarmato, poi mi volto verso Kim. « Amore…» Dico cercando di risultare tranquillo, ma in realtà sto leggermente andando nel panico. « Sei incinta? »

Kim scoppia a ridere seguita da Chris ed Elsa e anche India, che vedendo ridere tutti ha iniziato a farlo anche lei.

« No, scemo! » Risponde divertita passandomi una mano fra i capelli ed io la osservo senza capire.

« E allora perché mi hai regalato questo aggeggio infernale? » Chiedo a Chris che sta ancora ridendo.

« Perché Kim non è incinta, ma Elsa sì… » Sorride intrecciando le mani a quelle della moglie ed io mi alzo per abbracciarla contento per loro. « E quindi come Baby-sitter ufficiale devi avere in dotazione il praticissimo marsupio » Lo guardo torvo e lui sorride smagliante. « E poi vi siete conosciuti grazie a quello, più o meno… » Aggiunge convinto mentre lo abbraccio. « E adesso siete fidanzati, quindi è anche un augurio… »

« Che possiate usarlo presto… » Elsa finisce la frase per lui quando io torno a sedere accanto a Kim.

Incontro il suo sguardo, è leggermente arrossita e lo ha spostato subito sulle mani. La stringo per le spalle e rubandole un bacio.

« Tu lo sapevi? » Dico curioso quando iniziamo a mangiare.

« Stamani sono entrata nel salone mentre facevano il pacchetto » Risponde portandosi alla bocca la forchetta. « Mi hanno pregata di non dirtelo, per vedere la tua faccia »

« Che carini » Dico ironico mentre inizio a mangiare a mia volta.

Il pranzo scorre tranquillamente e anche quello è decisamente poco natalizio, anche se molto piacevole.

Il sole riscalda la mia pelle e sta già iniziando a donarle quel colore tipico dell’abbronzatura, Chris si è addormentato sdraiato sulla spiaggia, mentre Elsa sta giocando con India. Poso il copione che sto studiando per dedicarmi con attenzione alla ragazza che cammina sul bagnasciuga. I capelli biondi sono sciolti e le ricadono sotto le spalle, il mio sguardo segue il suo profilo longilineo ed elegante percorrendone tutte le forme che conosco già alla perfezione. Non è passato momento da quando l’ho conosciuta in cui non ho ringraziato la gomma bucata della macchina di Chris o gli impegni che mi hanno impedito di prendere il regalo di Emma qualche giorno prima.

Mi alzo per raggiungerla e prima di poterla abbracciare lei si volta sorridendomi.

Le tolgo gli occhiali da sole, per fissarla in quegli occhi che mi hanno sempre tolto il fiato.

« Ti amo » Lo dice lei. È sempre un passo avanti a me, scuoto la testa divertito e la bacio.

« Ti amo anche io… » Le dico ancora contro le sue labbra.

« Futura signora Hiddleston. » Aggiungo prima di baciarla di nuovo.

Lei sorride e arrossisce leggermente prima di puntare i suoi occhi nei miei.

« Mi piace » Dice mentre le cingo un fianco con una mano ed iniziamo a camminare. « Potrei farci l’abitudine. »

« Devi farcela » Le sussurro in un orecchio nello stesso istante in cui lei intreccia le dita della sua mano sinistra con le mie posate sul suo addome. « Perché io non ti lascio andare. »

 

∽ Salve! ∽

Ed eccoci qua, siete giunti alla fine (bravi i miei complimenti!)

Qualche piccola notizia sulla storia.

Il titolo, come la presentazione della storia, sono tratti dalla canzone di Michael Bublé: Cold December Night.

Oxford Street a Londra, quest’anno è davvero addobbata con delle stelle dorate, guardate che bellezza: http://blog.thistle.com/wp-content/uploads/2012/11/oxf-st.jpg

In Australia il Natale cade in piena estate e lo festeggiano in spiaggia mangiando frutta, grazie ai siti che ho consultato per queste curiosità.

Per il resto ovviamente è tutto frutto della mia fervida immaginazione dato che non ho ancora incontrato né Tom, né Chris e la sua bella famiglia, ma è ovvio che gli auguro tutta la felicità che ho provato a regalargli in questa ff e molta di più. Felicità che auguro anche a colei che mi ha sopportato nelle mie crisi da ansia da prestazione come sempre. Un abbraccio stra forte a te!!! Tanto lo so che stai leggendo, amour!

Ovviamente la auguro a voi che avete avuto il coraggio di leggere fin quaggiù.

Se volete farmi sapere la vostra opinione ne sarò felicissima.

Intanto vi auguro buon Natale!

Avete vinto i link alle altre storie natalizie del nostro gruppone!!! Tranquilli sono molto meglio di questa ;)

LaNonnina- Once upon a time…on Christmas Eve:

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1465872&i=1

francescamacciocca- One Night By Chance:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1468553

 

 

Aine Walsh- All the stars are coming out tonight:

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1470316

Ireth_Mezzelfa- The sound of snow:

http://efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1472778&i=1

  
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