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Autore: evenstar    19/12/2012    4 recensioni
Tutti gli anni a Natale compariva un qualche party, evento, cena, inaugurazione a cui il miliardario Tony Stark era invitato e a cui, ovviamente, trascinava anche la sua assistente personale. A lei sarebbe piaciuto riuscire a passare un Natale più tranquillo, magari comodamente sdraiata sul suo divano con un libro e un buon thè ma, alla fine, non riusciva mai a dirgli di no.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tony Stark, Virginia 'Pepper' Potts
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una delle mie prime FF sulla coppia. Una delle mie prime FF da anni. Sono entrata in paranoia per Pepper e Tony dopo Avengers, mi sono messa a pensare e ne sono venute fuori un pò di storie. Non volevo neanche pubblicarle ma poi tant'è, la storia esiste se qualcuno la legge. E quindi eccovela. Niente di particolare, è solo una storiella di Natale venuta in mente vedendo Love Actually. 
Come direbbe Tony: Enjoy the moment.



- Tony! – gridò Pepper sporgendosi dalle scale. – Se non si sbriga finiremo per arrivare per la festa dell’anno prossimo!
Pepper sbirciò verso le scale sperando di veder emergere il suo capo, possibilmente già pronto per uscire. Sebbene fosse Natale la temperatura a Malibù era alta, il cielo sereno e loro, come al solito, in estremo ritardo. Lei ovviamente era pronta da almeno un’ora ma Tony si era perso nel suo laboratorio tre ore prima e non ne era più emerso, nonostante i continui solleciti della sua assistente.
- Arrivo, arrivo, devo solo finire… - un botto proveniente dal piano di sotto interruppe a metà la risposta. – Questo! Ok, sto salendo – concluse Tony salendo gli scalini a due a due e fermandosi davanti ad una seccatissima Pepper Potts. – Che c’è? – chiese.
- Che c’è? – rispose lei sollevando un sopracciglio. – C’è che sono le dieci e avremmo dovuto essere già lì!
- Beh, ma abbiamo tempo fino a mezzanotte, no? – rispose candidamente Tony prendendo la giacca.
- Oh si, peccato che il party si tenga a un’ora di auto da qui! – rispose lei imbronciata. Era normale arrivare tardi se si viaggiava con Tony Stark, ma arrivare ad un party di Natale dopo Natale, beh quello sarebbe stato eccessivo persino per lui.
- Coraggio, signorina Potts. Arriveremo in un momento. Guido io.
- Preferirei andare con Happy e aumentare le nostre possibilità di arrivare interi, se per lei fa lo stesso.
- Non mi dica che non si fida di me! – le rispose con innocenza. - Non ho mai avuto un incidente.
Pepper lo fissò dubbiosa.
- Mai uno che dipendesse da me! – si difese Tony.
- D’accordo, d’accordo. Ha vinto lei, come sempre. Andiamo.
- Sto aspettando lei – rispose Tony che nel frattempo aveva aperto la porta e adesso vi sostava davanti con aria ansiosa, aspettandola..
Pepper sospirò e si diresse alla macchina sportiva parcheggiata davanti all’ingresso della casa, l’ultima cosa che voleva era finire in un fosso per la guida sportiva del suo capo. Scosse la testa e si chiese per l’ennesima volta perché, sebbene si ripromettesse il contrario tutti gli anni, alla fine si trovava sempre nella stessa situazione. Tutti gli anni a Natale compariva un qualche party, evento, cena, inaugurazione a cui il miliardario Tony Stark era invitato e a cui, ovviamente, trascinava anche la sua assistente personale. A lei sarebbe piaciuto riuscire a passare un Natale più tranquillo, magari comodamente sdraiata sul suo divano con un libro e un buon thè ma, alla fine, non riusciva mai a dirgli di no. Diciamo la verità, Pepper non riusciva mai a dirgli di no, anche quando ci provava, anche quando era strenuamente convinta nel non fare qualcosa che Tony voleva, bastava che la guardasse con il suo sguardo da “lei è l’unica che lo può fare” che lei si scioglieva e tutte le sue belle intenzioni crollavano miseramente.  
E così eccola di nuovo lì per un altro anno ancora, intrappolata in un’asettica cena di Natale che di natalizio non aveva proprio nulla. Doveva ammettere però che, sebbene non le piacesse trovarsi al centro dell’attenzione, presenziare ad eventi mondani le piaceva e le piaceva ancora di più se Tony Stark era nei paraggi. Almeno fino al momento di tornare a casa.  
Si dice che la maggior parte delle crisi depressive inizi durante le feste di Natale, Pepper non stentava a crederlo. Era una persona soddisfatta della sua vita: aveva una bella casa, un più che buono stipendio e un lavoro che letteralmente adorava ma, sebbene contenta per 364 giorni l’anno, in quell’unica serata, per le 8 ore che andavano dalla mezzanotte al mattino successivo, le sarebbe piaciuto staccare la spina e poter smettere di pensare. Nella notte dedicata alla famiglia, nella notte in cui tutti erano più buoni e i torti dell’anno venivano perdonati, nella notte in cui i bambini si rintanavano sotto le coperte per aspettare Babbo Natale, anche lei si rintanava sotto le coperte ad aspettare. Aspettava che quella notte magica passasse e che ritornassero le solite notti, quelle che servivano solo per dormire.
Tutti gli anni, o almeno per una buona parte degli ultimi, gli eventi la portavano sempre nella stessa identica situazione: lei e Tony partivano, in ritardo, per un qualche evento, cenavano, ballavano e passavano una bella serata; poi Tony spariva. E quello era abbastanza classico ma quando Pepper veniva riaccompagnata a casa da Happy, al contrario di quello che succedeva per tutte le altre notti dell’anno, si metteva a letto tirandosi le coperte sopra la testa e rimaneva in attesa del mattino, pensando.
E pensava.
Pensava.
Quello era il vero problema. Lei non si fermava mai a pensare, “non fare domande di cui non vuoi avere una risposta” si ripeteva sempre. E in genere funzionava. Ma non la notte della Vigilia. Dov’era lui? Con chi era? Era felice?
Finchè erano ragazze da una notte, conquiste dovute all’alcol che al mattino venivano gentilmente accompagnate alla porta molto spesso, e con sua immensa soddisfazione, da lei stessa, andava bene. Loro andavano e venivano, lei c’era sempre. C’era per le cose importanti, c’era per le cose da poco, per il caffè come per le riunioni del consiglio di amministrazione, c’era quando lui tornava a casa da eroe e quando da ubriaco, quando era contento e le volte, molto più numerose, in cui non lo era. C’era per le litigate e per le risate, per i viaggi improvvisi per i rientri a casa.
Lei c’era. Loro no.
Ma un giorno ci sarebbe stata qualcuna che avrebbe preso il suo posto e allora…
- Tutto bene, Pep?
Pepper sussultò, talmente immersa nei suoi pensieri da non rendersi conto che era passata mezz’ora e che erano infine arrivati.
- Sì. Sì, tutto bene. Stavo solo pensando.
- Non a cose allegre, mi pare. Ha una faccia! – disse lui preoccupato. – C’è qualcosa che non va?
- No, va tutto bene, non si preoccupi. E’ solo che… è Natale – rispose come se quello bastasse a  spiegare tutto.
- Sì, è Natale – rispose Tony, diventando a sua volta pensieroso. – Pepper…
- Mi dica.
- Perché non va mai a casa per le feste? – le chiese fissandola dritta negli occhi.
- Perché…- iniziò a rispondere lei, anche se non sapeva come avrebbe concluso la frase. Perché? Perché non riusciva mai a dirgli di no? Lei sapeva perfettamente perché ma non glielo avrebbe mai confessato. Si rese conto che era tutto troppo complicato e che probabilmente la sua era solo una domanda retorica. – Perché io sono a casa – concluse quindi con un pallido sorriso. – Andiamo adesso, o faremo davvero tardi! – disse scendendo dalla macchina e avviandosi senza aspettare risposta.
Tony rimase a guardarla per qualche momento, confuso, e poi si decise a seguirla dentro.
 
Erano le 2 del mattino. Pepper era sdraiata sul divano di casa Stark, Happy l’aveva accompagnata, le aveva chiesto se aveva bisogno di qualcosa e poi era ripartito La sua idea era quella di nascondersi sotto le coperte ad aspettare che Babbo Natale venisse e se ne andasse, ma poi aveva acceso la televisione, scoperto che davano Love Actually e quindi si era messa a guardarlo sdraiata sul divano con una coperta addosso.
Per andare a dormire c’era sempre tempo la notte era ancora dannatamente giovane.
Si era appena appisolata quando sentì la serratura scattare e la porta aprirsi. Si alzò rapidamente a sedere sentendosi improvvisamente in colpa.
- Oddio, Tony. Che … che cosa ci fa qui? – chiese cercando di darsi una sistemata.
- Beh, credo che sia casa mia, insomma non credo di essere così ubriaco da non riuscire a tornare a casa. Anzi non lo sono di sicuro non ho bevuto praticamente niente questa sera – rispose lui, tutto allegro.
- No,  non intendevo quello… - cercò di rimediare Pepper.
- Potrei farle io la stessa domanda, tra l’altro. Che ci fa sul mio divano? – fingendosi sorpreso di trovarla lì.
- Ecco io… - rispose lei diventando improvvisamente rossa.
- Scherzavo, Pep – rise lui. - Resti comoda – riprese quando vide che lei s stava alzando.  – Le va un thè? – chiese dirigendosi verso la cucina.
- Oh… si, grazie – rispose Pepper, confusa da tutta quella situazione. – Come mai è già a casa?
- Quello che mi vuole chiedere, io credo, è come mai sono a casa da solo – disse Tony prendendo una tazza e mettendoci dentro una bustina di thè. Prese poi un bicchiere per sè e se lo riempì di liquore.
- Anche – rispose lei, decidendo che era troppo tardi per mettersi a fare giochetti di arguzia.
- Beh come mi ha ricordato solo qualche ora fa, è Natale. L’ho cercata prima di venire via ma mi hanno detto che se n’era andata da poco, l’avrei portata io a casa se mi avesse avvertito.
- Non lo ha mai fatto in tutti questi anni.
- Touchè – rise lui porgendole la tazza bollente e sedendosi sul divano accanto a lei. Istintivamente Pepper si spostò di lato allontanandosi da lui. – Che cosa sta guardando? – le chiese.
 - Love actually.
- Mai sentito.
Pepper rise, sentendo parte della sua tensione sciogliersi. – Non credo che lei sia proprio il target di questo film.
- Che sarebbe?
- Tante storie, tanti sentimenti e tanto Natale.
Tony fece una smorfia e un sospirò. – D’accordo, avrei preferito qualcosa di meno… - sventolò una mano nell’aria, come a comprendere l’atmosfera Natalizia che lo circondava. – Ma che diavolo, ci posso stare – disse mettendosi comodo.
- A fare cosa, scusi?
- A farmi una cultura su storie, sentimenti e … sul Natale.
- Non vorrà vederlo?
- No, credo che mi addormenterò tra meno di 10 minuti, ma ci posso provare. A meno che lei non volesse stare sola, nel qual caso me ne posso sempre andare – disse guardandola.
- Veramente… - iniziò Pepper.
- Anzi, credo di no. In fondo non mi va di stare solo proprio la notte di Natale.
Pepper era senza parole. – E’ sicuro di non aver bevuto? – chiese alla fine scrutandolo attentamente.
Tony fece una smorfia. – Sono sicuro di non essere ubriaco, se è quello che intende.
- E’ quello.
- Sono sobrio – confermò.
- E da sobrio ha deciso di tornare a casa presto e sedersi con me a vedere Love Actually, invece che… fare quello che normalmente ha sempre fatto a Natale? – chiese giusto per essere sicura di aver capito la stuazione, che stava diventando sempre più paradossale.
- Esatto.
Pepper annuì. – Perché?
Tony sospirò sorridendole. – Uhm… - iniziò a rispondere, ma lei lo fermò alzando una mano.
- Lasci stare. Non credo di… insomma è Natale. Resti pure se le fa piacere. Tanto non credo che supererà i 5 minuti di film prima di schizzare nel suo laboratorio a montare qualche cosa – rispose Pepper, sorridendogli.
- Potrei stupirla ancora, questa notte – le disse Tony, mettendosi comodo.
Pepper si accoccolò dalla parte opposta del divano e si rimise la coperta addosso lanciandogli ogni tanto uno sguardo sorpreso. Era decisamente stupita, su questo non c’era dubbio alcuno. Aveva pensato di passare la solita vigilia di Natale e invece si trovava con l’unica persona con la quale mai avrebbe sperato di essere, e l’unica con la quale avrebbe effettivamente voluto essere. Decise che, se anche fosse finito tutto la mattina successiva, quando verosimilmente Tony sarebbe tornato il solito… Tony,  poteva sempre godersi quel momento. In fondo quella era la serata dedicata ai sogni e quello era decisamente il regalo migliore che Babbo Natale le avesse portato negli ultimi anni.
 
Ovviamente alla fine lei si era addormentata ben prima di lui.
Tony guardò Pepper profondamente addormentata dall’altra parte del divano, sprofondata sotto la coperta e con un’espressione serena sul volto, come se lo stress che le aveva visto accumulare  in quel periodo si fosse sciolto, anche se non aveva idea se fosse merito suo o del film. Le immagini continuavano a scorrere sullo schermo e, sebbene fosse stato sveglio fino a quel momento, Tony non avrebbe saputo raccontare nulla della trama. Aveva fissato la televisione con la mente da un’altra parte, principalmente diretta alla ragazza addormentata dall’altra parte del divano. L’aveva osservata tutta la sera o, per meglio dire, erano settimane che la stava osservando per cercare di capire cosa le passasse nella testa. In genere era piuttosto bravo a capire le donne ma con lei non c’era verso, captava sempre segnali contrastanti. Da tempo aveva capito che lei era indispensabile per lui, e non solo per il lavoro, non riusciva più a pensare alla sua vita senza Pepper Potts al suo fianco. Era sicuro che anche lei provasse qualcosa per lui, ma cosa di preciso ancora non lo aveva afferrato; non aveva dubbi che Pepper tenesse a lui, ma tutte le volte che aveva provato a fare un passo in più verso di lei, si era scontrato contro un muro di gomma che lo aveva ricacciato indietro.
E poi lo strano comportamento di quella sera, l’espressione di rassegnazione che le aveva visto negli occhi sebbene sommersa da una facciata di finta allegria natalizia. E quella frase che continuava a rimbalzagli nella mente. “Sono a casa”.
Ripensò agli altri ultimi Natali che aveva trascorso tra feste, alcol e donne. Sempre in cerca di qualcosa che non aveva mai trovato, fino a quell’anno. Non aveva programmato nulla, pensava che la serata si sarebbe svolta come tutte le altre ma ad un certo punto si era guardato intorno alla ricerca di Pepper e non l’aveva più vista. Aveva pensato di avvicinarsi al bar per prendere qualcosa da bere ma le sue gambe lo avevano portato nella terrazza e lì la mancanza della ragazza si era fatta ancora più acuta. C’era qualcosa di sbagliato, qualcosa che non era al suo posto. Come un puzzle a cui mancasse quell’unica tessera per essere completo.
Così, prima ancora di rendersene conto, si era trovato alla guida dell’Audi diretto verso casa, sicuro che lei sarebbe stata lì e che lì era il posto dove anche lui avrebbe dovuto essere.
Fu riscosso dai suoi pensieri da un attacco di batteria e voltò lo sguardo verso la televisione, una band di ragazzini stava attaccando “All I want for Christmas” e Tony si ritrovò ad ascoltare le parole della canzone: “Non voglio molto per Natale, c’è solo una cosa di cui ho bisogno, non mi importa dei regali sotto l’albero di Natale, voglio solo te, tutto per me”.
E alla fine capì.
 
La tenue luce bianca che entrava dalla finestra faceva pensare che fosse appena l’alba. Tony si riscosse e cercò di muoversi, scoprendo che aveva tutti i muscoli indolenziti per la posizione scomoda. Girando la testa vide una massa di capelli rossi appoggiati alla sua spalla, mise a fuoco meglio e si rese conto che Pepper nella notte si era spostata finendogli contro, e adesso era coricata accanto a lui, ancora profondamente addormentata. Muovendosi il meno possibile per evitare che si svegliasse risistemò la coperta che le era scivolata via e rimase qualche momento a guardarla dormire tranquilla. Infine si mise comodo, passandole un braccio attorno alle spalle e stringendola a sé; al risveglio probabilmente lei avrebbe protestato, sarebbe diventata rossa e sarebbe scappata da qualche parte, ma per il momento era lì, con lui.
Ed era Natale.
  
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