Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Notteinfinita    19/12/2012    6 recensioni
Uno stupido scherzo e delle conseguenze impreviste potrebbero gettare una nuova luce su alcuni studenti di Hogwarts.
******
Dal primo capitolo:
«Ragazzi, se fate come vi dico, ci sarà da divertirsi!» esclamò Draco all'indirizzo di Tiger e Goyle che gli risposero con il loro solito sorriso ebete. Quindi, fatto loro cenno di avvicinarsi, iniziò a bisbigliargli qualcosa all'orecchio.
[…]
Mentre lo sguardo di tutti si fissava sul cielo, un urlo squarciò il silenzio della notte.
«I miei occhi!» gridò qualcuno ma la scarsa illuminazione impediva di vedere chi fosse.
Tentando di mantenere la calma, la professoressa Sinistra intimò a tutti di rimanere fermi e di tenere gli occhi bassi, accese le fiaccole con un colpo di bacchetta e si avvicinò verso il punto dal quale era partito l'urlo.
A terra, privo di sensi, giaceva...
Chi sarà rimasto vittima dello scherzo? Bé, per scoprirlo non vi resta che leggere.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 


 


NDA:Eccoci all'ultimo capitolo!

Spero solo non vi deluda.

Buona lettura! ^___^

 

 

Capitolo 4. Il sole nell'anima

 

Quando giunse la mattina, gli occhi di Hermione si spalancarono prima del solito. Dopo essersi preparata, corse in camera di Ginny, aveva proprio bisogno di parlarle di quello che era successo la notte precedente.

La notizia della guarigione di Ron, però, si era già sparsa e così Hermione non la trovò nel dormitorio.

Scesa in Sala Comune, la trovò che attendeva nervosamente l'arrivo del fratello.

«Hermione, hai sentito, Ron è tornato in sé!» urlò buttandole le braccia al collo.

«Lo so, io c'ero.» rispose la riccia abbracciandola a sua volta.

A quelle parole la piccola Weasley si sciolse dall'abbraccio per guardarla negli occhi.

«Tu c'eri?» chiese stupita.

«Si ed avrei tante cose da raccontarti ma adesso non è il momento» disse guardando i tanti studenti presenti. «Ci vediamo prima di pranzo nell'aula inutilizzata al secondo piano, ok?»

«E va bene!» acconsentì, anche se moriva dalla curiosità.

Proprio in quel momento il soggetto dei loro discorsi scese le scale attorniato dai compagni che non la smettevano di festeggiare il suo ritorno.

Per un attimo lo sguardo di Hermione e quello di Ron si incontrarono; nei loro occhi mille domande e parole inespresse. Un istantaneo rossore li colse portandoli a interrompere il contatto visivo. Poi non ci fu più tempo per altro e la marea umana degli studenti li travolse conducendoli in Sala Grande.

L'ingresso di Ron catalizzò l'attenzione di tutti facendolo arrossire fino all'inverosimile. Quando finalmente giunse al suo tavolo non poté che tirare un sospiro di sollievo.

«Che bello, sei diventato la nuova star! È proprio bello passare inosservati una volta tanto.» esclamò Harry dandogli una pacca sulla spalla e ridacchiando.

Ron si limitò a linciarlo con lo sguardo pur non riuscendo a trattenere un sorriso divertito alla faccia studiatamente rilassata dell'amico.

«Purtroppo non ho ancora smesso di attirare l'attenzione!» esclamò sconsolato poco dopo.

«Che intendi?» chiese Harry, incuriosito mentre anche Ginny e Hermione si voltavano a guardarlo.

«Durante la notte ho ricordato tutto quello che ho fatto, o almeno mi auguro che non ci sia altro! Quindi è giusto che chieda scusa per l'accaduto.» spiegò.

«Ron non eri in te! Non eri davvero tu!» protestò Ginny.

«Ma era comunque il mio corpo ad agire e devo ammettere che non posso fare a meno di chiedermi se, in fondo, quella parte malvagia non sia in realtà nascosta in me da sempre.» obiettò.

«Non dire stupidaggini! Non eri tu, eri sotto l'effetto dei Meteoriti! Tu sei buono!» ribatté Hermione con veemenza alzandosi e sporgendosi sul tavolo per avvicinarsi all'amico.

Accortasi della sua eclatante reazione, Hermione tornò a sedersi fissando lo sguardo a terra.

«Ok, vado!» disse Ron facendo seguire le parole alle azioni avviandosi verso il tavolo dei professori con lo sguardo fisso davanti a sé nel tentativo di non sentire i bisbigli e di non vedere gli sguardi puntati su di sé.

Appena l'ebbe raggiunto, si avvicinò al Preside e gli bisbigliò qualcosa. Ricevuto un suo cenno d'assenso, si avvicinò al grande leggio mantenendo lo sguardo basso.

«Sonorus!» disse subito il Preside puntandogli la bacchetta addosso.

Ringraziato Silente con un cenno del capo, Ron si schiarì la voce sussultando lievemente nel sentirla così amplificata.

«Come tutti sapete, sono stato vittima dell'effetto dei Meteoriti delle Mutazioni e per questo, nel corso della giornata di ieri, ho compiuto delle azioni di cui mi vergogno profondamente. Adesso che sono tornato in me, volevo chiedere scusa ai professori ed ai compagni a cui, non volendo, ho mancato di rispetto. Mi dispiace!»

Con le orecchie ormai scarlatte, Ron concluse il suo discorso e si avviò al suo posto mentre, su incoraggiamento del Preside, un applauso si levava dalla Sala.

Il ragazzo, ancora più imbarazzato, tornò a sedersi al suo tavolo.

Era stato difficile per lui parlare in pubblico ma, adesso che l'aveva fatto, si sentiva meglio. Ora rimaneva da fare solo la cosa più difficile: Chiarirsi con Hermione.

«È stato un bel gesto!» disse la ragazza in questione regalandogli uno dei suoi più bei sorrisi anche se velato d'imbarazzo.

Ron si limitò a sorriderle di rimando, incapace di proferire verbo mentre nella sua mente vagavano i ricordi del bacio della notte scorsa.

Avrebbe voluto chiedere alla ragazza di vedersi in una pausa tra le lezioni per parlare ma la ressa che c'era in Sala Grande glielo impedì così, ignaro che anche Hermione era preda di mille domande, la salutò per recarsi insieme ad Harry a lezione di Divinazione mentre lei si recava ad Antiche Rune.

 

Le lezioni furono una vera tortura per entrambi, da un lato c'era Ron impaziente e al tempo stesso timoroso di parlare con Hermione e dall'altra c'era la ragazza che avvertiva un disperato bisogno di sfogarsi con la sua amica nella speranza di chiarirsi le idee perché, in fondo al cuore, temeva che il gesto di Ron fosse stato dettato dall'emozione del momento e che quindi adesso tra loro sarebbe tornato tutto come prima ed al solo pensiero sentiva il cuore stringersi in una morsa.

Finita Divinazione Ron si lanciò fuori dall'aula nella speranza di poter beccare Hermione all'uscita dalla sua lezione. Per sua sfortuna, quando giunse davanti l'aula della ragazza erano già usciti tutti. Deciso a non arrendersi, Ron corse verso l'aula di Aritmanzia che sapeva essere la prossima lezione che Hermione doveva seguire ma anche lì la fortuna non fu dalla sua e riuscì appena a vedere un cespuglio di capelli ricci sparire dietro la porta prima che questa gli si chiudesse davanti gli occhi.

Sconsolato, Ron tornò alla Torre di Grifondoro per trascorrervi l'ora buca prima del pranzo.

Appena entrato dal buco del ritratto vide Harry seduto in una delle poltrone e gli si avvicinò.

«Le hai parlato?» chiese subito l'amico.

«Era così chiaro il mio intento?»

«Direi di si, visto come la guardavi a colazione e che appena finita la lezione ti sei volatilizzato!» rispose l'altro con un sorrisino ammiccante.

«Ah! Bé, purtroppo non sono riuscito a parlarle.» rispose il rosso sedendosi con un sospiro.«Forse però è stato un bene, così ho più tempo per chiarirmi le idee. Ti va di parlarne?»

«Certo!»

«Forse però è meglio che saliamo in camera.» suggerì Ron guardandosi attorno. «Tanto per fortuna Neville e Seamus sono in biblioteca studiare.»

 

Arrivati in camera, Harry provvide e sigillare e imperturbare la stanza. Dalla faccia dell'amico aveva capito che ciò che doveva raccontargli andava ben al di là di un semplice giretto notturno per il castello.

«Coraggio, sputa il rospo!» esordì Harry con decisione.

Ron si limitò a guardalo desolato e a gettarsi sul suo letto con le braccia dietro la testa.

«Harry, ieri ho rischiato di fare qualcosa che non sarei riuscito a perdonarmi per tutta la vita.» iniziò Ron con voce tetra.

«Immaginavo fosse qualcosa di grave ma non volevo forzarti a parlare. Comunque hai detto di aver rischiato di fare questa cosa, il che vuol dire che non è successo. Pensa a questo.» rispose Harry incoraggiante.

«Sono un essere abominevole!» esclamò mettendosi a sedere sul letto e tormentandosi i capelli. «Ieri avevo deciso di fare un giro per il castello, non avevo più sonno. Così mi sono incamminato per i corridoi, ad un tratto mi sono accorto che Hermione mi stava seguendo, era disarmata. Ho fatto un incantesimo di disillusione, non so neanche come, e le sono apparso alle spalle. Le ho puntato la bacchetta e l'ho costretta a seguirmi in un'aula. Vorrei poter cancellare quelle immagini dalla mia mente!» disse prendendosi la testa tra le mani.

«Siamo maghi, se volessi potresti farlo.» obiettò Harry.

«No, non voglio dimenticare che razza di mostro posso diventare. Ed ancora non sai il peggio» rispose con voce mesta «Una volta entrati nell'aula ho cercato di...ho cercato di»

Non riuscendo a continuare si alzò dal letto e iniziò a passeggiare nervosamente per poi fermarsi vicino la parete e sferrargli un pugno.

«Le ho strappato la camicia e ho cercato di violentarla!» urlò sferrando un calcio alla parete.

Harry spalancò gli occhi scioccato, incapace di proferire parola.

«Per fortuna sono tornato quasi subito in me e non sono andato oltre ma è stato tremendo rendersi conto di quello che ho cercato di fare.» aggiunse appoggiando la testa al muro come schiacciato dalla sua stessa confessione.

«Ron, non colpevolizzarti così!» esclamò Harry poggiandoli una mano sulla spalla in segno d'incoraggiamento «Non eri responsabile delle tue azioni!»

«Ma come avrei continuato a guardarla in faccia dopo averle fatto una cosa del genere?» chiese, disperato.

«Ma non è successo, quindi basta con questi pensieri.»

«Oh Harry, tu non sai, non capisci. Non pago di quello che avevo già fatto, mi sono approfittato ancora di lei.»

«In che senso?» chiese allarmato l'amico.

«Arrivati in Sala Comune ho notato un livido sulla sua guancia, ho capito che ero stato io a procurarglielo, le ho accarezzato la guancia, lei si è strusciata sulla mia mano, io non ci ho capito più nulla e l'ho baciata.» raccontò.

«L'hai baciata?» urlò Harry con la bocca spalancata per lo stupore.

«Si» ammise Ron arrossendo.

«E poi cosa è successo? Lei cos'ha fatto?» chiese, incuriosito.

«Lei ha risposto al bacio.» ammise, sorridendo lievemente «Poi abbiamo sentito che stavate per arrivare in Sala Comune e lei è corsa in camera sua»

«Cavolo amico, mi dispiace!» esclamò, contrito. «Ma se lei ha risposto al bacio allora in che senso hai approfittato di lei?» chiese, confuso.

«Bé, non vorrei che lei avesse risposto al bacio solo per paura o perché felice che io fossi tornato in me.» ammise mogio.

«Lei non è il tipo da baciare qualcuno per motivi così futili.» obiettò «E comunque c'è un solo modo per saperlo, vai a parlarle!»

Quasi a voler sottolineare le parole del ragazzo, appena ebbe finito di parlare, il suono delle campane si diffuse annunciando l'ora di pranzo.

Sentendolo Ron spalancò gli occhi e fece un grosso respiro nel tentativo di calmare l'agitazione.

«Vado!» annunciò fiondandosi fuori dalla stanza dopo aver sbloccato la porta con un colpo di bacchetta. Hermione sarebbe presto uscita dalla lezione e stavolta lui non voleva lasciarsela scappare.

 

Durante la lezione di Artimanzia Hermione trascorse tutto il tempo guardando l'orologio e pregando che l'ora passasse in fretta, non ce la faceva più, aveva bisogno di sfogarsi.

Era così impegnata a sperare che la lezione finisse presto da non accorgersi minimamente di due occhi plumbei che la fissavano con insistenza.

Per tutta la lezione Draco non era riuscito a toglierle gli occhi di dosso nel tentativo di capire, dai suoi occhi e dai suoi gesti, se stesse bene.

Si malediceva per questo suo assurdo atteggiamento ma non poteva fare a meno di sentire una morsa alla bocca dello stomaco al pensiero che lui era l'artefice di quella brutta avventura vissuta da Hermione.

Appena la campana suonò, annunciando la fine della lezione, Hermione saltò in piedi e tentò di rimettere velocemente in borsa i suoi libri e le pergamene ma l'agitazione rese i suoi movimenti impacciati col risultato che più della metà degli oggetti finì a terra.

Trattenendo gli improperi tra le labbra, Hermione si chinò per raccoglierli. Aveva quasi finito quando avvertì la sensazione di essere osservata. Stranita, alzò gli occhi trovandosi di fronte Draco Malfoy che la scrutava con sguardo indagatore.

Il Serpeverde si sentì uno stupido per essersi fatto sorprendere mentre la osservava, aveva sperato che, essendo convinta di essere rimasta da sola, avrebbe lasciato trapelare il suo stato d'animo. Per alcuni secondi si limitò ad osservarla mentre la ragazza, a sua volta, lo fissava negli occhi.

Hermione istintivamente si chiese cosa volesse Malfoy da lei. Inizialmente temette un suo tiro mancino ma, qualcosa nella tensione del suo corpo, gli rivelò qual'era il motivo della sua presenza lì.

Stupita, la ragazza non poté fare a meno di sorridergli.

«Sto bene Malfoy, grazie!» disse continuando a sorridere.

Draco non poté impedirsi di arrossire leggermente per essere stato smascherato così facilmente nei suoi propositi. Avrebbe voluto rispondere con qualche battuta pungente ma il sorriso sincero e grato della ragazza glielo impedì. Così, mentre lui cercava ancora qualcosa da ribattere, Hermione uscì dall'aula.

Rimasto solo, non poté impedire ad un sorriso sollevato di affiorare sulle sue labbra per pochi secondi prima di tramutarsi nel ben più conosciuto ghigno.

Percorso di corsa il corridoio, Hermione s'intrufolò nell'aula in cui aveva appuntamento con Ginny, ignara che qualcuno aveva visto dove fosse entrata.

Appena si fu chiusa la porta alle spalle, la riccia si avvicinò al davanzale e, poggiatavisi con il viso sulle braccia conserte, si lasciò andare ad un lungo sospiro.

Erano trascorsi appena pochi secondi quando udì la porta riaprirsi.

«Ginny, fortuna che sei arrivata avevo proprio bisogno di parlarti!» esclamò, continuando a rimanere appoggiata alla finestra. «Ricordi che ti ho detto di sapere già che Ron fosse tornato normale? Bé, lo sapevo perché ero con lui quando è successo. L'ho seguito quando è uscito dal dormitorio, lui ha tentato di aggredirmi ma poi è tornato in sé e ci siamo baciati ed ora ho paura che lui lo abbia fatto solo perché si sentiva in colpa per avermi aggredito.» raccontò tutto d'un fiato «Oh, Ginny! Cosa devo fare?» chiese girandosi di colpo.

Quale non fu la sua sorpresa quando si rese conto che ciò che aveva davanti gli occhi non era il viso della sua amica ma il petto del soggetto dei suoi discorsi. Deglutendo a vuoto, Hermione alzò gli occhi per fissare lo sguardo in quello del ragazzo.

Immediatamente le vennero in mente le volte in cui, vedendo i film in tv con la madre, aveva criticato quei protagonisti che davano fiato ai loro pensieri senza curarsi di controllare chi fosse la persona entrata nella stanza. Aveva sempre sostenuto che nessuno dotato di buon senso avrebbe svelato così incautamente i propri pensieri. Ora si rendeva conto che la tensione, a volte, portava a fare cose molto stupide che mai si sarebbero pensate di fare.

Mentre il silenzio si protraeva nell'aula, un piano più giù una ragazza dai capelli rossi correva dentro il castello di ritorno dalla lezione di Erbologia. Aveva appena imboccato le scale quando venne bloccata da un viso conosciuto che le si parò davanti.

«Dove corri di bello?» le chiese Harry sorridendole.

«Ho appuntamento con Hermione.»

«Ho la sensazione che non si dispiacerà se non ti presenterai!» esclamò il ragazzo con un guizzo di furbizia negli occhi.

«Che intendi?» chiese Ginny, incuriosita.

«Lei e Ron ieri si sono baciati e adesso lui è andato a parlarle.»spiegò.

«Dici davvero? Ma è fantastico!» gridò gettandogli le braccia al collo per poi ricomporsi con le guance lievemente imporporate. «Bé, allora tanto vale che noi andiamo a pranzo.» propose sorridendo allegra. In fondo se Hermione e Ron erano riusciti a mettersi insieme allora c'era speranza anche per lei e Harry, pensò, guardando il ragazzo di sottecchi e proseguendo in direzione della Sala Grande.

Nell'aula al secondo piano, intanto, i due Grifondoro continuavano a guardarsi in silenzio.

Facendo appello a tutto il suo coraggio, Ron le se avvicinò.

«Non so cosa ti avrebbe detto mia sorella ma so cosa vorrei dirti io di fare!» esclamò, cercando di alleggerire la tensione.

«Ron, io» cercò di rispondere la ragazza, subito fermata da un gesto della mano di lui.

«Ti prego, lasciami parlare prima che perda il coraggio di farlo» implorò «Io non ti ho baciato per pietà o sensi di colpa, né perché preda della passione del momento o ancora sotto un residuo effetto dei Meteoriti. Ti ho baciato solo perché lo volevo, perché lo desideravo da tanto; forse già da quando combattemmo il troll di montagna al primo anno. Se per te però non è lo stesso ti prego di dirmelo ed io non ne farò più parola accontentandomi di continuare ad esserti amico.» concluse, rosso in volto.

Hermione lo fissò alcuni istanti con le labbra socchiuse per la meraviglia e trattenendo il respiro per l'emozione, poi un sorriso si aprì sul suo volto e, immediatamente, annullò la distanza che la separava dal ragazzo per gettargli le braccia al collo.

Ron rispose subitamente all'abbraccio, stupito della cosa ma, prima che potesse dire qualcosa, Hermione lo sorprese nuovamente baciandolo con passione.

Le sensazioni provate la notte precedente tornarono amplificate dalla certezza dei sentimenti che le dettavano.

Staccatasi un attimo da lui, Hermione lo portò per mano vicino ad un banco su cui si sedette per raggiunge la sua altezza. Un ultimo sorriso increspò le labbra dei due prima che un nuovo bacio tornasse ad unirle mentre Hermione circondava Ron con le gambe, oltre che con le braccia, per sentirlo ancora più vicino e godere di quell'idillio.

Dopo il gelo al cuore provato il giorno precedente aveva bisogno del suo calore e, quando le loro labbra si toccarono, le sembrò di sentire i raggi del sole scaldarle l'anima.

Persi nel loro paradiso, non si accorsero della porta che veniva leggermente schiusa né di un paio di occhi grigi che sbirciavano la scena tanto meno del “Sii felice Granger” appena sussurrato prima di richiudere la porta.

 

Fine.

 

 

Angolo dell'autrice:Spero vi sia piaciuta questa ff e vi invito a dare un'occhiata alla mia pagina nei prossimi giorni perché ho qualche sorpresa natalizia in serbo per voi.

Baci,

Notteinfinita.

 

 

 

 

 

 

 

 


 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Notteinfinita