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Autore: thea23    19/12/2012    5 recensioni
Questa è una raccolta i one shot, quindi ogni capitolo sta a se e non importa l'ordine nel quale vengono letti. Per dimostrare tale concetto, la one shot che inizia la storia si trova a 5° capitolo, e ha uno stile diverso dalle altre è anche triste. Il 2°, il 3° e il 4° hanno lo stesso stile perchè sono pagine di diari, ma il 6° capitolo è diverso, tende più a narrare qualcosa che essere una riflessione.
Detto questo spero che vogliate leggere.
Dal primo capitolo:
[Certa gente pensa che io sappia tutto dei rapporti e conosca le regole del gioco.
La realtà è che non le conosco. (...)
Innamorarsi è prendere un meraviglioso trapano e iniziare a rompere le proprie difese.
È un salto nel vuoto.
Prendi la rincorsa … e non sai davvero se lui sarà lì a prenderti al volo oppure ti lascerà cadere su un pavimento a dir poco gelato con un pacco di pop corns in mano.
I salti nel vuoto, innamorarsi … non sono una cosa positiva. Quello che cade ovviamente si rompe.
È fisica.]
Genere: Comico, Commedia, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Ho scritto questo capitolo come primo ma adesso (2 mesi e 4 giorni più tardi) ne ho messo un altro come primo che si chiama "Scrivendo canzoni su di voi"
Quindi vi  ringrazio di stare leggendo questo capitolo
In caso voleste leggere quello prima, basta andare indietro. 
 xD
Tra l'altro in quello che è diventato il primo capitolo ho inserito un piccolo indice.
Come su: basta andare indietro.

Grazie per l'attenzione e buona lettura :) 

 Note:
Non ero del tutto seria quando ho iniziato a scrivere questo pezzo ... avevo voglia di scherzare xD. Pensavo cosa potrebbe scrivere Taylor se si fosse messa a fare ironia sulle sue canzoni ... e ne è uscita questa cosa non so quanto bene riusciuta xD (spero me lo vorrete dire in una recenzione? :) ) 
Ho preso spunto da:

(*) stay stay stay "before you i only dated self indulgent takers who took all their problems out on me"
(**) I’ve learned that you can’t predict [love] or plan for it. For someone like me who is obsessed with organization and planning, I love the idea that love is the one exception to that. Love is the one wild card.” 
 (***) "we should love, not fall in love, because every thing that falls, gets broken"

Spero tutto sommato non vi dispiaccia :) 
Grazie a chiunque legga, se mi lasciate una recensione mi fa piacere :) 
Un bacio. Thea

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… I was there when you said forever and always
You didn’t mean it baby, you said forever and always, yeah

 
La gente pensa che io ne sappia parecchio di ragazzi.
Beh … considerando tutte le mie vendett ... ehm … canzoni (statene certi, mi raccomando) si potrebbe dire che io abbia conosciuto diverse persone.
Disgraziatamente ci sono diverse interpretazioni per le tre parole “saperne di ragazzi”.
Per quanto mi riguarda, un’interpretazione poco veritiera è che io sappia realmente come gestire un ragazzo.
Le persone che hanno questa geniale teoria potrebbero gentilmente spiegarmi com’è possibile che io “la grandissima esperta in relazioni” sia stata mollata anche nei modi più brutali da tutti quegli esseri del sesso opposto che ho frequentato?
È difficile chiamarli ragazzi o giovani uomini giacché erano dei tizi indulgenti solo verso di loro che scaricavano i loro problemi solo su di me.
*sbuffo* non lo trovate incredibile? Nemmeno prendersi la responsabilità dei propri problemi, questa è bella.
Parlando di rotture brutali. Ci credereste che uno di loro mi abbia persino lasciata via telefono?
 Sì, telefono, quell’aggeggio così carino che con molta probabilità è li accanto a voi che leggete.
Quel telefono che si dice essere il metodo più crudele per rompere con una persona. Immagino perché quando la persona che sta dall’altro capo (ed è stata appena mollata) inizia ad urlare, puoi chiudere. Semplicemente. … e dipende dalla sua familiarità con i coltelli da cucina o da quanto suo padre somiglia ad un armadio, puoi anche iniziare a chiamare l’agenzia turistica per acquistare un biglietto di sola andata per l’altra parte del mondo.
Ricordo ancora quel triste giorno. A parte sancire la definitiva rottura con quello (ma non guarigione … figuriamoci!) quel giorno anche i continui litigi col mio telefono toccarono il loro culmine. Arrivammo a un punto di rottura. 
Vi confesserò … lui se l’era presa per quelle poche volte che l’avevo fatto cadere. (e sottolineo “poche”. A differenza di certe persone che gli fanno provare l’ebbrezza della caduta libera stile bungee jumping ogni santo giorno). Io l’ho sempre tenuto in molta considerazione il mio telefono, ma da quando ho iniziato a insomma … frequentare delle persone è diventato - e a volte lo è tuttora - l’immagine stessa dell’angoscia. Tipo portatore di brutte notizie, sapete?
Potrei aver armeggiato su di lui per un po’ di tempo, giusto per assicurarmi non fosse rotto ed era quel questo che non arrivavano ne messaggi ne chiamate
 Ma chi poteva biasimarmi? Passavo li … ore e ore … chiusa in camera mia, nella penombra ad aspettare un suo messaggio … che non arrivava ( abbastanza patetico, per chi quando va a fare quattro passi ha un caloroso pubblico che l’accoglie ovunque vada, non trovate? *sorrido*).
Quel silenzio, quella tensione che si tagliava come un filo.
C’era una nuvola sulla mia testa, nera di pioggia che mi seguiva dappertutto stile Fantozzi.
Giurerei lo faceva apposta, continuava a piovere su di me … camera mia, tutti i posti dove eravamo stati, dopo mi aveva sussurrato quelle parole quasi avesse paura qualcuno ci sentisse (mi spiego il perché finalmente) erano pieni di acqua. Anche il mio viso somigliava al letto di un fiume, se è per questo.
E di certo non ero io quella che aveva bisogno di calmare i suoi bollenti spiriti o rinfrescarsi le idee.
Avrei dovuto spedirgli quella fottuta (scusate il francesismo) nuvola nera, quando ho iniziato a dubitare. Quando ho iniziato a chiedergli cosa gli fosse preso.
In effetti avrei desiderato le cose fossero andate in un modo abbastanza diverso rispetto come andarono seriamente.
*Teatrino nella mia testa: un ragazzino con i capelli neri, taglio figo come il fisico, e occhi scuri mi sorrideva col migliore dei suo sorrisi … quello per fare stramazzare le ragazze ai suoi piedi. Ovviamente non aveva funzionato anche con me. Forse … quel sorriso più le parole “ora e sempre” *scuoto la testa* . Lo guardo, lui mi guarda. Inizio ad esporgli le mie tesi. Lui mi sorride dicendo che è tutto apposto.
Ma sta volta non gli credo. Quindi inizia ad assistere a uno spettacolo inquietante. Tipo me … con una padella in mano dalla cucina di mia madre (non so da dove l’ho uscita la padella … ehm diciamo dalla mia borsa?) e sono pronta ad usare il secondo dei suoi usi.
Intuisce vagamente il mio piano.
Lo vedo correre come un bambino spaventato che prega di non prenderle.
Le armi usate dalle loro madri li spaventano sempre.
Chissà, magari in questo nuovo modo non avrebbe potuto scrivere il libro “modi creativi per utilizzare un cellulare”. *
Le cose non vanno mai come realmente vorremmo.
Mai ... sempre … Ora e sempre eh?
A parer mio? O voleva dire che avrebbe amato per sempre sua madre anziché amare me? 
Lusingata, ma … non credo che il paragone sia possibile.
Oppure magari aveva problemi di personalità multipla (e non mi sorprenderebbe poi tanto, alla fine) che gli poteva provocare perdite di memoria a breve o a lungo tempo (vedi tutte le volte che aveva ripetuto quelle tre parole, insieme al “ti amo” e tutti i momenti insieme) e il bisogno di una ragazza per ogni personalità che causava anche il problema di ricordarsi a quale delle due avesse detto quelle dolci parole (e se me li fossi beccata tutti io? E l’altra viveva nella sua beata ignoranza? … non oso pensarci.).
Ad ogni modo. Come stavo dicendo prima di raccontarvi i miei problemi con i cellulari. Certa gente pensa che io sappia tutto dei rapporti e conosca le regole del gioco.
La realtà è che non le conosco. Fidatevi, se ci fosse una persona a questo mondo che dovrebbe sapere come trattare, magari prevenire o pianificare l’amore quella sarai io. Non perché ho poi tutta questa esperienza, ma perché sono la persona più ossessionata con l’organizzazione e la pianificazione che conosco! *rido*
Io e l’amore, la carta selvaggia, come sono solita chiamarlo, siamo agli antipodi. Ed è per questo che ne sono così affascinata, per questo che ne parlo così spesso.
 So come si fa a sopravvivere (seppur difficilmente) ad una rottura, non come non rimanere con cuore spezzato in un brutto modo.
Il mio ha quasi fatto l’abitudine ad avere delle crepe.
Difficile da credere, eh? Ma non improbabile *annuisco e sorrido* .
Per le sognatrici (giusto per riagganciarci al discorso dell’ora e sempre che per qualcuno potrebbe equivalere come una proposta di nozze) è più facile innamorarsi, sapete? Perché sono abituate a sognare.
Infatti ci si può permettere di vedersi con un abito lungo e scintillante, come quello delle principesse poi si vede quel ragazzo su un cavallo bianco, baciare dolcemente la mano che gli stata porta e baciarla; oppure si inizia ad avere visioni che riguardano lui che sussurra nella sua voce melodiosa frasi romantiche in un posto mozzafiato.  
È stupido e immaturo ma questo leggero errore di valutazione porta a non scegliere sempre i ragazzi giusti.
Innamorarsi è prendere un meraviglioso trapano e iniziare a rompere le proprie difese.
È un salto nel vuoto.
Prendi la rincorsa … e non sai davvero se lui sarà lì a prenderti al volo oppure ti lascerà cadere su un pavimento a dir poco gelato con un pacco di pop corns in mano.
I salti nel vuoto, innamorarsi … non sono sempre una cosa positiva. Quello che cade ovviamente si rompe. È fisica.
 
Sono Taylor Alison Swift e questa è la chiave del mio diario. 
  
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