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Autore: Mimi18    21/12/2012    2 recensioni
«Temo che tu sia in pericolo».
Multipairing con Kotone - HeartGold/SoulSilver.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gold, Green, Lyra / Kotone, Red, Silver
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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HEARTBEAT
Multi pairing con Kotone. (L)
 
 
 
 
Unbreakable
Stando su quell’altura, circondato solamente dalla neve fredda e dai suoi pokémon, era come se Red avesse costruito un muro spesso intorno a sé. Sfidarlo avrebbe significato sentire gli aghi nelle pelle, che laceravano la carne e bucavano i polmoni; mentre ormai lui era abituato a quel gelo, nessun altro avrebbe potuto avvicinarlo.
«Red?» La voce tremante e roca di Kotone lo fece voltare di scatto, distraendolo da panorama e pensieri, proprio come aveva fatto anche mesi (e mesi) prima. 
Osservò le ginocchia sbatacchianti, mentre la ragazzina cercava con il fiato di riscaldarsi le punte ormai violacee delle dita sottili. Piegò le labbra in una parvenza di sorriso, aprendo la coperta attorcigliata intorno a sé e facendole segno di avvicinarsi.
Kotone ci si buttò di peso, svostrandolo con il proprio corpo ancora acerbo e allacciando le gambe intorno alla vita di Red. Naso freddo contro naso caldo, Kotone era ancora più rossa e graziosa.
«Forse dovresti andare a scaldarti sull‘Isola Cannella; so che Green ha una casa là», avvisò senza particolare intonazione nella voce, sfregando le mani contro le braccia fredde di Kotone.
La ragazzina roteò gli occhi, baciandolo poi rumorosamente sulla bocca. «Vuoi liberarti di me? Mi dispiace, il ponte che ho costruito per raggiungerti è troppo spesso!»
Aveva un’aria furba e divertita, e Red le strinse la vita tirandola a sé. Il suo seno piccolo a contatto con il petto, i corpi che ora sembravano bruciare.
Quella ragazzina dall’aria spensierata e i codini salterini aveva abbattuto il suo muro, ergendo un ponte indistruttibile.
«Allora, Red? Ti decidi a scaldarti?»
Indistruttibile perché non voleva provare ad abbatterlo.
 
 
Amazing
Green leccò con avidità il capezzolo turgido della ragazza, sollevando gli occhi verdi e carichi di malizia per godere l’espressioni di pura estasi sul viso giovane di Kotone.
Quando i loro occhi si incrociarono, il capo palestra ammiccò divertito e lei si morse il labbro inferiore, calciandogli il fianco.
«Piantala, stupido cretino!»
Il giovane trattenne una risata mista ad un gemito gutturale, spingendo con più enfasi verso il corpo caldo e sudato di Kotone.
Il sole batteva prepotente nella stanza, abbagliando di tanto in tanto Kotone, la quale stringeva le palpebre e cercava di gemere il meno possibile, a causa delle finestre spalancate.
Green le aveva ripetuto ridendo che il rumore del mare, là fuori, avrebbe coperto persino delle urla, ma quei ghigni non la portavano a fidarsi ciecamente di lui.
Quando un urlo nacque alla base delle sue corde vocali, Green fece cozzare con voracità le labbra su quelle di Kotone, leccandole il palato con avidità.
Spinse più a fondo, in un ritmo veloce e danzante, catturando ogni singolo urlo di piacere nella propria gola, bevendo quel nettare lussurioso e ricaricandosi di lei.
Si staccò dopo una manciata di minuti, sudato e tremante, mentre Kotone veniva nuovamente abbagliata dal sole. Osservò con difficoltà il corpo muscoloso di Green allontanarsi da lei, con il sudore che colava sul petto.
Spingendolo con le braccia esili, riuscì a buttarlo giù dal letto, con il sedere sul pavimento. Ridacchiò maliziosa, sollevandosi nuda e dirigendosi verso il bagno.
«Vado a farmi una doccia».
«Vengo anche io!»
Kotone assottigliò gli occhi. 
«Non ti è bastato?»
Lasciò che il braccio di Green circondasse il suo collo, portandola verso di sé. Con gli occhi percorse il disegno dei suoi seni piccoli, leccandole poi la giugulare.
«No, è stato fantastico come i preliminari. La fine non può che essere altrettanto fantastica!»
E Kotone non poté che accettare.
 
 
Brave
Silver più volte si era dimostrato un codardo. Non aveva avuto il coraggio di chiedere fiducia al Professor Elm, aveva rubato e più volte era scappato di fronte all’innegabile forza di Kotone.
Si era tirato indietro quando il Rocket era tornato a devastare i Pokémon, mentre Kotone era rimasta eretta sulle proprie gambe esili e aveva combattuto, fino alla fine, stringendo i denti.
Era stata come una figura da imitare, per lui, come lo era stata Blue una volta.
Poi l’aveva conosciuta, ed aveva capito che Kotone non era altro che una ragazza normale. Inciampava così spesso che probabilmente prima o poi sarebbe morta incastrata in una radice, e quando rideva tendeva a strozzarsi con la propria saliva, ricreando con il naso il grugnire di un maiale.
Era divertente ed imbranata, amava i giri di parole e il buio la terrorizzava.
Qualche volta, quando si abbracciavano, lei diventava di un rosso così accesso da sembrare scottata. 
Non l’avrebbe mai definita forte, coraggiosa o combattiva: Kotone era il ritratto della normalità. E lui, che aveva affrontato il sangue sulle proprie dita fin da piccolo, che era scappato così a lungo dal suo passato, non aveva bisogno che delle sue braccia per divenire coraggioso - e degno di lei.
 
 
Phantom
Matsuba osservò i corridoi deserti della sua palestra.
Da giorni (anni?) riviveva l’eco sorda di una risata seguita da un urlo, la paura rilasciata dal corpo per vibrare tra quelle pareti scure che erano la sua casa.
Una casa silenziosa, in cui aveva racchiuso la sua solitudine, che poi era stata invasa.
Da quando lei era arrivata, rumorosa e colorata, Matsuba era cambiato. L’inquietudine, la paura di stare solo e abbandonato, il terrore vibrante di non poter risentire la squillante risata che ai più sarebbe suonata fastidiosa; tutto ciò era fluito in lui, come un liquido letale.
Ora, quando sollevava lo sguardo dall’ennesimo sfidante, alle sue spalle rivedeva Kotone che quasi cadeva dai corridoi stretti, che avanzava a tentoni nel buio, che rabbrividiva sotto la lingua sbavante di Gastly. 
Un fantasma dall’aria terribilmente corporea, che quando diveniva reale infondeva in lui un calore così bruciante da farlo sentire vivo come non mai.
 
 
Strange
Gold era rosso in viso e il piede batteva ripetutamente a terra, mentre poco lontano da lui Kotone ridacchiava ad un passo dal Professor Elm.
Non indossava la sua tipica salopette, quel giorno, ma un paio di calzoncini ancora più corti del solito che gli facevano ribollire il sangue nel cervello - e in altre zone.
Era diventato strano per uno che, come lui, aveva sempre apprezzato il semplice sorriso di Kotone, iniziare a guardare il suo sedere e immaginarsi molestamente come sarebbe stato baciarla. E nelle sue fantasie più erotiche, finivano per rotolare nel giardino della Pensione Pokémon di sua nonna.
«Ehi, Goldy, qualcosa non va?»
Guardò il naso di Kotone a pochi centimetri dal proprio. La sua bocca era umida e semi-dischiusa, così sensuale che sentì il calore lambirgli il petto - ed una zona non innocente nei suoi boxer.
Deglutì. «Temo che tu sia in pericolo».
E prima che Kotone potesse chiedere se fosse caduto battendo la testa, Gold l’aveva baciata. Con enfasi. Così tanta enfasi che la giovane si era aggrappata volentieri alle sue spalle, sollevandosi sulle punte.
Era dannatamente strano baciare la propria amica di infanzia, sì, ma anche terribilmente esaltante. Forse avrebbero dovuto evitare di farlo di fronte al professore, ma Elm aveva avuto la brillante idea di scappare fuori, facendo finta di nulla.
 
 
 
N/a: sono nuovamente fissata con i Pokemon (Kotone in primis, as always) e credo che questa volta io sia presa male, visto che ho iniziata a shipparla convulsamente con Lance del Team Rocket. Insomma, sono troppo fighi, ho deciso che scriverò una long. Che Giratina me la mandi buona. Intanto, spero che la raccolta di flash vi piaccia. Personalmente, amo la Gold/Kotone perché sono davvero leggeri! Fatemi sapere!
   
 
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