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Autore: whateverhappened    21/12/2012    3 recensioni
«E tu che farai, Nick?»
«Quando?»
Thad roteò gli occhi. «Il ventuno, naturalmente».
Nick lo guardò perplesso. «Non ne ho idea? Non mi programmo la vita come voi due».
«Ma, Nick, è il ventuno!» All'occhiata dubbiosa dell'altro, Thad scosse la testa. «A volte mi chiedo se tu viva su questo pianeta. È il ventuno dicembre, Nick. Fine del mondo, profezia maya... Sai, quelle cose lì».
«Non mi dire che ci credi davvero...»
«No, ma non si sa mai. Se succedesse davvero, ci saremmo lasciati scappare l'ultima occasione per fare qualcosa. Che cosa devi fare prima che il mondo finisca?»

Buon Natale!
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeff Sterling, Nick Duval, Thad Harwood | Coppie: Nick/Jeff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Rob e Vale,

aka Robs and Vals.

Grazie per quest'anno,

Buon Natale <3

 

 

 

The End Is The Beginning

 

 

 

 

This could be the end of everything

so why don't we go somewhere only we know?

 

 

Thad e Flint stavano discutendo senza sosta da una ventina di minuti, fermandosi solo di tanto in tanto per lasciar parlare qualcuno degli altri ragazzi. Nick non aveva davvero idea di quale fosse l'argomento di conversazione, aveva smesso di ascoltare poco dopo averli raggiunti, tentando di concentrarsi sullo studio di qualche nozione di biologia che non era proprio riuscita ad assorbire la sua attenzione. Era distratto, come testimoniavano gli innumerevoli disegni scarabocchiati all'angolo della pagina.

«E tu che farai, Nick?»

Sentendosi chiamare, il ragazzo si riscosse. Thad lo stava fissando con uno sguardo interrogativo, ma un sorriso divertito gli fece capire che l'amico sapeva a cosa stava pensando.

«Quando?»

Thad roteò gli occhi. «Il ventuno, naturalmente».

Nick lo guardò perplesso. «Non ne ho idea? Non mi programmo la vita come voi due».

«Ma, Nick, è il ventuno!» All'occhiata dubbiosa dell'altro, Thad scosse la testa. «A volte mi chiedo se tu viva su questo pianeta. È il ventuno dicembre, Nick. Fine del mondo, profezia maya... Sai, quelle cose lì».

«Non mi dire che ci credi davvero...»

«No, ma non si sa mai. Se succedesse davvero, ci saremmo lasciati scappare l'ultima occasione per fare qualcosa. Per esempio, non può finire il mondo senza che Flint abbia fatto una maratona di Star Wars come si deve. E Trent dovrà cantare al karaoke, visto che ha sempre paura... non disturbarti a dire che non è così, Trent, non ti crede nessuno. Questo ci riporta a te. Che cosa devi fare prima che il mondo finisca?»

Nick si morse il labbro, guardando l'amico. In effetti, c'era una cosa che doveva fare. Che voleva fare, a dirla tutta, era sempre stata la mancanza di coraggio a fermarlo. Ma Thad aveva ragione: anche se era convinto che quel venerdì sarebbe trascorso come tutti gli altri, l'occasione sembrava perfetta.

«Beh... Io... C'è una cosa che...»

«Falla, Nick» lo fermò Thad, improvvisamente serio. Nick lo guardò sorpreso per quel cambio di tono, incontrando uno sguardo determinato. «Glielo devi, prima che il mondo finisca».

Thad aveva sempre avuto la capacità di leggere le persone, le loro intenzioni. Si diceva che avesse un sesto senso fin troppo sviluppato, ma vedendo il suo sorriso incoraggiante Nick non poté fare a meno di pensare che quella sua particolare qualità lo rendesse un amico straordinario. Annuì, non essendo certo di cosa rispondere a quel ragazzo che aveva già capito tutto, e sperò fortemente che lo stesse spingendo nella direzione giusta.

 

*

 

Era l'ultimo giorno prima delle vacanze natalizie, così il preside aveva deciso che le lezioni si sarebbero concluse a mezzogiorno. Jeff aveva accolto la notizia con un entusiasmo che era stato carente negli ultimi giorni. Thad lo aveva assillato con quella stupida storia della fine del mondo, su cui si era fissato da qualche settimana, e tutto quello che voleva era scappare più lontano possibile da lui e dai suoi piani pre-apocalisse. Davvero, non voleva sapere di come avesse appeso del vischio in punti strategici dei corridoi e coordinato un piano d'attacco insieme a quell'altro folle di Flint. Aveva quasi pietà di Sebastian, vittima designata. Quando arrivò alla sua stanza, non poté fare a meno di gettarsi a peso morto sul letto, contento di essere al sicuro dall'amico.

Dopo una decina di minuti di puro silenzio, Jeff sospirò. Aveva sempre amato il Natale, la cui atmosfera era sempre stata in grado di rasserenarlo qualunque fosse stata la sua situazione emotiva. Ogni anno attendeva quel breve periodo, fatto di luci accese e cioccolate calde, per sdraiarsi sulla neve e assaporare quel silenzio ovattato che solo lei poteva portare. Quell'anno non era riuscito ad avere quello spirito natalizio che lo contraddistingueva, ed era sicuro che non c'entrassero nulla le previsioni che Thad e gli altri si divertivano a raccontare. No, davvero, non gli interessava un'ipotetica pioggia di fuoco, e neanche la discesa degli alieni. Per quanto lo riguardava, poteva arrivare l'abominevole uomo delle nevi come supplente di matematica e non gli sarebbe interessato.

Il suo problema, che gli rendeva impossibile apprezzare a pieno le splendide decorazioni della Dalton e il senso di attesa per quelle feste, non era mai stato un problema fino a qualche mese prima. Che poi, ad essere onesti, non era davvero un problema, era lui che era sul punto di impazzire nel tentativo di comportarsi come una persona normale. Non era davvero colpa di Nick.

Quasi chiamato, il ragazzo entrò di corsa nella stanza. Jeff lo guardò sorpreso: Nick non era mai stato tipo da correre nei corridoi, ma dato lo stato dei suoi capelli e della giacca, doveva averlo fatto.

«Jeffie...» Cominciò a dire con il fiato corto. Jeff sorrise, sedendosi sul letto e facendo cenno all'amico di imitarlo.

«Respira, Nick. Cos'è tutta questa fretta?»

Nick scosse la testa, tentando di incamerare aria il più velocemente possibile. Jeff inarcò un sopracciglio al comportamento strano dell'amico, che era ora piegato in due.

«No... Io... Devo dirti... Non posso...» Stava dicendo, fra un respiro profondo e l'altro.

«Eh?»

Nick alzò lo sguardo, incrociando il suo. Jeff si riscosse, aveva la stessa espressione concentrata di quando studiavano insieme e Nick tentava di non farsi distrarre da niente per arrivare alla conclusione senza perdersi. Non l'aveva mai avuta fuori dall'ambito scolastico, se non forse quando aiutava Thad e David con l'organizzazione degli spettacoli.

«Nick?»

«No, zitto» lo fermò, la voce ora sicura. «Ti devo dire una cosa importante».

«E non puoi sederti e rilassarti intanto?» Gli chiese, sempre più dubbioso.

«No! Non posso, Jeff, è importante. Se mi siedo, non te lo dirò mai. E lo devo fare, perché oggi è il ventuno dicembre, e Thad dice che dobbiamo sfruttare questo giorno per fare qualcosa che non abbiamo mai fatto... Che poi io neanche ci credo a questa storia della profezia, ma se fosse vero? Forse è meglio non rischiare...»

Jeff si morse un labbro per non ridere. Nick era esilarante quando partiva con i suoi monologhi senza senso, ma aveva la sensazione che quello non fosse uno dei suoi soliti sproloqui su quale fosse la rappresentazione migliore di Batman o sul valore della nuova trilogia di Star Wars.

«Nick, stai straparlando» gli disse soltanto, guadagnandosi un'occhiata consapevole.

«Lo so! Sono agitato, lo sai che quando sono nervoso inizio a dire cose che non hanno senso e non c'entrano con quello che voglio dire... È sempre così, lo sai, mi conosci meglio di tutti qui dentro... oh, Jeff, è così difficile dirtelo. Non ho idea di come potresti reagire e, davvero, forse non lo scoprirei se non fosse stato per questa storia della fine del mondo... Tu capisci, Jeff, che non posso lasciare che tutto finisca senza dirti questa cosa... Con la fortuna che ho, sarei l'unico superstite e dovrei convivere con il rimpianto per sempre...»

Jeff non aveva mai visto Nick così agitato, neppure prima delle esibizioni. Si alzò di scatto, raggiungendo l'amico e gli prese la mano, stringendola con forza. Paradossalmente, quel gesto che avrebbe dovuto rassicurare Nick sembrò agitarlo maggiormente, da come strabuzzò gli occhi.

«Nicky...?»

«No, Jeffie, vedi? Noi siamo così... Ci prendiamo la mano per darci sostegno, dormiamo insieme quando il vento è così forte da far sbattere gli infissi, ci chiamiamo anche di notte se c'è un problema...»

«Si chiama essere migliori amici, Nicky» sorrise incoraggiante Jeff, ma l'altro scosse la testa.

«No! Cioè, sì, è ovvio che sei il mio migliore amico... però non è quello, capisci? Thad non ti prende la mano prima di una gara, eppure vi conoscete da quanto, dieci anni?» Inspirò profondamente, quasi cercando la forza di andare avanti. Jeff ammutolì. «Jeffie, davvero, io non voglio perderti... Non voglio che tu pensi che non ti consideri il mio migliore amico, ma quando ti abbraccio dopo un incubo non è solo per quello».

A quelle parole, Jeff scattò. Aveva sempre avuto quella reazione alle cose inaspettate, come quando veniva preso di sorpresa o quando Nick compariva alle sue spalle mentre parlava di lui con Thad. Jeff scattava, quindi si immobilizzava. Fu così anche quella volta e al ragazzo parve quasi di percepire la perdita di adrenalina di Nick, dal tocco della sua mano. Lo sentì cedere, quasi avesse perso di colpo tutta la forza, e intuì che doveva essere per il fatto che non aveva detto nulla e si era limitato a diventare una statua.

«Sei un idiota» disse quindi, senza lasciare la presa sulla mano di Nick. Il ragazzo non lo guardò, sembrava voler tenere ancorato lo sguardo a terra.

«Lo sapevo che non avrei dovuto dirti niente... Ma non l'ho fatto perché volevo qualcosa, davvero, Jeff, non mi aspettavo né mi aspetto niente... Ma dovevo, capisci? Per la fine del mondo, e perché è Natale... e a Natale si dice la verità... voglio dire, se non lo dici a Natale, quando lo dici, eh?»

Jeff roteò gli occhi, prima di alzare il viso di Nick con la mano libera e stringendo maggiormente quella di Nick. Notò che il ragazzo aveva un'espressione triste e si morse il labbro, pentendosi delle parole dette. Forse avrebbe dovuto sceglierle con maggiore attenzione.

«Nicky, stai zitto. Sei un cretino perché ti ci è voluta la minaccia di un'apocalisse per fartelo dire, quando se avessi minimamente sospettato di questa cosa sarei stato io a saltarti addosso. Seriamente, amico, ti tieni dentro le cose come un Occlumante!»

Jeff sorrise, osservando la reazione di Nick. Lo vide guardarlo confuso per quella sua uscita, prima di coglierne il senso più completo. Lo vide illuminarsi e sorridere radioso, come forse mai lo aveva visto.

«Vuol dire che...»

«Vuol dire che stavo tentando di fartelo capire da mesi, ma eri troppo preso dal non farmi intuire niente da non accorgerti che ti disegnavo cuori sul libro di biologia. Davvero, Nick, cuori. Va bene che sono una persona affettuosa con tutti, ma, ecco...»

«Sono un idiota».

«Esattamente».

Il sorriso che si dedicarono fu consapevole, sicuro, forte di quelle nuove scoperte. Jeff realizzò brevemente che avrebbe voluto vedere Nick sorridere in quel modo ogni giorno, ogni momento, ma quel pensiero scivolò lontano nel momento in cui Nick gli afferrò la maglietta per tirarlo giù, prima di posargli un leggero bacio sulle labbra.

«Ora il mondo può anche finire...» Sussurrò Nick, ma Jeff scosse la testa.

«Non prima di aver ricevuto un bacio come si deve!»

Per Jeff, sentire Nick ridere sulle sue labbra fu l'esperienza più bella di tutta la sua vita. Un ricordo così brillante da usare per evocare un Patronus, avrebbe detto a Thad, facendolo ridere. Abbastanza da smentire una profezia vecchia di millenni, a suo parere.

Fu il regalo di Natale più bello di sempre.

 

 

 

 

 

*

 

Un piccolo pensiero per augurare un buon Natale a tutti, ma soprattutto a due persone speciali. You know what that was for <3

Un grosso grazie a Chiara, per il parere e le rassicurazioni in anteprima.

 

Occlumante e Patronus, anche se penso lo sappiate tutti, sono citazioni da Harry Potter. Il borbottio di Nick sul dire la verità a Natale, invece, riprende – anche se l'ho messo del tutto involontariamente – Love Actually, uno dei miei film preferiti. Infine, la canzone è ovviamente Somewhere Only We Know dei Keane, anch'essa fra le mie preferite, e da cui è nato tutto.

 

Buon Natale!

   
 
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