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Autore: ChiizuDreamer    21/12/2012    1 recensioni
Harmony Miiko è una ragazza di 15 anni, amante del canto e della musica da sempre. Il suo sogno è proprio quello di diventare una brava cantante per emozionare il pubblico: tale scopo l'ha indotta ad iscriversi presso una prestigiosa scuola privata, il Miracle Painting Institute...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dream Comes True 


"Sono del parere che, se hai un sogno, devi fare di tutto per realizzarlo. Metterci tutto l'impegno che puoi, tutto il cuore e tutta l'anima.
E' vero, è vero, non sempre i sogni si realizzano, ma non perché siano impossibili: solo perché smettiamo di crederci.
Quindi, non perdere mai la speranza, perché l'unica creatura che può fermarti sei tu.
L'unico responsabile dei tuoi successi o dei tuoi fallimenti sei tu.
Solo se agisci arriverai ad una conclusione!"
 
Harmony Miiko, 15 anni,amante del canto e della musica praticamente da sempre.
Sogno più grande: entrare nel mondo dello spettacolo cantando.
Emozionare chiunque stia oltre il microfono. 
Era sicurissima che ce l'avrebbe fatta. Non avrebbe mollato mai. Per questo non si era iscritta a un normale liceo, ma ad una prestigiosa scuola privata della città: Il Miracle Painting Institute. Una scuola dedicata ai ragazzi creativi e talentuosi. In base alla sezione scelta si poteva scegliere se cantare, dipingere e scolpire, recitare o suonare uno strumento musicale. Anziché 3 anni come i comuni licei giapponesi, questo ne durava 5.
Essere stata ammessa in una scuola come quella era già un grandissimo passo avanti. Quindi, perché non avrebbe dovuto farcela?
Con lei si era iscritta anche la sua migliore amica, Aruna Selene. Migliore e forse anche l'unica che definiva davvero con quella parola. Le altre erano persone comuni. Selene no: era speciale era diversa.
Ed era l'unica che aveva accettato Harmony così com'era. Perché lei no, non è una ragazza semplice: non molto aperta con gli altri, diffidente, violenta e a volte talmente scorbutica da risultare antipatica e cattiva. Però Selene sapeva che non era così; era riuscita a scoprire l'altro lato di Harmony, quello dolce e buono, quello paziente e gentile.
Era il primo giorno di primavera e, come vuole la tradizione, anche il primo giorno di scuola.
Harmony sfregava nervosamente il manico della valigia e batteva il piede sul pavimento del vagone sempre con lo stesso ritmo fastidioso, guardando fuori dal finestrino di fronte a lei con gli occhi persi nel vuoto. 
"Chissà a cosa pensa..." pensava Selene guardandola "Di certo è un po' nervosa per il primo giorno nella nuova scuola..." sorrise e poi le disse:«Sai, Ha-chan...ti sta bene la divisa!»
Harmony sembrò svegliarsi da un sogno: «Come, scusa? Non ti stavo ascoltando...»
Selene rise: «Lascia perdere.» fece un gesto con la mano. Continuò a ridere mentre Harmony tentava in qualsiasi modo di farsi ripetere la frase a cui non era stata attenta, quando ad un tratto il treno si fermò: era lì che dovevano scendere.
Una folata di vento scompigliò i capelli delle due amiche, non appena furono fuori dalla stazione.
Alzarono lo sguardo quasi simultaneamente e si accorsero che bastava solo attraversare la strada per ritrovarsi a scuola.
Da dove erano loro si vedeva l'imponente edificio e un grande afflusso di ragazzi. Ben presto anche loro si ritrovarono nella mischia.
Sorpassato il cancello, vi era un ampio cortile curatissimo, pieno di fiori colorati, panchine, perfino un piccolo bar.
Una scuola? No, quello era un paradiso. 
Ma non era quello il momento per guardarsi intorno. Le lezioni stavano per iniziare, tutti i ragazzi avevano preso diverse strade, non appena dentro. Harmony si mise tra quelli che dovevano essere i suoi nuovi compagni: ogni indirizzo aveva un colore della divisa diverso. Quella di Harmony era rossa.
Anche le classi erano splendide: banchi e sedie bianchissime, un'enorme lavagna che occupava, praticamente, l'intera parete, perfino un pianoforte in un angolo, sicuramente per accompagnare la voce degli alunni. Le finestre erano grandi e si affacciavano sul cortile. 
Harmony era affascinata da quel posto. Si sedette al secondo banco accanto alla finestra, era il suo preferito, si vedeva tutto. Guardò e le scappò un sorriso:"Comincia così..." pensò "...la mia permanenza nella scuola dei miei sogni!"
«Ciao!» sentì ad un tratto e si voltò a guardare chi l'aveva chiamata.
«Ciao.»
«E' libero questo banco vicino a te? Posso sedermi?»
Harmony girò lo sguardo e rispose: «Certo che ti puoi sedere. Non scelgo mica io i posti degli altri. Mi basta scegliere per me.»
«Allora mi siedo!» la ragazza sedette, posando la cartella sul banco «Hideyoshi Minato.» si presentò.
«Miiko Harmony.» Harmony fece lo stesso, ma senza neppure degnare Minato di uno sguardo.
Nel frattempo, anche Selene aveva cominciato a conoscere qualcuno.
«No, Nezumaru...non puoi stare qui, torna nella cartella, per favore...ti prego!» sussurrò una strana ragazzina dai capelli rosa legati in due codini bassi.
"Perché questa ragazza parla con la sua borsa?" si chiedeva Selene guardandola. 
«Ehi, qualcosa non va?» le chiese, battendole l'indice sulla spalla.
L'altra sobbalzò e si voltò di scatto: «Sì, sì, non ti preoccupare!» ma, distraendosi, qualcosa uscì dalla sua borsa: un topolino grigio, piccolissimo. Non appena si mise a correre qua e là, si scatenò il finimondo: le ragazze si misero ad urlare, i ragazzi a ridere. La ragazzina si alzò urlando: «TI AVEVO DETTO DI STARE NELLA BORSA, NEZUMARU!» dopodichè si mise a rincorrere l'animaletto. Dopo una breve corsa, si gettò a terra e lo acchiappò: «Preso~!»
Nel frangente, arrivò l'insegnante. 
«Buon giorno ragaz-»
«Sensei, quella ragazza ha un topo!» esclamò un ragazzo indicando la ragazza a terra con il topo in mano.
Il professore guardò: «Un topo? E' vietato portare animali a scuola o in dormitorio, signorina. Come ti chiami?»
«Oyama Nami, sensei. Sono spiacente, ma Nezumaru è proprio un topolino vivace, non è colpa mia se non è voluto rimanere buono buono nella borsa!»
Risero tutti, perfino Selene, anche se non voleva essere offensiva.
«Forse perché i topi non vivono nelle borse, ma in campagna, Oyama-san...» spiegò il professore.
«Lo so! Ma stamattina non ha voluto lasciarmi andare da sola!»
«Non sei un po' cresciuta per fare questi discorsi? Su, manda fuori quel topo e cominciamo la lezione.»
«S-sì...» Nami uscì dalla classe, si diresse in cortile e mise il suo topolino in un angolo dove avrebbe potuto ritrovarlo facilmente.
«Mi raccomando, Nezumaru.» gli disse «Stai qui, non muoverti! Brutto cattivo, guarda che figuraccia mi hai fatto fare con la mia classe! Non ti porterò più con me, la prossima volta! Telefonerò a papà e gli dirò di venire a prenderti per riportarti a casa, se non fai il bravo topino!»
Nezumaru annusò il terreno, poi alzò la testolina, guardando la padroncina allontanarsi con i suoi vispi occhietti neri.
Così, sia per Harmony che per Selene, si preannunciava un anno scolastico molto interessante.
Dopo le lezioni, Minato decise di seguire Harmony. Era incuriosita dal mistero che, secondo lei, ruotava attorno alla sua nuova compagna di classe.
«Mi spieghi perché continui a seguirmi?» chiese ad un tratto Harmony che, evidentemente, si era accorta della pedinatrice.
«Perché mi stai simpatica!» Minato se ne uscì con questa frase. Harmony rimase stranita: lei che stava simpatica ad una persona che non fosse Selene? Scherziamo? Le possibilità di risultare simpatica erano una su non so quante. Lei stessa se ne rendeva conto.
Sospirò e le rispose:«Non ci conosciamo ancora, credo cambierai idea in fretta.»
Minato si avvicinò svelta prendendole le mani «Allora perché non mi togli subito il dubbio? Facciamo un giro per la scuola, scommetto che anche tu vuoi conoscerla! E così possiamo parlare un po' e vedere se davvero cambierò idea sul tuo conto!»
Harmony stava per rifiutare, magari colpendola in pieno viso con una delle sue tecniche speciali. Ma non lo fece. Arrossì e fece mollare la presa della sua mano all'altra ragazza:«Andiamo.»
«Evviva...!» 
Ora che Harmony l'aveva accontentata, però, non sapeva che cosa dire. E nemmeno Minato sembrava tanto loquace come le era sembrata inizialmente. Ma il silenzio imbarazzante durò poco:
«Perché ti sei iscritta qui?» chiese Minato fermandosi ad un distributore automatico.
«Perché mi piace la musica, no?» 
Minato prese due lattine e ne porse una ad Harmony: «Prendi. Comunque...» iniziò aprendo la sua bibita «Non intendevo questo...cioè...c'è sempre un motivo che ti spinge ad iscriverti in questo posto...me lo ha detto mia cugina che è al quinto anno...ed effettivamente non ha tutti i torti, se ci pensi bene!» terminò, girandosi verso Harmony, arrossendo leggermente e sorridendo.
Harmony arrossì a sua volta, come effetto domino. Fece alcuni secondi di silenzio, poi rispose «Anche se ci fosse un motivo in più, non ti sembra da invadenti chiedermelo?»
«Che cosa...» sussurrò smettendo di sorridere «Non ti volevo offendere...»
«Non mi sono offesa, semplicemente sappi che non ti risponderò.»
«Okay, come preferisci!» sorrise di nuovo.
Harmony sembrò irritata dal continuo sorridere di Minato. Una qualsiasi altra persona si sarebbe arrabbiata o offesa, invece lei no. Ma Harmony non voleva "cedere". Non aveva neanche aperto la sua lattina, la teneva stretta in pugno.
«Allora ti farò un'altra domanda...cosa ti piace mangiare? Questa non è una domanda invadente, vero?»
Harmony guardò verso l'alto: «No, questa no...comunque adoro il gelato.»
«Sì? E a che gusto?»
«...diciamo che ho dei gusti particolari.»
Minato sorrise a trendadue denti «Davvero? Ad esempio? Cioccolato e peperoncino?»
«Non così particolari...»
«E allora come?»
«Mi piace l'anice e la violetta...ma nelle gelaterie sono introvabili...solitamente li fa mia madre a casa.»
«Anche a me piacerebbe assaggiarli, qualche volta...» 
«..Buona fortuna.» disse Harmony, cominciando a sentire la sete, quindi aprendo la lattina e cominciando a bere. Ad un tratto si ricordò che doveva andare a prendere la chiave della sua stanza nel dormitorio.
«Tu l'hai già presa?»
«A dire il vero no!» disse uscendo la lingua e grattandosi la testa.
Così si recarono insieme in segreteria; 
«Salve, ragazze.» disse la donna, distogliendo un momento lo sguardo dallo schermo del computer. «Cosa vi serve?» chiese, sorridendo e spingendosi meglio gli occhiali sul naso.
«Siamo del primo anno, ci servirebbe la chiave della nostra stanza.»
«Certamente, ditemi i vostri nomi...»
Minato appoggiò le mani sulla scrivania e disse: «Miiko Harmony e Hideyoshi Minato.»
«Miiko...Miiko...eccola qua. Stanza 31...» Aprì un cassetto e la cercò, poi la mise sulla scrivania. Harmony la prese.
«La stanza di Hideyoshi-san, invece è la...28. Prendi.»
«Grazie!» Minato fece una piccola riverenza col capo, poi si allontanò insieme ad Harmony che, mentre camminavano, chiese: «Le stanze sono singole?»
«No, sono doppie o triple.»
«Ah...diamine, mi infastidisce dividere la stanza...ho bisogno dei miei spazi!»
«...Ehi, proprio non ti piace stare con la gente!» disse Minato ridacchiando «Non preoccuparti, mia cugina mi ha detto che le stanze sono grandi e spaziose, non credo avrai problemi!»
«Sì, ma dormirò con altre ragazze. E neanche una di queste sarà Selene. Quindi mi fa anche abbastanza schifo.»
«Selene? Chi è Selene?»
«...La mia migliore amica.»
«Oh! E' anche lei in questa scuola?»
«Sì...ma frequenta l'indirizzo artistico...guarda, è lei.» Harmony le corse incontro.
«Ha-chan! Ti ho trovata! Com'è andato il primo giorno, eh?» Selene sorrideva, era entusiasta, le stringeva le mani e cercava di trattenere la voglia di saltellare.
«Uuuh, normale. E a te?»
«E' stato bellissimo e divertente, le mie compagne sono simpatiche e cordiali, l'aula è grande e bella, ci sono tutti gli strumenti per disegnare, dipingere, scolpire, è grandioso! Non manca niente!»
Minato si avvicinò e sorrise. Selene smise di parlare per ricambiare il sorriso; la salutò, poi chiese:
«Sei un'amica di Harmony?» 
«Mi chiamo Hideyoshi Minato!»
«L-lei non è mia amica. L'ho conosciuta oggi. Non abusare di questa parola.» gonfiò le guance, poi sbuffò, guardando altrove.
«Io sono Aruna Selene!...In che stanza sei, Ha-chan?»
«Trentuno...mmh...tu?»
«Quarantotto...uffa, siamo lontanissime! Ma non pensiamoci, siamo comunque insieme! Andiamo a prendere le valigie e sistemiamoci, poi andiamo a cena, in mensa, sto morendo di fame, ahah!»
E così, le ragazze si divisero, presero le loro valigie, portandole in camera. Quella di Harmony era tripla, ma delle sue compagne neanche l'ombra. Si allontanò, chiudendo la porta a chiave. Poi si ritrovò in mensa con Selene, Minato, e una compagna di classe di Selene, Kisaragi Fuyuki.
«Ehi, sembra buono!» esclamò Fuyuki guardando il piatto fumante, con dentro della carne e brodo.
«E' pur sempre cibo di mensa, non aspettiamoci granchè...» fece Selene, impugnando la forchetta.
Dopo una decina di minuti, Selene si accorse che Minato aveva mangiato pochissimo ed aveva lo sguardo fisso in un punto pieno di ragazze che urlavano.
«Hideyoshi-sa~n? Sei ancora lì?» Selene le mise una mano davanti al viso «Stai sognando?»
«C-cosa?» Minato scosse energicamente la testa e indicò l'entrata della mensa.
«Guardate lì! Cosa sta succedendo?»
Harmony si voltò un attimo a guardare, poi sospirò, ricominciando a mangiare: «Come se me ne importasse qualcosa.»
«Ra-ragazze, per favore, fatemi passare!»
Tutto quel trambusto era in realtà dovuto all'arrivo di un ragazzo. Alto, dai capelli dorati e un meraviglioso paio d'occhi blu oltemare. Di sicuro doveva essere il più ambito dalle ragazze, che infatti adesso non lo stavano neanche facendo entrare in mensa, gli stavano attaccate in cerca di un po' d'attenzione. Quando finalmente riuscì a entrare, le ragazze capirono.
«Ma chi è?» Chise Fuyuki.
«Sono qui da tanto quanto te, non lo so!» Selene rise e si mise a giocare con quel che era rimasto nel suo piatto.
Harmony lo squadrò dalla testa ai piedi. Lo vide camminare verso uno dei tavoli liberi e sedersi, un po' stressato. Sicuramente era tutta colpa di quelle ragazze che gli andavano dietro. Il ragazzo si tenne la testa fra le mani, ridendo nervosamente, con i gomiti sul tavolo e la schiena un po' curvata. Sì, era decisamente molto bello. Lo stavano guardando praticamente tutti, lì dentro, forse perfino qualche ragazzo. 
"Poverino, dev'essere tremendamente in imbarazzo..." pensò Harmony, non riuscendo neanche a riconoscersi, quasi, per la compassione che stava provando. Effettivamente, non era solita provare quel genere di sentimento. O almeno, così cercava di convincersi.
«E' un bellissimo ragazzo~!» cantilenò Selene «Ha-chan, lo hai visto?»
Harmony arrossì, ma cerco di non farlo notare, abbassando lo sguardo sul piatto, chinando un po' la testa facendo scivolare i capelli lunghi in modo da nasconderla un po':«N-n-non è male, ma non mi interessa, non sono qui per questo! Sono una ragazza seria, non impazzisco davanti a un paio di occhi azzurri!»
Minato gonfiò le guance: «Che c'entra adesso questo con l'essere seri? Quel ragazzo è una meraviglia della natura!»
«Non mi interessa!...basta, io non ho più fame. Vado a dormire.» Si alzò, impugnando il cellulare e camminò spedita verso l'uscita, seguita ben presto dalle altre tre ragazze.
  
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